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Autore: Jessy87g    14/03/2008    7 recensioni
Sesshomaru la guardò allontanarsi, senza perderla di vista fino all’istante in cui scomparve. Strinse rabbioso i pugni: non era ancora venuto il momento. Ma, sul suo onore, si sarebbe vendicato…a qualunque costo. Avrebbe assaporato ogni singolo spasmo di dolore di quegli occhi insolenti, finché quella maledetta lingua velenosa non gli avesse chiesto pietà con un ultimo grido straziato.
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 24.


“Castigo”



“Non so chi fui; perì di noi gran parte:
questo che avvanza è sol languore e pianto.”


(Sonetti; Foscolo)





Lord Langston avanzava con passo incerto attraverso il corridoio oscuro e, apparentemente, infinito. Poggiava stancamente, di metro in metro, la mano contro la fredda parete di pietra; come se contasse solo su di essa per reggersi in piedi.
Come si era ripromesso, prima di tornare nelle sue stanze, aveva fatto tappa in soggiorno per bere il solito bicchiere di brandy. Nel buio quasi completo, aveva afferrato a colpo sicuro la brocca di vetro e, slacciandosi con un gesto irritato la cravatta che pareva soffocarlo, si era lasciato cadere su una sedia, esausto.
E così era tutto finito..
I bicchieri divennero due.
Non avrebbe mai più sentito quelle labbra contro le sue..
I bicchieri divennero tre.
Non l’avrebbe mai più vista..
..ormai aveva perso il conto..

Quando, come risvegliatosi da un sogno ad occhi aperti, si era reso conto di aver prosciugato, in meno di mezz’ora, la maggior parte del contenuto dolciastro della bottiglia; pensò che, forse, era venuta l’ora di ritirarsi, almeno per quel poco tempo che mancava al sorgere del sole.
Non aveva fatto i conti con la distanza che lo separava dal suo obiettivo.
Non era abbastanza ubriaco per essere riuscito a dimenticare la conversazione che aveva avuto poco prima; non era abbastanza sobrio perché le gambe lo reggessero saldamente in piedi, né perché la mente riuscisse a liberarsi da quel fastidioso torpore che la avvolgeva.
Avanzava con lentezza mentre i pensieri, non avendo più un filtro che li bloccasse, scorrevano veloci, indisciplinati, sconnessi nella sua testa.
Adesso che era tutto finito, che aveva messo una pietra sopra al passato, cos’avrebbe fatto? Avrebbe accettato che quella zingara vivesse al suo fianco?
Non poteva...non voleva…era troppo diversi.
Ma, se per lui era solo un ripiego come si era sempre imposto di considerarla, perché quando era accanto a lei non riusciva a mettere a tacere quella strana sensazione di pericolo?
Chi voleva ingannare?
Lei gli piaceva..e tanto..
Se il solo ricordo dell’addio di Kagura continuava a straziargli il cuore, tuttavia non poteva costringersi ad ignorare quanto contasse quella ragazzina per lui.
Amore?! No..Amore non poteva essere..semmai una specie di perverso piacere nel vederla in ginocchio ai suoi piedi, che gli gridava quanto fosse importante per lei..
..eppure..eppure, stranamente, quel pensiero non esaltava il suo smisurato orgoglio, come avrebbe fatto qualche tempo prima..
Al diavolo quei pensieri assurdi!
L’alcool, che gli infiammava il sangue e tingeva la pelle diafana di un colorito rossastro, adesso gli metteva in testa pensieri assurdi.
...Cosa gli veniva in mente?!
Quei pensieri pericolosi avrebbero sicuramente finito per rammollirlo, ne era certo.
Che vergogna sentir vacillare, insieme alle gambe, anche le sue certezze!


Tuttavia quello che trovò non appena spalancò l’agognata porta, che finalmente vedeva stagliarsi in mezzo all’oscurità innanzi a sé, valse a far scomparire in un attimo tutti i turbamenti che gli attanagliavano il cervello per farne posto ad uno solo, immenso e angoscioso.

La stanza, rischiarata solamente da un moccolo di candela, ormai quasi del tutto consumato, era completamente vuota.
Il demone si guardò intorno, senza fiato; come se si aspettasse di trovare quel piccolo corpo nascosto in qualche angolo, celato dalla penombra.
Era tutto in ordine..troppo. Neanche il letto recava i segni di essere stato usato quella notte..
Ma, quando vide un foglio poggiato sopra il cuscino, la preoccupazione divenne terrore.
Non appena ebbe il coraggio di prenderlo tra le mani, dovette far appello alle residue facoltà mentali che l’alcool gli aveva lasciato per poter mettere a fuoco quelle parole.
La scrittura era a fatica leggibile: le lettere era state tracciate in fretta e furia e l’inchiostro in certe parti era sbiadito..come se vi fosse caduta qualche goccia di liquido sopra.
..Lacrime?

