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Autore: pazzamenteViola    07/09/2013    2 recensioni
Giada e Alex. Alex e Giada.
Lui la ama, ma lei? Perché continua a fuggire?
E se un insospettabile diventasse il terzo incomodo? Chi sceglierà Giada? Alex, sé stessa o...
Se vi siete appassionati ai protagonisti di "I suoi occhi nei miei" e volete sapere come va a finire, siete nel posto giusto!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giada&Alex'
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I miei occhi sempre fissi nei suoi, continuai a camminare cercando di tenere a freno l'istinto di correrle incontro e baciarla …  Come faceva ad essere così dannatamente bella? Anche dopo un lungo viaggio,  senza un filo di trucco, i capelli raccolti frettolosamente in una coda di cavallo era  sempre e comunque bellissima. Giada distolse lo sguardo per un attimo e vidi i suoi occhi spostarsi su qualcosa accanto a me, fu solo in quel momento che mi ricordai di Alyssa e delle nostre mani intrecciate. Ormai l'avevamo raggiunta, mi salutò con un distacco che mi colpì come un pugno in pieno stomaco, le risposi con un tono altrettanto freddo e poi feci la domanda più stupida del mondo: “Fatto buon viaggio?" Che razza di idiota!Dopo quattro mesi era quello il meglio che sapevo dirle?
Un silenzio imbarazzante cadde tra di noi, così Michele decise di intervenire: "Ehm... Voi due non vi conoscete... Giada, lei è Alyssa. Alyssa, lei è Giada, la sorella di Andrea."
Le tese la mano come se non le importasse. “Davvero non ti importa, principessa?” pensai tra me e me.
"Piacere mio" rispose Alyssa stringendole la mano, mentre con l'altro braccio cinse il mio fianco, stava marcando il territorio. Quel gesto mi infastidì parecchio, ma fortunatamente anche Giada non rimase indifferente, puntò i suoi splendidi occhi azzurri nei miei e con tono di sfida disse: "Andrea non mi ha detto che ti eri fidanzato” mise molta enfasi su quell’ultima parola, poi si rivolse ad Alyssa: “State insieme da molto?"
"Quasi due mesi." Le rispose orgogliosa.
 "Wow! Due mesi, è quasi un record per te. Giusto Alex?"
Perchè faceva così? Sapeva benissimo che non era vero, era lei era sempre stata lei. Ero a disagio, non sapevo cosa dire, non potevo negare, non potevo confermare: "Sai com'è?” le risposi: “Quando si trova la persona giusta, il tempo perde valore" Era dannatamente vero, io l’avevo trovata la persona giusta, era proprio lì, davanti a me. La conversazione stava prendendo una brutta piega e Michele tentò di inserirsi: "Andiamo a trovare Mara?".
Giada lo zittì: “Dimmi Alyssa…”marcò di proposito l’ultima vocale, sapevo che avrebbe odiato il suo nome: “…come vi siete conosciuti?"
 Ecco la grande domanda, quella che avrebbe scoperto le carte, Alyssa cercò prima il mio sguardo e poi disse: “In un modo molto carino a dire il vero... Era entrato nel bar dove lavoro per una birra ed eccoci qua."
"In un bar? Davvero!" Giada sorrise, ma era uno dei suoi sorrisi più falsi. Allora  le importava? Avevo ancora qualche possibilità? Volevo dire qualcosa, sminuire tutta quella storia, farle capire che per me c'era sempre e solo lei, stavo per dire qualcosa quando …
“ Giadaaa... Sei arrivata!” Mi voltai, Andrea le stava correndo incontro; in un attimo l’aveva raggiunta e stretta in un grande abbraccio. Continuai ad osservare i suoi occhi, era commossa: per il fratello o c’era dell’altro? Avevo qualche speranza?
Andrea la portò via subito per farle vedere la bambina, lei gli sorrise, era un  sorriso dei suoi, di quelli che partivano dagli occhi e illuminavano la stanza: “Andiamo.” Disse e poi aggiunse rivolgendosi a Michele:”A dopo!”  
Mi aveva completamente ignorato, dovevo fare qualcosa, non potevo lasciarla andare via così, aveva frainteso tutto. Misi la mano libera in tasca e feci partire la suoneria del cellulare, finsi di guardare il mittente: “Scusate" dissi : “devo rispondere” mi allontanai da Alyssa, mentre Michele mi lanciò un'occhiata, tipica di chi aveva capito tutto. Finsi di  essere impegnato in una conversazione fino quando non fui abbastanza lontano, poi mi diressi alla nursery.
 
