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Autore: Wilhelmina Willoughby    07/09/2013    7 recensioni
James e Sirius.
"Perché un ragazzo eterosessuale non può dire ad un altro ragazzo eterosessuale che pensa che il suo sedere sia fantastico?"
Uno sguardo ravvicinato ad una delle amicizie più grandi che il mondo abbia mai conosciuto.
Genere: Commedia, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Titolo originale: The Anatomy of a Bromance

Autrice: Wilhelmina Willoughby

Link: qui

Angolo della traduttrice: Ho amato questa storia dalla prima all’ultima parola e, se avete un po’ di dimestichezza con l’inglese, vi consiglio di leggerla in lingua originale per apprezzarla appieno. Sirius è il mio personaggio preferito e in genere non leggo su di lui per paura che i fanwriters lo rovinino con i soliti cliché, ma questo è il mio Sirius, a fianco del suo James, e ho sentito il bisogno di condividere tutto questo con voi.

 



Anatomia di un’Amicizia
James e Sirius

 

"Perché un ragazzo eterosessuale non può dire ad un altro ragazzo eterosessuale che pensa che il suo sedere sia fantastico?"
(Flight of the Conchords’, “Bret, You’ve Got it Going On”, perché Bret e Jemaine sono Sirius e James nella vita reale)


James Potter e Sirius Black si incontrano per la prima volta sull’Espresso per Hogwarts. Non è un grande evento – non si guardano negli occhi e pensano all’istante ehi, saremo migliori amici. Invece, si siedono l’uno accanto all’altro in uno scompartimento e litigano su chi debba pagare tutte le caramelle e le schifezze che hanno comprato dalla signora del carello e parlano a lungo di Quidditch. James immagina che questo li renderà amici per un po’, almeno finché non si unirà finalmente ai Grifondoro ed incontrerà qualcuno di più tosto.

Sta iniziando a pensare che anche Sirius sia piuttosto tosto, ma poi gli confessa che proviene da una famiglia di Serpeverde. James non sa come reagire: suo padre gli ha sempre detto che i Serpeverde sono un branco di serpenti codardi. Invece di punzecchiare il suo nuovo amico – ehi, lui ha detto che non ci sarebbe finito, giusto? – James prende in giro quel bambino unto, com'è che si chiama?, il ragazzo che era seduto accanto alla ragazza piagnucolosa dai capelli rossi, e Sirius dice qualcosa del tipo, "E quindi tu dove speri di finire, visto che non hai né i muscoli né il cervello?" e James ride.

Si scambiano un ghigno quando la porta dello scompartimento si chiude.

"Allora, che ne pensi dei Cannoni?"

"I Cannoni! Pssh, quelli che contano sono i Falcons…"

.o.O.o.

Sirius riesce ad essere smistato a Grifondoro dopo tutto. Ma, d’altronde, ce la fa anche quel bambino goffo che è inciampato scendendo dal treno ed ha rovesciato l’intero contenuto del baule sul binario. C’è anche la ragazza dai capelli rossi; non è molto gentile, e Sirius e James trascorrono il tempo nella loro nuova Sala Comune a ridere di lei.

"Shh, ti sentirà!"

"In un certo senso è carina, però," dice James, grattandosi la testa. Nota una ragazza della sua età che lo osserva e si gira di scatto, tutta rossa in volto. Assume un’espressione accigliata e si volta verso Sirius. "In un certo senso."

Il ragazzo alza un sopracciglio.                                                        

"Voglio dire, per un’arpia," si corregge James, scuotendo la testa e cercando di apparire noncurante come Sirius. Sprofonda nella poltrona e si schiarisce la voce. "Guarda che ginocchia nodose che ha."

"Sì! E i suoi capelli – "

Una voce calma proveniente dalla zona del caminetto lo interrompe. "Non so, io penso che sia carina."

James e Sirius squadrano il ragazzo. Ha i capelli color castano chiaro, indossa vestiti vecchi ed ha una grande cicatrice in volto che lo fa sembrare un reduce di guerra o qualcosa del genere. James ne è piuttosto affascinato.

Forse è perché sono entrambi undicenni, o forse potrebbero davvero essere migliori amici ed avere una sorta di connessione mentale come quei due maghi nelle storie di Yawley e Grissom, perché Sirius chiede, "Ehi, che è successo alla tua faccia?"

Il ragazzo impallidisce e si volta, borbottando qualcosa tra sé e sé. Quella notte James e Sirius inventano una storia su un centauro e un castello e il ragazzo che li salva da un mago cattivo. Sirius dice che probabilmente loro potrebbero fare di meglio, brandendo la bacchetta come una spada, e James lo colpisce con un cuscino anche se è d’accordo.

"Sembravi uno scemo," spiega lui quando l’amico gli chiede che problema abbia.

Sirius alza gli occhi al cielo prima di afferrare il suo cuscino.

.o.O.o.

"Probabilmente non avresti dovuto dirglielo."

"Tu credi, Sirius?"

Sirius scrolla le spalle. Non è lui quello ricoperto di acqua e alghe. Vorrebbe esserlo, ma non è questo il punto. "Le hai detto che è grassa, amico. Brutta mossa."

"Non le ho detto che è grassa," ringhia James, togliendosi un’alga dalla faccia e gettandola per terra.. "Sei stato tu, stupido incapace."

Appoggiando una mano sul mento, Sirius si appoggia contro un albero e si finge pensieroso. Non deve davvero pensarci, perché sì, è stato lui, ma voleva solo vedere l’espressione sul volto della Evans. "Sono stato io, giusto?"

James se ne va. Sirius prova una fitta di rimorso – solo una piccola fitta, profonda, al mignolo del piede sinistro – prima di iniziare a ridere e mettersi a rincorrerlo.

.o.O.o.

"Ho un’idea."               

James getta il libro sul tavolo e rimane in piedi accanto Sirius, che ha un'aria scontrosa a quell’ora del mattino. Sono circa le undici, però, e James è già in piedi da mezz’ora, a leggere e prendere appunti guardandosi intorno con aria furtiva. O colpevole. Probabilmente entrambe.

