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Autore: Micky96    08/09/2013    0 recensioni
La vita di Harry Potter e dei suoi amici e compagni è stata un susseguirsi di avventure, nei loro sette anni ad Hogwarts.
E se così fosse anche per i loro discendenti?
In questa storia seguiamo le avventure di Eireann, la stramba migliore amica di Albus Potter ed Alice Paciock, tra situazioni serie, pericoli, scherzi, cavolate colossali, risate, pianti e cotte amorose senza senso.
*N.B Inizialmente la storia si intitolava "Eireann's Howl", ma ho deciso di apportare qualche modifica perchè mi sono resa improvvisamente conto che il titolo non mi piaceva =)
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-Mi racconti una storia?- chiese la piccola Eireann, guardando sua nonna da sotto in su, gli occhi color mogano trasognati. Quasi tutte le sere, ad eccezione di quando era troppo stanca, le poneva quella domanda. L’anziana signora sorrise indulgente:
-Ma certo, tesoro. Di cosa vuoi che parli la storia di oggi?-. Eireann non dovette pensarci che una frazione di secondo.
-Una storia sulle streghe! E… E sui maghi! Sì, sui maghi e le streghe- replicò immediatamente, saltellando emozionata sul lettino e facendo cigolare il morbido materasso. La magia ed il fantasy l’affascinavano già a quella tenera età, i fatidici cinque anni. Forse perché la sua mente di bambina voleva credere, credere ai mondi fantastici che prendevano vita tramite la voce pacata e saggia di sua nonna, e quindi immergervisi con tutto il suo essere. La nonna assecondava con piacere quell’interesse; dopotutto lei stessa era una donna particolare, tutti lo sapevano. Nonostante una facciata più che normale, Miranda Wilson era stata in giovane età una cartomante ed una chiromante, ed ancora adesso la si poteva sorprendere, alcune sere, a leggere furtivamente i tarocchi per dare una sbirciata al futuro. Eireann non aveva mai saputo se le carte le avessero mai dato risposte coerenti, né lo aveva mai chiesto: sapeva che avrebbe ottenuto solo risposte evasive del tipo “Chi lo sa, aspettiamo e vedremo” o “Il futuro si presenterà a darmi le prove”.
La nonna si accomodò meglio sull’orlo del letto ed esitò, guardando la nipote che le teneva gli occhi puntati addosso. La luce tenue del lume si rifletteva sui lunghi capelli biondo scuro della piccola, e le delineava i tratti del volto ancora piuttosto rotondeggiante. Poi si decise a cominciare, con un tono studiatamente lento e misterioso:
-Allora… Ecco, ne conosco una piuttosto interessante… Pronta?-. Eireann annuì con energia.
-Perfetto. Prima di cominciare la storia vera e propria, è bene che tu conosca qualcosa della realtà di cui ti parlo, perché è una realtà in cui maghi e streghe vivono accanto a noi, attorno a noi, in luoghi paralleli ai nostri.-. Si interruppe per osservare la reazione di Eirean, che sgranò gli occhi, l’entusiasmo che le si leggeva sul volto a chiare lettere. L’anziana donna continuò:
-Insomma, in questo mondo potresti avere un vicino di casa mago senza saperlo. Si nascondono da noi non-maghi, o Babbani, come ci chiamano, tramite incantesimi ingegnosi e luoghi nascosti alla nostra vista. Esiste un governo magico, il Ministero della Magia, che si occupa di tutte le questioni ed ha un capo e vari funzionari al suo interno; esistono villaggi interamente magici, celati, in cui maghi e streghe possono essere sé stessi e fare apertamente magie-
-Ma non si può proprio capire se qualcuno è un mago?- interruppe la bambina. La nonna sorrise:
-A volte sì. Vedi, i maghi si distinguono… Per come si vestono! Eh, già- ridacchiò, vedendo l’espressione incredula di Eireann, -Il loro abbigliamento, nei luoghi interamente magici, consiste in mantelli, vesti lunghe fino ai piedi e cappelli a punta. Qui raramente si abbigliano in maniera così vistosa, ma i più inesperti commettono comunque degli errori nel camuffarsi da Babbani, e finiscono con l’indossare capi spaiati che più spaiati non si può.-. Dopodichè Miranda raccontò degli istituti magici, e quello fu l’argomento che più interessò la piccola.
-Esistono scuole per maghi?- esclamò entusiasta. La nonna annuì, e prese a parlare della Scuola di Magia e Stregoneria più famosa e rinomata di tutte, che si trovava proprio in Inghilterra: Hogwarts. Le parlò delle materie, a partire da Trasfigurazione ed Incantesimi, fino ad arrivare a Cure delle Creature Magiche (che affascinava molto Eireann, da amante degli animali qual’era) ed alle lezioni di Volo su manico di scopa. Le parlò degli insegnanti, del Preside più famoso di tutti i tempi –Albus Silente-, del Lago Nero abitato dalla piovra gigante, e di mille altri meravigliosi dettagli. Quando fece un attimo di pausa, notò che la bambina sorrideva con aria sognante.
-Voglio andarci. Quando compirò undici anni riceverò la lettera, ed andrò a Hogwarts!- disse, l’espressione decisa che faceva un buffo contrasto col suo visetto paffuto di bambina.
-Ne sono certa- sorrise divertita la nonna, -Ma ora arriviamo al succo della storia. Tutto iniziò con l’avvento di un potentissimo mago Oscuro, forse il più oscuro che sia mai esistito… Il suo nome era tanto temuto che ben presto tutti lo definirono come “Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato”, o “Tu-Sai-Chi”.-
-Ma tu lo sai come si chiamava?-
-Certo che lo so, chi non lo sa? Si chiamava Voldemort.-
 
  
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