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Autore: weretogether    07/09/2013    3 recensioni
' .. -mi sono innamorata di lui- disse tutto d'un fiato. quando Jaz pronunciò quelle parole sentii una stretta allo stomaco, e in quel momento realizzai cosa stesse succedendo, rivelai a me stessa che quello non era più 'solo un gioco'. avevo combinato un gran casino e ora non potevo più rimediare. corsi ad abbracciarla, cos'altro potevo fare?'
Ellie ha 17 anni e vive a San Francisco con i suoi genitori.
Ellie non è la tipa dolce e romantica, l'esatto contrario di Jaz, la sua migliore amica.
Un giorno, un avvenimento, e Justin, il migliore amico di Jaz, entra nella sua vita e tutto cambia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 43. ''per sempre.''

Aprii lentamente gli occhi, ma che ore erano? E la sveglia non era suonata? 
Controllai il cellulare. 
Venerdì, finalmente venerdì!
Era mezzogiorno e di sicuro mamma era già a lavoro.
Scesi in cucina affamata alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Presi i resti della pizza ordinata la sera prima e li riscaldai.
Nel frattempo sistemai il divano e, mentre aspettavo che la pizza si riscaldasse, cercare un canale dove davano qualcosa di decente. 
Appena sentii il solito rumorino del microonde che mi avvertiva che la pizza era pronta, suonarono al campanello. 
Misi la pizza in un piatto e andai ad aprire alla porta. 
-ehi.- dissi quando mi ritrovai Justin davanti.
-ehi.- mi sorrise lui.
Piano mi si avvicinò e mi baciò. 
Sorrisi. 
-che ci fai con un piatto con della pizza in mano?- chiese ridendo.
-umh, ho fame.- dissi un po' imbarazzata.
-piccola, sono le dodici.- disse avvicinandomi a lui.
Era tornato a chiamarmi piccola.
-si, ma ho fame lo stesso.- 
Lui rise. 
-entra dai.- dissi facendolo entrare.
Lui ridacchiò e entrò.
Ci sistemammo sul divano. Lui si sdraiò e io mi sdraiai accanto a lui.
-non me ne offri nemmeno un po'?- chiese riferendosi alla fetta di pizza che avevo appena addentato.
-amore, sono le dodici.- dissi imitandolo. 
-si, ma ho fame.- 
Risi.-tieni.- dissi dandogli una fetta.
-grazie.- disse baciandomi la fronte. 
-allora, perché sei qui?- gli chiesi.
-non potevo farti una visita?- 
Feci spallucce continuando a guardare la tv. 
-stasera che fai?- 
-niente, passo la serata con mamma.- 
-uh, allora vuoi venire con me?-
-dove?-
-usciamo.-
-okay.- dissi sorridendogli. 
-allora, hai deciso di andare a Londra?- chiese poco dopo.
Sussultai a quelle parole. -si..- sospirai.
-e non ci vedremo?- 
-cosa?- dissi guardandolo negli occhi.- ieri ti ho chiesto se..- mi interruppe. 
-Ellie, sto scherzando.- rise.
-non fa ridere.- dissi facendo la finta offesa.
-dai, scherzavo.- disse mettendosi su di me e iniziando a lasciarmi una lunga scia di baci. 
Fronte, naso, guancia, mandibola, collo.
-cazzo Justin.- imprecai.
Rise. -allora, quando si parte?- 
-fra meno di un mese.- 
-quando finisce la scuola?- chiese.
Annuii. 
-sei sicura di volermi fra i piedi?- 
-e tu?- chiesi di rimando.
-si.- un sorriso gli si dipinse sul volto.
Poco dopo mi squillò il cellulare. 
-aspetta.- dissi alzandomi dal divano e, mentre mi dirigevo in cucina a prendere il cellulare sbattei un paio di volte.
-cazzo.- 
Justin rise e io gli lanciai un'occhiataccia.
-pronto?- dissi senza guardare chi mi chiamava.
-Ellie!- disse una voce fin troppo famigliare dall'altra parte del telefono.
-David.- esclamai entusiasta. -sei arrivato?- 
Justin mi posò gli occhi addosso appena pronunciai il nome di David. 
-si, sono arrivato un'ora fa.-
-sei felice?- 
-si, tantissimo, anche se mi manchi.-
Restai in silenzio per qualche secondo. -mi manchi anche tu.- dissi sincera. 
Justin non mi tolse un attimo gli occhi di dosso.
-ora vado, sono stanchissimo, ho chiamato solo per farti sapere che ero arrivato.-
-okay, riposa bene, ci sentiamo.- 
-ti voglio bene.- sentì la sua voce spezzarsi, quasi sussurrava.
-ti voglio bene anche io.- dissi mentre mi si strinse lo stomaco. 
Chiuse la chiamata e restai qualche secondo col cellulare vicino all'orecchio, nonostante nessuno parlasse dall'altra parte del telefono. 
Poi mi diressi in cucina e di nuovo mi sedetti vicino a Justin.
-Justin, siamo solo amici.- dissi vedendo la sua mascella contratta. 
-non ho detto niente.- 
-lo so, ma lo stavi pensando.- 
Fece spallucce.
-amo solo te.- dissi mettendomi a cavalcioni su di lui e lasciandogli tanti piccoli baci a stampo.- e lo sai.- 
Lui abbozzò un sorriso. 
-ora vado.- 
Mi alzai e lui con me.
-ci vediamo più tardi?- 
-okay, a che ora?- 
-alle otto passo a prenderti.- 
-ma dove andiamo?- 
-è una sorpresa.- 
-ma non so cosa mettermi.-
-non importa, sei bella in tutti i modi.- disse baciandomi e andando via. 
Sorrisi e tornai a guardare la tv. 

