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Autore: lady lina 77    13/03/2008    1 recensioni
Lo strano ed affascinante principe del regno di Assen si innamora perdutamente di Lina Inverse e la invita, insieme a Gourry, a soggiornare nella sua reggia. Ma non è tutto oro quello che luccica e ben presto Gourry si accorgerà che il castello ed il regno che li ospitano nascondono oscuri segreti...
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa si prova ad essere morti? Lina non lo sapeva, l’unica cosa che avvertiva era l’oscurità che la circondava ed il suo corpo inerte ed immobile che non rispondeva più ai suoi comandi. Eppure il suo cervello lavorava ancora, riusciva a pensare… ‘Ecco, sono finita all’inferno, lo sapevo! Dopotutto dovevo aspettarmelo, non sono mai stata una santa, non è che potevo aspettarmi chissà cosa…Però me lo immaginavo un po’ più caldino come posto ed invece qui si gela!’. Ecco, il freddo era l’unica cosa che avvertiva. Un freddo tremendo che le arrivava fino alle ossa e che sembrava divorarla pian piano…

Non seppe nemmeno lei quando cominciò ad udirla quella vocina leggera che la chiamava. “Lina”. Era una voce dolce e gentile, forse conosciuta o forse no, ma in quel momento non ricordava. Era solo consapevole di sentirla, di tanto in tanto. Nient’altro c’era in quell’oscurità se non il freddo e quella vocina che la chiamava a se. Tutto il resto era immobilità pura. ‘Certo che come posto, l’inferno è davvero noioso! Credevo ci fosse un po’ più di movimento’.

Accanto a questi rari momenti di semi-coscienza, c’erano lunghi lassi di tempo in cui perdeva coscienza di se stessa, momenti in cui si immergeva in un sonno tanto profondo da farle perdere la percezione di esistere ancora in qualche modo.

Poi, pian piano, la vocina che la chiamava prese a farsi più vicina ed il suo corpo sembrò riacquistare un po’ di autocontrollo. Ma non era una sensazione piacevole. Era una sensazione dolorosa. Le sue gambe, le sue braccia, il suo petto, la sua schiena, la sua testa…tutto le faceva male. E molto. Tanto da farle desiderare di riemergersi in quel sonno profondo che in quegli ultimi tempi gli era stato compagno. Poi, un giorno qualunque, i suoi occhi si riaprirono, piano, con fatica. Era da molto che non succedeva perché aveva deciso di non aprirli più dato che tutto ciò che aveva visto era oscurità.

Ma, quando riaprì gli occhi, non fu il nero della morte che vide. Una luce violentissima la investì, una luce calda, viva, piacevole. Ma che le faceva  bruciare e lacrimare gli occhi, tanto che fu costretta a richiuderli. Tutto ad un tratto però, il suo cervello cominciò a lavorare febbrilmente. Dov’era? E cosa era successo? Improvvisamente gli tornarono alla mente gli ultimi istanti del combattimento con SirBlack, la sua scelta, l’esplosione… ‘Un momento, qui mi fa tutto troppo male perché io sia morta, quindi…’. Aprì di nuovo gli occhi, all’improvviso. E si guardò attorno sconcertata. Si trovava nella sua stanza, quella che Axel le aveva assegnato, a letto. E doveva essere ferita, anche gravemente, visto che non riusciva a muoversi senza provocarsi forti dolori. Tentò di mettersi a sedere, ma due braccia forti la bloccarono. A fatica, Lina girò il collo per vedere di chi si trattasse. “Maudy…” – esclamò trovandosi la donna davanti.

La donna le sorrise, un sorriso stanco, ma sincero. “Non dovresti muoverti ‘bella addormentata’, sei ferita piuttosto gravemente e sei stata male a lungo”.

Lina si portò con fatica una mano alla fronte. “Quanto a lungo?”.

“E’ più di un mese ormai che sei in questo letto. Per nutrirti abbiamo dovuto immergere dei fazzoletti nell’acqua e nel brodo e passarteli sulle labbra, altrimenti ti saresti disidratata! Sinceramente non credevo che ce l’avresti fatta!” – rispose la donna.

Lina sospirò e chiuse gli occhi per pensare. Un mese…era stata priva di conoscenza tanto tempo ed i suoi ricordi erano ancora nebulosi. ‘Dunque, ho conosciuto Axel, lui ci ha portati qui, grazie a Gourry abbiamo scoperto SirBlack…Gourry…’….”GOURRY!” – esclamò d’un tratto con forza mettendosi a sedere di scatto.