"Che c’è?" chiede Sirius masticando un boccone di qualcosa di molliccio e disgustoso. "È domenica, James. Non voglio fare i compiti di domenica. Io non voglio mai fare i compiti – "

"No, ascolta," lo interrompe James, sedendosi di fianco a lui. È un po’ vicino – hanno le spalle e le gambe appiccicate, e Sirius sembra che abbia fatto un bagno immerso nei calzini sporchi, ma comunque, questo è un grande, grande, grande segreto – e Sirius fa un suono in segno di protesta prima che James gli lanci un’occhiataccia. Il ragazzo sospira, ma si azzittisce.

James prende in mano il libro. Segreti di un Animagus, Volume Uno.

Non ci vuole molto perché Sirius capisca. Guarda James con sorpresa e determinazione e un pizzico di meraviglia. "Era nella Sezione Proibita?"

"Sì."

"E tu ti sei intrufolato e lo hai rubato?"

"Sì."

"E vuoi farlo? Per aiutare Remus?"

"Sì."

"Lui direbbe che è stupido, irresponsabile…"

James ghigna. "Sì."

Sirius allontana la colazione e si alza in piedi, prendendo il libro sotto braccio. Ha un luccichio eccitato negli occhi che a James piace. Significa che stanno per fare qualcosa di stupido, irresponsabile…

"Andiamo, so da dove possiamo iniziare."

.o.O.o.

Il loro primo litigio non riguarda una ragazza o chi russa più forte o chi ha mangiato l’ultima fetta di crostata. È su Peter.

"Odio il fatto che trascorri così tanto tempo con lui," borbotta Sirius, scribacchiando su un pezzo di pergamena come se si stesse davvero concentrando. "È così…"

"È così cosa?"

Stando sulla difensiva per qualche ragione che non capisce appieno, e forse mostrando un po’ di indignazione, James praticamente gli urla infaccia. Metà della classe alza lo sguardo, sorpresa da questo scatto improvviso. James li guarda male finché non tornano a farsi gli affaracci loro. Probabilmente non è il momento migliore per litigare, ma ne stanno parlando – finalmente! – perciò questa volta abbassa la voce e si avvicina quando Vitious si dirige nella direzione opposta. "Pensavo che ti piacesse Peter. Che cosa ti ha fatto innervosire?"

Sirius stringe la piuma con più forza. "È così stupido! Sai che cosa ci fa sembrare, andare in giro con lui? Quando scivola e cade sul sedere nel bel mezzo dei corridoi? Fa sembrare noi degli imbecilli. Delle dimensioni di un mammut. Peloso. Peloso, James!"

Si allontana e si passa una mano tra i capelli. Sally Hutaff lo guarda dall’altra parte della stanza, il volto tutto rosso, ma James non la nota. Dove diamine vuole arrivare Sirius?

"Che c’è?" sussurra, trattenendo la risata che, ne è certo, risulterebbe derisoria. "Sei geloso o cosa?"

A Sirius sfugge di mano la piuma. "Che cosa? No!" ringhia, lo sguardo fisso sul suo migliore amico. "Perché dovrei essere geloso di Peter?"

Un sospiro alle loro spalle, pesante e irritato, li interrompe. "Quando voi due avete finito con il vostro litigio di coppia, potreste farmelo sapere? Sto cercando di seguire."

James lascia che Sirius si giri e brontoli con Remus questa volta. Pianta la piuma nel calamaio. Se solo Sirius imparasse ad esprimere i suoi sentimenti più spesso, questo non succederebbe in continuazione.

.o.O.o.

Sirius entra in squadra per primo. È una scelta ovvia: è inarrestabile ed ha un’assurda quantità di energia in eccesso che deve essere consumata e muove quella mazza come se fosse una parte del suo braccio. Ha un enorme bernoccolo in fronte e i suoi polsi sembrano di gomma quando lascia il campo, ma il suo sorriso è ampio e contagioso. James non ha nemmeno bisogno di chiedergli come sia andata quando si incontrano nella Sala Comune dopo le selezioni dei Battitori.

"Congratulazioni, amico!" esclama James, rovesciando pergamene, libri, mobili, e persone per raggiungere Sirius e dargli una pacca sulla spalla. "Amico! Battitore al terzo anno! Li hai battuti tutti – haha, capita? – West? E Vivienne? Sai che ha la corporatura di un camion. Non posso crederci! Beh, sì, posso – "

"James, non riesco a respirare," brontola Sirius, allontanando James di qualche passo. Vuole saltare un po’, perché è così emozionato, ma ci sono persone che lo guardano. E lui è un ragazzo. I ragazzi non saltano su e giù come ragazzine quando sono emozionati.

"Devi dirmi che cosa è successo!" dice James. "Tipo, ce l’hai fatta al primo colpo o ti sei dovuto buttare in una mischia? Ci sono stati – "

Sirius trascina James nel loro dormitorio con l’intenzione di dirgli tutto, ma quando si chiude la porta alle spalle e James lo guarda con un’aria di attesa, Sirius non riesce a trattenersi. Inizia a saltare su e giù. Come una ragazzina.

"Oh mio Dio," ride James, la testa tra le mani. "…oh mio Dio."

Sirius ha anche la tentazione di urlare dalla gioia, ma si obbliga a sedersi e a raccontare a James di come Vivienne sia scesa a terra dopo che Ryan West le aveva detto che sarebbe andato ad Hogsmeade con lei se si fosse ritirata. Sirius sta ridendo così tanto da piangere e James è appoggiato al letto, con una mano sulla pancia.

"Ugh," dice James, scossando la testa. Sta cercando di ignorare il dubbio assillante nella sua testa che non riuscirà ad entrare in squadra, che Sirius si divertirà e lo lascerà da parte. Si nasconde dietro alle battute, come fa sempre, anche se sa che capirà. "Ti immagini dover fare sesso con lei? Bleh."