Erano le otto meno dieci, io ero già pronta.
Indossavo una gonna a vita alta, nera, una maglia senza maniche con la scollatura a cuore, bianca, delle scarpe col tacco lucide, nere e una pochette bianca. 
Quando suonarono alla porta presi un cardigan grigio, nel caso in cui la temperatura si fosse abbassata.
-Dio, sei bellissima.- disse attirandomi a sé e baciandomi.
-grazie.- arrossii lievemente.
Uscii di casa e, dopo essermi richiusa il portone alle spalle, mi prese per mano e arrivammo fino alla macchina che di sicuro gli aveva prestato il padre.
-allora, dove si va?- chiesi una volta dentro. 
-te l'ho detto, è una sorpresa.-
-almeno sono vestita adeguatamente?- chiesi sentendomi un po' a disagio.
Lui annuii col capo ridendo. 
-Justin, se non va bene come sono vestita, posso ancora tornare dentro e cambiarmi.-
-stai benissimo così.-
-okay..- dissi sospirando. Chissà cosa aveva in mente.
Dopo una ventina di minuti parcheggiò. Eravamo vicino al mare, nell'esatto punto dove si trovava la casa in cui avevamo dato la festa per il compleanno di Jaz.
-cosa ci facciamo qui?- chiesi quando scendemmo.
-vieni con me e non fare domande.- disse abbozzando un sorriso e prendendomi per mano.
-tu sei matto.- 
Lui fece spallucce.
Percorremmo il vialetto di quella casa e sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene. 
-Justin, cosa stiamo facendo?-
-cosa ti avevo detto? non fare domande.-
-non possiamo entrare qui di nascosto ci..- mi interruppe premendo le sue labbra sulle mie.
-piccola, è tutto okay.- disse uscendo delle chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni neri. 
Ora che lo guardavo bene, era perfetto.
Indossava dei pantaloni col cavallo basso neri, una maglia bianca a mezze maniche, un giubbino di pelle nera e delle supra bianche. 
Indossavamo gli stessi colori!
Aprii la porta e mi condusse dentro.
-che ci facciamo qui?- chiesi.
Mi condusse nella stanza dove avevamo dato la festa e c'era un tavolo apparecchiato per due e delle candele tutt'intorno alla stanza.
-Dio, ma è meraviglioso.- 
Lui sorrise. -ho fatto del mio meglio.- 
Mi fece sedere al tavolo e, dopo che ebbe preso posto anche lui, iniziammo a mangiare. 
Ovviamente pizza.
-dannazione Justin, era tutto così perfetto e ordini la pizza?- ridacchiai.
-non so cucinare.- fece spallucce.
Quando finimmo di mangiare diedi un'occhiata a ciò che ci circondava, era tutto così bello.
-ti piace?- chiese vedendomi ispezionare la stanza.
-si, non l'avrei mai immaginato.- feci spallucce sorridendo.
-volevo che fosse una serata speciale.- disse.
-perché?- chiesi posando lo sguardo su di lui.
Si alzò e mi portò vicino all'ingresso. Era l'esatto punto dove ci eravamo baciati per la prima volta.
-ricordi?- chiese.
-si.- sorrisi.
-è l'esatto punto in cui ti ho baciata per la prima volta.- disse.
-lo so.- 
Mi spinse contro il muro, la mia schiena aderiva perfettamente alla parete fredda, lui poggiò le mani sul muro all'altezza dei miei fianchi.
-volevo che fosse una serata speciale perché c'è una cosa che devo dirti.-
Subito il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
Restai in silenzio. 
-quando siamo tornati da New York cos'eravamo io e te?- mi chiese.
-non lo so.- 
-e ora cosa siamo?-
-non lo so.- 
Mi mordicchiai il labbro inferiore per l'attesa. 
-ti ricordi della mia promessa di ieri?-
Annuii con la testa.
-ti ho detto che sarei stato per sempre con te, che ti avrei amato sempre.-
-lo so.-
-e ti andrebbe se stessi con te da fidanzato?- chiese.
Un sorriso mi si dipinse sulle labbra.
Mi stava chiedendo di essere la sua fidanzata. Dannazione si.
-si.- dissi con gli occhi lucidi. 
Per la prima volta, guardai i suoi e vidi che anche i suoi lo erano.
Mi amava sul serio!
-hai gli occhi lucidi.- gli dissi istintivamente.
-ti amo.- disse poggiando le sue labbra sulle mie. 
-ti stancherai mai di dirmelo?- chiesi staccandomi.
-no.-
-ti amo anche io.- dissi riattaccando le nostre labbra.
Restammo così per qualche minuto, poi mi portò al piano di sopra. Seconda stanza a destra.
Avevo le lacrime agli occhi per l'emozione di una serata fantastica. 
-potrei amarti più di così?- gli chiesi.
-non lo so.- disse attirandomi a se e spingendomi sul letto.
-giuro che ti amerò per sempre.- gli dissi guardandolo negli occhi.
-giuro che anche io ti amerò per sempre.
Unimmo le nostre labbra.
Sentii d'essere felice, finalmente felice.

 
**
Ecco qui il capitolo 43!
Questa volta non ho niente da aggiungere, posso solo dirvi:
spero vi piaccia e aspetto una vostra recensione :). 


 
  
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