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Autore: Bei e Feng    07/09/2013    3 recensioni
L'estate è il periodo di vacanze per eccellenza. Vacanze che di solito si passano al mare. Anche se Tsuna preferirebbe passarle a casa a recuperare le ore di sonno perse con scontri mafiosi vari.
Ma se Kyoko lo invitasse a passare un'intera giornata al mare con lei, loro due soli?
Tsuna immagina già che questo piccolo invito possa diventare l'inizio della sua storia d'amore con la ragazza più carina della scuola.
Ma le cose non sempre accadono come vogliamo noi!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
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E così siamo arrivati al penultimo capitolo di questo tripudio di deliri :'( . Ma non disperate: avete ancora un altro capitolo, dopo questo, per ridere! ;)
In questo numero (abbiamo sbagliato i calcoli: è questo, in assoluto, il capitolo più lungo della storia. Scusateci!) i nostri personaggi sono alle prese con le preparazioni per il ballo di Ferragosto, e con il ballo stesso. ^^
Buona lettura!


- Decimo, - chiese Gokudera a Tsuna, passandosi una mano sulla nuca che aveva ricevuto una delle tonfate fatali di Hibari, una volta che loro due e alcuni superstiti si furono messi in salvo dai tonfa del Presidente del Comitato Disciplinare nella hall dell'albergo. - Chi avete intenzione di invitare al ballo? -
- Invitare? - ripeté Tsuna, seduto su una poltrona di fronte ad Hayato, ancora sconvolto per ciò che era appena accaduto, massaggiandosi la spalla indolenzita dalle tonfate di Kyoya.
- Certo, Tsuna - intervenne Yamamoto, seduto sul tappeto, solare nonostante il labbro che Hibari gli aveva rotto. - Bisogna invitare una ragazza quando c'è un ballo. Nei film è sempre così! -
- Inutile insistere, bombarolo - s'intromise Mukuro, in piedi a qualche metro da loro, il collo dolorante. - Tsunayoshi non ti inviterà al ballo: inviterà Sasagawa. -
Fortunatamente Yamamoto trattenne Gokudera dal ridurre in cenere l'illusionista.
"Oddio! Perché l'ha detto?" Tsuna gelò da capo a piedi, nel sentire le parole di Rokudo, lanciando un'occhiata preoccupata a Ryohei, dietro di lui. "Il Fratellone l'avrà sicuramente sentito, e non permetterà mai che io inviti sua sorella!"
- Sawada! - esclamò infatti la voce indignata di Sasagawa, in piedi accanto a Gokudera. - Non credere che io mi metta una gonna per ballare con te! -
Tsuna tirò un sospiro di sollievo. "Per fortuna Ryohei non capisce niente!..."
- A parte gli scherzi, chi inviterai, Tsuna? - chiese Yamamoto, sorridente, rivolto al Decimo.
Sawada lanciò una rapida occhiata a Ryohei, come per valutare la possibile reazione del pugile alla risposta che avrebbe voluto dare, poi, decidendo di non rischiare, liquidò la risposta alla domanda di Takeshi con un vago 'beh... non saprei...'.

Le ragazze, invece, erano state tra le prime ad allontanarsi dalla spiaggia, più o meno non appena avevano intravisto Uni e Gamma paracadutarsi giù dall'aereo. Colpite da quell'entrata ad effetto (a loro detta) molto romantica, li avevano raggiunti e avevano invitato la ragazza a seguirle in albergo, evitando così, a loro insaputa, l'attacco mortale di Hibari. In quel momento, si trovavano tutte in camera di Kyoko e I-Pin, mentre Gamma aveva insistito per aspettare fuori, non volendosi allontanare più di qualche metro dalla sua Principessa.
Mentre Chrome, Haru, Kyoko, Bianchi e Uni si mettevano d'accordo per andare a fare compere il mattino seguente, I-Pin guardava con aria pensierosa il biglietto che aveva preso in spiaggia. Da bambina della sua età, il cui universo era tutto rose e fiori, non desiderava altro che partecipare a quel ballo, così come vi avrebbero partecipato le ragazze, una volta avuto un vestito. Ma lei era troppo piccola. Chi l'avrebbe invitata? Lambo? Non fosse mai! Magari Fuuta, ma era già un po'più grande. E poi le ragazze, con la testa persa tra fantasticherie e possibili modelli e colori di vestiti, l'avevano totalmente esclusa, non sapendo che lei, invece, avrebbe voluto tanto partecipare, e invitare una certa persona.
- Dove stai andando, I-Pin? - chiese Bianchi, guardando la bambina che stava abbassando la maniglia della porta, cercando di non dare nell'occhio.
- Be'... ecco... - la bambina cercò di inventarsi una scusa valida, senza però trovarne alcuna.
Ma Bianchi si alzò in piedi, senza attendere una risposta, e la superò, aprendo la porta.
- Vieni, ti accompagno. - disse, sorridendo.
I-Pin, perplessa, uscì. La ragazza chiuse la porta e poi si incamminarono lungo il corridoio del loro piano, verso l'ascensore.

- Oh, mi sento proprio lusingato!!! - esclamò Luss, stringendo il biglietto d'invito al petto e percorrendo a giravolte l'intera stanza che era stato costretto a dividere con Levi. - Devo subito comprare un vestito! - smise improvvisamente di volteggiare, pensieroso, poi si rivolse al suo compagno di stanza, trionfante. - Levi-chan, tu e gli altri mi darete una mano: andremo a fare shopping e vi comprerò un sacco di bei vestitini colorati! -
- Oddio!... - mormorò Levi, con l'aria di chi si trovasse in un incubo, seduto sul suo letto, chinando il capo fino alle ginocchia.
- Non ti azzardare! - urlò Mammon, sbucando da dietro una porticina che collegava la camera sua e di Bel con quella di Luss e Levi. - Abbiamo lavorato sodo per guadagnare quei pochi spiccioli che abbiamo! E poi, se li spendessimo per comprarti qualcosa, a cosa sarebbe valsa la fatica di rubare questi dal secchio dell'Humana e ad infilarci nel carretto di un trattore per risparmiare una corsa in taxi fino qui? -
- Inoltre il principe non ha intenzione di indossare i tuoi 'vestitini colorati', Lussuria! - obiettò Bel, comparendo dietro Mammon e facendo il verso a Luss nel pronunciare quel 'vestitini colorati'.
- VOOOI!!! - Squalo sbucò da una porta opposta a quella da dove erano comparsi Mammon e Bel. - Un po'di rispetto per chi li ha guadagnati, quei soldi! -
- Chissà perché, - disse Luss, pensieroso. - Ma queste mi sembrano le parole che mi dicevano in occasione della festa del... -
- Papààà, voglio del whisky!!! - urlò Xanxus, alle spalle di Squalo.
- VOOOI!!! - gli rispose Superbi, imbarazzato, mentre Bel sghignazzava senza ritegno. - Non rompere tu!!! -

