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Autore: Wipe_My_Soul    08/09/2013    6 recensioni
"Lui la stava uccidendo, ma nel contempo la faceva vivere.
Era un controsenso, un'anomalia, il vederci al buio e non vederci con la luce, il camminare all'indietro come se fosse normale, il respirare sott'acqua, il volare nel cielo senz'ali e senza piume, il vivere nella nebbia, il riscaldarsi in mezzo alla neve. Era una fusione tra vita e morte."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se son rose, marciranno.

 
-Posso pettinarti i capelli?- le chiese Louis.
Fay annuì e Louis prese la spazzola dal cilindro sullo scaffale, per poi pettinare i capelli ondulati -appena asciugati dal phon- della sua ragazza.
A Louis piacevano tanto i suoi capelli rosa, diceva che attiravano tutto il profumo dei fiori come una calamita. Fay li aveva tinti da due settimane, perché l'azzurro pastello l'aveva già stufata.
'Voglio provare cose nuove' diceva sempre il Fiorellino, come la chiamava Lou Lou.
E per cose Fay si riferiva a tutto. E per tutto si riferiva alle tinte per i capelli, alle sensazioni, al gusto del tè caldo, ai ristoranti di Doncaster e a quelli fuori città, al calore delle lenzuola del loro letto, proprio il letto al quale Louis aveva staccato quattro doghe saltandoci sopra, alle sue piante nel giardino che Louis aveva decorato per il suo compleanno, agli scrittori e ai generi dei libri. Tutto, le piaceva cambiare ogni cosa, e se il risultato finale non veniva come desiderava, cambiava ancora e ancora. Fay non era viziata, era solo creativa. L'unico che era rimasto immutato dopo tre anni di fidanzamento era Louis, il suo Lou Lou.
Amava tutto di lui.
E per tutto intendeva i suoi occhi cerulei che cambiavano colore a seconda del tempo, a volte erano blu profondo come l'oceano, altre volte, invece, prendevano il colore del cielo sereno, un cielo senza nuvole e limpido o magari un cielo nebbioso e grigio.
Amava infilare le mani tra i suoi capelli lisci e spettinarli, tirarli o semplicemente sentirne la consistenza sotto la punta delle dita, ma questo accadeva solo quando guardavano dei film in tv.
Amava il suo collo, Fay diceva sempre che era morbido e profumato e non era mai riuscita a resistere alla tentazione di assaporarlo.
Amava i suoi addominali scolpiti, e ogni volta che facevano l'amore sul letto ancora da aggiustare, lei li accarezzava e li baciava dopo avergli tolto la maglietta.
Amava il suo sedere, perché era facile affondarvici le dita e 'sembravano polpette', secondo Fay.
Amava le sue gambe, talvolta depilate da Fay stessa, perché Louis i peli che crescevano come alberi nella foresta amazzonica proprio non li sopportava.
Amava le sue labbra sottili ma spesse dopo i baci, chiare ma rossastre, delicate ma talvolta rudi nei 'labbra contro labbra, lingua contro lingua'.
Amava la sua lingua ballerina, era soave, pulita e sapeva di Louis.
Fay era una specie di maniaca quando si trattava dell'igene personale. Succedeva, alcuni giorni, che si arrabbiasse perché Louis non avesse fatto la doccia, e lui rideva per le tutte le smorfie e le imprecazioni che la ragazza gli lanciava contro, ma poi finivano per fare l'amore su quelle coperte che ogni settimana erano di un colore diverso, e sudavano, si scambiavano i sudori, e alla fine la facevano insieme, la doccia. 
Qualche volta Louis le spalmava il bagnoschiuma al cedro e all'arancia, altre volte invece quello all'iris e viola. Fay gli massaggiava i capelli con lo shampoo antiforfora alla menta e lui le accarezzava il corpo con uno dei suoi bagnoschiuma preferiti. E altre volte viceversa. Alcune volte ci facevano l'amore lì dentro, poi facevano i conti con la bolletta dell'acqua.
I loro corpi si pregavano all'unisono di smetterla di farsi del male, di smetterla di essere felici solo con quella 'polvere di fata' e 'erba magica'.
I loro occhi si chiedevano perdono ma non promettevano niente, erano solo bravi a scusarsi e a sperare.
