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Autore: postit2    14/03/2008    10 recensioni
“Lei è la mia ragazza” “Piacere!” “Davvero? Sono felice per voi” “NO!!” Una sillaba urlata un’ottava sopra la norma e nella sala cala il silenzio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto coraggio ci vuole per dirgli ancora ‘ti amo’?
 
 
 
“Lei è la mia ragazza”
“Piacere!”
“Davvero? Sono felice per voi”
“NO!!”
Una sillaba urlata un’ottava sopra la norma e nella sala cala il silenzio.
 
Pochi giorni prima…
 
“Insomma ti vuoi muovere? Perdiamo l’aero!”
La voce maschile proveniente dal fondo delle scale aveva il classico tono irritato di chi è costretto a ripetere lo stesso concetto infinite volte.
“Arrivo arrivo!” sbuffa Sana guardandosi allo specchio. Non doveva tagliarsi i capelli, per di più quella tonta della parrucchiera le aveva lasciato una ciocca della frangia più lunga delle altre.
“Magari la taglio” brontolò aprendo il beauty accanto a lei in cerca di un paio di forbicine.
“Ma che sto facendo?” pensò poi bloccando le mani a mezz’aria “te lo dico io Sana che stai facendo: tu non vuoi tornare ecco la verità. Però in questi anni hai covato troppo rancore per scappare!”
“Se continuo così esplodo!” brontolò sbuffando.
Chiuse con un veloce gesto il beauty e si precipitò giù per le scale, aveva un aereo da prendere.
 
“Mi perdoni, potrebbe indicarci l’uscita più vicina?”
“Ehm, basta che segua i cartelli…” rispose confuso un giovane addetto al ritiro bagagli.
“Oh grazie non li avevo notati”
“Mike sei sempre il solito” esclamò Sana guardando male il ragazzo che le camminava accanto trascinando un’enorme valigia.
“Ora non si possono più chiedere informazioni?” ribatté lui con aria risentita.
“Certo. Ma se proprio volevi fare colpo su quel tipo avresti potuto trovare una scusa migliore! Gli vai a chiedere l’uscita, quando davanti a te c’è un cartello grande come una casa? Ti avrà preso per scemo!”
“Magari solo un tantino cieco”
Non fece in tempo a dire altro che si ritrovò a sbattere contro la schiena di Sana ferma davanti alla porta scorrevole.
“Avvisa prima di inchiodare!”
“Che lagna che sei, tieni questo” e così dicendo lanciò senza tanti complimenti il suo bagaglio a mano in braccio a Mike che per poco non cascò a sedere sulla sua valigia.
“Sono a casa!!” gridò la ragazza correndo verso la strada. Una volta arrivata fuori iniziò a girare su se stessa per vedere come tutto fosse cambiato. Più girava più si sentiva bene.
“Adoro questa città” lo ripeteva in continuazione girando come una trottola.
“Ok, penso che questo lo abbiano capito un po’ tutti qui. Adesso potresti stare ferma?” intimò Mike sottovoce, cercando di ignorare gli sguardi stupiti e turbati dei presenti.
“Andiamo devi conoscere mia mamma” esclamò Sana bloccandosi di colpo e afferrato Mike per un braccio cominciò a correre verso un taxi a caso.
 
