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Autore: KiaraSStyles    07/09/2013    6 recensioni
mi parlava ogni giorno dei 5 ragazzi per cui lavorava e la voglia di conoscerli spariva sempre di più. Stare con presone che se la tiravano e che fanno le preziose non mi era mai piaciuto. Mi dicevano ogni giorno di uscire con i miei amici di scuola,ma io non avevo amici,nessuno mi aveva mai teso la mano per conoscermi; ERO SOLTANTO LA MUTA E LA GRASSA DELLA CLASSE,QUELLA CON PROBLEMI. Mi dicevano "Sorridi" ,ma cosa significava sorridere? erano ormai 7 anni che non lo facevo, o forse che non mi ricordavo come si faceva. Ho sempre pensato che andare a caccia di ricordi non è mai stato un bell’affare, quelli belli non li puoi potrai mai catturare e quelli brutti non li potrai mai uccidere.Sorridere significava essere felice,ma io non lo ero.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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perchè mi avevano adottato? come potevano scegliere una ragazza muta?
Mi chiamo Evalyn Price , anni fa,quando ancora avevo 13 anni la mia famiglia morì, mia madre e mio fratello fecero un incidente stradale e morirono sul colpo, invece mio padre si suicidò neanche 6 mesi dopo davanti ai miei occhi da ragazzina. Da lì smisi di parlare,per scelta, a nessuno importava delle mie parole, a tutti bastava un semplice cenno con la testa per capire.
Ora ho 19 anni e la famiglia Higgins mi adottò circa tre anni fà, Paul e sua moglie sono stati da subito gentili con me ,ma neanche loro sarebbero mai riusciti a farmi parlare. Paul iniziò a fare il bodyguard l'anno dopo avermi adottato,mi parlava ogni giorno dei 5 ragazzi per cui lavorava e la voglia di conoscerli spariva sempre di più. Stare con presone che se la tiravano e che fanno le preziose non mi era mai piaciuto. Mi dicevano ogni giorno di uscire con i miei amici di scuola,ma io non avevo amici,nessuno mi aveva mai teso la mano per conoscermi; ERO SOLTANTO LA MUTA E LA GRASSA DELLA CLASSE,QUELLA CON PROBLEMI. Mi dicevano "Sorridi" ,ma cosa significava sorridere? erano ormai 7 anni che non lo facevo, o forse che non mi ricordavo come si faceva. Ho sempre pensato che andare a caccia di ricordi non è mai stato un bell’affare, quelli belli non li puoi potrai mai catturare e quelli brutti non li potrai mai uccidere.Sorridere significava essere felice,ma io non lo ero.

 

" Ev vieni a mangiare? " urlò Paul dal salotto

chiusi il diario e scesi,mi avvicinai al tavolo e sopra ad esso c'erano circa 10 piatti diversi, Paul era un ottimo cuoco insieme a sua moglie.

Mi accomodai e iniziai a prendere da mangiare fino a quando non sentii tossire Paul,alzai lo sguardo

"dobbiamo dirti una cosa tesoro” disse poi

smisi di fare tutto ciò che stavo facendo e aspettai le loro parole,cosa mi dovevano dire di così importante?

"domani verrai con me al concerto dei ragazzi” ovviamente diceva quei 5 ragazzi “

“i suoi figli rompipalle”come li chiamava lui.

mi incantai a guardare un punto dietro le loro schiene,perchè dovevo andare a quel concerto?

“conoscerai i ragazzi” continuò poi

loro mi avrebbero sicuramente giudicata,mi avrebbero derisa,non ero pronta ad affrontare la gente normalmente. Cosa può pensare la gente di una ragazza muta per scelta? manco lo facessi perchè non posso parlare,ci riuscivo benissimo, è solo che non volevo.

"tesoro,allora? " disse poi guardandomi con quello sguardo da cane bastonato

mi alzai dal tavolo e portai giù il mio piatto,la fame mi era passata completamente. Mi voltai di scatto e scossi la testa in un deciso no.

“tu ci verrai” disse poi

mi sorrise e mi abbracciò,ma non ricambiai,tutto il contrario mi staccai e corsi in camera da letto.