- Credo di capire come ti senti - sospirò improvvisamente Bianchi, una volta che lei e I-Pin furono arrivate in spiaggia. - Sei piccola, e per questo non puoi ballare. - fece una breve pausa, guardando in aria. - Anche io vorrei invitare il mio Reborn... -
Il sole era ormai tramontanto da tempo, e il cielo si era già tinto del colore scuro della notte. Un sottile spicchio di luna appena sorta torreggiava in alto, accompagnato da alcune stelle appena spuntate e dalla luce ancora timida.
- Lo sai? - chiese poco dopo Bianchi, continuando a guardare il cielo. - Si dice che se si vede una stella cadente e si esprime un desiderio, questo si avveri. -
I-Pin la guardava, sognante, come se stesse osservando un abile prestigiatore cimentarsi in un numero di magia molto difficile.
- Ci vogliamo provare? - le chiese Bianchi, rivolgendole un sorriso solare. - Del resto cosa abbiamo da perdere? -
- Proviamo! - esclamò la bambina, entusiasta, sorridendo anche lei.
Bianchi la prese in braccio e restarono lì, immobili, con gli occhi fissi al cielo, fino a quando la prima stella cadente di quella serata non passò di fronte ai loro sguardi, ripagandole della lunga attesa.
- L'hai espresso? - chiese Bianchi alla bambina, che annuì, fiduciosa in quella infondata leggenda appena raccontatale. - Allora andiamo. -
E così tornarono in camera.

L'indomani mattina fu speso da tutti gli invitati a svaligiare negozi in cerca di qualcosa di elegante, mentre il pomeriggio fu dedicato ai preparativi rimasti, cioè i più importanti...
Ore 16:10. Camera di Tsuna.
- Allora, Decimo? - chiese Gokudera, ansioso, saltando in piedi non appena Tsuna varcò la soglia della porta della propria camera, dove si erano radunati tutti i ragazzi (eccezione fatta per Hibari, ovviamente, e per Lambo, che era fuori a giocare con I-Pin, Fran e Fuuta). - Ha accettato il Vostro invito? -
- A dire il vero... non sono riuscito a parlarle. - rispose Tsuna, chiudendo la porta e guardando, uno ad uno, i volti speranzosi dei suoi amici, che attendevano l'esito del suo invito a Kyoko.
Ci fu un coro di sospiri delusi.
- Fratellino, non è male essere timidi, - lo rimproverò Dino. - Ma esserlo troppo può dare problemi! -
- Sawada, non ti preoccupare - Ryohei, l'unico ignaro che la ragazza che il suo amico voleva invitare fosse sua sorella, gli appoggiò amichevolmente una mano sulla spalla. - Hai solo bisogno di allenamento. Quindi ora siediti, e prova con me! Io sarò la ragazza, e tu mi dovrai invitare. -
- Eh? - esclamò Tsuna, sconvolto da quella proposta.
- Mi sembra un'ottima idea! - assentì Yamamoto. - Cominciamo subito! -
Ryohei si sedette sul bordo del letto, le braccia incrociate, in attesa. Tsuna, in piedi di fronte a lui, lo guardava, imbarazzato e confuso.
- Allora, Tsuna? Perché mi hai chiamato? - chiese il pugile, con la voce sforzata per essere abbastanza femminile.
Tsuna rabbrividì, reprimendo l'istinto di tirare qualcosa in faccia al suo amico, poi si concentrò. Si schiarì la voce un paio di volte, più per prendere tempo che non per necessità, e infine cominciò a parlare:
- Scusami per averti scomodato... - e alzò gli occhi su Ryohei, come per avere un giudizio su quell'inizio.
Sasagawa lo guardava con lo sguardo di quella che, probabilmente, voleva essere una ragazzina speranzosa e sulle spine, ma che risultava del tutto stomachevole.
- Io... io... io volevo... farti... una richiesta. - lentamente, Tsuna stava acquisendo un po'più di sicurezza.
Ryohei restava immobile, sbattendo ogni tanto le palpebre più rapidamente del normale, e senza distogliere lo sguardo da Sawada. Gokudera, alle sue spalle, aveva l'espressione di chi stesse guardando un film horror alquanto truculento.
- Bene... - riprese Tsuna. - Io... io... io vorrei... ecco... che... tu... che tu... venissi al ballo con me. -
L'atmosfera della stanza restò per un attimo immobile, e Tsuna cercò di ripensare a ciò che aveva detto, esaminando attentamente ogni parola, come per trovarci qualche errore di pronuncia o lapsus, ma non ne riscontrò.
Poi, in una frazione di secondo, i suoi amici scoppiarono in uno scroscio di applausi. Yamamoto e Dino ridevano, Ryohei era entusiasta, Basil e Gokudera un po'confusi.
- Sawada, - disse poi Ryohei, circondando le spalle dell'amico con un braccio, mentre la sua espressione facciale tornava normale. - Se fossi stato nella tua ragazza, avrei accettato immediatamente. -
- Avete un futuro da attori. - commentò Dino, applaudendo.
- Meno male che è finita... - mormorò Gokudera, sconvolto, rivolgendosi poi con rabbia a Sasagawa. - Non ti azzardare più a proporre idee simili, Testa a Prato! - poi si rivolse a Yamamoto, che ancora rideva. - E tu sta'zitto! -
- Bene, Sawada-dono, - concluse Basil, soddisfatto. - Ora potete andare a dichiararvi! -
Ora restava solo l'esame vero e proprio.

Ore 17:00. Corridoio sul quale si affacciavano le camere delle ragazze.
MM passava di lì per entrare in camera e prepararsi per il ballo. Avrebbe indossato quanto di più elegante aveva nel tentativo di abbordare qualche vecchio mafioso riccone che, sicuramente, si sarebbe presentato alla festa. Stava giusto passando di fronte alla camera di Kyoko e I-Pin, quando udì una voce.
- Chrome, forse è meglio che tu vada a prepararti - disse Haru. - Se vuoi fare colpo su di lui devi essere molto curata. Tra poco verrò anche io in camera. Se vedi Kyoko, dille che ho io la chiave della sua stanza. -
- Va bene. - rispose Chrome, timida.
"Lui???" MM gelò e si fermò di scatto. "Non staranno parlando mica di Mukuro-chan???"
Improvvisamente la ragazza udì il suono della porta che stava per essere aperta. Si guardò attorno rapidamente, e non appena individuò una nicchia ospitante una finestra, e si fu accertata di poterci entrare, si fiondò lì e si nascose. Qualcuno uscì dalla stanza proprio in quel momento, e MM si affacciò. Chrome stava richiudendo la porta e si stava dirigendo verso la propria camera.
"Dannata ragazzina! Vuoi provare a fare colpo su Mukuro-chan, eh?" MM ribolliva di rabbia. "Se è così, ti darò una bella lezione!"
- Ehi, Chrome. - disse, uscendo dal suo nascondiglio.
La ragazza si voltò, sorpresa di udire la voce dell'altra.
- Vuoi che ti dia una mano a prepararti? - le chiese MM, con un'aria maligna negli occhi che Chrome, sfortunatamente, non riuscì a notare.