Il cielo, l'oceano, il mare, le stelle e la nebbia negli occhi di Louis chiedevano scusa alle chiome d'albero, ai pistilli e alle gemme dei fiori negli occhi di Fay, mentre questi rispondevano che non importava. E se le gemme negli occhi del Fiorellino erano già sbocciate quando rispondevano al cielo, all'oceano, al mare, alle stelle e alla nebbia che andava tutto bene e che era a posto così, le gemme si richiudevano e i fiori marcivano, per poi cadere nel tubo della doccia assieme all'acqua mischiata allo shampoo antiforfora e al bagnoschiuma al cedro e arancia o all'iris e viola.
E questa volta Louis aveva lavato Fay delle sue insicurezze, delle sue ossessioni e delle sue dipendenze mortali con il bagnoschiuma all'iris e viola. I suoi capelli ora profumavano di fiori, di primavera, e mentre Lou Lou glieli spazzolava lasciava qualche bacio qua e là, perché la primavera era la sua stagione preferita.
-Ahi!- si lamentò Fay nel momento in cui Louis per sbaglio le tirò una ciocca di capelli.
-Scusa.-  rispose, donandole  un bacio sulla nuca.
-Louis, l'abbiamo finita.- le frasi senza complemento oggetto esplicito per indicare che la cocaina e l'ecstasy erano finite erano il loro forte.
Ma Fay non aveva paura di pronunciare i nomi delle sue amiche fidate, lei aveva paura del risentimento che veniva dopo ai -questa è l'ultima e poi smetto-, aveva paura che i suoi demoni la demolissero, e lo steso valeva per Louis. Lui non aveva paura, non era mai preoccupato, non aveva risentimenti, o almeno, la sua faccia impassibile nascondeva questi possibili timori.
-Oggi pomeriggio vado da Luke. Mi ha tenuto delle dosi in più.
-Posso venire anch'io?- osò chiedere il suo Fiorellino.
Fay non sapeva perché, ma Louis non le aveva mai permesso di andare con lui a prendere la roba, non le aveva mai spiegato il motivo, ma ogni volta che lei glielo chiedeva lui si impuntava e talvolta si arrabbiava, ma diceva che era solo per proteggerla.
Louis smise di pettinarla e poggiò la spazzola sullo scaffale alla sua destra. La sua faccia si contrasse e la sua bocca si trasformò in una linea dura.
-Ti ho già detto di no.- disse autoritario, guardando Fay negli occhi attraverso lo specchio sopra al lavandino davanti a loro.
Fay si girò sullo sgabello con agilità e si trovò faccia a faccia con il moro seduto anche lui sullo sgabello.
-Perché?- gli chiese lei, penetrandolo negli occhi.
Louis la guardò per un periodo di tempo indeterminato -secondi, minuti, ore... quando Louis guardava Fay negli occhi lei perdeva la cognizione del tempo- poi finalmente aprì la bocca.
-Quei tizi sono pericolosi, Fay. Se vedono che una ragazzina come te che anziché vent'anni ne dimostra quindici va da spacciatori come loro, potrebbero darti qualsiasi cosa. I nostri petali stanno già cadendo, eppure non possiamo farne a meno. Tu sei il mio Fiorellino, la mia rosa, non voglio che tu marcisca. Mi sto prendendo cura di te e sto facendo il possibile perché non ti afflosci. Non voglio tornare a casa un giorno e vederti secca e marcia. Lo capisci che ti amo, Fay, e che lo faccio solo per te?-
E Fay cosa avrebbe potuto rispondere?
Si sentiva un po' stupida, perché lei aveva sempre insistito tanto per andare con lui da Luke e gli altri, ed ora scopriva che glielo aveva sempre proibito solo per proteggerla.
'Sei il mio Fiorellino, la mia rosa, non voglio che tu marcisca.'
Questa frase le rimbombava in testa e schizzava da una parte all'altra del suo cervello come una cavalletta, era un'eco continuo.
'Io sono già marcia, Louis!' avrebbe voluto urlargli.
Perché la verità era che Fay Davis era già secca, putrefatta, appassita e marcia, i suoi petali erano tutti caduti e di lei non restava che uno schifoso pistillo.
Fay lo sapeva che quella roba la stava portando piano piano alla distruzione totale, era una via dritta e spedita a tre metri sotto terra, ma tutto quello la faceva sentire bene e non le importava.
Come era arrivata a tanto non lo sapeva neanche lei.
E Fay amava Louis? Sapeva cos'era l'amore?
No, forse non lo sapeva, quando si poneva questa domanda Fay non trovava risposta.