Entrai in camera e mi buttai sul letto lasciandomi trasportare dai sogni

 

"buongiorno Evalyn,è ora di andare"

mi stropicciai gli occhi e misi a fuoco la persona davanti a me,Paul mi stava sorridendo

mi alzai e lui se ne andò capendo che mi dovevo cambiare,presi un paio di jeans e una canotta nera,lasciai i capelli rossi ribelli sulle spalle e mi guardai allo specchio. Non potevo rifiutare,quando lui si metteva in testa una cosa dovevo farla a tutti i costi.

Odiavo il mio corpo,l'unica cosa che amavo di me erano i capelli rossi,quel rosso accesso che avevo preso dalla mia bellissima madre; Invece odiavo quegli occhi azzurri presi da mio padre,li odiavo con tutta me stessa,odiavo il colore,le sfumature di verde,li odiavo in generale. Presi le mie alla star bianche e scesi infilandomele.

Paul mi aveva parlato già di loro,e l'unico che fin da subito mi era stato simpatico era un certo Liam, che da come lo descriveva era dolce,simpatico,e molto pazzo.

Eravamo arrivati,eravamo davanti a un grande stadio con una centinai di ragazzine lì fuori ad aspettare. Appena videro la macchina ci si fiondarono sopra e io mi spaventai per un momento ma Paul mi disse di stare calma,non ci facevano niente. Entrati dentro a un grande parcheggio scesi e seguii Paul.

Era un posto enorme,pieno di corridoi grandi e lunghi,con stanze ogni 4 metri,c'era la mensa,la cucina,i bagni e poi c'erano stanze con scritto solo nomi " one direction" " 5sos" "makeup/hair artist" " bodyguard" e molte altre cose del genere, Paul si fermò davanti a quello con scritto il nome della band e bussò. Entrò lasciandomi lì da sola per un paio di secondi e poi mi disse di entrare.

"ragazzi lei è la mia figlia adottiva,starà qui nel backstage tutto oggi fino a questa sera " disse sorridendo ai ragazzi

erano ragazzi alti e piuttosto belli, ma questo confermava l'idea di ragazzi di oggi che si montano la testa facilmente.

Un biondo scuro mi si avvicino e mi porse la mano,allungai la mano e lui mi sorrise,ma poco dopo vedendo che io non ricambiavo il suo sorriso di spense. Era sempre così,io non sorridevo e facevo la parte da incazzata che non vuole conoscere nessuno; E forse era davvero così.

" sono liam" disse poi sorridendomi ancora

"io Niall" un biondino tinto con gli occhi color ghiaccio mi si presentò davanti con un sorriso da cucciolo.

"io louis, tu invece Evalyn giusto?" chiese il castano scuro con gli occhi color mare,blu mare

la voglia di rispondere era pari a zero,così non mi mossi un muscolo.

" emm ragazzi mi sono dimenticato di dirvi che è non parla" disse Paul abbassando lo sguardo,inq uel momenti mi vergognai,sapevo che dopo quello appena detto non mi avrebbero manco più guardato

"non parla ,come mai?" chiese il biondino

ficcanaso,ecco che era,un ficcanaso

" per scelta" disse poi Paul

non capii il perchè di tutta questa voglia di sapere di me e del perchè non volevo parlare,erano cavoli miei e non loro. Mi voltai avvicinandomi alla porta,volevo uscire,alla fine sapevo che non mi avrebbero mai accettata.

"hey" mi voltai di scatto sentendo una mano stringermi il braccio con dolcezza

"perchè te ne vai?" chiese liam,almeno credevo si chiamasse così,sorridendomi

restai in piedi per tutto il tempo,quei tre ragazzi parlavano con Paul di altri due ragazzi,anche loro nella band, di nome Zayn e Harry,e dicevano che sarebbero tornato verso le 12.

Volevo scappare da quel posto,nessuno mi parlava,quei tre ragazzi stavano giocando alla playstation ormai da due ore e io ero lì,in piedi a fare niente. Sapevo che non sarei mai riuscita a farmi amici.