Sirius sospira e si alza, ripulendosi i pantaloni. "Merlino, questo non è qualcosa a cui voglio pensare. Mai. Comunque, le selezioni per i Cacciatori sono tra qualche ora, giusto? Faresti meglio a prepararti."

Non è molto. Non dice ehi, siamo migliori amici – so che ce la farai. Gli regala solo quello sguardo, aiuta James ad alzarsi dal pavimento, e sorride, perché è quello che fanno loro. Potrebbe dirlo, ma renderebbe il tutto solo strano e imbarazzante. E si sentirebbe una ragazza.

Sollevato, James è tentato di abbracciare di nuovo Sirius, ma hanno raggiunto il loro massimo per la settimana. Uno in più sarebbe strano.

"Grazie, amico," dice James.

"Sì," dice Sirius, schiarendosi la voce. Incrocia le braccia, imbarazzato. "Quando vuoi."

.o.O.o.

"Non ti piace davvero, giusto?"                                            

"Che cosa? Certo che no. Cielo, perché mai dovresti pensarlo?"

"Oh, non so, forse perché non hai smesso di fissarla per l’ultima dannatissima ora?"

"…sta zitto e passami quel piatto."

"Sei un pessimo bugiardo."

.o.O.o.

"Come dovremmo chiamarci?"

Remus aggrotta le sopracciglia, distogliendo gli occhi dal libro proprio sul più bello. "Che cosa intendi dire?"

"Beh," dice Sirius, non abituato a doversi spiegare. Di solito, con James, può dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche pensieri a metà, senza senso, che probabilmente non avrebbero senso per nessun altro, e James capirebbe e basta. "Non possiamo essere solo… noi. È noioso."

Remus si acciglia maggiormente. Sembra un uomo anziano. "Di che diamine stai parlando?"

Sospirando, Sirius alza le mani al cielo. "Non possiamo essere solo 'quei quattro tizi di Grifondoro,' sai? Quando facciamo uno scherzo, la gente deve sapere che siamo stati noi. Non… noi."

"Quello che dici non ha minimamente – "

James arriva e indica un punto dietro di lui. "Peter sta arrivando," dice, e Sirius si volta e vede una forma in lontananza che si dirige lentamente verso di loro… lentamente… "Allora, che sta succedendo?"

"Sto cercando di dire a Remus che abbiamo bisogno di un nome così non saremo noi e basta, e lui è tipo, 'Blah, blah, blah, sono Remus e sono noioso e nulla di quello che dice Sirius ha mai senso perché è troppo brillante e io non riesco a capirlo.'"

"Intendi tipo dei nomi in codice?" domanda James.

Il volto di Sirius si illumina e lancia un pugno in aria. "Sì! Nomi in codice!"

Remus sospira e torna al suo libro, mentre gli altri due buttano giù possibili nomi per ognuno di loro. Non interviene se non per scartare proposte assurde e oscene, e anche se lo prendono in giro e gli dicono che dovrebbe suggerire qualcosa lui, allora, se ha delle idee così geniali, rimane concentrato sul suo romanzo. Ci sono cose di cui semplicemente non fa parte, e le loro pazzie di coppia sono una di quelle.

Gli sta bene così.

.o.O.o.

"Penso che ti piaccia."

"Beh, ti sbagli."

"Penso che continui a chiederle di uscire perché sai che è una sicurezza. Penso che tu non voglia che lei sappia che provi qualcosa di sincero per lei, perciò la prendi in giro."

"E io penso che tu spari solo cazzate. Finiscila, Sirius."

"Di che cosa hai paura? Che rifiuti? Rifiuta ogni giorno. Se tu le parlassi davvero come un essere umano potrebbe – oof! Quello per che cazzo era, maledetto idiota? Torna qui! Lunastorta, fermalo!"

"Che cosa gli hai detto?"

"Solo… dimenticatene."

.o.O.o.

Ci sono alcune cose – rare, ma ci sono – che sono off-limits. I capelli, per esempio. I sentimenti. I genitori. I genitori sono davvero off-limits, ma James non ce la fa più.

"Che cosa hanno detto?" chiede, cercando di trovare un angolino pulito dove mettersi. Pulisce una parte di panchina e si siede, rabbrividendo al pensiero degli escrementi di gufo su cui probabilmente ha posto il retro dei suoi pantaloni.

"Vogliono che vada a casa per Natale," dice Sirius. "Non è che me lo abbiano chiesto. 'Verrai a casa per le vacanze, andrai d’accordo con tuo fratello e ti comporterai nel modo in cui ti abbiamo cresciuto.' Che, sai, è il loro modo di dire 'non fare cazzate davanti ai parenti o te ne pentirai.'"

James si concede un comprensivo hmm. Odia i genitori di Sirius. È possibile, pensa, che li odi più di Sirius stesso. Il suo migliore amico è una persona straordinaria: è leale e divertente e intelligente e, a rischio di sembrare un completo e totale rammollito, sa che Sirius merita di meglio. E questo lo fa sembrare un rammollito, ma lo fa anche sembrare simile a Remus, il che non può essere un male, giusto?

Non lo dirà, ovviamente, perciò mette un braccio sulle spalle di Sirius. Non c’è nessun altro nell Guferia – ha guardato – quindi hanno, più o meno, quindici secondi, stando allo statuto delle dimostrazioni di affetto tra maschi.

"Senti, Felpato," dice James, fissando la lettera appallottolata nel pugno di Sirius. "Dovresti venire a casa mia per le vacanze. Ai miei genitori, a loro non importa di tutta quella maledetta roba; saranno felici di averti lì. Non devi nemmeno dirlo ai tuoi– "

Sirius si lascia andare a un sospiro profondo e dà fuoco alla lettera. "Lo farò, altrimenti mi verranno a cercare. Ma… chiedilo a tua mamma, d’accordo?"

James abbassa il braccio, emette un altro hmm; Sirius non lo ringrazia. Tornano in Sala Comune e giocano una partita a Sparaschiocco e Sirius lascia vincere James.

