Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Alexiel_Slicer    08/09/2013    0 recensioni
Probabile seguito della seconda serie di Kuroshitsuji.
Francia. Una mezz'anima ed una rosa formata da 7 petali, rappresentanti i 7 peccati capitali, da comporre.
Fu svegliata nel cuore della notte da un'insistente scalpitio di piedi contro la strada sterrata e dalle urla irregolari che squarciavano il silenzio della notte con il loro "Strega! Al rogo la strega!". [...]
[...] Ad un tratto scivolò e battè la testa su una roccia. La vista le si annebbiò e sentì qualcosa di caldo scivolarle lungo la fronte. Le voci sembravano avvicinarsi.
Un corvo volò silenzioso su un albero lì vicino e gracchiò. Quel verso rimbombò nelle sue orecchie. Lasciò il ramo dell'albero su cui si era posato, la ragazza udì le sue ali sbattere. Sembrava un rumore assordante. Mormorò una frase incomprensibile e l'uccello atterrò sulla roccia che le era accanto e sulla quale aveva sbattuto la testa. Scosse la testolina corvina coperta da piume e col becco picchiettò il sangue con cui si era imbrattata la grigia e muschiata roccia. (tratto dal primo capitolo)
***
Mia prima ff su Kuroshitsuji
DEATH!
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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QUEL MAGGIORDOMO 15 - La fine