Improvvisamente gli era tornato alla mente tutto quanto. Gourry non era con lei durante il combattimento con SirBlack perché stava male, era stato ferito dai fantasmi dei figli di SirBlack. E sconfiggere quel mostro era forse l’unico modo per salvarlo. Ma Gourry in quel momento non era li con lei e Lina aveva la certezza che non l’avrebbe abbandonata in quelle condizioni. Quindi doveva interpretare quella sua assenza come… “è morto?” – chiese con timore a Maudy.

La donna scosse la testa e la costrinse a rimettersi supina. “Sta tranquilla, lui sta bene”.

La maga le diede, con le poche forze che possedeva, uno strattone. Che cos’era lei, una bambina da condir via con una bugia? Il tono di Maudy era accondiscendente, deliberatamente accondiscendente, se n’era accorta e questo la irritava. E le faceva temere il peggio! Era stato dunque tutto inutile? Gourry era morto? A quel pensiero i suoi occhi si riempirono di lacrime involontarie. Era rimasta sola, non l’avrebbe più rivisto.

Maudy sorrise e le passò un fazzoletto sulle guance per asciugarle le lacrime. “Sei proprio una sciocchina Lina! Ti ho detto che sta bene e non ti sto mentendo. Ma in questo momento non è qui”.

“E allora dov’è?” – chiese Lina singhiozzando.

“Ti è stato accanto, sempre, giorno e notte. Ha una faccia distrutta, fra i due non so chi è messo peggio. E’ per questo che, visto che stamattina sembravi stare meglio, l’ho costretto ad andare a riposare un po’. Altrimenti, se continua così, dovremo ricoverarlo nell’infermeria del castello”.

Il cuore di Lina prese a battere forte. Gourry era vivo. Lei era viva. “Quindi, gli effetti della ferita di quei fantasmi si sono annullati?”.

Maudy annui. “Già, dopo la morte di James, Gourry si è ripreso senza problemi. Come i principi. Anche Axel e Marie ormai stanno bene”.

Lina sospirò sollevata. “Quindi, SirBlack è morto?”.

A quella domanda, Maudy sembrò alterarsi. “James, il suo nome era James!” – disse stizzita – “comunque, si, è morto, l’hai sconfitto. Abbiamo ritrovato il suo corpo originario accanto al tuo, nella caverna”.

Lina la guardò esitante. Non era mai stata particolarmente convinta del rapporto fra quella donna ed il mostro. “Sembra quasi che ti spiaccia!” – insinuò.

La cameriera si lasciò cadere sulla sedia, il viso chinato e le mani fra i capelli. “In un certo senso si. In un certo senso no. Lui è morto e non lo vedrò mai più. E con James hanno raggiunto la pace anche tutte le anime di quei fantasmi che avevi visto nella grotta. Nessun altro verrà più ucciso per sfamarlo ed i sovrani di Assen potranno governare il regno con serenità. Ed ora, grazie a te, sono riuscita finalmente a seppellire l’uomo che amavo e i resti dei nostri figli. Ora ho una tomba su cui piangere e di questo ti ringrazio”.

Lina era rimasta ad ascoltarla in silenzio. L’uomo che amava? I loro figli? “Un momento, un momento, un momento!!!!!!! Mi stai per caso dicendo che tu sei la moglie di SirBlack? E che i fantasmi che hanno ferito Gourry erano i tuoi figli?”.

La donna annuì.

“Ma questo non ha senso!” – esclamò Lina confusa. “Lo scontro fra James ed il sovrano di Assen è avvenuto centinaia di anni fa, come puoi, tu, essere qui, adesso?”.

Maudy sollevò il viso, piano, e la guardò intensamente negli occhi senza dire una parola.

Lina non riuscì a replicare a quello sguardo così forte. Le tornarono in mente i racconti che Maudy gli aveva fatto sulla storia di SirBlack, sui suoi studi…studi per l’immortalità senza bisogno di patti con i demoni…D’un tratto sussultò. “Vuoi dire che tu…sei eterna? James aveva trovato il modo di…”.

“Già, lui aveva trovato il modo per ottenere la vita eterna” – la interruppe Maudy – “l’aveva sperimentato su di me e come vedi i risultati sono più che soddisfacenti. Io sopravviverò a tutti voi e piangerò in eterno i miei cari. Era solo una stupida illusione di mio marito il fatto che la vita eterna portasse felicità”.