Giada era di spalle, intenta a guardare suo fratello che prendeva in braccio la piccola Mia,  il suo riflesso nel vetro sorrideva divertito, mi avvicinai silenziosamente e le cinsi la vita con il braccio. Il suo corpo ebbe un lieve sussulto quando la mia mano toccò il suo fianco. Giada non si voltò nemmeno: “ Cosa vuoi?” chiese scocciata .
“Mi sei mancata” le sussurrai all’orecchio. 
“Ne sarà contenta, Alyssa”
Il suo commento, mi strappò un sorriso compiaciuto… le importava.
Decisi di provocarla: “Se non ti conoscessi direi che sei gelosa” dissi mentre la attiravo ancora più vicino a me, il suo fianco ormai incollato al mio. Sapevo che quel gesto l'avrebbe innervosita, appoggiò una mano sulla mia nel tentativo di liberarsi dalla mia stretta, ne approfittai per attirarla ancora più vicina a me. Il mio petto contro il suo, i nostri visi vicini, Giada teneva lo sguardo basso, come se avesse paura di incrociare i miei occhi : “Perché non mi guardi” chiesi divertito, mentre le alzavo con delicatezza il mento.
“ Ti sto guardando, contento” rispose ancora indispettita, ma il battito accelerato del suo cuore la tradì.
Annuii mentre lentamente avvicinavo le mie labbra alla sue. Avevo desiderato quel momento da troppo tempo, avevo desiderato di stringerla tra le mie braccia,  di sentire ancora il suo profumo, il suo sapore e finalmente… “Sorellina, ti presen…” Andrea si bloccò stupito dalla scena che aveva appena interrotto.
Giada ne approfittò per liberarsi dalla mie braccia e avvicinarsi alla sua nipotina: ”Andre, guarda: mi sta sorridendo” richiamò l’attenzione del fratello mentre afferrava la manina che Mia stava allungando verso di lei.
Andrea, come risvegliato da un sogno, le sorrise: “Sorellina, questa è Mia. Mia questa è zia Giada” le presentò e  una piccola lacrime bagnò il volto di Giada.
"Vuoi tenerla in braccio”
“ Io? Ma…”
Andrea le sorrise e le passò la piccola, non riuscii a staccare gli occhi da lei. Era così felice, così naturale, così a suo agio con quella piccola creatura tra le braccia: “Andrea… è bellissima!” le sentii dire.
“Già, davvero bellissima” Commentai ad alta voce.
Giada alzò lo sguardo verso di me, le sorrisi; sapevamo entrambi che non mi riferivo alla bambina. Alzò gli occhi al cielo e mi sorrise, come faceva sempre quando, al termine di una discussione, dicevo qualcosa che le faceva dimenticare il motivo per cui era arrabbiata con me.  In quell’istante capii molte cose: mi amava, mi aveva sempre amato e sapeva che se mi avesse rivisto, mi avrebbe perdonato. Per un istante pensai che non era cambiato nulla, che quei mesi lontani erano solo un brutto incubo, che quella volta sarebbe stato diverso, sarebbe stato per sempre, ma mi sbagliavo. Un attimo dopo, la sua espressione cambiò, un muro si interpose ancora tra di noi, più alto e resistente del precedente.
"Andiamo dalla mamma, piccolina?" disse mentre s’incamminava.
“Ottima idea” commentò Andrea e mi diede una pacca sulla spalla, incoraggiandomi a seguirli.
 
Fuori dalla stanza di Mara, il gruppo era aumentato: Margherita, Giorgio e Stefano si erano uniti a Michele e Alyssa.
“Cosa ci fate qui?” chiese Andrea, probabilmente perchè la smettessero di spostare lo sguardo da me a Giada, increduli nel vederci così vicini… o forse così lontani!
“Volevamo rivedere questo spettacolo della natura” disse Margherita avvicinandosi a Giada e sorridendo alla piccolina.
“Amico… mi sa proprio,che ti sei cacciato in un brutto guaio” commentò Michele rivolgendosi a Giorgio.
“Non ti preoccupare…” lo zittì Margherita: “Non c'è alcun rischio... Per ora mi bastano i bambini che mi affollano casa il primo lunedì di ogni mese!” aggiunse riferendosi alle nostre serate a base di birra e sfide alla play station.
Giada e Margherita si scambiarono un sorriso complice, mentre Michele aprì la bocca per ribattere, ma non riuscì a trovare le parole.
“Te la sei cercato cognatino!” lo sbeffeggiò Andrea. “Mara è sveglia?”
“Non lo so” ammise Michele: “qualcuno mi ha vietato di entrare” aggiunse lanciando un'occhiataccia a Giada, che rispose con una smorfia.
“Allora andiamo prima noi” disse prendendo la piccola dalle braccia di Giada ed entrando nella stanza della moglie.
Appena Giada fu libera, Margherita la abbracciò: “è bello averti qui! Ci sei mancata.”
“Assolutamente...” disse Giorgio avvicinandosi per abbracciarla a sua volta: “Ho finito gli aneddoti con cui prendere in giro Stefano, tu sei la mia miglior fonte di informazioni …” scherzò
“Ah ah… Molto simpatico, ti brucia perché ti batto sempre!” commentò Stefano e rivolgendosi a Giada: “Io non mi merito un abbraccio?” chiese allargando le braccia, mentre lei sorridendo gli andava incontro.
“Mi sei mancato” disse.
Quelle parole mi diedero un gran fastidio: “ed io non ti  sono mancato?” pensai.
“Anche tu” ammise Stefano stringendola più forte a sé e…  stava respirando il suo profumo? La scintilla che vidi nei suoi occhi era forse… “No” mi risposi.... Stavo diventando paranoico, si conoscevano da una vita, erano amici da una vita.
Andrea, uscendo dalla stanza, interruppe i miei pensieri: “le signore sono pronte a ricevervi” scherzò invitandoci ad entrare.

Fui l’ultimo ad entrare, poco prima di varcare la soglia Alyssa mi bloccò, trattenendomi per un braccio.
“Chi era al telefono?” chiese
“Il fisio della squadra” mentii
“Cosa ci facevi con loro?”
La guardai scocciato: “Li ho incontrati in corridoio mentre tornavo qui! D'accordo?”Notai che il mio tono l'aveva ferita così aggiunsi sorridendo: “adesso entriamo?”
 Lei annuì, sollevata ed entrammo in quella stanza, vedendomi Mara sorrise, quando si accorse che Alyssa era con me, mi lanciò la stessa occhiata di disappunto che il fratello mi aveva riservato nel parcheggio. Giada  seduta al suo fianco, si voltò a guardarmi, nei suoi occhi non trovai alcun appiglio che mi lasciasse sperare … Era così dannatamente testarda.
  
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