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Autore: ElderClaud    14/03/2008    6 recensioni
Erano due autentici estremi. Sia per il ceto sociale a cui appartenevano, sia per il carattere. che lui in quell’ultimo anno aveva avuto modo di studiarle come si deve. E senza volerlo, lo avevano travolto nelle loro vite.
O piuttosto… Più lui le conosceva meglio, più permetteva loro di trascinarlo fuori dal suo guscio. E solo ora si rendeva conto in che casino si era cacciato. Quelle due donne, in generale, si potevano descrivere con due colori differenti. Perché se Hinata era il bianco, Ino era decisamente il nero.

Questo è un triangolo decisamente insolito... È nato come un'ennesima sfida ad una persona speciale, ma comunque credo che simboleggi appieno la mia follia!! I protagonisti?! Leggete e scoprirete!!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione

Attenzione! Il pairing di questa storia è piuttosto particolare… Per cui se volete leggere fatelo ma non criticate il pairing! Grazie e buona lettura ^^!                                            

 

 

                                                     Le Due Spose

 

 

 

 

 

 

La campanella suonò perfetta alle cinque e mezza quel giorno. Puntuale come un orologio svizzero.

 

 

La giornata era finita, e il tempo a disposizione per i candidati, concluso.

Era tempo quindi, di consegnare al sommo giudice il proprio compito e sperare in un responso propizio.

Anche se il giudice in questione era tra i più temuti di tutto il liceo, anche se era il professore più esigente in fatto di perfezione, dovevano sperare per il meglio.

Non c’era modo di sfuggirgli a lui, in nessun modo!

Perché lui era tutto… Era un veterano di guerra… Era un economista famoso… Era un dio in terra!

 

 

Ed era anche il suo professore.

 

 

Con calma, la bionda aspettò paziente che tutta la fiumana di gente davanti a sé avesse consegnato il proprio compito, e poi, sorridendo, si diresse anche lei verso di lui.

Con calma, con molta calma, nei passi misurati e provocanti. Avvolta con perfezione nella sua divisa scolastica volutamente striminzita. Così da mostrare a tutti l’ombelico scoperto, così da far sbavare tutti allo sguardo delle belle gambe ben in vista.

Sì, da far sbavare pure lui. Il monolite inflessibile.

 

La sua ascesa però, venne fermata bruscamente da un’altra figura dinanzi a lei.

Una figura che non si limitò solo a consegnare il compito al professore e poi andarsene, ma anche scambiarci quattro chiacchiere amichevolmente.

 

Hinata Hyuuga era un vero talento.

Promettente sotto tutti i punti di vista, e con alle porte una grande carriera nella ditta di famiglia una volta ultimato quell’ultimo anno scolastico.

Ino Yamanaka invece, poteva sperare al massimo che il proprietario della tavola calda dove lavorava sua madre prendesse pure lei!

 

Tuttavia la Yamanaka possedeva una cosa che alla Hyuuga mancava totalmente. Ovvero una certa dose di presunzione che l’aiutava di molto a campare!

 

Ah! Chissà cosa avrebbe potuto fare la dolce Hinata, se solo avesse sfruttato come si deve il potenziale dei suoi occhi diafani. Dove sarebbe potuta arrivare se solo si azzardava a sbottonare un bottone in più della camicetta d’ordinanza…

Così tanto per mostrare un poco quel suo generoso davanzale donatole nientemeno che da madre natura!

 

 

Ma la Hyuuga era stupida, e il suo imbarazzo non l’avrebbe portata lontano. Anche se prendeva buoni voti, persino il monolite nero doveva constatare che la piccola creatura non sarebbe sopravvissuta a lungo nel mondo esterno, senza un briciolo di spina dorsale ovvio.

 

 

Ma non era un suo problema quello.

Il problema principale era distante da lui solo pochi passi dalla graziosa figura che aveva davanti.

 

 

Una volta che la giovane se ne fu andata infatti, dopo aver salutato con un solenne inchino, lui si trovò finalmente davanti a quel suo problema a dir poco seccante.