Il viso di Lina era serio. Era stanca ma lo shock per quanto aveva appena scoperto la dava nuove forze. “Dov’è la formula?”.

“L’ho bruciata! Insieme a tutti gli altri incartamenti sugli studi di mio marito. Mai più nessuno deve arrivare dove è arrivato lui!” – rispose la donna risoluta. “Forse è meglio che vada a chiamare il signor Gabriev, sarà felice di vedere che stai meglio” – aggiunse cambiando argomento, come per chiudere il discorso sugli studi del marito.

Lina la chiamò che era ormai arrivata alla porta. “Solo una cosa Maudy! L’ho fregato o aveva semplicemente deciso che era giunto il momento di farla finita?”.

La cameriera si voltò. “Voleva essere sconfitto da una persona con gli stessi poteri del suo vecchio amico, re Cedric. Una persona come te. Ma se l’abbia fatto apposta o fosse una cosa programmata, questo io non lo so”. Si voltò di nuovo, aprì la porta e svanì.

Lina si accasciò sul cuscino senza più forze. La testa le faceva un male pazzesco, forse non avrebbe dovuto affaticarsi così, appena svegliata. Ed era inutile farsi tante domande, SirBlack si era portato i suoi segreti nella tomba. ‘E poi, ora arriverà Gourry! Ho così voglia di vedere con i miei occhi che sta bene davvero’. Cullata da quel pensiero e dall’immagine del biondo spadaccino che stava riaffiorando dalla sua mente, si riaddormentò. Le faceva male dappertutto, si sentiva uno schifo, ma lei e Gourry sarebbero stati di nuovo insieme. Solo di questo le importava. Perché Maudy aveva ragione, non ha senso una vita eterna vissuta in solitudine, erano gli affetti e l’amore che davano senso ad una esistenza anche solo temporanea come quella di un essere umano.

Riaprì gli occhi solo quando avvertì una leggera carezza sulla guancia. Ed il suo sguardo incontrò gli occhi azzurro cielo di Gourry. “Lina…” – mormorò lo spadaccino piano, mentre si chinava ad abbracciarla e i suoi occhi si inumidivano.

La maga gli portò la mano alla guancia, accarezzandola piano. “Non vorrai metterti a piangere adesso? E’ una cosa che i guerrieri non fanno” – gli sussurrò piano, in tono canzonatorio.

Gourry la guardò negli occhi. Lina era viva, sarebbe stata di nuovo bene, l’incubo era finito. Ed erano insieme finalmente. Quanto aveva pregato, in quelle settimane, di poter sentire di nuovo la sua voce. Senza dirle nulla avvicinò il viso al suo e la baciò, piano, attento a non farle male. E quando le loro labbra si separarono, la maga rimase a fissarlo. “Bravo Gourry, finalmente hai trovato il coraggio di farlo!”.

Lo spadaccino ridacchiò. “Non lo chiamerei proprio coraggio! In questo momento non mi sembri in grado di difenderti ed ho pensato che era il momento adatto per approfittarne. E poi te l’avevo promesso, no?”.

Anche Lina sorrise. “Se fossi in te, io non sfiderei troppo la fortuna. Lo sai che mi riprenderò presto…”.

Gourry annuì. “Lo so, ed è per questo che non ti dirò mai se ti ho baciata anche quando eri senza conoscenza”.

Lina scoppiò a ridere. Le faceva male dappertutto, ma proprio non poteva farne a meno. Gourry era li, davanti a lei, stava bene, scherzavano, potevano di nuovo scambiarsi battute, potevano di nuovo baciarsi…Come se nulla fosse successo. C’era riuscita. Non sapeva se per sua bravura o per il desiderio di morte di SirBlack. Ma non le importava scoprirlo. Per una volta non le importava sapere di essere stata la più forte. Perché aveva imparato una cosa da tutta quella storia. La magia, il potere, l’essere superiore a tutti, non portano alla felicità. Non necessariamente almeno. Era andata semplicemente bene e questo le bastava. Lo fissò ancora negli occhi ed improvvisamente le passò la voglia di scherzare. Lo attirò a se, lo strinse con le poche forze che le rimanevano. “Gourry…come avrei fatto se, svegliandomi, avessi scoperto che non ce l’avevi fatta?”.

La mano di Gourry raggiunse i suoi capelli e li accarezzò piano. “Non poteva succedere. Ti avevo promesso che ti avrei aspettata, non ricordi?”.