Solo questa volta, però.                                                     

.o.O.o.

James è in preda ad un attacco di panico e Sirius sta ridendo. Sta ridendo! Del suo migliore amico, che è chiaramente fuori controllo e sta per andare in iperventilazione. E Sirius sta ridendo.

"Scusa, tu cosa?"

"Io nemmeno – " Respiro profondo. "Non me lo aspettavo." Respiro profondo. "E pensavo che avrebbe detto di no, perciò le faccio, 'Ehi, Evans, Hogsmeade questo fine settimana?' Perché è quasi un anno che non glielo chiedo, giusto? E lei…" Respiro profondo. "Oh, Merlino, che cosa faccio?"

"Ha detto di sì?!"

"Ti odio."

"Sto cercando di aiutarti. Hai avuto una crisi prima o dopo che ha accettato?"

James alza gli occhi al cielo. "Dopo. Che razza di idiota pensi che io sia?"

.o.O.o.

C’è un attacco ad Hogwarts. Se lo aspettavano, ad essere sinceri: il potere di Tu-Sai-Chi è cresciuto, e quale posto migliore per colpire di una scuola piena di maghi e streghe minorenni con solo minime conoscenze in materia di magie offensive?

È una notte di prime volte. La prima volta che James e Sirius combattono fianco a fianco. La prima volta che Sirius uccide qualcuno. La prima volta che Lily bacia James. La prima volta che James dice a Sirius che lo ama. Gli sembra, ripensandoci, che avrebbe dovuto dire a Lily che la ama, perché, Dio, è così, ma ama a Sirius da anni ormai – in maniera fraterna, platonica – e sono migliori amici. Sarebbero potuti morire.

Lily è priva di sensi tra le sue braccia, il taglio sulla sua testa sta sanguinando, mentre Sirius è appoggiato al muro con il polso sulle ginocchia, lo sguardo fisso nel vuoto. James pensa che stia per svenire, ma sono in una sorta di enclave nascosta in qualche oscura parte del castello e James sa che devono uscire, devono trovare gli altri e iniziare a curarsi.

"Sirius, amico," dice con voce stridula James, scuotendogli la gamba. La testa di Lily penzola sulla sua spalla. James è terrorizzato. "Felpato."

Gli occhi di Sirius, vigili, cauti, così animaleschi, si voltano di scatto verso i suoi. James aspetta che scarichi l’adrenalina prima di fare un cenno verso il polso di Sirius. "Sei a posto?"

"Sì," dice. Appoggia la testa al muro e chiude gli occhi. "Ramoso…"

James scuote la testa. La sua voce è roca e gli fa male la gola quando cerca di parlare, ma deve continuare o impazzirà. "Lo so. Lo so, amico. Stiamo bene, però. Siamo… voglio dire, tu e io e Lily, e Remus era con Peter e Dorcas, giusto? Stanno bene. Ce l’abbiamo fatta."

"È solo – quando quel bastardo ti ha messo le mani alla gola… io non… non ho pensato, solo…"

"Ci avrebbe uccisi," dice James, la voce bassa e grave. Si avvicina per dare a Sirius un calcio negli stinchi e fargli riaprire gli occhi. "Mi aveva puntato un coltello alla gola. Avevano Lily. Non c’era nient’altro che tu potessi fare – ci hai salvato la vita, Felpato."

"È solo che io – non ho mai voluto essere come loro – "

James vuole muoversi, vuole andare da Sirius e dargli una botta in testa e dirgli quanto sia stupido. È comprensibile quello che prova, ma Sirius è così diverso dai suoi genitori che è assurdo: non è un Black in nessun senso del termine, ormai dovrebbe saperlo.

"Ascoltami. Sei il mio migliore amico e ti amo, e non mi sentirai dirlo un’altra volta, intesi? Tu non sei affatto come loro. Non permetteremo che ti succeda."

Sirius serra la mascella e distoglie lo sguardo, sputando un roco, "Sì."

Rimangono in silenzio per qualche momento in cui James cerca di svegliare Lily e Sirius rigira il polso ogni due secondi. C’è un singhiozzo. James alza lo sguardo.

"Uh, stai… piangendo? Voglio dire, va bene, ma – "                                    

"No," dice Sirius ridendo. Si rimette in piedi attentamente e aiuta James ad alzare Lily. "Gli uomini non piangono, scemo."

James alza un sopracciglio. "Ti ho appena detto che ti amo. Sono sicuro che gli uomini non dicano nemmeno quello."

"Sì, beh, abbiamo sempre saputo che tu eri quello più effeminato."
              
          .o.O.o.              

Un giorno Lily e Sirius iniziano a litigare su chi conosca meglio James. Non è né arrabbiato né sorpreso quando Sirius vince – è il suo migliore amico. Era davvero una competizione leale?

Eppure, più tardi, quando Lily è andata a dormire, e lui e Sirius stanno ancora chiacchierando vicino al caminetto, James sospira e dice, "Forse dovresti lasciarla vincere la prossima volta."

Sirius sogghigna.

Non ha chance.

.o.O.o.

Si diplomano. Ci sono lacrime. Ci sono abbracci e risate e baci, ma soprattutto lacrime. Soprattutto di Lily.

"Sono solo," singhiozza lei, stringendo l’uniforme di Sirius e affondando il volto nel suo petto. "Sono solo – sono t-triste. Sono stata c-così cattiva con te, e sei uno dei miei migliori amici e non riesco ad immaginare una vita senza di te e m-mi dispiace, Felpato – "

Per parte sua, anche Sirius sembra triste. La prende in braccio e la fa girare in tondo prima di rimetterla a terra e schioccarle un bacio sulla fronte. Tutti ridono. Anche Lily ride, ma ha le guance ancora bagnate e nasconde il viso nell’ incavo del collo di James mentre stringe la mano a persone che potrebbero non rivedere mai più. Perfino la McGranitt si commuove un po’ e permette loro di abbracciarla, un Malandrino irritante dopo l’altro, e non li guarda storto quando le danno un bacio sulla guancia e le dicono che sentiranno la sua mancanza durante l’estate.