- Pensi che questo mi possa stare bene, Tsuna-kun? - chiese Kyoko al ragazzo, mostrandogli un vestitino a pois.
- Be'... io... - cercò di rispondere Tsuna, imbarazzato, senza sapere nemmeno lui cosa dire.
Kyoko era entrata in camera sua da poco più di un paio di minuti per chiedergli consigli sul vestito da indossare alla festa, e gli altri ragazzi si erano trasferiti nella camera di Ryohei, Basil, Lambo e Gokudera per lasciarli da soli.
- O forse è meglio quest'altro? - incalzò lei, tirandone fuori un altro dalla fantasia rossa e viola.
- Kyoko... - si decise finalmente lui. - Io... prima devo chiederti una cosa. -
- Cosa? - chiese lei, perplessa.
- Si tratta... del ballo. - disse Tsuna.
Kyoko non rispose.
- Io... io... io... - l'immagine della faccia 'femminile' di Ryohei gli tornò improvvisamente di fronte agli occhi, pur essendo il pugile diverse stanze più in là. - Io vorrei... - le prese entrambe le mani, imbarazzato.
- Vorrei... che tu... che tu venissi... al... al ballo... - disse il ragazzo, gli occhi bassi. - Con me. -
Per un attimo ci fu un lungo periodo di silenzio. Ancora più imbarazzato, Tsuna lasciò le mani della ragazza, senza nemmeno alzare gli occhi da terra. Come anche durante la prova che aveva fatto con Ryohei, ripensò ad ogni singola parola che aveva pronunciato, senza trovare nessuna gaffe.
- Va bene. -
- Cosa? - domandò Tsuna, sconvolto.
- Ho detto: va bene. - ripeté Kyoko, divertita.
- Wow! - mormorò il Decimo, lasciandosi sfuggire un flebile sorriso non ancora convinto. - Comunque credo che questo vestito ti stia meglio di entrambi. - disse poi, mostrando alla ragazza un terzo.

Ore 17:40.
I-Pin stava aspettando il ritorno di Kyoko di fronte alla porta della loro camera, quando Lambo passò da quelle parti.
- Testa a Salsiccia, sei proprio stupida! Non hai neanche le chiavi della stanza! - la canzonò immediatamente il bambino rompiscatole.
- Lambo, vieni qui! - urlò I-Pin, correndogli dietro.

Ore 18:30.
- Adesso voglio proprio sapere perché siamo stati chiamati qui, korà! - esclamò Colonnello, raggiungendo tutti gli altri Arcobaleno nel corridoio del primo piano.
Ovviamente erano tutti ospiti in quell'albergo in quanto invitati alla festa di quella sera.
- Reborn, se questa è un'altra delle tue...! - Lal Mirch minacciò il tutor.
- Ti posso assicurare che io non c'entro niente. - rispose Reborn.
- Di chi è stata l'idea di questi biglietti? - chiese Fon, apparendo da chissàdove, seguito immediatamente dopo da Skull che cercava di entrare dalla finestra con un po'di difficoltà.
- Spero solo che non si debba pagare, per partecipare. - puntualizzò Mammon.
- Credo che tu possa stare tranquilla per i tuoi risparmi, Viper. - osservò Verde.
- Abbiate pazienza, lo sapremo presto. - li rassicurò Uni, sorridente.
Ma proprio in quel momento i due bambini pestiferi fecero il loro ingresso dall'altro lato del corridoio. Gli Arcobaleno si scansarono per farli passare, e non sarebbe successo niente se I-Pin non avesse lanciato a Lambo uno dei suoi gyoza-ken, facendolo cadere di fronte agli Arcobaleno, a terra, in un mare di lacrime, mentre il suo bazooka usciva dalla matassa di capelli del bambino, precipitando su di loro.
- Si può sapere che sta succedendo? - chiese Fran, atono, uscendo dalla propria stanza che, guarda caso, era lì davanti.
Nessuno gli rispose, ma non appena la nube causata dall'esplosione del bazooka si dissolse, gli undici presenti del corridoio erano cresciuti di ben dieci anni.

Ore 19:00
Kyoko e Haru, pronte per la festa, svoltarono per raggiungere l'ascensore, quando una sagoma scura apparve loro davanti quasi senza preavviso.
- AAAHHH!!! - strillarono, paralizzate dalla paura.
La sagoma sobbalzò, poi si ritrasse, imbarazzata. Le due ragazze tacquero, osservandola attentamente. Aveva i capelli sciolti, separati da una riga in mezzo, che le scendevano lungo il volto, coprendole l'occhio destro, e raggiungendo le spalle. La carnagione era letteralmente cadaverica, le labbra tinte di un rossetto color vinaccia volutamente sbavato, l'ombretto prugna il cui colore aveva la stessa consistenza della tempera, messo a casaccio sulle palpebre e una quantità eccessiva di mascara nero sulle ciglia. Aveva un macabro vestito nero mezzo strappato e scollatissimo, lungo fino ai piedi, dove calzava un paio di tacchi neri vertiginosi.
- Chrome! - esclamarono Kyoko ed Haru, riconoscendo la Morticia Addams che si trovavano davanti.
- Ma come ti sei conciata!? - urlò Haru.
- Io... - Dokuro cercò di spiegare che non era opera sua.
- Santo Cielo! Vieni con me: ti darò una bella aggiustatina! - esclamò Miura, afferrandola per un braccio e trascinandola con sé, seguita da Kyoko.

Bianchi stava giusto mettendosi il rossetto, quando qualcuno bussò alla porta.
- Avanti - disse. - E' aperto. -
- Bianchi-chan, ho bisogno di una mano. - disse I-Pin, alle sue spalle, esitante.
- Che cosa c'è?... Eh?! - chiese Bianchi, voltandosi e restando di stucco, nel trovarsi di fronte una I-Pin quindicenne.
- Credo che il desiderio si sia avverato, ma i vestiti che avevo scelto non mi entrano più. Mi sta bene solo la divisa di lavoro che porto in questo momento. - spiegò la ragazza cinese, confusa.
- Ma come hai...? Questo vuol dire che anche Reborn... - balbettò la sorella di Gokudera, esterrefatta. - No, me lo spiegherai più tardi. Adesso siediti pure sul letto. Vado a vedere se ho qualche vestito per te... -

- Qualcuno di voi sa dove sia Ryohei? - chiese improvvisamente Yamamoto, alle spalle di Tsuna e Gokudera.
- L'ultima volta che l'ho visto era in camera a prepararsi. - rispose Basil, alla sua destra.
- Ma quanto ci mette? - esclamò Dino, alla sinistra di Takeshi.
Loro erano già tutti pronti e si stavano avviando verso la spiaggia, con le loro divise eleganti addosso e i garofani nel taschino, ma di Ryohei avevano perso le tracce.
- Quello stupido Praticello!... - bofonchiò Gokudera.
Ryohei apparve al'improvviso in fondo al corridoio. Indossava un'elegante giacca bianca, cravatta rosso bordeaux e...
- Ryohei, perché ti stai portando dietro quel carrello? - gli chiese Yamamoto, notando che Sasagawa si stava coprendo la parte inferiore del corpo con uno di quei carrelli che usano le cameriere per trasportare le lenzuola e quant'altro.
Il pugile tacque per un attimo, poi sospirò.
- Sawada, la tua dichiarazione è stata così commovente... - e scansò il carrello. - ... che ho deciso di accettare di indossare una gonna per ballare con te ALL'ESTREMOOO!!! -
Gli occhi di Tsuna raddoppiarono di dimensione alla vista della gonna viola che il pugile si era messo.
- Ma cosa ti salta in mente??? - urlò Gokudera, raggiungendo Ryohei e conducendolo a calci nel sedere in camera. - Nessuno qui ti ha invitato a ballare!!! Vai subito a metterti un paio di pantaloni, idiota!!! -
- Oddio... - si limitò a mormorare Tsuna, guardando Yamamoto e gli altri che ridevano.

