Il rapimento
Sono passati tre anni da quando John ha rischiato la vita. Da allora, con Jack, ci siamo trasferiti in un piccolo ranch. Con noi è venuto ad abitare anche un vecchio ubriacone. Si è offerti di lavorare per noi in cambio di vitto e alloggio, anche se quello che fa non lo definirei “lavoro”. Non conosciamo il suo nome, ci ha solamente detto di chiamarlo “Zio”.
John si è abituati in fretta alla vita da mandriano, non lo avrei mai detto. Sicuramente è molto più faticoso del suo vecchio mestiere, ma, a detta sua, da molte più soddisfazioni. Jack, invece, è sempre più preso dalle letture. Diventerà un buon professore quel ragazzo. Vorrei solo passasse più tempo con suo padre... Oggi, ad esempio, avrebbe potuto accompagnarlo fino in città a comprare della biada invece di sedersi sotto quell'albero a leggere. Così John è dovuto andare solo: io avevo la casa da sistemare e lo Zio è steso da qualche parte ubriaco marcio.
-Jack, puoi venire a darmi una mano?- gli urlo dalla finestra. Un po' scocciato alza il naso dal libro.
-Cosa vuoi ma'?-
-Questa dannata stufa! Da deciso di non farsi accendere!- ho urlato in modo molto poco aggraziato e facendo sospirare Jack. Non sopportava che io mi comportassi da cafona.
Mio figlio si è alzato e mi raggiunge in casa. -Potresti cercare di essere un po' meno... colorita nelle espressioni, per cortesia?-
Gli faccio un inchino -Chiedo scusa figliolo. Perdona questa tua madre scellerata. Ed ora sbrigati e dammi una mano con quei rami! Quando torna tuo padre vorrà la cena, non belle parole.- gli dico, spingendolo verso le fascine.
Ad un tratto si sente un forte rumore di zoccoli provenire dal cortile. Finalmente John è tornato. I cavalli iniziavano ad avere fame.
-Finalmente! Era ora che...- dico, uscendo, ma mi blocco quando vedo che non si tratta di John. Sono le guardie del governo. Riconosco il loro capo Edgar Ross.
-Cosa volete?- chiedo, senza sperare di ricevere una risposta. Jack è dietro di me, ma dov'è lo Zio? Di sicuro nascosto da qualche parte da bravi fifone qual'è.
Ross ci guarda.- Catturateli!- ordina ai suoi uomini. L'ultima cosa che ricordo è la risata dell'uomo, mentre i suoi ci stordivano e legavano poi il buoi.
Sento umido... odore di muffa... riconosco l'atmosfera: è la prigione! Sono vicino a mio figlio, ancora svenuto. Siamo chiusi in una cella. Come ci siamo finiti qui?
Ora ricordo è stato Ross.
-Ross! Dove sei?- urlo, sentendo delle risate provenire dalla porta. Eccolo lì, in piedi. -Non la passerai liscia! Vedrai che John...-
-Oh non ti preoccupare. Il tuo John sta già lavorando per salvarvi...- dice, avvicinandosi e prendendomi il viso tra le mani – E tu vedi di non fare scherzi. O per tuo foglio è finita.-
Guardai il mio ragazzo... per la prima volta in vita mia pregai... pregai perchè John stesse bene e che riuscisse a salvare almeno Jack.
N.d.A.: E siamo a cinque! Fermatemi vi prego!!! Sono impazzita, non riesco a smettere di scrivere! *.* Spero che vi piaccia il capitolo, grazie per averlo letto^^ e scusate i probabili errori che ci saranno... ç.ç Grazie a tutti/e!!^^
Un bacione MangaMania!!