Certo che n’era passato di tempo. Due anni erano stranamente volati a Londra ma ora che si trovava nuovamente nella sua casa sembravano un’infinità. Sua madre, quanto le era mancata i primi mesi in Inghilterra, quando credeva di impazzire ogni minuto di più. Ma anche se fisicamente non era presente, erano rimaste talmente in contatto che aveva finito per non mancarle più del dovuto.
Ora era nella sua stanza, se la ricordava più grande. Eppure non era cresciuta molto, aveva vent’anni ma (con suo rammarico) il seno non era cresciuto più di tanto, il viso sembrava ancora quello di una bambina e a voler essere cattivi poteva definirsi una mezza tappetta. Andava fiera però delle gambe e dei fianchi, anni di palestra prima o poi danno i loro frutti!
Rotolò sospirando sul letto fino a restare con la faccia premuta sul cuscino. I ricordi impertinenti e testardi la soffocavano più di quel cuscino.
Ormai era fatta, era tornata in Giappone e adesso non li separava più un intero continente ma solo qualche chilometro. Aveva bisogno di calmarsi o lo stomaco si sarebbe annodato su se stesso, sensazione orribile lo sapeva per esperienza. Era quello che aveva sentito quando due anni prima si era avviata nel corridoio per andare all’aereo e lui non c’era.
Heric! Più ci pensava più le cresceva un’incontrollata rabbia. Erano stati assieme per quattro anni (QUATTRO ANNI!) poi lei gli aveva detto che pensava di andare a studiare recitazione a Londra e lui cosa aveva fatto: niente! “Come preferisci” le aveva detto! Certo forse era stata un po’ esagerata o, anche se faticava ad ammetterlo, egoista, ma era partita. Quante sere si era ritrovata a prendere a pugni il cuscino perché tutte le volte che chiudeva gli occhi vedeva la sua stupida faccia. Per fortuna la scuola la teneva molto occupata e la maggior parte delle volte crollava addormentata prima di arrivare nel letto.
“Domani ti rivedrò…”
Lo stomaco cominciò a fare brutti movimenti, per evitare la tragedia e iniziare a gridare isterica corse alla borsa, ne tolse un piccolo pacchetto argentato e prese a mangiare quanta più cioccolata riusciva a cacciarsi in bocca. Poi afferrò il cellulare e chiamò un vecchio amico.
“Pronto? Terence, sono Sana”
Silenzio, che si sia scordato di lei? No, è impossibile, anche perché in questi due anni si erano sentiti di tanto in tanto per e-mail.
“Sei proprio tu?”
“Certo sciocco!”
“Dove sei?” chiese titubante il ragazzo all’altro capo del telefono.
“Sono tornata a casa” disse Sana sperando tanto che Terence non le buttasse il telefono in faccia.
“AHHHHHHH!”
“Terence per l’amor del cielo avvisa quando urli!” esclamò Sana fra il felice e il rintontito mentre riavvicinava il cellulare all’orecchio.
“Non posso crederci! Sono davvero contento! Domani sei libera? Alissia muore dalla voglia di vederti! Ci devi raccontare tutto di Londra. Sei tornata per la premiazione la libro di tua mamma?”
“Speravo proprio che avremmo potuto vederci! E si, la cerimonia ci sarà sabato, mia mamma non lo fa vedere ma ne è orgogliosissima … Sai avevo paura che foste arrabbiati con me” ammise la ragazza con un fil di voce.
“Arrabbiati? E perché mai? Sei andata a Londra per studiare, ci sei mancata ma non potremmo mai fartene una colpa” disse schietto Terence.
“Non sai quanto mi fai contenta” piagnucolò Sana sorridendo “anche se le cose non stanno proprio così…” pensò poi in un secondo momento.
“Allora a domani, ci troviamo alla fontana del parco sulle 15.30 può andare?”
“È perfetto, a domani”
 
“Guarda che se continui così mi blocchi la circolazione e dovranno amputarmi la mano” brontolò Mike guardando preoccupato il suo braccio sottoposto da mezzora alla presa micidiale di Sana.
“Quanto sei melodrammatico!”
“Ho imparato dalla migliore!”
“SANA!” un numero indistinto di voci la chiamarono talmente forte da far girare tutti quelli che erano al parco.
Nei due anni all’estero aveva sentito la loro mancanza ma fino a quel momento non le era sembrata tanto insopportabile. Solo quando li rivide tutti in un solo istante sentì il cuore fermarsi per l’emozione a la gioia. Non ne era mai stata consapevole ma quel gruppetto di ragazzi le era mancato infinitamente.  C’erano tutti ad aspettarla, tutti sorridenti. Li abbracciò tutti, specie Terence, Alissia, Funny, Margaret…
Lui non c’era. Sollievo. Sollievo perché sapeva che non sarebbe più stata se stessa. A dire la verità non era mai stata in se quando Heric era presente, ma un tempo credeva che la sua presenza la rendesse migliore perché completamente felice. Ora se lui fosse stato lì, lei sarebbe diventata simile ad un fantoccio di sua madre.
Stava parlando da precisamente tre ore e iniziava ad avere mal di gola. Mike si era ambientato benissimo, come suo solito del resto. Era un ragazzo gentile e in linea con il suo modo d’essere, si erano conosciuti all’accademia delle arti e in meno di due settimane era diventato il suo miglior confidente. E ne aveva di problemi da discutere!
“Ragazzi ormai sono le sette. Io propongo una bella cena, mi segue qualcuno?” chiese con aria allegra Terence.
“Tesorino siamo in macchina con te, andiamo dove vai tu…” rispose Alissia indicando se stessa, Margaret e George che annuirono con aria distratta.
“Vengo anche io! Poi fra poco dovrebbe arrivare anche Jeremy” esclamò Funny perdendo lo sguardo nel vuoto.
“Ma fa sempre così?” chiese piano Sana ad Alissia.
“Si da quando Jeremy le ha chiesto di andare a vivere assieme. Non ti dico i pomeriggi passati a setacciare giornali e riviste in cerca di un annuncio interessante!”
“Allegri immagino. Però sono davvero felice per lei, è un passo importante”
“Già, sai anche Heric sta cercando un appartamento”
“Ah? ..Si?” balbettò confusa Sana fissando con estrema attenzione la fettina d’arancia incastrata sul bordo del suo bicchiere.
“Vi siete sentiti dopo la tua partenza?” chiese Alissia inclinando la testa verso l’amica.
“No”
“Neanche una telefonata?”
“No”
“Un messaggio?”
“Ma allora? No!” sbottò Sana un po’ triste.
“Ma perché? Insomma un mese prima siete innamorati pazzi e un mese dopo addio e tanti saluti. C’è qualcosa che non va insomma”
“Lui non mi ha cercata e io non ho cercato lui, questo è tutto”
“Allora andiamo? Ho fame!” esclamò Terence balzando in piedi.
“Sii, a mangiare!” gridò di rimando Sana, nascondendo ancora una volta la tristezza in quel luogo in fondo al cuore dove solo una persona al mondo poteva scovarla. Ma per fortuna quella persona non c’era.
 