Però lei passava le notti a guardare Lou Lou dormire, amava vederlo mentre si impegnava con i fiori in giardino solo per lei. Perché Fay amava i suoi fiori in giardino, solo che non sapeva né come trattarli né come prendersene cura, quindi Lou Lou le faceva il favore di amare le piante anche da parte sua.
A Fay piaceva insaponare il corpo nudo di Louis, diceva che era perfetto, lo tastava più e più volte per accertarsi che fosse reale, ma Louis non aveva molta autostima di sé. Lui aveva imparato ad amare, e questo glielo aveva insegnato inconsapevolmente Fay, anche se lei forse non sapeva farlo.
Fay si perdeva quando guardava negli occhi di Louis, per lei era come gettarsi in mezzo all'oceano e respirare anche a mille metri sott'acqua.
C'erano molte cose che Fay adorava di Louis, anzi, molte era dire poco, lei ammirava con occhi sognanti tutto quello che faceva, e allora forse era probabile che se ne fosse innamorata.
Fay non sapeva cosa fosse l'amore, non sapeva se ogni persona innamorata avesse la traversata degli elefanti nel corpo oppure se ci fosse una definizione precisa, se ci fossero delle regole... non sapeva proprio niente. Ma lei per Louis avrebbe donato la vita. Era questo l'amore, allora?
-Ti amo.- gli rispose lei.
La sorpresa e lo stupore si potevano chiaramente leggere sul volto di Louis.
-Davvero?- domandò, quasi a volersi accertare che quelle due parole e cinque lettere fossero vere, sentite.
-Beh, io...- balbettò un po' Fay. -Io non lo so, però per te darei la vita, e allora forse è vero che ti amo.- Non c'era incertezza nel tono di Fay, c'era solo timidezza, perché di nuovo, a tanto non lo sapeva neanche lei come ci era arrivata.
Louis sorrise, e gli elefanti nel corpo di Fay iniziarono a ballare.
-Ridimmelo.- non glielo stava imponendo, Louis si era solo innamorato ancora una volta di Fay e delle sue due parole e cinque lettere.
-Ti amo.- e lo guardò negli occhi, con il mondo che le sorrideva sulle labbra.
Non stava affatto annegando nell'oceano di Louis, stava respirando più che mai.
Si sentì come una rosa viva tenuta a mollo per settimane.
Anche se Fay non lo sapeva, lei aveva amato Louis dal primo giorno che l'aveva visto seduto sugli scalini accanto alla staccionata davanti a casa del loro amico Zayn.
E forse Fay non era del tutto marcia, perché Louis si stava prendendo cura di lei, lui ne era capace e lo faceva al posto suo, perché lei era proprio negata.
Louis era la sua bottiglia d'acqua ogni tre giorni, perché non la faceva mai seccare.
Louis era il suo sole, perché la riscaldava e la faceva splendere, e i suoi petali si aprivano di più quando c'era il sole.
Louis era anche il suo colpo di vento, perché dopo troppo caldo una rinfrescata faceva bene.
Louis era il suo vaso, perché la teneva al sicuro, era la sua sola casa, la sua vita. Perché si sa che senza un vaso pieno di terra le rose muoiono, ma Louis questo non l'avrebbe mai permesso.
Però ogni tanto Louis era anche il diluvio, la tormenta, il sole troppo forte, ma il Fiorellino stava sempre bene, perché Louis era la sua natura.
Ci era voluto un anno per dichiararlo a tutti gli effetti, e né Louis né Fay si sarebbero mai aspettati che il loro amore venisse confessato sugli sgabelli del bagno dopo una doccia.
Continuarono a sorridersi, e poi si baciarono, si baciarono non solo con le labbra, i denti e la lingua, ma anche con il corpo, l'anima, il cielo, l'oceano, il mare, le stelle, la nebbia, le chiome degli alberi, i pistilli e le gemme dei fiori.

-Fay, sono a casa!- urlò Louis entrando in casa, mentre posava le chiavi sul mobiletto alla sua sinistra.
Andò in salotto e trovò Fay intenta a prepararsi un tè. Le circondò la vita esile con le braccia tatuate, mentre silenziosamente le urlava 'io ti abbraccio l'anima e ti custodisco la vita, non ti lascerò cadere'.
-A che gusto lo fai oggi?- le chiese, lasciandole un bacio sulla tempia destra per poi appoggiare il mento nell'incavo del suo collo.
