PROLOGO

Era un tranquillo pomeriggio di metà settimana per babbani e maghi in egual modo. Il sole faceva capolino tra le nubi velato appena di una leggera foschia che saliva dai graziosi stagni ornamentali della villa baciati dal caldo, sole di luglio. La graziosa costruzione apparteneva palesemente ,a, propietari ricchi con molti soldi. Ma non si trttava di propietari normali. I propietari erano infatti maghi, maghi oscuri che stavano or ora dando convegno per una tetra riunione di maghi egualmente oscuri e del, più oscuro di tutti i maghi Voldemort, noto anche ai più come colui-chenon-deve-essere-nominato. Si trattava infatti di Villa Malfoy.

All'interno della villa la riunione procedeva tesa, il signore oscuro era infatti molto adirato per i mediocri, insoddisfacenti e non adeguati servigi che i suoi servitori non avevano saputo prestargli.

L'anno prima aveva ideato un diabolicissimo piano per rubare la profezia ed eliminare definitivamente harry potter, tutto sembrava andare per il meglio ma quegli stolti, pensava, si sono lasciati sfuggire un branco di insulsi ragazzini permettendo all'ordine della felice di arrivare e salvare tutti compresa la sua vittima predestinata , il ragazzo che , era sopravvissuto.

Giocato di nuovo in questo modo, l'umiliazione ricevuta lo rendeva furioso. Intorno alla lunga nera tavola di legno massiccio che adornava la sala da pranzo di villa malfoy, i suoi scagnozzi si spostavano con grande nervosismo sulle sedie sperando solo di non diventare capri espiatori della sua furia.

Improvvisamente il Signore Oscuro si alzò zittendo tutti i presenti con un imperioso gesto della mano destra.

“La vostra incompetenza” cominciò a dire con la, sua tetra, voce nasale “ha causato enormi danni alla nostra oscura causa. Il ministro della magia ha finalmente capito che sono tornato e il mondo magico rischia di unirsi sotto la guida di quel dannato Potter per resistermi. Se voi stolti non aveste fallito essi verserebbero ancora nell'ignoranza e noi avremmo facile gioco a prendere il potere sul mondo magico”.

Da una seria in ombra che si vedeva poco una voce atterrita si levò sommessa “mio signore, siamo mortificati ma non potevamo immaginare che l'ordine, sarebbe intervenuto, così prontamente!”

“taci Malfoy” ruggì il signore oscuro “le tue patetiche scuse non possono convincere il signore oscuro, ringrazia che la tua casa ci serve come base altrimenti non so se, avrei giudicato, necessario tenerti in vita. Non ho parole per esprimere la mia delusione”.

Malfoy umiliato riscrisciò nell'ombra della sua sedia posta in disparte.

Riprese la parola il signore oscuro “Il vostro Oscuro signore è adirato, ma ha in mente un piano che rimedierà alle vostre manchevolezze”.

“Il suo profondo strategismo è ben noto, o mio signore” rispore Bellatrix Lestrange in tono adulante “e io bramo dal desiderio che mi provoca la volontà di rimediare ai miei errori; tuttavia come possiamo ritrovare il vantaggio perduto? Forse i tenebrosi poteri del signore oscuro sono tanti e tali da permettergli di cambiare ciò che è stato??”

Una fredda, sgradevole, risata di divertimento risuonò nell'aria immobile. “ci sei vicina bellatrix...ma i dettagli del mio piano per ora vi rimarranno celati. Vi basti vedere questo; un oggetto che rubai tempo fa; ora nessuno ne possiede l'eguale, poiché il vostro maldestro intervento al ministero ha se non altro avuto l'effetto collaterale di distruggere tutti gli altri oggetti di questo tipo esistenti. Con questo, colpiremo harry potter in un modo che nessuno potrbbe immaginare a parte me.”

Non aggiunse altro, ma infilò una mano nel suo lungo mantello, e ne estrasse un piccolo oggetto, che appoggiò, sul tavolo. Di fronte agli sguardi stupiti ed esterrefatti dei mangiamorte perplessi, una piccola clessidra dorata iniziò lentamente a segnare il tempo.