La rosa del peccato era finalmente completa. Giaceva tra le mani di Scarlett, rossa, viva, splendente. Formata alla base da quattro petali, al cui interno, proprio al centro vi erano messi gli ultimi tre petali. Le sfumature nere si muovevano lentamente al loro interno, come fossero liquide. Erano il segno del peccato che si era mescolato con il sangue di chi l'aveva compiuto.
"Sebastian, ho il tuo permesso?".
"Yes, my lady".
A quella conferma il negozio di Undertaker intorno a loro scomparì, per lasciare spazio ad una dimensione dapprima bianca, poi alla scogliera ricoperta dalle candide rose.
Scarlett si guardò attorno. Si, tutto era rimasto come l'aveva lasciato. Il profumo delicato delle rose impregnava l'aria ferma e il fruscio del cielo, specchio delle sofferenze umane, le arrivava da sotto la scogliera.
"Portami da lui" ordinò al maggiordomo.
Il Demone Supremo non viveva da nessuna parte, lui era dovunque e in nessun posto al contempo. Poteva essere evocato solo da un demone, tramite il sangue versato su una delle tante rose che facevano da vestito alla scogliera.
Sebastian ne raccolse una, per poi sfilare un guanto dalla sua mano e mordersi l'indice. Delle gocce caddero sui morbidi petali, macchiando quel candore puro. Ad un tratto la terra sotto ai loro piedi tremò e dal mare-cielo uscì una montagna. Man mano che questa emergeva la parte di scogliera da cui era stato strappata la rosa veniva risucchiata, formando una voragine oscura. La Voragine dell'Oblio.
Sebastian, Ciel e Scarlett scesero la scogliera, dove un piccolo vascello li aspettava. Quando vi salirono si mise da solo in movimento verso la montagna, da cui si inerpicava un sentiero di rose bianche che portava fino in cima.
La barca navigava tra le quiete acque che riportavano immagini di tragedie e volti sofferenti. Si fermò ai piedi del monte e da lì i tre iniziarono a percorrere il sentiero. Arrivati alla vetta si trovarono immersi in un grande prato in cui le rose bianche persistevano, tranne per il centro: lì, vi erano delle rose rosse, sopra le quali si ergeva un trono su cui stava seduto lui, il Demone Supremo. Si narrava che la sua forma da demone fosse talmente orribile e ripugnate che persino i demoni stessi ne provavano ribrezzo, ma altrettanto non si poteva dire della sua forma umana. Era un bell'uomo sulla trentina, se non qualche anno di meno. Aveva la pelle diafana, i capelli neri e lunghi raccolti in una treccia e gli occhi di due colori differenti: uno era rosso, come gli occhi di Sebastian, l'altro era di un azzurro quasi bianco, come il ghiaccio. Il naso dritto e le labbra scarlatte perfette che risaltavano sul chiarore della pelle. Era vestito di una semplice camicia nera, aperta sul petto marmoreo, e da dei pantaloni del medesimo colore.
Quando li vide non sembrò per nulla sorpreso, anzi dava l'impressione di aspettare già da tempo quella visita. Se fosse stato così Scarlett non ne sarebbe rimasta stupita, in fondo quello era il Demone Supremo.
"Finalmente. Devo dire che ce ne avete messo di tempo, iniziavo a credere che non sareste arrivati più".
"Tendi a sottovalutarmi troppo. Anche se sono per metà umana, rimango pur sempre un demone" rispose Scarlett sicura di sé.
"Mia cara Scarlett, io fossi in te non mi definirei più così... sai è talmente sgradevole sentirti pronunciare una parola meravigliosa come 'demone', non sei neanche degna di dirlo. Sei un disonore, una delusione".
"Oh, certo... ma sai, spero che te li sia goduti i millenni su quel trono, perché non dureranno ancora per molto".
L'uomo rise di gusto, di una risata melodiosa, vellutata "Certo, dimenticavo che sei venuta qui per farmi uccidere..." rivolse lo sguardo a Sebastian "Sebastian mi rincresce che tu sia obbligato a seguire gli ordini di questa folle. Sei un così bravo demone, uno dei migliori, purtroppo però se i tuoi ordini sono di uccidermi sarò costretto ad uccidere te. Non iniziamo un'inutile battaglia, lo sai meglio di me come andrà a finire... sono il Demone Supremo, Sebastian...se vuoi ti posso liberare dal contratto con questa donna, così da non ubbidirle...".
"Vi ringrazio, ma mi vedo costretto a rifiutare. Un maggiordomo che si rispetti esegue gli ordini del proprio padrone, fino alla fine, anche se ciò comporta la morte. Un demone che si rispetti non ha paura della morte. Ovviamente io sono solo un diavolo di maggiordomo...".
L'uomo sorrise "Ecco perchè sei uno dei migliori: hai dedizione e passione. Per questo non mi stupisco della tua risposta. Inoltre credo proprio che per te morire sarebbe la miglior cosa da fare, visto che sei costretto a servire per l'eternità un ragazzino..." disse accennando a Ciel, per poi sorridergli "Conte Phantomhive, benvenuto tra noi".
"Basta parlare adesso. Sebastian, uccidilo è un ordine!" urlò Scarlett.
"Yes, my lady".
Il maggiordomo si scagliò contro il Demone Supremo che abilmente lo schivò. Ci fu un susseguirsi di colpi da parte di Sebastian, ma nessuno riuscì a colpirlo. Il Demone Supremo contrattaccò e con un unico pugno allo stomaco del maggiordomo lo fece volare fuori dalla montagna, sulla scogliera dalla quale erano partiti. Il Supremo lo seguì con un balzo e lì continuò il combattimento.
"Sebastian non ce la farà mai, è troppo forte" disse Ciel.
"Non sopravvalutarlo, tutti hanno dei punti deboli, persino lui".
"Che vuoi fare?".
Scarlett si spogliò dei guanti di raso, delle scarpe, sciolse i capelli, strappò la gonna e allargò il corpetto dell'abito. Respirò profondamente "Così si che si sta davvero comodi".
"E' questo il tuo piano?" le chiese Ciel sbigottito.
La ragazza lo ignorò e afferrandolo per un polso lo trascinò verso il trono.
"Lui tiene un'arma qui. Morirà solo se Sabastian lo colpisce con questa" spiegò spingendo il trono ed iniziando a strappare le rose rosse dal terreno "Aiutami, deve essere sotto queste rose".
Eliminarono tutte le rose, fin quando non crearono un piccolo lembo di terra spoglia, allora si misero a scavare. Ad un certo punto incontrarono qualcosa di duro, che una volta libera dalla terra si rivelò essere una custodia di legno massiccia e finemente intagliata. Scarlett l'aprì scoprendo il suo contenuto: una lancia d'oro bianco cesellato che riportava immagini del caos sulla Terra.
"Cos'è?" domandò Ciel.
"E' la lancia che trafisse il costato di Cristo sulla croce".
"Perchè è in possesso dei demoni?".
"E' una lunga storia, vecchia di millenni, ma adesso non ho tempo di raccontartela, dobbiamo darla a Sebastian e in fretta!".
"E come? Non faremo mai in tempo a scendere il sentiero e prendere la barca...".
"Lo so, infatti ci porterai tu sulla scogliera".
Ciel la guardò confuso "Io?".
"Sei o non sei un demone? Gran parte delle cose che può fare Sebastian le puoi fare anche tu adesso! Quindi saltare da qui alla scogliera sarà uno scherzo".
"No, io non posso...non sono sicuro che...".
"Smettila!" lo rimproverò Scarlett "Non puoi stare sempre nella speranza di Sebastian...anche perchè non vivrà per molto se perdiamo ancora tempo...".
"Non vivrebbe comunque" osservò Ciel amareggiato "E' troppo debole per poter usare questa lancia...".
"Non è vero, ma adesso andiamo o sarà davvero troppo tardi!".
Scarlett strinse la mano di Ciel che prese la rincorsa, per poi balzare. Entrambi chiusero gli occhi e pochi secondi dopo, che sembrarono interminabili, sentirono il contatto duro con la scogliera e i morbidi petali delle rose contro la pelle. Aprirono gli occhi e trovarono Sebastian a terra, sanguinante ed inerme.
Scarlett gli corse incontro dolorante per l'atteraggio "Sebastian! Mi senti?!".
"Yes...my...lady" biascicò.
"Ti ho portato la lancia sacra, se lo colpisci con questa morirà. Adesso ti rimetto in sesto".
La ragazza con l'aiuto della lancia disegnò un cerchio intorno al corpo del maggiordomo, poi incise uno strano simbolo sul petto di lui e altrettanto fece con se stessa sul polso, mentre recitava una strana formula.
Il Demone Supremo scoppiò a ridere "Cosa credi di fare, umana?" disse sottolineando con disprezzo l'ultima parola.
"Firmare la tua condanna a morte" rispose Scarlett "Con questo siamo pari". Fece scontrare il disegno sul suo polso contro quello di Sebastian. Stava trasferendo la sua energia demoniaca a lui e sentiva che una parte di lei si stava indebolendo, fin quando non scivolò a terra. Prima di chiudere gli occhi e perdere conoscenza vide una figura scura dotata di corna, immersa in una nebbia nera. Era Sebastian che aveva lasciato la sua forma umana. Poi perse i sensi.

