Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lys3    07/09/2013    1 recensioni
Come sono arrivati Cato e Clove a rappresentare il Distretto 2? E cosa è accaduto loro nell'Arena? Questa è la storia di due ragazzi che volevano rendere fiero il proprio Distretto, due ragazzi che pensavano di vincere i 74esimi Hunger Games.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cato, Clove, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 13 – Speranza
 
Glimmer ci mise un po’ a riprendersi del tutto e, quando fu in grado di camminare da sola, era già pomeriggio inoltrato.
Per i minuti che avevano seguito il suo abbraccio, Clove mi aveva guardato con aria minacciosa. Ora, però, sembrava di nuovo tranquilla. Aveva il volto serio, come suo solito, se ne stava seduta un po’ più in là rispetto agli altri e quando la ragazza dell’1 faceva qualche battutina stupida per interrompere il silenzio lei non rideva.

Sì, era di nuovo tranquilla.

Qualcuno potrebbe pensare che queste cose fossero un brutto segno, ma io che la conoscevo bene sapevo che andava tutto bene. Lei non era abituata a stare in gruppo, non rideva alle battute sciocche, non sprecava tempo dietro a cose futili come i capelli o l’aspetto e non perdeva mai di vista il suo obiettivo.
In questo caso ero io.
Non avrei saputo dire se la sua intenzione fosse quella di uccidermi o di avermi tutto per sé, ma intanto, non appena mi alzavo o mi spostavo, mi seguiva con lo sguardo, senza mollarmi nemmeno un istante, e se mi allontanavo troppo lei mi seguiva. Qualsiasi fosse il suo obiettivo, ero contento di averla vicino.

Avrei voluto dirle che non mi interessava di Glimmer, che non mi piaceva anche se oggettivamente era uno schianto, che anche se tutti avrebbero scelto la ragazza bionda e dal sorriso perfetto io non l’avrei fatto. Avrei voluto dirle che quell’abbraccio per me non significava nulla, che volevo solo la mia Clove.
Ma questi non sono argomenti di cui discutere davanti agli altri.

Finalmente ci incamminammo, con il sole quasi all’orizzonte. Glimmer non si scostava un secondo dal mio fianco e mi sorrideva con fare stupido, ma non tentai di allontanarla. Clove se ne stava per i fatti suoi dietro di me, fissandomi intensamente. Marvel, invece, trotterellava in tutte le direzioni ridendo e facendo battute stupide, in cerca dell’attenzione della sua compagna di Distretto. Il ragazzo innamorato se ne stava come al suo solito dietro tutti noi, in silenzio.
Seguivamo il corso del fiume, l’incendio che ancora divorava la vegetazione sull’altra sponda. Arrivammo in un piccolo laghetto e finalmente la vedemmo: Katniss, la ragazza in fiamme, la ragazza del Distretto 12.
Mi voltai verso Clove e lessi nei suoi occhi lo stesso odio che provavo io. Senza pensarci un attimo iniziammo entrambi a correre, seguiti dagli altri. Ma se il mio obiettivo era quello di ucciderla per sperare così che anche lei capisse cosa significava essere un innamorato sventurato, Marvel pensava solo a pavoneggiarsi e a strillare.
La ragazza in fiamme lo sentì e subito iniziò a correre nella direzione opposta alla nostra.
Cercai di raggiungerla. Ero convinto di farcela dato che era ferita a una gamba, ma le urla di quell’idiota di Marvel l’avevano avvertita troppo presto della nostra presenza ed era riuscita a fuggire e a rintanarsi sopra un albero.
“Ci penso io” dissi iniziando ad arrampicarmi. Ero il più agile e il più forte lì in mezzo, quindi il più adatto per l’impresa. Mentre lei saliva più su io cercavo di raggiungerla, la spada nella mano. Le grida degli altri provenienti dal basso mi incoraggiavano a proseguire e a farla fuori.
Ma tra tutte le urla, io sentivo solo Clove.
Ripensai a l’altra notte nella tenda, quando avevo capito il motivo per cui lei la odiava, e adesso riuscivo quasi a sentire un briciolo di speranza nel profondo della sua voce.

Sperava, come me, nella sua morte.

Sperava nella fine della speranza degli abitanti del Distretto 12.

Sperava che gli sventurati amanti del Distretto 12 potessero incontrarsi di nuovo sottoterra e non vedersi mai più in quell’Arena.

Sperava che il pubblico non tifasse più per loro ma per noi.

Sperava che quella sensazione che suggeriva a entrambi che i ragazzi del 12 sarebbero tornati a casa insieme svanisse.

Ma non riuscii ad accontentarla.
Un ramo cedette sotto il mio peso e mi ritrovai al suolo. Ero un po’ dolorante ma, per non dare soddisfazioni alla ragazza del 12, mi rialzai senza lamentarmi.
Ma anche questa volta ce l’aveva fatta. Non riuscimmo a ucciderla, tanto era in alto. E allora Peeta, che fino ad allora era rimasto a guardare, suggerì di aspettarla lì.
Lo detestavo con tutto me stesso, e una volta sciolta quest’alleanza sarebbe stato il primo che avrei fatto fuori. Ma, nonostante ciò, dovetti ammettere che la sua era l’idea migliore. In fin dei conti era vero, doveva scendere per forza di lì.
Ci dividemmo per cercare la legna per un fuoco e lo accendemmo. Eravamo però senza provviste e senza un luogo sicuro per dormire.
La cosa mi rendeva agitato, soprattutto perché eravamo nel pieno della foresta e non potevamo vedere se qualcuno si avvicinava.
Ma chi lo avrebbe fatto? Chi avrebbe attaccato i Favoriti, rivestiti di armi fino ai denti?
Nessuno. Ma per sicurezza decisi di organizzare dei turni.

I primi eravamo io e Clove.
Tutti gli altri dormivano, quando mi accostai a lei e bisbigliai: “Tutto bene? Oggi è stata una giornata movimentata.”
“Già. Soprattutto per il nostro eroe.” Il sarcasmo nel suo tono era evidente.
“Davvero sei gelosa di lei?”
“Ma chi? Io? Gelosa della ragazza dai capelli biondi? Gelosa della ragazza bellissima? Gelosa di quella stupida dal sorrisino perfetto? Improbabile.” Ancora sarcasmo.
“Appunto. Non hai motivo di essere gelosa” e dicendo così le presi la mano. “Sei tu la ragazza più bella che conosco e nessun’altra può fare niente per farmi cambiare idea.” Le diedi un bacio sulla guancia e vidi un piccolo sorriso spuntarle sul volto. Forse, se non fosse stata notte, avrei visto anche un lieve rossore sulle sue guance.
“Be’ lei non la pensa così. Lei crede che tu preferisca lei. Me lo ha detto poco fa, mentre raccoglievamo la legna” sbottò con rabbia.
“Cosa?!”
“Sì, ha detto che tu vuoi lei e bla bla bla. Che io non devo mettermi in mezzo e cose così.”
“E tu non le hai detto niente?”
“L’ho solo minacciata di piantarle un coltello dritto in gola se non avesse subito chiuso quel becco da papera che si ritrova al posto della bocca.”
Scoppiai a ridere, anche se forse era un momento inappropriato. Anche Clove rise, e poi si accoccolò tra le mie braccia. La strinsi forte, sperando di non dovermi mai più muovere di lì e poterla avere sempre accanto a me.

Salve a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo. L'ho scritto con un po' di fretta quindi perdonatemi per eventuali errori. Fatemi sapere cose ne pensate. Un bacio! :)

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lys3