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Autore: RedSonja    08/09/2013    1 recensioni
Tornano i personaggi del Ciclo dell'Eredità, cinque anni dopo la caduta della tirannia di Galbatorix; ad attenderli una nuova emozionante avventura e un nuovo mistero, che potrebbe portare alla rovina di Alagaesia...o che potrebbe salvarla.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio | Coppie: Eragon/Arya
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 13: Amore
Nasuada si svegliò presto quella mattina, ciò nonostante era davvero di buonumore.
La sera prima aveva fatto l'amore con Murtagh. Avevano iniziato sotto l'albero sulla collina, anche se erano stati interrotti dalla pioggia, che aveva iniziato a cadere molto abbondantemente; allora il ragazzo, ridendo, l'aveva presa in braccio e l'aveva portata al castello, proprio come accadeva nelle fiabe, dove erano saliti nella camera di lui per proseguire ciò che avevano lasciato incompiuto.
Si girò dall'altra parte, stando bene attenta a non spostare il braccio muscoloso del ragazzo che le cingeva la vita, e si appoggiò al suo petto, scolpito e ampio . Lo osservò: stava ancora dormendo, il respiro lento e regolare di chi sta sognando qualcosa di piacevole, l'espressione rilassata. 
Sorrise. 
Sembrava così innocente, anche se sapeva che in realtà era uno dei guerrieri più temibili di Alagaesia. In quel momento si accorse che i bellissimi occhi neri del Cavaliere la stavano fissando, la bocca lievemente increspata in un sorriso dolce.
"Buongiorno!" sussurrò lui con la voce roca e assonnata
"Buongiorno!" gli rispose lei, arrossendo al ricordo della notte precedente.
Lui sorrise ancora e la strinse più forte a sè, baciandola con trasporto. La fece scivolare sotto di lui, lentamente, continuando a baciarla; Nasuada poggiò le mani sul suo petto, spingendolo lievemente
"Murtagh..." 
"Cosa c'è?" chiese lui, iniziando a baciarla sul collo. Sapeva che la ragazza avrebbe gradito; infatti dalle labbra di lei uscì una specie di miagolio.
"Non possiamo..." insistette lei cercando di allontanarlo da sè, invendo mentalmente contro di lui.
"Maledizione! E' davvero un seduttore con i fiocchi...!" pensò mentre il ragazzo procedeva con i suoi baci
"Lo sai che ci stanno aspettando, e se non ci sbrighiamo Arya partirà senza di noi. Con Raksha. Non hai detto che volevi andare con lei per proteggerla?"
Il Cavaliere si fermò e Nasuada seppe per certo di aver colto nel segno quando il ragazzo si scostò da lei, permettendole di alzarsi.
Nasuada si diresse verso il bagno, ma una mano le cinse i fianchi
"Murtagh?"
"Grazie Nasuada...!"
Lei lo guardò confusa. E adesso per cosa la stava ringraziando?
"Di cosa?"
"Di avermi concesso l'onore di amarti." rispose guardandola negli occhi e arrossendo. Evidentemente i ricordi di quella notte lo mettevano a disagio, ma lo rendevano anche estremamente felice.
L'Imperatrice non potè impedirsi di sorridere, quanto lo amava quando si mostrava fragile. Sapeva che si permetteva di dimostrarsi così vulnerabile solo con lei e sapeva anche che lui amava potersi rifugiare tra le sue braccia sottili, sempre pronte a donargli conforto.
Senza pensare, Nasuada si avvicinò al ragazzo e lo baciò. Lui era stato sorpreso da quel gesto, ma aveva ricambiato volentieri. Il bacio durò alcuni minuti, poi lei si allontanò per poterlo guardare negli occhi. Erano così belli che per un attimo le mancò il respiro, ma poi finalmente riuscì a formulare una frase:
"Non devi ringraziarmi. ho deciso di fare l'amore con te perchè  perchè voglio starti vicina ed essere la tua compagna. Come tu mi ami e desideri vivere al mio fianco per sempre"
Murtagh annuì per poi lasciarla andare, dovevano prepararsi, e dovevano farlo velocemente. L'elfa non era una persona che amava aspettare.
Quando furono pronti scesero al piano di sotto dove li stavano attendendo Arya e Raksha, intente a fare colazione prima di partire alla volta di Ellesmèra.