Ore 20:05, spiaggia.
Si erano tutti radunati lì da almeno cinque minuti, ma la spiaggia era deserta. Qualcuno stava già proponendo di tornare in albergo, quando, improvvisamente, videro una nave avvicinarsi sempre di più. Dopo una decina di minuti poterono identificarla chiaramente come una rompighiaccio. E sulla prua di questa rompighiaccio...
- Buonasera, signore e signori! Benvenuti al primo Cenone e Ballo di Ferragosto in puro Stile Vongola! - sulla prua della nave, ora abbastanza vicina alla costa, Iemitsu dette loro il benvenuto. - Vi verranno mandate delle scialuppe attraverso le quali potrete salire a bordo, dove avrà luogo la festa. Ogni scialuppa può contenere un massimo di sei persone. Quindi non spingete e ci vediamo a bordo! -
Di lì a poco una quantità industriale di scialuppe riempì la riva. A gruppi di sei tutti gli invitati salirono e raggiunsero la rompighiaccio. Poi furono condotti in un grande spazio interno, addobbato dei colori allegri e sgargianti dell'estate e con decorazioni floreali stile hawaiano. Tre lati della grande stanza erano stati completamente occupati da tavoli lunghi quanto i lati stessi e ricchi di ogni ben di Dio. Dal soffitto celeste pendeva un maestoso lampadario dal colore bronzeo e le pareti erano occupate in parte da finestre e in parte da specchi, che avevano probabilmente lo scopo di ingannare chiunque entrasse, e convincerlo che la stanza fosse più grande di quanto non lo fosse. Della petroliera che un giorno fu quell'imbarcazione non era rimasto nulla, se non la struttura esterna.
Mentre gli invitati continuavano ad osservare, incantati, la stanza in tutta la sua bellezza, Iemitsu, in giacca e cravatta, si fece largo tra di loro, accompagnato da un'elegante e giovane donna in un abito da sera semplice, blu notte.
- Diamo inizio alla festa e alle danze! - annunciò il capo della CEDEF, facendo un cenno a Shoichi, Spanner e Giannini, che fecero partire la musica. - Auguro a tutti un buon Ferragosto! -
Seguì l'appaluso dei presenti, che lentamente si riversarono nella stanza e, con altrettanta timidezza, dettero inizio alle danze, o all'assalto al buffet.
- Tsuna-kun! -
Tsuna non seppe nemmeno lui come potesse riuscire a sentire quella voce in mezzo a tanta confusione, eppure ci riuscì, e si voltò. Per un attimo gli mancò il fiato, alla vista della ragazza che gli veniva incontro: Kyoko indossava un vestito da cocktail rosa salmone, che le arrivava poco più su del ginocchio. Teoricamente non aveva nulla di speciale, ma forse il colore salmone aveva fatto colpo sul tonno.
- Tsuna-san! -
Un'altra voce, che Tsuna proprio non si aspettava di udire, lo raggiunse dalla parte opposta. Si voltò appena in tempo per vedere Haru che si faceva largo tra la folla in un vestitino corto color buccia d'arancio e con una collanina di perle al collo.
- Andiamo a ballare? - gli chiese, impaziente e tutta sorrisi, non appena lo raggiunse.
- Ballare? - ripeté lui, confuso.
- Ma certo! Non ti ricordi la meravigliosa dichiarazione che mi hai fatto oggi pomeriggio? Eri talmente timido da non essere neanche uscito dalla tua camera! - rise Haru. - Adesso te lo racconto... -

Quel pomeriggio, mentre Tsuna era in camera con gli amici, Haru si trovava a passare da quelle parti. Passando di fronte alla camera di Tsuna, sentì una voce da dietro una porta tossire, con la stessa aria di chi volesse attirare l'attenzione di qualcuno. La ragazza si fermò, perplessa. Un secondo colpo di tosse, poi una voce familiare iniziò a parlare, esitante:
- Io... io... io volevo... farti... una richiesta. -
Haru arrossì.
- Sono pronta... - rispose, esitante.
La voce continuò:
- Bene... Io... io... io vorrei... ecco... che... tu... che tu... venissi al ballo con me. -
La ragazza restò per un attimo paralizzata dallo stupore e dall'imbarazzo.
- Verrò... molto volentieri... - disse, esitante, ma soddisfatta e al settimo cielo dalla gioia. - Allora a stasera! - e salterellò via lungo il corridoio.