-Normale, sono andata al negozio di sempre per vedere cos'aveva ma era chiuso.- ed alzò le spalle. 'Il negozio di sempre' era la drogheria a duecento metri di distanza da casa loro, dove Fay comprava sempre diversi infusi di tè.
Louis si staccò dal corpo di Fay, e fu come se due continenti si fossero appena divisi.
Prese dalla tasca interna del suo giubbotto di jeans un pacchetto di sigarette Marlboro Gold, dal quale estrasse cinque piccole bustine trasparenti contenenti l'ecstasy, l'lsd, la cocaina, la marijuana e l'mdma.
Posò i pacchetti sul bancone e guardò Fay con un sorriso complice che si espandeva sulle sue labbra.
-Abbiamo l'imbarazzo della scelta.- ironizzò Fay, piegando la testa di lato.
Di solito Louis portava a casa solo la cocaina e l'ecstasy, e se le facevano bastare per circa una settimana e mezza, ma quel giorno aveva voluto fare le cose in grande, dare uno strappo alle regole, e Fay, amante delle trasgressioni alle regole, doveva fare attenzione a non superare il limite.
Il Fiorellino prese un quadratino di lsd e lo mise in bocca, poi lo ingoiò con un sorso di tè ancora bollente.
Nonostante quell'allucinogeno si sciogliesse in bocca, Fay detestava ingurgitare le pastiglie a gola asciutta, o tanto meno tenerle sulla lingua, quindi faceva affidamento al suo adorato tè.
In due minuti si lasciò scivolare contro il legno placcato in rosso dei mobili della cucina e si accasciò a terra con l'armonia e la pace che la invadevano dalla testa ai piedi.
Louis rimase a guardarla, come sempre del resto.
Gli piaceva vederla stare bene e vedere che era effettivamente così. Però nel contempo odiava vederla in quel modo, perché sapeva che per vederla spensierata e felice doveva ricorrere alle droghe, e ciò la faceva stare solo peggio. E lui lo sapeva, si addossava tutte le colpe, era convinto che la stesse distruggendo, che la stesse uccidendo piano piano, ed era colpa sua, secondo lui.
Però, vederla in balia della felicità e della spensieratezza più assoluta era la sua droga preferita, Fay era la sua droga preferita.
Lui la stava uccidendo, ma nel contempo la faceva vivere.
Era un controsenso, un'anomalia, il vederci al buio e non vederci con la luce, il camminare all'indietro come se fosse normale, il respirare sott'acqua, il volare nel cielo senz'ali e senza piume, il vivere nella nebbia, il riscaldarsi in mezzo alla neve. Era una fusione tra vita e morte.
-Louis?- sussurrò Fay, tornando a parlare con l'effetto dell'lsd che scemava.
-si?
-Voglio farmela come te la fai tu.- disse, alludendo alla cocaina.
-No Fay, non se ne parla.
-Ti prego. Cosa vuoi che mi succeda? A te non è mai successo niente, eppure te la sei sempre fatta così.
Ed aveva ragione, ma Louis era sempre riuscito a rimanere nei limiti.
-Solo per questa volta, questa è la prima e l'ultima.
Il moro si sedette sulla sedia davanti al bancone, seguito da Fay. Prese la bustina contenente la cocaina e con precisione preparò tre strisce di polverina lunghe quanto un mignolo davanti a Fay e successivamente davanti a lui, poi prese due pastiglie di ecstasy e due quadratini di lsd e ne posizionò una a testa davanti ai loro occhi.
-Al mio tre sniffiamo tutte e tre le strisce, subito dopo mettiamo le pastiglie in bocca. Senza esitazioni, ok?- il tono autoritario e deciso di Louis non ammetteva repliche, Fay poteva solo tirarsi indietro, questa volta non poteva strappare le regole.
-Senza tè?- chiese lei.
-Senza tè.
Fay annuì.
-Uno, due, tre.- Louis contò fino a tre, come prestabilito, e in pochi secondi le strisce di cocaina davanti ai loro occhi sparirono, così come le pasticche.
Nei secondi successivi le loro pupille si dilatarono e le menti si offuscarono, entrando in un mondo di felicità e di fantasie della loro taglia.
-Ancora!- urlò Fay, in preda all'eccitazione.
Prese la busta di cocaina e distrattamente ne tirò una striscia sotto al naso, che venne subito incanalata dalle sue narici spedita al cervello. Prese due pastiglie di mdma e senza ritegno se le gettò in gola.
