Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: stronglikedems    07/09/2013    11 recensioni
-Vuoi che ti aiuti a conquistarlo?
-Si
-E tu cosa mi darai in cambio?
-Ti nasconderò dalle ragazze con cui vai ogni sera, in modo che non dovrai scappare da loro la mattina.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ombelichi
 
 
"Benvenuto da Starbucks! Cosa desideri ordinare?" chiedo gentilmente alla ragazza di fronte a me. Ha un aria inquietante, con tutte quelle spille raffiguranti gattini e quella gonna a strisce rosa e bianche.
"Uhm...desidero un frappuccino...no anzi un caffè" continua intervallando brevi pause a qualche parola indecisa. Lo dicevo che era strana! "Oppure un frappè alla fragola."
"Oh insomma, ti vuoi dare una mossa?!" chiede un uomo elegante ma arrabbiato dietro la tipa strana.
"Bhè non per darti fretta, ma c'è gente che aspetta qui.." dico pacatamente.
"Ecco, lo sapevo, non dovevo venire, mi trattano sempre tutti così male" dice singhiozzando "è solo che volevo portare qualcosa al mio gatto. Ieri è morto, ma sono sicura che tra tre giorni tornerà in vita, perchè si chiama Jesus." si avvicina alla porta per uscire, e rigirandosi un ultima volta dice "e si, tra tre giorni verrà a cercare voi... Tenetevi pronti!"

Sono appena scoccate le 20, e ciò significa che il mio turno da Starbucks è terminato, finalmente.
Tolgo la divisa e torno a casa velocemente, non vedo l'ora di fare un bel bagno caldo, e soprattutto di mangiare un po' di cioccolato.
Vedendone così tanto in quel negozio senza poterne mangiare mi ha fatto un certo effetto.
E non era piacevole, assolutamente.
"Oh ma insomma, perchè non apri?" sento Justin gridare vicino alla mia porta, mentre io salgo stremata i sei piani.
Quando si decideranno ad aggiustare l'ascensore?
Hanno persino bloccato di casa la signora Hammelman poichè è in carrozzella, e non può scendere 5 piani di scale.
C'è un girone all'inferno anche per voi, brutti ascensoristi.
"Justin sono qui!" grido dal terzo piano.
"Zitta scema, c'è mia moglie che dorme di là!" sussurra il signor Josson uscendo dalla porta.
"Cosa c'è? Stai andando a fare una delle tue solite scappatelle?" ghigno all'uomo compiaciuta.
Mi gira le spalle andandosene.
"Avevi dimenticato l'appuntamento?" mi chiede un Justin preoccupato, e forse anche un po' deluso.
Cazzo, l'appuntamento!
"
Come? Dimenticato? Pft, ma con chi credi di avere a che fare!" brava Taylor, prendi tempo, fai grandi respiri e prega che non si accorga della tua ansia.
I suoi occhi.
Non riesco a guardarli, sono troppo belli oggi.
Sono diversi, di un colore più intenso, che si avvicina al colore del legno, con sfumature gialle come il sole qui e lì.
Sono perfetti.
Perfetti, come lui.
"Bhè allora sei pronta?" chiede speranzoso il ragazzo.
"Certo, dammi solo cinque minuti " rispondo aprendo la porta "giusto il tempo di posare la borsa, sai, sono appena tornata da lavoro, mentre tu sei stato a pulirti l'ombelico tutto il pomeriggio"
"Guarda che bel lavoretto!" risponde alla mia battuta alzandosi la maglietta, ma l'ombelico è davvero l'ultima cosa che osservo.
Tra tutti quegli addominali è abbastanza difficile trovarlo, insomma, sono una ragazza.
E poi quei tatuaggi...
Sono giustificata se guardo gli addominali  del mio (bellissimo, biondissimo) vicino di casa.
"Hey? Terra chiama Taylor!" dice Justin ridendo.
"Eh? Si?"
Porca vacca in calore!
Se n'è accorto
"Ti piaceva lo spettacolo eh?"
Perchè è così soffisfatto?
Mi sta dando del filo da torcere.
"No, veramente stavo osservando il granellino di polvere che tu non hai notato." rispondo schietta "allora, pulitore-di-ombelichi dove si va stasera?"
"Tieniti pronta! Ristorante cinese sulla 34esima" sorride.
No, ti prego, così mi fai fermare il cuore.
"Va bene, allora scendiamo." dico chiudendomi la porta principale alle spalle.