Lina sorrise a quelle parole. “E’ un po’ ironico che sia tu a chiedere a ME se ricordo qualcosa…”.

Gourry ci pensò un po’ su ed infine annuì. “Forse hai ragione”.

I loro volti si avvicinarono di nuovo, le loro labbra si sfiorarono ancora, contemporaneamente. Stavolta l’iniziativa la presero insieme. Perché lo desideravano. Nello stesso momento.

Quando si staccarono, Gourry si stese nel letto, al suo fianco e le cinse la vita con le braccia. “Sai cosa vorrei ora?”.

“Cosa?” – chiese la maga.

“Andarmene via il più in fretta possibile…Non credo che potrò sopportare ancora la presenza di Axel” – asserì Gourry con sicurezza.

Lina si strinse a lui ed appoggiò la testa sul suo petto. “Lui non è un pericolo per te…per noi”.

Lo spadaccino sorrise. “Lo so! Il problema è che potrei essere io a diventare un pericolo per lui. Se va avanti a stressarmi come ha fatto negli ultimi mesi, credo che non sarò più in grado di rispondere delle mie azioni!”.

La maga sospirò. “Dammi il tempo di riprendermi e poi ti prometto che partiremo!”.

Gourry la guardò soddisfatto e le diede un leggero bacio sulla guancia. “Era tanto che volevo sentirti dire queste parole”.

Lina si riavvicinò a lui e sorrise, poi lo baciò di nuovo. Ora poteva finalmente pensare a riposare ed a guarire perché aveva la certezza che Gourry era li con lei. Erano passati indenni, insieme, anche da quell’avventura.

 

 

 

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Il cielo era radioso e sereno quel pomeriggio, di un azzurro tanto intenso da sembrare un mare tropicale. Erano passate tre settimane e Lina se ne stava seduta con le gambe abbandonate nel vuoto, sul muro di cinta che delimitava la cima di una torre del castello e guardava Assen dall’alto. “Questa città sta tornando alla vita a quanto pare…” – mormorò alla persona accanto a lei mentre osservava il febbrile tram tram della capitale.

Axel si appoggiò alla balaustra e sospirò. “Già, ed è un bene! Ci vorrà un po’ perché la paura passi del tutto e…la mia famiglia ha tanto da farsi perdonare”.

Lina lo guardò seria. Il principe si era ripreso davvero bene ed era tornato in se. La sua mente non era più annebbiata da SirBlack e la maga era giunta alla conclusione che quel ragazzo biondo era davvero una bella persona. “L’unico modo che hai per farti perdonare è essere un buon sovrano, leale e sincero”.

Axel le sorrise. “Credo che potrei riuscirci meglio se tu sarai al mio fianco, Lina”.

La maga scoppiò a ridere a quelle parole. A quanto pare lei piaceva davvero a quel principe. “Oh, su questo non ho nessun dubbio! E’ che finirei per annebbiare la tua autorità, dopotutto ho una personalità dominante! E tu devi dimostrare da solo, con le tue forze, quanto vali. Ed inoltre impazzirei imprigionata  in tutte queste regole di corte e d’etichetta. La vita di un castello non fa per me”.

“Ed inoltre c’è Gourry…” – aggiunse il principe per lei.

Lina non se la sentì di negare, ma non rispose alla provocazione. Decise però che era meglio deviare il discorso su altro. “Comunque, se sei alla ricerca di una moglie, posso presentarti una mia amica. E’ una principessa anche lei, è single e adora la giustizia. L’unico neo è che ha una strana predilezione per le chimere scorbutiche…”.

Il principe le sorrise. “Grazie ma credo che aspetterò di innamorami di nuovo da solo, senza cose combinate”. Sollevò poi lo sguardo su di lei in modo interrogativo. Di Lina aveva sempre saputo che era avida di potere e di conoscenza ed invece non sembrava per nulla interessata a quanto poteva essere rimasto degli studi di SirBlack. “Perché non hai più fatto ricerche sulle scoperte di SirBlack? Credevo ti interessassero le sue scoperte!”.

