Eravamo piccoli: io avevo cinque anni,tu dieci; giocavamo sul prato, con I ciuffi d’erba, vedevamo nella nuvole mondi nascosti.
Facevamo la lotta sulla polvere. Tu volevi sempre vincere.
Tu vestivi di nero, io vestivo di bianco.
Sono sporca di terra, tu no.
Mi hai buttata a terra, giù, ho colpito il terreno, che strano suono.
A sedici anni mi hai buttata per terra e mi hai baciata.
Spesso.
Mi hai buttata a terra, giù, ho colpito il terreno, che strano suono.
Ora te ne sei andato, scappato.
E non so perché fino a questo giorno non avevo mai pianto. Non mi hai detto addio.
Non ancora.
Non mi hai mentito.
Non ne hai avuto il tempo.
Mi hai solo trascinata sul fondo della disperazione. Dove sei?
Mi hai buttata a terra, giù, ho colpito il terreno, che strano suono.
Faceva caldo, avevo un vestitino bianco.
Tu come al solito eri vestito di nero, una tunica nera.
Però, non ti riconosco Draco, dietro quella maschera.
Ma, come al solito, hai voluto vincere. Mi hai vinta.
Mi hai buttata a terra, giù, ho colpito il terreno, che strano suono.
Mi hai uccisa, con una lacrima, ma mi hai uccisa. Pensavo non ti importasse vincere fino a questo punto.