Un giorno mi accusasti di essere incostante e crudele, come quella Manon Lescaut, della quale mi raccontasti la triste storia.
Adesso si sono invertiti i ruoli: io sono l’amante tradito, tu il traditore.
Vivi felice con il tuo unico, vero amore. Ridi pure tra le sue braccia di chi ha così tanto sofferto per te!
Don Giovanni da due soldi, continua a recitare il tuo teatrino, finché puoi.
Io me ne vado da questa città ripugnante..ripugnante perché mi ricorda te! Ritorno al luogo da dove sono venuta e da dove non avrei mai dovuto allontanarmi.
Dimenticami se puoi, io non ti dimenticherò mai.
Addio per sempre.


Sesshomaru, completamente senza fiato, come se avesse ricevuto un pugno in pieno petto, si accasciò a terra, stritolando il pezzo di carta che teneva in mano con tutta la violenza della sua rabbia.
Completamente solo; ogni sorta di sprezzante, falsa indifferenza nei confronti scomparve in un attimo.
Una sola notte..in una sola maledettissima notte aveva perso tutto.
Se mai esisteva lassù un Dio che giudicava e puniva; ecco..quella era la sua punizione, il suo rimorso, il suo supplizio.


************************


“Andiamo Inuyasha! Muoviti, maledizione!” Ringhiò il demone spazientito “Quanto ci vuole?”
“Un attimo, stai calmo! Me lo stai terrorizzando e basta. Così non ci dirà nulla.” Ribatté, indispettito, il fratello.
In effetti il vecchio zingaro che aveva davanti a sé tremava come una foglia per la paura e continuava a fissare, con sguardo inebetito, i due giovani.

Sesshomaru, non appena era riuscito a metabolizzare le poche parole scritte nella lettera, si era lanciato, come se avesse le Furie in corpo, nelle stanze del fratello. Dopo averlo poco gentilmente buttato giù dal letto, lo aveva costretto, con poche e sommarie spiegazioni, a seguirlo in città. Era tutta la mattina che vagavano nel bario gitano; ma non erano riusciti a trovare nessuno che potesse dare loro l’informazione che cercavano.
Alla fine la pazienza del demone era venuta meno e la sua collera aumentava di intensità ogni minuto che perdevano.

“Ti ho detto di chiedergli da dove diavolo viene Rin! La conoscono tutti in città. Non mi sembra una domanda così difficile da capire!” Sibilò, feroce, scoprendo appena i canini bianchissimi e affilati.
Il mezzodemone tradusse in spagnolo la richiesta, per l’ennesima volta.
Tuttavia l’uomo continuò testardamente a tacere, facendo finta di non comprendere cosa stesse dicendo.
Allora Lord Langston, completamente spazientito, con un gesto fulmineo lo afferrò per il colletto della camicia e, puntatagli la fredda lama della spada alla gola, decise che era giunto il momento di passare alle minacce: “Rispondimi o ti farò tacere per sempre!”
Lo zingaro non dovette faticare molto per immaginarsi il senso di quelle parole e, non avendo alcun dubbio che l’altro avrebbe rispettato la sua promessa, inizio a tartagliare qualche frase sconnessa, accompagnata da tremanti gesti delle braccia.
“Che sta borbottando?”
“Dice di aspettare qui, tornerà subito.” tradusse Inuyasha, cercando di indurre il fratello a lasciare la presa.
“Va bene.” Cedette il demone, mollandolo con un brusco strattone “Ma digli che se entro un minuto non lo rivedo qui, lo andrò a riprendere ovunque si trovi e lo ammazzerò con le mie stesse mani.”
Reiterata la nuova minaccia, i due rimasero soli, in silenzio, l’uno accanto all’altro; mentre le vie si andavano pian piano animando di gitani; i quali, notando quelle strane figure, non potevano far a meno di lanciar loro occhiate ostili.
Quello era il loro quartiere. Come osavano quegli estranei invadere con quell’arroganza lo spazio che era loro per diritto?