La maga alzò le spalle con noncuranza. “Perché a me non importa nulla della vita eterna, SirBlack e Maudy mi hanno insegnato più che bene che non porta alla felicità, è solo una stupida illusione che li ha portati alla sofferenza ed alla distruzione. Invece credo che la vita sia speciale proprio perché ha un tempo limitato, un giorno finirà e questa è l’unica certezza che abbiamo. E proprio perché il tempo che abbiamo a disposizione è poco, dobbiamo impegnarci a passarlo nel miglior modo possibile, impegnandoci per la nostra felicità, amando le persone che ci stanno accanto, senza mai dare nulla per scontato. Perché quello che ci è dato può esserci tolto, in qualsiasi momento. Ed è per questo che persone ed esperienze sono tanto preziose, perché ogni attimo potrebbe essere l’ultimo e dobbiamo imparare a trattarle come oggetti preziosissimi e delicati. Dobbiamo andare avanti, impegnarci e non sprecare la vita che ci è stata data. Abbiamo solo una possibilità per essere felici e non possiamo perderla. Questo vale per te che devi imparare a governare nel migliore dei modi questo regno e per me che devo andare avanti nella mia vita e nei miei viaggi seguendo sempre quella che è la mia strada e la mia natura, senza perdermi mai”.

Axel era rimasto ad ascoltarla ammirato ed in silenzio. Amava quella sua saggezza, così come quei capelli di fuoco e quel fisico minuto che la facevano assomigliare ancora ad una bambina. Ma Lina non era sua, lo sapeva. Si scostò da lei e si avviò verso le scale che portavano ai piani inferiori. “Credo che per me ci sia troppa aria qui fuori, forse è meglio che rientri!” – le disse allontanandosi.

La maga annuì e rimase sola ad osservare il paesaggio che la circondava. Era tutto tremendamente bello attorno a lei, pieno di vita.

“E’ davvero bella Assen oggi!” – esclamò una voce giunta alle sue spalle.

Lina si voltò, colta alla sprovvista, e si trovò davanti il suo compagno spadaccino. “Già!” – asserì – “è quasi romantica”.

Gourry la guardò in modo strano e le si avvicinò. “Credo che la tua testolina abbia subito qualche danno di cui non ci siamo accorti, durante il combattimento con SirBlack” – disse allegramente, dandole uno scherzoso e leggero pugno sulla fronte. “Non è da te pronunciare la parola ‘romantica’. Sono seriamente preoccupato, sai?”.

Lina lo guardò storto. “Lo sai che potrei anche decidere di sposare Axel se continui così?”.

Gourry scoppiò a ridere, le si avvicinò e la prese fra le braccia. “Non credo che te lo permetterei!” – le sussurrò nell’orecchio prima di baciarla.

Lina gli diede un pizzicotto sulla guancia. “E allora comportati bene! Sono preziosa io!”.

Il viso dello spadaccino si addolcì a quelle parole, mentre si chinava a darle un leggero bacio sulla fronte. “Lo so!”.

Lina non rispose, si limitò a sorridergli e a guardarlo a lungo negli occhi. Quegli occhi azzurri che avrebbe potuto non rivedere più se Gourry fosse morto. A quel pensiero si sentì mancare il fiato…Ma passò in fretta. Gourry era li, con lei, avrebbe sentito tante e tante volte ancora la sua voce, avrebbe visto ancora a lungo i suoi occhi azzurri ed i suoi lunghissimi capelli biondi, si sarebbero sfiorati ancora…

Gourry la rimise a terra e le cinse le spalle con un braccio. “Mi pare che tu stia bene! Dove hai intenzione di andare adesso?”.

Sul volto di Lina comparve un sorriso furbo. “Te la ricordi l’isola-premio per la coppia migliore?”.

Gourry la guardò dubbioso. “Certo, ma a causa di Axel noi non abbiamo partecipato al concorso e in quel posto non si può andare senza invito”.

“Balle!” – esclamò la maga – “non c’è nessun posto precluso a Lina Inverse. Un Dragon Slave ben piazzato ci spalancherà tutte le porte. Ed inoltre non ho alcun dubbio che avremmo vinto noi!”.

Gourry la guardò e sorrise. Nemmeno lui aveva dubbi circa una loro vittoria. Perché erano uniti come pochi al mondo, perché si capivano con uno sguardo, perché erano fatti per stare insieme. “Per me va bene! Ti seguirei in capo al mondo, lo sai!”.

Lina annuì. “Lo so!”. Quella era la sua seconda certezza. Qualunque cosa fosse successa, Gourry ci sarebbe stato, ovunque fosse andata l’avrebbe seguita, in qualunque posto l’avrebbe amata.

La certezza di una vita breve e la certezza di un amore. Erano solo due cose, ma talmente importanti da giustificare un’esistenza intera.

 

 

  
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