- Ecco cos'è successo. - concluse Haru, sorridente.
Tsuna non sapeva come spiegarle che quella era solamente una prova per dichiararsi a Kyoko. Ma in quel momento Gokudera, che stava osservando la scena da lontano, si avvicinò.
- Decimo, questa ragazzina Vi sta importunando? - chiese.
- Ah, eccoti finalmente, Gokudera! - esclamò Miura, facendo dei cenni alle sue spalle. - Ho speso molto tempo per aiutare Chrome a prepararsi, quindi vedi di trattarla bene e di farle tanti complimenti! -
E in effeti Haru aveva fatto un buon lavoro: Gokudera stesso avrebbe stentato a riconoscere Chrome, in quel tubino turchese dalla gonna svolazzante, con i capelli sciolti fino alle spalle e una ciocca che copriva l'occhio destro.
Gokudera e Tsuna balbettarono qualcosa di incomprensibile, confusi e sorpresi di fronte a tanta eleganza da parte della ragazza.
- Boss, è tutta opera di Haru, - spiegò la ragazza, intrecciandosi i capelli e facendo involontariamente tintinnare i braccialetti di metallo che aveva al braccio sinistro. - Io non sarei stata in grado di fare niente da sola... -
- Su, Gokudera! - la interruppe improvvisamente Haru, rivolta ad Hayato. - Che cosa aspetti ad invitarla a ballare? Non è abbastanza carina per te? -
- Che...? - esclamò lui, indispettito.
- Ma io non so ballare... - si giustificò timidamente Chrome.
- Non ti preoccupare, Chrome, - rispose Miura, afferrando Gokudera. - Adesso ti faccio vedere io come si balla! Gokudera, vedi di starmi dietro con i passi. -
- Cosa...? - urlò il bombarolo, ma Haru lo stava già facendo ballare.
Tsuna stava per invitare Kyoko a ballare, quando Iemitsu si avvicinò a lui, accompagnato dalla giovane donna che gli era accanto durante l'inizio delle danze.
- Allora, che te ne sembra di questa festa? - chiese il padre al figlio.
- Be'... - cercò di rispondere Tsuna, cercando, senza successo, di identificare la giovane donna.
- Ah, capisco... - lo interruppe l'uomo, circondandogli le spalle con un braccio. - Non sei il tipo per questo genere di cose... -
- Esattamente. - assentì Tsuna, senza distogliere lo sguardo dalla donna, che si stava guardando attorno, con la stessa aria vaga di Kyoko. Il Decimo non sapeva perché, ma aveva qualcosa di familiare.
Improvvisamente lei incontrò lo sguardo di Tsuna, e il ragazzo finalmente la riconobbe.
- MAMMA??? - urlò, sconvolto.
- Oh, mio Dio, signora Sawada, quel taglio di capelli le sta un incanto! Per non parlare del vestito! - esclamò Kyoko, sorridente. - E che bell'anello! -
- Oh, questo me l'ha regalato Iemitsu per il nostro ultimo anniversario. - spiegò la donna, osservando l'anello d'oro che aveva al dito medio della mano sinistra. - Ci tengo moltissimo. Tu sei una degli amici di Tsuna, vero? -
- Cara, non importunare gli amici di Tsuna con i tuoi discorsi. Andiamo a ballare e lasciamoli divertire. - la rimproverò il marito con un sorriso, portandola via di lì. - Vuoi che ti presenti i miei colleghi di lavoro nel settore del petrolio? -
Il Decimo tirò un sospiro di sollievo nel vedere i suoi genitori allontanarsi.
"Petrolio, eh?" si chiese Tsuna tra sé e sé. "Quando si deciderà a dirle la verità?"
Sawada stava per chiedere per la terza volta a Kyoko di andare a ballare, quando...
- Gokudera! Come ballerino sei scadente! - Haru lanciò Gokudera verso Chrome. - Mio Tsuna, vieni a ballare con la tua Haru! - e afferrò il braccio di Tsuna, senza che questo riuscisse ad opporre resistenza, mentre Kyoko li guardava, sorridendo.
Gokudera, intanto, si diede alla fuga, ma per sua sventura incontrò sua sorella, appena arrivata in compagnia di una ragazza cinese. E trattenne un conato di vomito.
- Hayato, ti ho detto che fumare troppo ti fa male. - lo rimproverò lei, mentre Gokudera si fiondava fuori dal salone, verso il ponte della nave.
- Bianchi! - esclamò Kyoko, raggiungendo le due ragazze. - Chi è questa ragazza che ti accompagna? -
- Lei?... - la sorella di Gokudera cercò di inventarsi un'identità per I-Pin adulta, dato che l'acume di Kyoko non l'aveva riconosciuta. - Be', lei è... -
- Somiglia molto ad I-Pin... - osservò Sasagawa.
- Perché infatti è sua sorella maggiore... - rispose Bianchi, cercando un nome che suonasse vagamente cinese.
- I-Chin. - concluse I-Pin, con un sorriso. - Mi chiamo I-Chin. -
- Molto piacere, io sono Kyoko Sasagawa. - Kyoko le strinse la mano. - Ma dov'è I-Pin? -
- Si è sentita poco bene. - mentì Bianchi.
- Oh, mi dispiace. - sul viso di Kyoko si stampò per un attimo un'espressione di tristezza, ma poi tornò il solito sorriso. - Comunque le somigli veramente tanto! E hai veramente un bellissimo vestito!... -
I-Pin arrossì, mentre alle loro spalle, improvvisamente, apparve Ryohei.
- Sorella, vuoi ballare con il tuo fratellone ESTREMO? - chiese il pugile a Kyoko.
- Volentieri, fratellone. - rise la sorella.
E Ryohei la trascinò nella pista.
Non appena i due si furono confusi tra la folla, I-Pin si voltò verso Bianchi.
- Come mai Kyoko non mi ha riconosciuto? E perché mi hai detto che non dovevo assolutamente guardarmi allo specchio? - le chiese, perplessa.
- Non voglio che ti imbarazzi troppo. - le spiegò Bianchi. - E poi ti ho truccato talmente bene che nemmeno tu potresti riconoscerti. -
Improvvisamente Bianchi si voltò.
- C'è Romeo... - borbottò tra i denti, guardando Lambo adulto che passava poco più in là. Poi il suo volto si raddolcì, tornando a guardare di fronte a sé. - Ma io ho il mio Reborn!... - e in quel momento un Reborn alto almeno quattro volte la sua altezza normale di bambino di un anno venne incontro a Bianchi.
- Bianchi, questo vestito verde prato ti dona molto. - disse. - Vorrei parlarne più a lungo in pista, che te ne pare? -
- Oh, Reborn... - sospirò lei, completamente perduta nella contemplazione del suo amato, lasciando I-Pin all'ingresso della stanza.
Pochi metri più in là, MM era stata avvicinata da Lussuria, colpito dall'eleganza del tubino aderente nero della ragazza e dai suoi accessori d'oro, e, desideroso di ricevere qualche consiglio di moda, le aveva attaccato un bottone infinito. Certo quella non era la compagnia che una ragazza in cerca di quattrini avrebbe voluto avere per quella serata, ma la sorte volse dalla sua parte.
- Signorina, lei vorrebbe ballare? - le chiese ad un tratto Luss.
- Ballare? Io? - ripeté lei, squadrando il completino sgargiante del suo interlocutore, per nulla convinta ma non dandolo a vedere. - Non penso. -
- Neanche con uno dei miei bambini? - insistetté il Varia.
MM guardò quei quattro ceffi, ai suoi occhi uno più patetico dell'altro, e scosse il capo, diniega.
-  Neanche con Bel-chan? Ha la sua età... -
- No, guardi, non penso proprio... -
- Be', sì, il fatto di essere un principe spesso lo fa comportare in modo strano, ma... -
- Ha detto 'principe'? - ripeté MM, sentendo odore di riccone in avvicinamento.
- Oh, sì, Bel-chan è un principe, ma... non sappiamo bene di quale regno... -
- Ma un principe a tutti gli effetti? Con la corona? -
- A dire il vero io quella non la considererei una corona, ma... sì, dovrebbe esserlo. -
- Allora credo che su di lui un pensierino potrei farcelo... - accettò MM, avvicinandosi poi a Bel con aria provocatrice.
- Ehi, ho sentito dire che sei un principe, è vero? - disse la ragazza a Bel.
Il ragazzo si voltò verso di lei e sfoderò uno dei suoi soliti ghigni. - Hai sentito bene. -
- Mmmhhh... Interessante... - commentò MM, afferrandolo per un braccio. - Perché allora non parliamo un po'del tuo regno a ritmo di musica? - e lo trascinò in mezzo alla folla di ballerini.