Spaghetti fritti?
Pollo alle arance?
Gamberetti?
Che fine ha fatto la cucina cinese?
Che ne so, tipo i cani, i gatti... alla griglia, o impanati e fritti.
"Salve, cosa volere voi oldinale?" chiede una cameriera con gli occhi più sottili e allungati di una mandorla.
"Per me riso alla cantonese" risponde Justin.
"Involtini primavera, ne parlano tutti così ho deciso di provarli" annuisco soddisfatta.
"Plima volta a listolante cinese?" chiede la tipa con la voce acuta.
"Si, mi ci ha portato lui." dico indicando il biondo.
"Uh, voi due fidanzatini lomantici, velo?"
Diamo veramente questa strana impressione?
"Io e lui?" chiedo incredula "neanche morta!"
"Pelchè? Lui così calino! Sembla così dolce"
Parole sante!
"Meglio di no. Ah e da bere per me acqua minerale naturale" dico cambiando discorso.
"Per me coca-cola, grazie" la cinese prende i menu e si dilegua in cucina.
"Faccio talmente tanto schifo?" mi chiede Justin sorridendo.
Perchè fa così?
"Non ti sarai mica offeso? Scherzavo Justin, noi siamo amici ora, e con me sei molto simpatico e dolce. Ma ho visto come tratti le ragazze, e fidati, non sei molto galante" dico tutto d'un fiato.
"Ho vent'anni. A quest'età ogni ragazzo pensa a divertirsi." si giustifica velocemente. Non ha tutti i torti.
"Lo so, ma non ti piacerebbe svegliarti con una ragazza al tuo fianco? Parlare di com'è andata la tua giornata quando vi rivedete la sera, portarla fuori, scambiarvi regali..."
"Ci sono già passato, e fidati, va sempre a finire come non vorresti" dice sconfortato.
"Quando avrai voglia di parlarne io sono qui" dico dandogli la mano.
Sto facendo progressi.
"Liso alla cantonese pel il biondo e involtini plimavela per la lagazza" dice la cinesina portando le nostre ordinazioni.
Ha un aspetto commestibile.
"Sei sicuro che non fa male?" chiedo spaventata.
"Al cento per cento. Bon appetit!" dice sorridente, prendendo del riso.

La serata continua a gonfie vele.
Justin è un tipo ok, e non fa altro che raccontarmi delle sue strane avventure, come quando si presentò alla porta di sua nonna nudo, coperto solo da una chitarra. O di quando riuscì a risolvere il cubo di Rubik in pochi minuti.
Io non faccio altro che ascoltare incantata le sue storie, vere o false che siano.
Alla domanda 'e tu che mi racconti?' cerco di improvvisare per prendere tempo, e di ricordare qualcosa di divertente.
Gli racconto di quando andai in montagna e ci fu una forte tromba d'aria, e a mio zio volò il parrucchino. Oppure di quando cadendo dalla canoa venni morsa da 3 meduse e dovetti metterci della pipì sopra per toglierci il bruciore.
Lui ride a crepapelle, una risata così bella e contagiosa.
Quasi melodiosa.
Crea una dolce sinfonia contagiosa.
A fine serata, quando mi propongo di dividere il conto lui quasi mi aggredisce. Ovviamente è un senso di affetto, almeno credo...

"E' stata una bellissima serata, Justin." dico dopo aver digerito la cena salendo le scale.
Quasi non respiro più.
"Grazie a te, piccola." risponde dolce.
Si avvicina lentamente al mio viso.
Cazzo! Sta per succedere.
Non voglio essere un'altra della sua lista, non sono quel tipo di ragazza.
Faccio un passo indietro, e poi lascio un lungo bacio sulla guancia.
"Grazie mille." gli sussurro nell'orecchio, per poi entrare in casa.
"E' stato un piacere, bambolina."
 
 
                                 -Spazio Autrice-
Ciao splendori, grazie per aver sopportato anche questo capitolo.
Grazie per ogni recensione che lasciate, e per ogni volta
che aggiungete la mia storia alle preferite, seguite o
ricordate, è molto importante per me.
un bacio a tutti.

 
  
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