Sono seri questa volta.

Quando la situazione si calma e hanno circa un’ora a disposizione prima dell’arrivo del treno– potrebbero smaterializzarsi a casa, ma Lily è fermamente decisa a voler prendere il treno un’ultima volta e nessuno ha nulla in contrario – loro cinque escono e si siedono vicino al lago. Il tramonto ha un sapore dolceamaro, e mentre sono seduti in silenzio, tutti quanti indubbiamente intenti a ripensare alle stesse cose, a rivivere gli stessi ricordi, James non riesce a trovare nulla di cui pentirsi. Guarda Remus a Peter alla sua sinistra e sorride; guarda Lily e la bacia, a lungo e profondamente; e guarda alla sua destra, verso Sirius, suo fratello in tutti i modi che contano, e gli stringe la mano. Sirius non la lascia andare.

Guardano il sole tramontare e disegnare figure sulle verdi colline della loro infanzia, e James piange. Ma solo un po’.

.o.O.o.      

"Non riesco a credere che abbiamo un appartamento tutto nostro."

Sirius ha sul volto un sorriso a trentadue denti e fa tintinnare la sua bottiglia di Whiskey Incendiario contro quella di James con troppo vigore. Rovesciano entrambi un po’ di alcohol sul divano e ridono quando scrollano le spalle contemporaneamente, consapevoli del fatto che, diamine, è il loro appartamento, che importanza avrà mai una macchia?

"Lily ha detto che era troppo presto per andare a vivere insieme, quindi grazie per averne cercato uno, amico," dice James, prendendo un lungo sorso di whiskey e dando un’occhiata in giro per il loro rifugio da scapoli. O il rifugio da uno-impegnato-e-uno-scapolo. O qualcosa del genere. Pazienza. Ha bevuto troppo per pensare a questioni complicate come questa.

"Ehi," dice Sirius, scostandosi i capelli dalla faccia. "Ti ricordi di quella volta in cui Lily e io ci siamo baciati al quarto anno? Eri così arrabbiato che non mi hai parlato per una settimana. Merlino, sono felice che ci fosse Lunastorta ad aiutare."

James si blocca con la bottiglia a metà strada tra la sua mano e la bocca. La stanza si ferma. "Che cosa?"

"Sì, amico. Non te lo ricordi?"

"Uh," dice James. Sta cercando di non arrabbiarsi. Sta cercando di trattenersi dallo spaccare la bottiglia contro il tavolo e colpire Sirius con l’estremità rotta, qualcosa che ha sempre voluto provare da quando l’ha vista fare in alcuni vecchi film babbani a casa di Lily. Ma non sta scherzando questa volta. "No. Non me lo ricordo."

Sirius ha la decenza, pur essendo mezzo ubriaco, di scivolare a disagio nella sua sedia. "Forse l’ho solo sognato. Capita a volte, sai? Fai dei sogni davvero bizzarri – come scopare la McGrannit nello stanzino delle scope – e quando ti svegli sembrano reali. E provi a flirtare con Minerva e in cambio ti mette in punizione per una settimana, hai presente? Già. Perciò… solo un sogno. Ignoralo."

James ha bevuto troppo. Non è sicuro di dove finisca la sua bottiglia, ma il secondo successivo sta volando sopra il tavolino da caffè e sta placcando Sirius sul pavimento.

Il giorno dopo, mentre Remus si sta prendendo cura dei loro lividi e dei mobili rotti, li definisce stupidi e irresponsabili e chiede loro se hanno bisogno di una baby-sitter per un po’. Dice loro di scusarsi, come bravi ragazzi, e lo fanno, anche se riluttanti e con un tono di voce appena percettibile. James sistema il tavolino da caffè scheggiato e Sirius la poltrona reclinabile e rimangono seduti in sienzio per circa due minuti prima che quest’ultimo ceda e dica, "Possiamo andare da Zonko?"

James salta in piedi. "Vado a prendere i pantaloni!"

Remus sospira.

.o.O.o.

"Indovina."

"Algabranchia."

"Che cosa?"

"Pensavo che stessimo di nuovo giocando a Indovina Che Cosa Ho Appena Mangiato."

"No, ma dobbiamo rifarlo presto. Senti, ho qualcosa di importante da dirti, e ho bisogno che tu non ti comporti da idiota, perché una cosa seria."

"Okay…"                                                                           

"Ho chiesto a Lily di sposarmi."

"…"

"Felpato?"

"E lei ha detto sì?"

"Perché sempre questo tono sorpreso?"

.o.O.o.

Non è qualcosa di cui abbiano mai davvero parlato. Beh, ne hanno parlato prima, in dettaglio, fino alla nausea, ma non hanno mai davvero detto, ehi, sei il mio migliore amico – lo faremo insieme. Hanno sempre saputo che volevano diventare Auror e hanno sempre saputo che volevano lavorare insieme, ma non è mai sembrata una possibilità concreta che entrambi passassero e fossero messi in coppia insieme, perciò non ne hanno mai discusso.

Fortunatamente lavorano bene come squadra. Bene potrebbe non essere la parola giusta, pensa Sirius. Lavorano insieme come due menti della stessa creatura: le debolezze di James sono i punti di forza di Sirius, e direbbe viceversa, ma per favore, Sirius Black non ha alcuna debolezza.

…Okay, ce l’ha, e James supplisce perfettamente, ma la loro fiducia è qualcosa che li distingue dagli altri. Erano stati allenati separatamente, ma quando avevano avuto l’opportunità di lavorare insieme e gli allenatori avevano visto come passavano velocemente ed efficientemente di esercizio in esercizio, come trovavano approcci completamente nuovi a vecchi test già collaudati, erano stati messi in coppia insieme senza esitazione.