Sotto l'effetto della droga si alzò e si avviò verso la porta d'ingresso, uscendo in giardino. Giunta alla fine del vialetto richiamò l'attenzione di Louis, il quale l'aveva seguita fino alla porta.
-Lou Lou, la vedi quella nuvola?- disse, indicando la strada alla sua sinistra.
Louis rimase all'entrata dell'ingresso senza fiatare, non si rendeva conto di ciò a cui il suo Fiorellino andava in contro.
-Mi sta venendo a prendere, Lou, mi porterà verso la felicità! Tu non vieni?- si girò a guardare il moro, che ancora aveva lo sguardo perso ed incosciente.
-Eccola!- gridò Fay.
Si gettò in mezzo alla strada a braccia aperte con la serenità stampata sul volto, ma il pullman era troppo vicino e non fece in tempo a frenare che il Fiorellino si ritrovò sotto il peso della sua nuvola.
Alla vista del pullman che travolgeva Fay, Louis sembrò riacquistare qualche grammo di lucidità e corse spedito verso il corpo inerme del suo Fiorellino ormai marcio, secco e appassito. Morto.
Controllò le pulsazioni della giugulare e del polso destro, ma il fiume in piena che scorreva nel suo sangue si era placato, ed aveva lasciato spazio ad un arido deserto senza vita.
L'urlo di Louis sembrò rompere tutte le fondamenta della sua casa e di quelle di tutto il vicinato.
Cinque minuti. In cinque minuti aveva ucciso il suo Fiorellino, non le aveva dato le giuste cure, non ci era riuscito.
La fusione tra la vita e la morte cessò di colpo e lasciò spazio ad una contesa, e fra le due la morte vinse
L'oceano negli occhi di Louis si prosciugò in un sospiro, e il mare con esso. Il cielo crollò con una lacrima, le stelle si spensero con la perdita di un battito del cuore, e la nebbia scomparse lasciandolo nell'orrore più totale quando la paura e la disperazione si fecero largo tra le pupille e gli invasero tutto il resto del corpo.
Ed ora?
Ed ora Louis era solo, niente più Fiorellini né amori dichiarati in bagno, né colori, né diversi gusti di tè, né iris e viola o cedro e arancia, né tanto meno 'polvere di fata'.
Ora era solo, abbandonato al suo tortuoso destino come un eco silenzioso sulla vetta di un appennino in balia di una tempesta.


*spazio autrice*

Salve bellezze!
Innanzitutto vorrei ringraziare la mia carissima amica Lott per aver 'betato' la storia, è stata bravissima. Per il titolo della storia ringrazio la giornalista del Tg5 perché quando ho iniziato a scriverla in un servizio disse "se son rose, fioriranno", io ho solamente stravolto questo famoso detto ed ho dato un titolo alla storia. Per il banner, invece, ringrazio 'valigie per restare' su Efp, ha fatto un ottimo lavoro.
Che ve ne pare? Cioè, è leggibile? 
Io l'ho scritta partendo dal presupposto che volevo scrivere almeno una one-shot con la protagonista dai capelli rosa, e scrivendo e scrivendo è venuto fuori questo. A me piace, ci ho messo un po' a scriverla perché necessitavo le frasi e le parole adatte che spesso non arrivavano, ed il finale ho dovuto cambiarlo perché quello che avevo scritto non mi convinceva per niente. 
Il finale è il 'boom' del capitolo, credo che la morte di Fay sia stata inaspettata, non è così? Ebbene, questo è quanto la droga riesce a fare. Ci sono un sacco di persone che ogni giorno muoiono sotto effetto della droga, e quella di Fay ne è una dimostrazione, seppur inventata. 
Non ha saputo rispettare i limiti ed ecco le conseguenze. E Louis assorbe tutto il dolore come una spugna, poveretto, mi fa pena. lol
Ah, ci tengo ad avvisare le lettrici/i lettori della mia long che ho quasi finito di scrivere il capitolo sette. Vi prego di scusarmi, mi vergogno del ritardo anomalo che ci sto mettendo ad aggiornare, ma come sapete il trio tempo/voglia/ispirazione non tira sempre buon vento.
Le vostre recensioni sono ben accette, negative o positive che siano. Mi farebbe piacere sapere se il mio modo di scrivere vi piace, così come la trama della storia.
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Un bacio. :)


 
 
 

 
  
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