Proprio in quel momento, Lal Mirch entrò nel salone. Dopo essersi guardata attorno, tra gli Shimon che restavano un po'in disparte, Naito Longchamp e famiglia che, come al solito, sembravano essere lì senza un preciso motivo, Skull che cercava (ovviamente senza successo) di invitare Mammon (perennemente incappucciata e con l'unico tocco femminile di un paio di tacchi a spillo economici), gran parte degli invitati dediti alle danze e qualche altro a dimezzare il cibo, non trovando Colonnello, decise di imitare gli altri, e di mettersi in un angolo, in attesa che il suo fidanzato si fosse presentato.
Finalmente il povero militare, visibilmente a disagio nel completo elegante che indossava, la raggiunse e le sorrise.
- Veramente un bell'abito, Lal. - commentò, osservando l'abito dai colori degli abiti mimetizzanti.
Lei grugnì.
- Scontrosa come sempre, vero? - sorrise di nuovo lui, tirandola in mezzo alla folla. - Perché non balliamo un po'? -
Così iniziarono a ballare, e per un po'di tempo non si scambiarono alcuna parola.
- Quella non è la collana che ti ho regalato io? - le chiese improvvisamente lui, per rompere un po'il ghiaccio.
- Che acume! - esclamò lei, ironica.
- Nella scatola era molto bella. -
- Nella scatola, eh? -
- Sì, mi era piaciuta, così l'ho comprata... E siccome non sapevo che farci, l'ho data a te! - concluse il ragazzo, sorridendo, con tono scherzoso.
Lal trattenne ancora per poco l'espressione imbronciata che aveva di solito, intuendo il tono di scherzo dell'altro, e lasciò che un sorriso contenuto le increspasse leggermente le labbra.
"In fondo Lal non è un tipo così difficile." osservò Colonnello, tra sé e sé.
Poi, improvvisamente, Lal sparì alla sua destra.
- Cambio della dama! - spiegò Reborn, di fronte allo sguardo perplesso di Colonnello.
- Reborn!... - borbottò, alzando uno sguardo imbarazzato su Bianchi, che sarebbe dovuta essere la sua compagna di danza.
- Reborn! Non cambi mai! - borbottò Lal Mirch al suo compagno di ballo.
- Mi piace troppo vederti con la faccia imbronciata! - rispose lui, con aria dispettosa. - E comunque sei più carina quando non sei in divisa militare. -
Senza alcun preavviso, quella che aveva tutta l'aria di essere la canna di una pistola si piantò nel fianco di Reborn.
- E a me non piace vederti a meno di un metro da me! - disse lei, minacciosa. - Ora smamma! -
- Oh, Lal Mirch... la solita brontolona!... - ridacchiò Reborn, ritornando da Bianchi.

I-Pin stava passeggiando in mezzo alla folla, guardandosi attorno, imbarazzata. Tutti la guardavano con lo stesso sguardo perplesso che le aveva rivolto Kyoko non appena l'aveva vista. Probabilmente nessuno la riconosceva, ma tutti avevano la stessa sensazione di conoscerla. Spostando rapidamente gli occhi dall'ennesimo volto perplesso, incontrò il riflesso dei suoi occhi in uno specchio e si fermò, guardandosi.
Il mascara che Bianchi le aveva messo dava l'impressione che le sue ciglia fossero più lunghe, e fu la prima cosa che I-Pin notò del suo look, insieme ai capelli sciolti, lunghi oltre le spalle. Poi guardò il vestito: un abito modesto rosso decorato con motivi floreali color oro, con le maniche a giro, senza grandi scollature e la gonna che le sfiorava il ginocchio. Restò anche colpita da quanto fossero alte le scarpe nere con il tacco che Bianchi le aveva messo.
Stava ancora guardandosi allo specchio con un'espressione sorpresa, quando si accorse che il numero di sguardi rivolti verso di lei era notevolmente aumentato. Imbarazzata per sentirsi così al centro dell'attenzione, si avvicinò rapidamente all'ingresso del salone e si fiondò in bagno per nascondersi agli sguardi altrui.
Quando credette di essere pronta ad affrontare nuovamente quegli sguardi perplessi, uscì dal bagno, incappando in una sagoma nera con una fascia rossa a caratteri dorati sul braccio. I-Pin trasalì, riconoscendolo, e si scansò, credendo che il ragazzo volesse entrare nel bagno. Il cuore le batteva in modo quasi incontrollato. Ma nonostante la ragazza si fosse scansata, lui restò lì, e I-Pin, pur non guardandolo, poteva sentire i suoi occhi scuri e penetranti posati su di lei. Cosa che la fece agitare ancora di più.
- Sei l'unica ragazza il cui vestito rispetti le misure fissate dal Comitato Disciplinare. - disse lui, con voce calma e indecifrabile.
Poi tese una mano verso la ragazza, e lei trovò il coraggio di alzare gli occhi sul volto di Kyoya, impassibile come sempre. Esitante, I-Pin appoggiò la sua mano su quella di Hibari e rientrarono nel salone.
Chissà perché, ma quegli sguardi perplessi non sembravano più così imbarazzanti...
La ragazza quasi non si rese conto di star ballando con quel ragazzo che aveva potuto vedere solamente dal basso. Nonostante il fatto che lui non parlasse e sembrasse così freddo e distaccato, I-Pin si sentiva a suo agio, ed era sicura di poter dire di essere soddisfatta del desiderio espresso la sera prima. Poi, improvvisamente, qualcuno le afferrò le braccia. Sorpresa, la ragazza si voltò, incontrando il volto di Ryohei.
- Cambio della dama! - spiegò il pugile, di fronte ad un Hibari indignato, allontanandosi con I-Pin, che guardava il Presidente del Comitato Disciplinare, come per invocare un aiuto silenzioso.
Con passo silenzioso, misurato e inquietante, Kyoya raggiunse i due, poi appoggiò una mano sulla spalla di Ryohei, che si voltò.
Un sorrisetto maligno si stampò sul volto del Presidente del Comitato disciplinare.
- Cambio della dama! - disse, scaraventando Ryohei dall'altro lato della stanza, a bagno nel contenitore del punch, e riprendendo a ballare.

In mezzo a tutta questa attività frenetica di scambi di coppie, i Varia restarono in disparte, fatta eccezione per Belphegor, in pista con MM. Xanxus guardava con i suoi occhi di brace tutta la confusione che lo circondava. Stranamente, se n'era stato calmo fino a quel momento, lasciando che Squalo bevesse con calma qualche drink e si riposasse. Lo spadaccino stava giusto finendo il suo secondo drink analcolico, quando...
- Feccia! Voglio ballare! -
Superbi tentò di non prendere a morsi il bicchiere per la rabbia.
- Non credo che Mammon abbia voglia di ballare, Boss. - disse Levi.
- Ma io non voglio ballare con lei, io voglio ballare sulla mia poltrona! - poi si rivolse a Squalo. - Feccia, falla ballare! -
- VOOOI!!! Per chi mi hai preso? Per il mago Merlino? - urlò Squalo, indignato. - Non posso farla muovere! -
Xanxus si voltò verso di lui con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
- Certo che puoi, feccia: è tutto un lavoro di forza. -

- Falla fare una giravolta! - ordinò Xanxus.
Il povero Squalo fece uno sforzo sovrumano per far fare un mezzogiro alla poltrona.
- Ora un casquet! -
- Eh, no! Questa NO! -
- CASQUET!!! - tuonò il capo dei Varia, estraendo una delle sue due pistole.
Il suo urlo risuonò per tutta la stanza, e le varie coppie danzanti, per nulla spaventate da quella pistola, prendendo le parole del boss dei Varia come un invito o un'esortazione, si cimentarono ognuna in un casquet.
- Ok, ok, non ti arrabbiare! - acconsentì precipitosamente Superbi, spaventato dalla possibile reazione di Xanxus ad un suo ulteriore rifiuto, tirandosi praticamente addosso la poltrona, e non restando schiacciato per miracolo.