Quando rinvenì si trovò cullata da un leggero ondeggiare. Ciel era seduta accanto a lei.
"Oh, ti sei svegliata" disse quando si accorse che aveva riaperto gli occhi.
Scarlett sollevò il busto rendendosi conto di trovarsi su una barca allunganta, una specie di gondola. Era stata vestita di un abito nero, dal corpetto con un nastro di raso nero intorno alla vita, che si chiudeva in un fiocco sulla schiena e dalla gonna vaporosa di pizzo e tullet nero. Era stata adagiata su un letto di rose bianche, le stesse della scogliera.
Sebastian era sul bordo della barca, guidandola con un lungo bastone che scompariva nella plumbea acqua calma. In lontananza si vedeva un isolotto dalle tetre rovine.
"Oh, certo...se siamo qui vuol dire che il Demone Supremo è morto..." mormorò Scarlett.
"Yes, my lady".
"Sebastian l'ha colpito con la lancia ed è caduto nella Voragine dell'Oblio" spiegò Ciel.
Scarlett sorrise divertita "Hai fatto un ottimo lavoro, Sebastian. E' giusto che tu abbia la tua ricompensa".
Approdarono sull'isolotto. Dei corvi stavano appollaiati sulle rovine di ciò che un tempo erano state colonne. Un gracchiare si levò nell'aria.
Il maggiordomo la fece sedere su un divano di pietra, dai piedi invasi dai rampicanti.
"Cercherò di non farvi troppo male" la rassicurò, per poi far illuminare le sue iridi rosse di un viola-nero vivo.
Scarlett chiuse gli occhi e nonostante la rassicurazione del demone, provò un dolore atroce. Era come se la stavano sventrando, come se le tagliassero metà del suo corpo, come se la stessero svuotando della vita. Quella sensazione, però, finì presto, lasciando spazio ad una forza incontrollata che cresceva sempre più in lei.
Aprì gli occhi: erano rossi.
"Ti ringrazio, Sebastian. Mi hai liberato di un peso inutile".
"Non è morta? Com'è possibile?! Hai mangiato la sua anima!" fece Ciel sorpreso, mentre il maggiordomo indietreggiava pulendosi la bocca con il dorso della mano.
"E' vero, padroncino ho mangiato la sua anima, ma non dimenticate che per metà è un demone... ho divorato la sua parte umana, non quella demoniaca. Si sa che i demoni non hanno anima...".
"Esatto" disse Scarlett portandosi un ricciolo dietro l'orecchio "Senza un'anima, la mia essenza di demone ha preso il sopravvento. Sono di nuovo un demone a tutti gli effetti" esordì con un ghigno. Si levò in piedi "Mi presento, sono il demone della sofferenza". Si avvicinò al maggiordomo "Grazie, Sebastian. Ci si vede all'inferno". Detto quello posò un sfuggevole bacio sulle sue labbra.
"Non mi ringraziate. In quanto maggiordomo Belmont se non avessi fatto questo che maggiordomo sarei stato?".
Scarlett sorrise, poi si rivolse a Ciel "Stammi bene, Ciel Phantomhive" e scomparì.
Sebastian controllò il suo orologio da tasca "Venite, padroncino. Facciamo ancora in tempo per il tè del mattino".

***

Le rose rosse erano rinate, facendo da tappeto al trono. Lei ne raccolse una e l'annusò, per poi rigirarla tra le dita e farla cadere tra le rose bianche che la inghiottirono.
"Mi presento, sono il Demone Supremo, ma per voi semplicemente Scarlett".

FINE


Angolo dell'autrice matta: ed eccoci arrivati alla fine di questa storia! :D Spero vivamente che vi sia piaciuta e ringrazio chi l'ha recensita e chi la recensirà, chi l'ha aggiunta alle seguite, ricordate e preferite e chi lo farà! Grazie di cuore! ^_^
Un bacio!
Alexiel_Slicer
  
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