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Autore: Laila Granger    07/09/2013    1 recensioni
La storia segue le vicende di un ragazzo tedesco, Hermann, promesso in sposo di una ragazza da tempo. Ma cosa accadrebbe se incontrasse una ballerina di danza classica di origini francesi ed ebrea che gli cambierà l'esistenza? Lui tedesco, lei francese. Lui cattolico, lei ebrea. Ma il destino ha in serbo per loro un sentiero ben preciso, ed il cambiamento di entrambi...
Una romantica storia d'amore ambientata nella rigida Germania degli anni '30.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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   Alla fine del 1800, in Baviera, nella città di Landsberg Am Lech, c’erano parecchi stradoni popolati da palazzi di tutti i generi : alti, bassi, larghi, stretti, rossi, con balconi e senza balconi.                                                        
Ma Aadorf Hauptstrasse era uno stradone diverso dagli altri : era antico, così antico che probabilmente si diceva fosse stato costruito ai tempi della scoperta dell’America. Era curioso notare come molta gente della Nuova Borghesia, gente altolocata, avesse deciso di andare a vivere lì solo per il fatto che Aadorf Haupstrasse era una strada antica. In uno di quei palazzi della strada antica viveva una coppia proprietaria di un’azienda di mobili d’antiquariato. Curioso, vero? Questi si chiamavano i Klein. Nell’anno 1914 nasceva il loro figlio Hermann, il protagonista di questa storia.                                                                                                                        
Cinque anni più tardi, però, molti dei palazzi meno abbienti vennero occupati da stranieri e da artigiani e , di conseguenza, la maggior parte della borghesia che viveva lì, compresi i Klein, cambiò rapidamente opinione su quella strada. Essa fu oggetto di svariate critiche e lamentele e, fu così che il Sindaco venne costretto a firmare per lo sfratto della strada. Aadorf Haupstrasse venne cambiata totalmente, non più ville ma solo palazzi, attaccati l’uno all’altro. I Klein, decisero di trasferire la loro azienda in una città più grande e di abbandonare Landsberg. Fecero le valigie e si trasferirono altrove, lontano da quella ‘gentaglia’ che non aveva saputo apprezzare l’arte dell’antichità.
Nel 1920, il piccolo Hermann Klein frequentava una scuola italo-tedesca, la Döhrnstraße nella città di Amburgo. La madre italo-tedesca anche lei aveva insistito caldamente affinchè il figlio frequentasse una scuola che potesse insegnargli anche la cultura italiana, e la lingua.                                         
La direttrice ne aveva parlato così bene, del resto, che per lei era stato impossibile non iscriverci Hermann.
“La Grundschule Döhrnstraße è la migliore scuola elementare di tutta la città di Amburgo.” Diceva la direttrice, parlando con i genitori. Hermann, dal canto suo era seduto in fondo all’ufficio guardandosi i suoi sandali marroni. Non era particolarmente interessato al discorso, ma si divertiva a vedere la reazione esageratamente entusiasta di sua madre.                      
“La nostra scuola, frequentata da circa 340 alunni, è una scuola piccola dal carattere familiare di scuola di paese. Come potete vedere è immersa nel verde, in una zona tranquilla del quartiere di Lokstedt.” L’anziana direttrice parlava con tanta foga continuando a pronunciare elogi sulla scuola.                                                                                                                    
 “E poi non dimentichiamo una cosa fondamentale.” Scandì per bene questa parola. “Dal 1902 almeno una delle due prime classi è una classe bilingue italo-tedesca. Una marcia in più per il piccolo giovanotto.”         
La Signora Klein a quel punto, tutta contenta, diede un piccolo colpetto al braccio di suo marito piuttosto annoiato, ed esclamò immediatamente : “Lo iscriviamo subito!”                                                                                            
E fu così che grazie all’entusiasmo di sua madre Hermann Klein si ritrovò a frequentare quella scuola italo-tedesca.                                                              
Era sempre stata così la Signora Klein : una persona cresciuta fin da piccola con la religione, estremamente credente e allegra come una bambina. Pensava che ogni cosa, ogni avvenimento avesse un significato mistico, persino l’incontro con suo marito che adorava ricordare a chiunque glielo chiedesse.
“Raccontami ancora come vi siete conosciuti tu e papà.” Chiedeva spesso Hermann a sua madre, quando si trovavano nel loro negozio di mobili e suo padre era impegnato al banco e li guardava di sottecchi sorridendo. Lasciava sempre che la moglie raccontasse l’episodio da lei tanto adorato, sapeva quanto le piacesse.                                                                                    
“Vedi, Hermann, tuo padre ed io ci siamo conosciuti in Chiesa, nella Chiesa di Landsberg, dove tu sei nato. Io lo incontrai perché lui aiutava molto spesso il parroco e da quando lo vidi, diciamo che capii presto che ruolo avrebbe dovuto avere nella mia vita.”                                                                          
“E’ stato un colpo di fulmine?”                                                                               
 “Beh, sì ma ci mise tempo per avermi come fidanzata. Ci riuscì solo dopo sei mesi quando mi fece trovare una bellissima sorpresa nella nostra Chiesa.”                                                                                                                      
“Quale sorpresa, mamma?” Lo sapeva bene, ma gli piaceva sentirsi raccontare tutta la storia.                                                                                        
“Un pomeriggio in cui non c’era nessuno in cappella, sentii una musica, una musica meravigliosa e poi vidi lui che mi prese per la mano e mi portò fin sull’altare del parroco per baciarmi.” Al che la mamma sorrideva sempre con tenerezza.                                                                                               
 “Qual’era la musica?”                                                                                             
“Era l’Ave Maria di Schubert.”  Poi, alla fine della giornata, se Hermann si era comportato bene a scuola, la mamma metteva nel giradischi il vinile di Schubert e il bambino si addormentava così, con quella musica in sottofondo. Hermann era figlio unico, e da bambino avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un fratello o una sorella al punto che a volte prendeva i suoi peluches e immaginava che essi fossero i suoi tanti fratellini dispettosi. Era così che si immaginava dei fratelli, dei piccoli bambini dispettosi.                                                                                                 
Da quando vivevano ad Amburgo gli affari andavano piuttosto bene, ma la casa in cui vivevano era insoddisfacente per tutti e tre, soprattutto per sua madre che aveva la fissazione di mettere candelabri e abat-jours dappertutto.                                                                                            
 “Questa casa finirà per diventare un cimitero pieno di candele e di luci soffuse.” Si lamentava spesso il Signor Klein.                                                                  
“Tu sai quanto li adoro. La verità è che in questa casa non c’è abbastanza spazio.” Sospirava la moglie sfiorando uno dei mobili antichi. “Avremmo tutti i soldi per comprarci una villa con il giardino come quella che avevamo a Landsberg e invece…”                                                                                                
“Appena ne troveremo una in centro città, davvero bella, la compreremo.” Prometteva il Signor Klein.                                                           
Ma passarono quattro anni e della villa neanche l’ombra.  
 


Nota dell'autrice :
Sono molto contenta di poter pubblicare finalmente il primo capitolo della storia. Sto continuando a scriverla, e probabilmente arriverà presto il secondo capitolo accompagnato dall'immagine dei nostri protagonisti! Per ora mi sono soffermata a parlare dell'infanzia di Hermann... fatemi sapere se vi ha fatto piacere leggerlo,
Laila.     
                            
                    

  
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