Capitolo 15: Ritorno a casa

Eragon e Saphira atterrarono di fronte all'ingeresso del Palazzo Reale di Ellesmèra. Quanto tempo era passato da quando aveva varcato quella soglia accompagnato da Arya... E adesso vi tornava da solo, su richiesta della stessa Arya.

" Sei felice di essere tornato qui piccolo mio?" gli chiese la dragonessa, mentre con un balzo il Cavaliere scendeva dal suo dorso.

" Molto!" rispose lui, slegando le cinghie che tenevano la sella ancorata alla dragonessa

" Quando arriverà Arya?" domandò Saphira

"Oh, qualcuno qui non vede l'ora di incontere un certo drago verde!" la provocò lui, ridendo, dandole un buffetto sul muso.

Saphira sbuffò. A volte Eragon sapeva essere davvero molto fastidioso.

"Non è per Firnen. Sono curiosa di conoscere quella cucciola di cui ci ha parlato."

"Anche io. Ma non possiamo fare altro che aspettare il loro arrivo. Nel frattempo che ne dici di andare alla capanna di Oromis?" propose lui

"Direi che è un' ottima idea!" disse lei dandogli una leccatina sul braccio.


Quando varcò la soglia della capanna, Eragon provò una fitta di nostalgia al petto.

Era un edificio semplice, arredato in modo spartano, eppure aveva un fascino e un'eleganza da fare invidia agli alloggi dei Cavalieri che si trovavano poco distanti da lì.

Erano passati cinque anni da quando i suoi maestri erano stati uccisi da Galbatorix, attraverso il corpo di Murtagh, eppure si aspettava ancora di vedere arrivare, da un momento all'altro, l'elfo dai capelli bianchi e l'aspetto mite e, con lui, il drago dorato senza una zampa.

In realtà Glaedr era ancora lì con loro, anche se non fisicamente. Infatti prima di morire aveva ceduto loro il suo Eldunarì, il Cuore dei Cuori, la sua coscenza, in modo che almeno uno dei loro maestri potesse continuare a guidarli.

Dall'Eldunarì di Glaedr sentiva provenire un'intensa tristezza. Poteva capire quanto fosse doloroso per lui tornare nel luogo dove aveva vissuto per secoli con il suo compagno e comprendeva anche la necessità del drago di stare in silenzio, chiuso nei suoi pensieri.

Eragon si avvicinò al tavolo dove Oromis sedeva durante le lezioni di storia e dove l'elfo, nei momenti di svago, si occupava della raffigurazione di miniature bellissime. Posò delicatamente la mano su un foglio dipinto solo a metà, si sentiva esattamente come quel foglio. Entrambi lasciati incompleti dall'elfo.

"Ora basta Eragon, sai che non è affatto così!" si ammonì da solo. Oromis aveva fatto tutto il possibile per renderlo un degno Cavaliere e un abile guida per l'Ordine che sarebbe rinato.

" Chissà cosa avrebbe detto il Maestro se avesse saputo dell'esistenza di questa bambina..." si domandò il Cavaliere, arrotolando la pergamena con la miniatura e mettendosela in tasca, per poi dirigersi verso l'uscita, dove incontrò un elfo ricoperto da una pelliccia folta e nera come la notte, occhi felini, zanne e artigli, che sembrava attenderlo con impazienza

"Eragon Ammazzaspettri, sai che presto arriveranno Arya Drottnin e Nasuada Svit-kona, dobbiamo sbrigarci e tornare in fretta al Palazzo"

"Lo so Blodhgarm, ma prima avevo bisogno di visitare la capanna di Oromis-Elda"

L'elfo annuì, mentre Eragon si incamminava verso il palazzo seguito da Saphira.

 

Angolo dell'Autrice

Ciao!

Ecco tornare il nostro Eragon, sììììì!!!!!!! (saltella felice per tutta casa).In questo capitolo si parla del ritorno del nostro amato Cavalier e della sua dragonessa, e della nostalgia provata dal giovane nel tornare lì dove si era allenato insieme ai suoi Maestri.

S cosa v i state domandando: per quale ragione Eragon sarà tornato ad Alagaesia, e precisamente ad Ellesmèra? Come avrà fatto a venire a conoscenza della presenza della nostra piccola Evy? E, sopratutto, quale sarà iò suo ruolo in questa nuova avventura?

Se volete saperlo, non vi resta che leggere il prossimo capitolo ;)

Baci<3<3<3

RedSonja

  
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