“Bene, è arrivato Jeremy! Ora possiamo ordinare” disse squillante Funny agitando un braccio per farsi vedere dal ragazzo moro appena entrato nel ristorante.
“No aspettiamo ancora qualche minuto” rispose Terence giocherellando un il bicchiere.
“Perché ci siamo tutti no?” domandò Alissia seduta davanti a lui. Un’occhiata d’intesa e i due fidanzati sorrisero complici.
Cinque minuti dopo se il cuore di Sana non era collassato (per miracolo) nel vedere entrare Heric, ora che lui si girava a tenere la porta aperta per una tipetta bionda, poteva tranquillamente dire di essere in piena crisi cardiaca. Aiuto ambulanza!
“Devi pensare, devi pensare. Perlomeno chiudi la bocca o sembrerai un’idiota!” si auto impose Sana, mentre riuscita a staccare gli occhi da Heric, si concentrava nel contare le crepe del tavolo in legno. Per quale cavolo di motivo doveva essere così maledettamente bello? E cosa ancora più importante perché il suo cuore, schizzato si direbbe ai Caraibi, non tornava al suo posto?
“Ciao”
“No ti prego sta zitto, la tua voce mi fa male” pensò disperata Sana. Voleva scappare, tornare a Londra nella sua piccola camera. Eppure una parte di lei, morta quando aveva preso l’aereo per Londra, stava tornando in vita.
“Ciao Heric, siediti stavamo giusto aspettando te!” esclamò felice Terence. Certo che aveva avuto un’idea fantastica a chiamarlo prima di arrivare al ristorante. Erano due anni vedeva il suo migliore amico ridotto ai minimi termini, era tempo di darsi una svegliata e crescere! Però avrebbe potuto evitare di portarsi quella tipa.
“Ehm, ciao Mary?” disse poi lasciando cadere una mezza domanda sul nome che non ricordava.
“Veramente sono Chris” ribatte stizzita quella.
“Ah, piacere” rispose un po’ imbarazzato “ma allora chi era Mary?” chiese piano ad Alissia.
“Quella mora che ci aveva presentato due mesi fa” rispose la ragazza snocciolando un abbozzato sorriso alla nuova arrivata. Da come Heric guardava Sana aveva già capito che non sarebbe durata due secondi.
“Lei è la mia ragazza” disse schietto Heric.
“Piacere!” disse a mezza voce Margaret.
“Davvero? Sono felice per voi” mentì Terence.
“NO!!”
Una sillaba urlata un’ottava sopra la norma e nella sala cala il silenzio.
Sana si guardò attorno rossa come un peperone. Non era stata zitta. E adesso?
“Ecco…” iniziò a dire balbettando “mi si è rovesciata la coca sul vestito che sbadata! Si, guarda che disastro, sono sempre la solita. Ma cosa stiamo qui a parlare, mangiamo io ho fame!” e così dicendo iniziò ad elencare a caso i primi piatti del ristorante.
“Brava Sana, continua a sproloquiare. Almeno così non senti il male dentro” pensò triste fra un primo e l’altro.
 
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che scrivo per questa sessione. Mi è uscita di getto e non ho resistito a scriverla. Se fa schifo ditelo pure senza complimenti! Scusate, non so molto del mondo di Rossana e dei costumi giapponesi, quindi se ho sbagliato qualche nome o altro chiedo scusa in anticipo. La storia è già conclusa quindi pubblicherò il finale a breve.
Per favore fatemi sapere cosa ne pensate mi farebbe tanto piacere!
A presto un bacione!

 

  
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