“Comunque,” esordì il mezzodemone, cercando di non far caso a quegli sguardi torvi “non mi hai ancora spiegato, in modo sufficientemente comprensibile, come sei riuscito a far arrabbiare così tanto Rin da farla fuggire. Cos’hai combinato?”
“Non sono affari che ti riguardano.” Tagliò corto l’altro. Adesso non aveva la ben che minima voglia di sentire i commenti sconvolti del fratello riguardo al suo comportamento; del quale si riteneva il solo e indiscutibile giudice.
“Credo invece che tu me la debba una spiegazione, per il semplice fatto che mi hai buttato giù dal letto all’alba, mi ha trascinato qui ed ora, sempre per causa tua, sto rischiando di ricevere una coltellata da chissà dove..”
“Tranquillo. Non ti accoltellerà nessuno.”
“Riguardo a questo ho le mie riserve.” brontolò il minore dei Langston, guardandosi intorno, preoccupato; per poi portare di nuovo l’attenzione sul fratello “C’entra Kagura, vero?”
“Ti ho detto di farti gli affari tuoi.”
“Indovinato!...E scommetto che Rin vi ha visto cicalare insieme, giusto? Si è ingelosita ed è scappata via..anche se, a pensarci bene..per essersene andata così di punto in bianco, dopo aver sopportato ogni genere di maltrattamenti da parte tua, dovrebbe essere successo qualcosa di molto più grave.....Oddio Sesshomaru!” esclamò , di colpo, sconvolto “Non avrai mica..”
“Vuoi stare zitto una buona volta!?” Tuonò il demone, esasperato da quella parlantina, fulminandolo con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.

Per la salvezza di entrambi, – morale per uno, fisica per l’altro – il vecchio zingaro stava già camminando verso di loro a passo spedito: le minacce dovevano essere state davvero efficaci! Non appena fu a pochi passi dai due giovani, dopo aver fatto roteare velocemente gli occhi in ogni direzione per appurare che nessuno lo sentisse, mormorò a capo basso la fatidica risposta.

“Córdoba.”

Inuyasha non fece in tempo a chiedergli da dove avesse preso l’informazione e quanto fosse attendibile, che l’uomo era già scomparso nel dedalo di quelle viuzze.
“Cordova..” mormorò tra sé il demone, portandosi una mano al mento “Cordova..è abbastanza lontana. Ci vorranno più di due giorni a cavallo..”
“Si, a tappe forzate.” annuì il fratello.
“L’unica speranza è riuscire a riprenderla per strada; sperando se la sia presa comoda. Se riesce ad entrare in città, sarà un grosso problema ritrovarla.”
“Che fai? Non vorrai mica partire?!” domandò, preoccupato, il mezzodemone; rendendosi conto all’improvviso del piano del fratello.
“Tu cosa faresti al posto mio?”
“Aspetta...non sappiamo nemmeno se è davvero lì che è diretta.. non è da te essere così avventato!”

Sesshomaru stava quasi per ribattere quando una voce in lontananza attirò la loro attenzione.
Bankotsu correva verso di loro con tutta la forze che aveva nelle gambe, gridando a squarciagola il nome del proprio colonnello.
“Che succede?” Domandò Lord Langston, cercando di non far trapelare la stana angoscia che gli aveva tutt’a un tratto attanagliato lo stomaco.
“Un dispaccio...arrivato ora..” ansimò il giovane, porgendo al demone il foglio che teneva in mano “I francesi stanno tentando una riconquista della Spagna..questa volta è Napoleone stesso che li conduce. Sono alle porte di Granada. Presto prenderanno Cordova e Siviglia..
Nel giro di una settimana ci saranno addosso!”





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KaDe: Sono onorata che tu sfidi l’ira dei tuoi per poter leggere la mia fiction: non vorrei averti sulla coscienza. XD
Già, una donna tradita è una donna ferita nel profondo..specialmente un tipino come Rin!
lollyna: Eheh..solitamente studiare le biografie degli autori serve a poco: non le chiedono mai alle interrogazioni!
Sono contenta ti sia piaciuta la scena..c’ho messo tantissimo per scriverla. Volevo potesse rendere perfettamente le sensazioni dei due ex amanti.
crilli: Non è colpa mia se sono così sadica. E’ una malattia: si chiama Romanticismo congenito..non riesco a guarirne! ^__^
rosencrantz: Sono onorata per il "bravissima", anche se nella constatazione che hai fatto ho colto un leggero fastidio. Lo so che preferisci il Sesshomaru ‘non addomesticato’; tuttavia ho dovuto in qualche modo limare il carattere per inserirlo nella società. E, soprattutto, ho voluto che si comportasse in maniera diversa con Kagura: lei è l’unica che lo conosce veramente e la loro storia è ormai al termine; non c’è bisogno di indossare nessuna maschera, perchè non c’è niente da cui proteggersi.
MARTY_CHAN94: Facciamo che, considerata la situazione e i precedenti, perdoniamo e comprendiamo i due ex amanti se si abbandonano all’ultima effusione prima dell’addio! XD
Comunque non preoccuparti: Rin rimane pur sempre la protagonista!
Ele_chan: Grazie mille per i complimenti; sono contenta che la mia storia ti piaccia.
Si, in effetti dispiace un po’ pure a me per Koga; qualcuno però quella parte la doveva pur fare! ^__^


AVVISO: La prossima settimana non potrò aggiornare: causa vacanza in Egitto. Non appena torno ovvierò all’inconveniente. ^__^

Grazie a tutte, alla prossima.
Jessy






  
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