- CAMBIO DELLA DAMA ALL'ESTREMOOO!!! - la voce di Ryohei tuonò nell'intera sala, facendo bloccare tutti.
Reborn e Bianchi decisero che per loro bastava così, e il tutor condusse la sua compagna in disparte.
- Vuoi che ti porti da bere? - le chiese.
- Volentieri. - rispose Bianchi. - Gradirei un Martini. -
- Vado subito a prenderlo. - si congedò Reborn, avvicinandosi al lato consecutivo a quello dove si era appartato con Bianchi. Mentre si avvicinava, si accorse di una porta socchiusa e semimimetizzata nel muro. Incuriosito, l'assassino si affacciò all'interno, trovando Giannini che, seduto ad una scrivania, stava cercando di riparare qualcosa.
- Giannini? - esclamò, confuso.
- Ah, sei tu, Reborn. - il tecnico alzò di scatto lo sguardo dal suo lavoro, cercando di coprirlo alla vista di Reborn.
- Cosa stai facendo con il bazooka di Lambo?... - chiese il tutor. Ma proprio mentre stava pronunciando quelle parole, la risposta a quella domanda lo raggiunse da dietro.
- Sei stato tu a modificare quel bazooka! - esclamò Verde, comparendo alle spalle di Reborn.
- Be'... io... - cercò di giustificarsi Giannini.
- Come ti è saltato in mente? - entrarono anche Lal e Colonnello.
- Io... - mormorò il tecnico.
- Su, parla! - lo incalzò Skull.
- Non abbiamo intenzione di pagare per ottenere una tua confessione. - puntualizzò Mammon, facendo anche lei il suo ingresso.
- Vediamo cos'ha da dire. - Fon guardò Giannini con uno sguardo hibaresco.
- Ragazzi, lasciatelo parlare! - li rimproverò Uni.
- Io non lo so! - esclamò infine il tecnico, esasperato da tutte quelle pressioni.
- Ma tu sei un genio!!! - esclamarono tutti e otto insieme, saltandogli addosso per abbracciarlo. - Quanto durerà l'effetto? -
- Per un paio di giorni... credo. - rispose Giannini, confuso.
- Sei un genio a tutti gli effetti!!! - esclamò Reborn. - Dovresti giocare più spesso allo scienziato pazzo! -
E gli otto intrusi uscirono, mentre Giannini tirava un sospiro di sollievo.

Intanto, di fuori...
- Cambio della dama! - esclamò Ryohei, strappando Haru via da Tsuna. - Su, Sawada! Balla con mia sorella! -
- Eh? - esclamò Tsuna, che non si sarebbe mai aspettato di sentire quella frase.
- Te l'ho detto: cambio della dama! - e sparì tra la folla.
Finalmente Tsuna, con il volto dello stesso colore del vestito di Kyoko, poté ballare con la sua ragazza.

Durante il 'cambio della dama' precedente, Chrome si era trovata a ballare con Yamamoto. Il poverino aveva cercato di metterla a suo agio con la sua allegria e la sua semplicità, e la ragazza si era trovata abbastanza bene, ma quando il 'cambio della dama' successivo la lasciò senza cavaliere, Chrome si mise subito in cerca di chi stava cercando dall'inizio di quella serata: Mukuro.

- Hai visto come MM fa la cascamorta con quel babbuino? - borbottò Ken, mentre si portava alla bocca una quantità industriale di patatine.
- Certo, Ken. - rispose Chikusa, senza prestargli in realtà la minima attenzione, sorseggiando un drink.
- E hai visto invece Chrome che fa la ragazza timida timida con quell'idiota che pensa solo alle palle da baseball? -
- Ovvio, Ken. -
- Ma chi se lo prenderebbe mai uno che pensa solo alle palline? -
- Non saprei. - rispose Kakimoto, pensando che, in fondo, un fanatico delle palline gli stava rivolgendo la parola in quel momento.
Improvvisamente Shamal, completamente sbronzo, si avvicinò ai due poverini e circondò le spalle di entrambi con le braccia.
- Salve ragazzi! Voi non ballate? - chiese, visibilmente ubriaco. - Ci sono tantissime belle ragazze... Vedete quella là? Ora vado ad invitarla! - e si avviò, barcollante, verso Haru.
- Se ritorna con le sue gambe ballo con te, Kaki-pi. - borbottò Ken.
- Va bene. - accettò Chikusa, divertito.
Di lì a poco Shamal tornò con una guancia notevolmente più gonfia dell'altra.
- Ha detto di no. - spiegò, con una faccia ebete.
Ken imprecò, entrando in pista con Chikusa.

Chrome uscì dal salone e, dopo aver percorso una breve serie di scale a chiocciola, raggiunse il ponte in coperta. Era deserto, eppure era addobbato allo stesso modo del piano inferiore. La ragazza restò a lungo ad ammirare il mare nero, sul quale i riflessi della luna, delle luci della petroliera e della festa si infrangevano sull'acqua increspata. Chrome si guardò intorno. In un angolo del ponte c'era un piccolo gazebo completamente circondato da un telo bianco.
Si chiese a lungo se fosse il caso di andare a dare un'occhiata al gazebo, ma quando udì delle voci che si avvicinavano, decise che fosse d'obbligo trovarvi rifugio, e si nascose lì.
Peccato che non fosse stata la prima ad avere quell'idea.
- Oh,... - trasalì, sorpresa, trovandosi di fronte Mukuro intento a leggere. - Mukuro-sama... mi scusi... esco subito. - e si affrettò ad uscire, ma la voce dell'illusionista la fermò:
- No, Chrome, se vuoi puoi restare. Sono qui solo per sfuggire a Fran e godermi un po'di pace. -
Chrome richiuse la tenda che aveva appena aperto e restò lì, in piedi.
Quando finalmente Mukuro alzò gli occhi, accorgendosi che la ragazza era ancora in piedi, le sorrise e le fece cenno di sedersi accanto a lui.