Ora intraprendono missioni e catturano cattivi e sbaragliano chiunque gli capiti a tiro insieme, ed è davvero dannatamente brillante. È come essere di nuovo Hogwarts, tranne per il fatto che è tutto infinitamente più pericoloso e infinitamente più divertente. Stanno davvero facendo qualcosa di importante. Stanno davvero salvando delle vite.

Sirius è grato del fatto che i suoi amici non si stanchino mai di sentirne parlare.

Alla loro cena settimanale: "Oh, oh, e c’era Prewett, lì in piedi come se gli avessero appena tirato uno schiaffo! Che cosa? Haha, no! Stava solo lì in piedi! James – James, devi imitare la sua voce, sei perfetto quando – vedete! vedete! Proprio così! Per le palle di Merlino, è stato fantastico."

Prima di andare a dormire: "Lily, non puoi nemmeno immaginare come sia stato. Eravamo lì, all’angolo, solo noi due – smettila di ridere! È una cosa seria. Sì, sei fortunata che ti voglio bene. Comunque, eravamo lì in piedi e pensavo, 'Oh, cielo, eccomi, sto per morire in un edificio abbandonato, e non ho un paio di mutande pulite addosso. Lily mi diserederà.'"

In biblioteca, quando fanno visita a Remus: "Non possiamo 'chiudere la bocca,' Remus! Siamo degli eroi! Uscirà un articolo sul giornale – , sono serio! Okay, aspetta. Il titolo in prima pagina dirà: MALANDRINI MASCHERATI SALVANO LA SITUAZIONE. No, non eravamo davvero mascherati. Non hai senso dell’umorismo; va a leggere la tua microfiche e mettiti il tuo gilet di lana. Andiamo, James, tessiamocela. Ugh, sì, Remus, so che si dice filiamocela1."

Ben presto creano delle magliette personalizzate e le indossano quando vanno in giro. Hanno una grande e maestosa fenice sul davanti – sbandierano ai quattro venti l’Ordine segreto senza davvero farlo – e Lily li prende in giro, dicendo loro che sono favolosi e alzando gli occhi al cielo ogni volta che Sirius le passa davanti e tira i muscoli sotto la sua maglietta attillata, ma è solo gelosa di non far parte del loro club.

"È sempre stata gelosa," dice Sirius mettendo la maglia in lavatrice.

James annuisce solennemente sulla porta.

.o.O.o.

Sirius fuma da qualche anno ormai. Quando inizia a soffrire di brutti attacchi di tosse durante le missioni e non riesce più a respirare bene come prima, Lily si preoccupa e lo convince ad andare da un dottore babbano. È sospettoso ed è convinto di non avere nulla che non vada, ma la asseconda e ci va. Ride dell’esperienza per tutto il tempo che è lì.

Mentre Sirius è dentro con il dottore, Lily e James sono sedeuti in sala d’attesa. Lily gli sta spiegando che cos’è il cancro e che cosa può succedere ai polmoni di Sirius se finisce davvero per avere il cancro. Calmo e paziente, la ascolta spiegare che cosa siano i tumori e quali i trattamenti, mentre il suo pollice disegna piccoli cerchi sulla sua mano. Si ricorda che sua madre è morta di cancro, si ricorda quanto sia stata sconvolta Lily per la maggior parte del quinto anno, e James pensa che se a Sirius dovesse succedere qualcosa di simile a quello che è capitato alla mamma di Lily, non perdonerà mai quell’idiota.

Sirius sorride quando entra in sala d’attesa, le mani in alto: salvo. James non si trattiene. Si alza, carica il braccio, e tira un pugno a Sirius sulla mandibola.

.o.O.o.

Formula davvero la domanda a voce alta. "Chi vuoi che sia il tuo testimone, James?"

Si ferma. La fissa. Non risponde. Che razza di domanda stupida è quella? Chi vuole che sia il suo testimone? Seriamente?

Forse deve rivedere questa faccenda del matrimonio.

.o.O.o.

Alla fine, Sirius non fa un discorso tremendamente imbarazzante al loro matrimonio. Le sole persone presenti sono i parenti più stretti e i loro amici, perciò non sarebbe stato un grande problema, ma Lily è così visibilmente sollevata che a James viene da ridere.

"Non voglio essere prolisso, e non ho molto da dire che non sappiamo già," dice Sirius, tenendo un flute pieno di champgne in mano. Non ha bisogno di una bacchetta per amplificare la voce: sono così pochi, e già così legati a loro, che può semplicemente guardarli negli occhi e dire quello che pensa. L’altra mano non riesce a decidere che cosa fare e, alternativamente, si nasconde in tasca, scorre tra i suoi capelli, e si appoggia sulla spalla di James. A volte  gesticola. A volte James la vede tremare mentre la tiene lungo il fianco.

"Sappiamo tutti come questi due siano finiti insieme – si dà il caso che io abbia avuto un posto speciale dietro le quinte. Non vi rivelerò tutti i dettagli piccanti – probabilmente dopo mi trascinerebbero in bagno e mi affogherebbero in un gabinetto – ma posso dirvi che si appartengono. Lil, so che mi odiavi al di là di ogni immaginazione: ero costretto a sentirlo ogni giorno e a volte volevo dirti che eri un’arpia e rinchiuderti in un armadio. Ma voglio solo che tu sappia che sei mia sorella, e ti voglio bene, e se c’è qualcuno che vorrei che James sposasse, quel qualcuno sei tu."

Lily si copre la bocca con una mano tremante e scatta in piedi per raggiungere il migliore amico di suo marito – il suo migliore amico. Lui appoggia il bicchiere e avvolge le braccia intorno a lei e James li guarda mentre si sussurrano parole a vicenda. Non scoprirà mai che cosa si siano detti – a volte ci ripenserà, ma deciderà sempre che è giusto non saperlo. Tuttavia, li sente sussurarsi un "Ti voglio bene" quando pongono fine all’abbraccio, e lo rende assurdamente felice che il suo migliore amico non pensi che sua moglie sia un’idiota asfissiante e petulante e che sua moglie non pensi che il suo migliore amico sia una persona immatura e superficiale, che sta sprecando la sua vita, perciò va bene. Amore dappertutto.