“hey hey hey” qualcuno urlò entrando

due ragazzi,uno riccio e uno corvino entrarono ridendo,senza neanche degnarmi di uno sguardo si fiondarono sui tre ragazzi e iniziarono a parlare. Non mi ero mai sentita così inutile,forse sulla mia fronte c'era scritto “faccio schifo,sono muta”ed era per quello che nessuno si avvicinava a me.

Dopo qualche secondo il ragazzo riccio si voltò verso di me e mi guardo,i suoi occhi color smeraldo erano fissi sui miei color acqua del cesso; Quel contatto visivo durò qualche secondo,perchè io abbassai lo sguardo sulle mie interessanti all star bianche.

“hey tu sei?”

alzai lo sguardo e guardai il ragazzo con la voce così roca,il riccio non sorrideva,era impassibile davanti a me.

“lei è Evalyn,la figlia adottiva di Paul” disse louis

lui si voltò verso l'amico e lo guardò confuso

“dai si quella ragazza di cui ci ha parlato” continuò sempre lui

“ a si,ci aveva parlato di una ragazza bellissima,rossa con gli occhi azzurri/verdi” disse poi il riccio

in quel momento forse dopo anni un piccolissimo,quasi invisibile sorriso si formò sulle mie labbra.

“ ma io vedo solo il rosso dei suoi capelli e l'azzurro/verde dei suoi occhi” si voltò continuando a giocare con la playsation.

il mio sorriso scomparve in pochi secondi,era come una pugnalata ogni santa volta,sapevo che quei 5 erano come tutti i ragazzi. Stronzi.

Uno di loro,Liam si voltò dispiaciuto verso di me e con le labbra mimò un “scusa”,io mi voltai e uscii finalmente da quella fottuta stanza. Entrai nei bagni e cercai nella mia borsa quel piccolo pezzo di ferro,non lo facevo sempre,ma quelle poche volte che lo facevo ci andavo pesante. Provare dolore era l'unica soluzione,provarne di più era ancora meglio. Mi allontanai dalle vene in superficie e lasciai una taglio molto profondo proprio sotto ad esse,iniziò ad uscire così tanto sangue da farmi credere di non riuscire a sopravvivere, mi avvicinai al rubinetto e allungai il braccio sotto il getto d'acqua fredda,gemetti a quel contatto, ma piano piano diventò piacevole.

Uscii dal bagno tirandomi giù le maniche della giacca nera che mi ero portata dietro e camminai fino ad arrivare davanti alla porta dei “bodyguards” e bussai, fortunatamente mi aprì Paul e mi chiese che era successo,ovviamente non aprii bocca ,ma feci segno verso la porta d'uscita.

“no Ev,non c'è ne andiamo mi spiace..ora torna dai ragazzi,ti raggiungo dopo” disse dandomi un bacio in fronte

Avevo 19 fottuti anni e non avevo una macchina,avevo 19 fottuti anni e non potevo neanche decidere cosa fare. Era impossibile vivere così.

Ritornai davanti alla porta con la scritta “one direction” e l'aprii lentamente,non c'era nessuno dentro, così decisi di andarmi a fare un giro. Camminai per un po' fino a a trovarmi dietro a un palco enorme,salii e guardai l'arena da lì. Era sempre stato il mio sogno cantare davanti a così tante persone,c'era solo un problema,io non parlavo neanche e cantare sarebbe stato come parlare; Scesi da lì e ritornai nel lungo corridoio,ad un certo punto prima di curvare un ragazzo mi si fiondò addosso,mi ritrovai a terrà in pochi istanti,quel ragazzo grosso mi aveva stesa.

“scusa” disse prendendomi per il braccio

il dolore si impossessò del mio corpo,il taglio bruciava sempre di più,così mi staccai dalla sua presa e mi strinsi dolorante il polso.

“hey perchè stai sanguinando?” disse il ragazzo davanti a me

continuai a tenere gli occhi chiusi dal dolore e a stringere il polso,mossi la mano per dire “niente” ma lui me la bloccò.

“hey” disse ancora

alzai lo sguardo e incrociai per la seconda volta lo sguardo di quel ragazzo,per la seconda volta incontrai gli occhi color smeraldo di quel ragazzo.

“rispondimi” urlò quasi

 

 

 

 

 

  
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