Fuori, in coperta, intanto...
- Ma qui il mare è bellissimo! - esclamò Kyoko, affacciandosi dal parapetto dell'imbarcazione e osservando l'acqua.
Tsuna, accanto a lei, taceva, in cerca delle parole adatte per una dichiarazione a tutti gli effetti. Già non era stato facile chiederle di appartarsi, e dichiararsi sarebbe stata un'impresa.
- Kyoko, io... -
- Ecco quali sono le scale per arrivare in coperta! - esclamò una voce familiare alle orecchie di Tsuna, mentre tre quarti della sua famiglia mafiosa si riversavano in coperta.
"Ce la farò?" si chiese tra sé e sé Tsuna. "Basta! Ora o mai più!..."
- Kyoko, - disse, quasi tutto di un fiato. - Questa giornata è stata bellissima per me. Vorrei uscire più spesso insieme a te. Vorresti diventare la mia ragazza? -
Il silenzio della ragazza fu l'unica risposta che Tsuna ricevette.
"E ora cosa ho sbagliato?" si chiese il Decimo. "Perché ho un brutto presentimento?"
- Be'... a dire il vero... questo non me lo sarei mai aspettato da te, giovane Vongola. -
Disperato, Tsuna si voltò. Accanto a lui non c'era più Kyoko, ma Lambo adulto.
"COOOSA??? MI SONO DICHIARATO... A LAMBO???" urlò nella propria testa, prima di voltarsi in cerca di Kyoko.
La sua bella era esattamente accanto ad Haru a fare i complimenti a Uni per il vestito nero e bianco che indossava.
"Non è proprio destino!..." sospirò il ragazzo tra sé.
Poi, improvvisamente, un fischio penetrante zittì tutti, costringendoli a voltarsi in direzione del mare, dove dal nulla cominciarono ad apparire dei coloratissimi ed elaboratissimi fuochi artificiali.
- Mio Tsuna! Facciamoci una foto con i fuochi d'artificio! - esclamò Haru, avvinghiandosi a Tsuna.
In un batter d'occhio anche Kyoko, Yamamoto, Gokudera, Dino, Basil, Lambo, Reborn, Bianchi e Ryohei si misero in posa intorno al loro decimo, mentre Fuuta scattava la foto.

Era ormai passata mezzanotte, e la maggior parte degli invitati era tornata in albergo. Haru non era una di questi: lei, infatti, aveva ancora voglia di ballare, e tormentava il povero Luss, che non sapeva come fare: i Vongola erano mezzi distrutti dal sonno, Bel era impegnato con MM e i restanti Varia erano esausti. O almeno lo erano tutti tranne uno.
- Squ-chan! Vorresti ballare con questa gentile ragazza? - Luss si rivolse al povero Squalo, che cercava di eseguire l'ennesima pretesa assurda di Xanxus: sollevare la poltrona.
- VOOOI!!! Ho altro da fare!... urlò lo spadaccino, soffocando una pesante imprecazione.
- Ma va'! Vedrai che ballare con lei sarà più divertente! - gli assicurò Lussuria, sbattendo il povero Superbi addosso ad Haru.
- E poi, se non sai ballare, ti insegnerò io! - esclamò Miura, contenta.
- Va bene... - sospirò Squalo, lasciandosi trascinare da Haru, interessato solamente ad avere un po'di tranquillità.
I due ballarono per alcuni minuti sotto gli occhi lucidi e commossi di Mamma Luss, quelli divertiti e canzonatori di Xanxus... e sotto lo sguardo dell'obiettivo della telecamera di Mammon.
Intanto, Bel e MM continuavano a ballare.
- Allora, principe, cosa te ne sembra di me? - gli chiese lei, con un sorriso accattivante.
- Mah... - Belphegor si strinse nelle spalle.
- Mi sposeresti? -
- Ehi, non pensare che io voglia impegnarmi a quest'età! -
- Lo dico solo per dire! Neanche io vorrei sposarmi a quest'età! -
- Se lo dici per dire... penso di sì. - sorrise lui.
MM ricambiò quel ghigno con uno sguardo soddisfatto.
- Ma con quali soldi pagherebbe il matrimonio, sempai? - chiese Fran, alle loro spalle. - Lei non ha neanche il becco di un quattrino. -
- COOOSA??? - strillò MM, smettendo di ballare e fissando il ragazzo apatico alle spalle del principe con occhi isterici. - Ma lui è un principe! -
- Sì, il titolo gli è rimasto, - rispose il ragazzo. - Ma se continua a comprare tutti quei coltelli, presto dovrà dare via anche quello. -
- Ah, sì? - domandò la ragazza, guardando Belphegor con rabbia. - Brutto babbuino! - e gli lanciò la borsetta in faccia, prima di recuperarla e andarsene con aria indispettita.
Ancora frastornato da quel colpo (probabilmente MM aveva messo un mattone nella borsetta), Bel cominciò a barcollare.
- Su, sempai, mi conceda questo ballo. - disse Fran, facendolo ballare.
Completamente frastornato, Bel annuì.
Poi Ryohei si svegliò di soprassalto.
- Ed ora, signori e signori, incoroniamo il re e la reginetta di Ferragosto! - urlò, andando a prendere i premi e porgendoli a Squalo e ad Haru. - E siete voi! -
- Ooohhh... com'è bello! - esclamò Haru, stropicciando il peluche che aveva ricevuto come premio. - Sembra proprio il mio Tsuna! -
- Sono felice che il premio le piaccia. - disse Ryohei, soddisfatto, rivolgendosi poi a Squalo. - E lei, signore, cosa ne dice del suo regalo?... Non l'ha ancora aperto???... Si sbrighi!... E non dorma! -
Squalo, mezzo addormentato, si decise finalmente a scartare il suo voluminoso regalo. Quando lo ebbe potuto scartare abbastanza da poter capire di cosa si trattasse, restò per un attimo perplesso.
- Uhuh! Incredibile! Lei, signore, ha vinto un premio fenomenale - annunciò Ryohei, sbadigliando, ma sempre con tono estremo. - Un trattore... -
- Ma... - chiese Mammon, confusa. - E noi cosa ci dovremmo fare con un trattore... -
- ...gentilmente offertoci dalla Chicco! - concluse il pugile, entusiasta.
- Perché non lo provi, feccia? - propose Xanxus, divertito, al suo povero vice.
Squalo, esasperato, cercò di entrare in quel trattore giocattolo visibilmente troppo piccolo per un ventenne come lui, e quando ci riuscì, Xanxus guardò con aria sognante il povero spadaccino che cercava di restare a bordo e di girare il volante, bloccato dalle sue ginocchia.
- VOOOI!!! Ma che razza di premi sono??? - urlò Squalo, furioso.
- Signore, contenga il suo entusiasmo per il premio. - lo avvertì Ryohei. - Comunque questi sono i premi che spettavano ai migliori ballerini della baby dance, ma siccome ho pensato all'ultimo momento a questa storia del re e della reginetta, li ho dati a voi. -
Improvvisamente a Luss venne in mente una cosa, e afferrò il microfono di Ryohei:
- Tesori, per piacere, ascoltatemi! Domani sera, i bambini ed io faremo un piccolo spettacolo di improvvisazione per la parrocchia. Siete tutti invitati a partecipare, e l'ingresso è ad offerta libera. Ci vediamo domani sera al teatro comunale alle 21:00! -


Noi invece ci vediamo sabato prossimo! ^^
  
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