"E James…"

James alza lo sguardo. Sirius si rivolge agli invitati. "James è il mio migliore amico da quando abbiamo messo piede sul treno per Hogwarts. Allora non lo sapevo ed ero sicuro che avrei finito per seguire le orme dei miei genitori, ma quello che non sa è che è stato lui ad impedirmelo. Abbiamo fatto un sacco di cose pericolose e illegali negli ultimi otto anni, amico, e mi aspetto che continueremo così finché non avremo passato i cento."

Solo in quel momento si volta verso l'amico. "Una volta mi hai detto che ti ho salvato la vita e, benché fosse vero, voglio che tu sappia che hai salvato la mia da un destino ben peggiore della morte. Grazie."

James si alza. Esita per un momento: sente il bisogno di dire qualcosa – perché è necessario dire qualcosa, perché la sincerità nella voce di Sirius lo fa commuovere, perché ha un groppo in gola delle dimensioni di una Pluffa – ma le labbra di Sirius si curvano verso l’alto in un sorriso sbilenco e James si avvicina per abbracciarlo. Stanno così per un lungo periodo di tempo, più a lungo di quanto dovrebbero, probabilmente, ma non è strano o imbarazzante.

Sono fratelli.                                                           

"Stai piangendo?"

"…mi renderebbe quello effeminato se dicessi di sì?"

.o.O.o.

"Tuo figlio mi ha appena vomitato in faccia."

"Sono certo che non l’ha fatto apposta, Felpato. D’altronde, è già un genio…"

"Perché dovrebbe voler sparare vomito su tutta la faccia del suo padrino?"

"Perché te lo meriti? Gli hai negato di bere il latte? Non azzardarti a torturare mio figlio solo perché sei invidioso della mia bellissima moglie e della mia fantastica casa."

"…lei è qui?"

"Sì."

"Vuoi che ti dica che cosa ne pensi più tardi?"

"Definitivamente."

"Divertiti all’appuntamento. Ne conserverò un po’ per te da esaminare più tardi."

"Eugh, è semplicemente… Ciao, Felpato. Fa’ attenzione con mio figlio, per favore."

.o.O.o.

Si scambiano. È una sua idea – ovviamente è una sua idea, è brillante – ma la odia. C’è qualcosa in Peter che non lo ha mai convinto fino in fondo, ma James si fida di lui, e se è disposto a mettere la vita della sua famiglia nelle mani di Peter Minus, amen, anche Sirius dovrà avere fiducia in lui.

Tuttavia, questa situazione lo rende nervoso. Non teme che Voldemort lo venga a cercare, perché quello è inevitabile: Voldemort verrà a cercare tutti loro. Sirius ha paura che accada qualcosa a Lily, al bambino, a James. Teme che non potrà raggiungerli in tempo. Di notte fa sogni in seguito ai quali si sveglia madido di sudore e afferra il telefono per chiamarli alle prime ore del mattino per controllare che stiano bene.

"Felpato?"

"Uh, ehi. Senti, mi dispiace, so che è presto, ma…"

"Va tutto bene, Sirius," dice James, la voce appesantita dal sonno. Sirius pensa che sia un po’ diveritito al di sotto del fastidio e dell’affetto presenti nelle sue parole. "Lily sta dormendo, Harry sta dormendo, io stavo dormendo. Le barriere sono attive e le luci sono spente e tutto è tranquillo e sereno a Godric's Hollow. Stiamo tutti bene."

"Lo so, ma …" si morde il labbro. Si sta comportando in maniera ossessiva e paranoica e lo sa, ma c’è qualcosa che lo rende ansioso. "Forse andrò a correre, lascerò Felpato libero per un po’."

"Mmm… È – è una buona idea…"

"Sei sicuro che vada tutto bene? Mi manderai un Patronus se hai bisogno?"

James ridacchia. "Sì, immediatamente. Ora lasciami dormire."

"D’accordo. 'Notte, Ramoso," dice Sirius, mettendo giù il telefono. Guarda il calendario prima di prendere il cappotto e si assicura che la sua bacchetta sia al sicuro in tasca. Le barriere sono alte dietro di lui, tutto è chiuso e Sirius, finalmente, lascia con sollievo Felpato in libertà prima di raggiungere la boscaglia.

Ricorderà sempre quella notte come La Notte Prima. Quando sarà seduto nella sua cella, lo sguardo fisso alle pareti, il sole che tramonta proiettando ombre inquietanti sul pavimento freddo e bagnato, si pentirà sempre di non essere andato a casa loro il giorno successivo.

Non piangerà. Pianificherà.

.o.O.o.

Quando non è in preda ai rimpianti o non sta progettando la sua fuga o non si sforza di tenere gli incubi lontani dal suo sonno tormentato, cerca di ricordare. Cerca di ricordare il volto di James, il modo in cui rideva, come si rannicchiavano dentro a piccoli sgabuzzini con alcune manciate di Caccabombe in mano e le orecchie premute contro la porta in attesa delle reazioni dei passanti. Cerca di ricordare Lily e i suoi capelli color rosso fuoco e le sue ginocchia nodose,  il modo in cui lo aiutava a svolgere quei rari compiti che non riusciva a capire, come aveva iniziato a baciarlo sulla guancia durante il settimo anno, quanto era altruista e comprensiva nei confronti della sua necessità di trascorre del tempo con James. Cerca di ricordare il volto del piccolo Harry, così innocente e amorevole, il suo sorriso sdentato che era come una luce splendente in un mondo pieno di oscurità.

Cerca di ricordare Remus. Cerca di ricordare la sua lealtà indistruttibile, e cerca di sperare – in un posto privo di una cosa tanto assurda come la speranza– che Remus abbia capito che cosa è successo. Cerca di sperare che sappia che non tradirebbe James e Lily, che sappia che preferirebbe sacrificare la sua stessa vita prima di tradire il suo migliore amico.

E si ricorda di Peter. Non ci sono tentativi in questo caso – il volto di Peter è presente in ogni immagine che vede. Nei giorni in cui i Dissennatori sono particolarmente crudeli, Sirius si assicura di concentrarsi sul viso di Peter, perché riporterà indietro il resto. E funziona.

Uscirà, troverà Peter, e lo ucciderà.

Non era mai stato geloso di Peter – era stato sospettoso. Dovunque si trovasse James, avrebbe dovuto imparare a capirlo.

.o.O.o.

La prima volta che Sirius si trova faccia a faccia con Harry, anni dopo, rimane momentaneamente sconvolto. Non dura molto – non può proprio permetterselo: non ha più tempo da perdere – ma sta male fisicamente, è senza fiato, gli gira la testa. È il figlio di James e Lily in tutto e per tutto. Vuole prendere il ragazzo tra le sue braccia e non lasciarlo andare mai, mai più, scusarsi per non esserci stato, per non aver preso il posto dei suoi genitori quando non potevano esserci come aveva promesso, per non essere andato a casa loro quando avrebbe dovuto, per un sacco di cose che non erano state in suo potere ma che avevano gravato sulle sue spalle finché non era scappato.

La somiglianza tra Harry e James è quasi surreale. Li confonde a volte, quando tutto si è sistemato, quando ha più tempo per osservare. È il quinto anno di Harry e stanno combattendo ed è tutto così simile al passato – tutto ciò di cui avrebbero bisogno sono un paio di magliette attilate con sopra delle fenici. Sorride tra sé e sé, pensando che, non appena usciranno di lì, dovrà procurarsene – e poi accanto a lui, un fascio di luce –

"Bel colpo," grida Sirius, cercando di difendersi da quella cagna pazza di sua cugina e di proteggere il suo migliore amico– no, il figlio del suo migliore amico, questo è Harry, non James, e lancia alcuni incantesimi mentre il ragazzo si allontana –

Ma poi è tutto finito. È vagamente consapevole di incontrare lo sguardo di Remus, poi quello di Lil – di Harry, prima che la sua testa cada all’indietro. È freddo. Ci sono delle voci. Ci sono centinaia, migliaia, milioni di voci; è tutto nero e fa freddo e sta fluttuando, l’animo in pace per la prima volta dopo oltre dieci anni. Si addormenta. Non è un sonno senza sogni, ma non vuole che lo sia – questi sogni sono pieni di cose che diceva sempre che avrebbe voluto rivivere a qualsiasi costo. Gli amici, la famiglia. La luce.

Dorme e, nel sonno, sono riuniti.

.o.O.o.

"Felpato?"

Sirius sbatte le palpebre. C’è una luce accecante e qualcosa profuma di buono. Non riesce ad identificarlo, ma sa che ha già sentito quell’odore da qualche parte. È come… è come una miscellanea di cose, tutte piacevoli, e gli fa venire l’acquolina in bocca.

"Dovremmo andare a prendere dell’acqua o qualcosa di simile?"

"E per farne cosa?"

"Rovesciargliela in testa? Affogarlo?"

"James."

"Che c’è! È già morto, non è che morirà di nuovo. Dove altro potrebbe andare?"

"Non penso di volerlo scoprire. Puoi smettere di camminare avanti e indietro?"

È tutto troppo familiare. Chiude gli occhi, geme, e preme i polsi sugli occhi. Troppo familiare, troppo impossibile. Sa di essere morto ed è piuttosto probabile che quelle voci appartengano a chi pensa che appartengano, ma non c’è modo che… ritornerà a dormire e basta. Lentamente, scivola di nuovo in uno stato di semi-incoscienza ed è grato che il loro ricordo non sia più troppo doloroso. Proprio quando pensa di stare per sprofondare di nuovo nella fredda e dolce oscurità, sente un forte pizzicotto sul braccio, e poi una risata.

Si mette a sedere, ma chiude di nuovo gli occhi immediatamente.

James e Lily.

"Io – questo non – no."

Le mani di Lily gli tolgono le dita dagli occhi. "Apri gli occhi, Sirius."

Lo fa.

È verde. Qualsiasi cosa riesca a raggiungere con lo sguardo è verde – colline verdi brillanti, alberi verdi brillanti. Ad est c’è un lago che brilla sotto la luce del sole ormai alto e in lontananza c’è un castello che gli sorride.

E i suoi migliori amici, vestiti di bianco, sono con lui.

"Oh mio Dio," dice, e quando si alza in piedi, la mano di Lily piccola e calda nella sua, è a piedi scalzi sul prato. C’è una brezza che soffia tra le foglie dell’albero sotto il quale si trovano. Gli occhiali di James brillano alla luce del sole.

Sirius non sa che cosa dire. È morto. Ha deluso loro figlio – ha deluso Remus – ha deluso Silente e la McGranitt e Hagrid e Moody – ha deluso se stesso – ha deluso loro. È così, così dannatamente dispiaciuto, ma non riesce a provare rimorso al momento. Non qui, dove tutto è perfetto. Forse lo proverà di nuovo una volta o l’altra, ma per ora…

"Ci sei mancato," dice James, abbassando la testa e passandosi una mano tra i capelli.

Sirius ride perché è tutto quello che riesce a fare. E poi la sua bocca si apre.

"Quei pantaloni ti stanno bene."

James lo guarda. Lily ridacchia.

Sirius tossisce. "Volevo solo fartelo sapere."

"Uh, grazie, amico. Adesso andiamo, ti facciamo fare un giro. Hai una lunga storia da raccontarci."
 



 

Note
1 Non ho trovato altri modi per rendere il gioco di parole tra “moose” (alce) e “vamoose” (tagliare la corda).
 
 
Lo spazietto bianco in basso si sente molto solo, perciò ogni tipo di commento - sia sulla storia sia sulla traduzione - è sempre il benvenuto e mi preoccuperò di riferire all’autrice che ne pensate del suo lavoro!
ETA: storia revisionata il 30/04/2015
 
  
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