 

Evitò di guardarla in faccia Kakuzu. Perché non se la sentiva proprio di dar retta alle parole di quella bionda provocante. E quindi, si concentrò alla perfezione sul registro da compilare che aveva proprio sotto il naso.

E il silenzio regnò dunque sovrano in quella grande aula illuminata solo dai rossi raggi del tardo pomeriggio.

 

Non fece neppure caso al fatto che lei si era seduta sulla scrivania a pochi centimetri da lui.

Ma con la coda dell’occhio poteva chiaramente notare una sua coscia, volutamente, scoperta. La gonnellina a pieghe a momenti non copriva neppure l’inguine!

Sì, era una creatura decisamente seccante la bionda!

Ma sapeva alla perfezione che la giovane stava sorridendo beffarda a quell’imbarazzante silenzio. Si doveva dare dell’idiota per il suo comportamento… Frivolo (?!)… Nei suoi confronti, ma davvero non riusciva a resistere a quegli occhi turchesi.

 

 

“Dunque… Quella tipa di prima era la Hyuuga giusto?!”

 

 

Si era decisa a parlare finalmente, e dalle sue belle labbra fuoriuscì qualcosa di a dir poco stupido!

Ovvio che sapeva chi era la ragazza di prima! Si erano fatte assieme tutti gli anni delle superiori, di conseguenza… Era logico che sapesse chi fosse!

Ma lui non rispose, e si limitò solo a continuare a scrivere sul suo registro delle note e appunti incomprensibili ai più. Il rumore della sua penna, che viaggiava sulla carta, era una musica a dir poco… Sensuale.

All’orecchio della bionda pareva molto simile al movimento delle loro gambe sotto le lenzuola. Nell’esatto momento in cui la pelle incontrava la ruvida stoffa del lenzuolo e del copriletto.

Sorrise complice a quel pensiero. E arrossì lievemente pensando a come quelle mani olivastre, che ora tenevano ben stretta una penna blu, viaggiavano sicure sul suo candido corpo provocandole brividi profondi… Oh sì! Brividi!

Non da parte del coglioncello Nara… Non da parte dell’idolatrato Sasuke Uchiha… E neppure dal biondo artista Deidara…

 

 

Era lui quello che li superava tutti.

 

 

E se in un primo momento si era trattato solo di una occasione per cercare di farsi aumentare il voto in pagella, ora nel cuore della giovane la questione era un’altra.

 

 

“Ho sentito dire che dai delle ripetizioni private pure a lei…”

 

 

Niente, ancora nessuna risposta da parte di lui. La penna continuava a viaggiare su quei fogli bianchi. Come se nulla fosse stato detto o fatto. Di conseguenza, la bionda sorrise maggiormente a quel mutismo forzato e ritornò a parlare.

 

 

E dimmi… È più brava di me ad apprendere i tuoi insegnamenti…?!”

 

 

E a quelle parole però, la penna si fermò di botto. Perché l’arroganza della bionda aveva superato livelli astronomici.

E con uno scatto le inquietanti gemme verdi degli occhi di lui incontrarono i suoi due zaffiri sacri.

Neppure i fili di petrolio che gli scendevano sul volto rovinato dalle cicatrici, riuscivano a nascondere alla perfezione quei suoi strani occhi spaventosi. Occhi di chi avevano visto tutto e che non ammettevano repliche alle parole del proprietario.

Ma non si spaventò lei a quello sguardo. Anche se smise di sorridere, non riusciva ad avere paura di quello sguardo assassino.

 

 

Avrebbe potuto dirle di tutto, avrebbe potuto cacciarla via e non permetterle più di mettere piede in quel prestigioso istituto scolastico.

Ma invece fece una cosa incredibile.

Si limitò a sospirare e a chiudere gli occhi. E a ritornare quindi a scrivere. Non aveva voglia di litigare adesso… E per giunta per dei motivi a dir poco assurdi.

Non era della gelosia della Yamanaka che Kakuzu aveva “paura”. Piuttosto, si deprimeva per la poca professionalità che negli ultimi tempi lo aveva di parecchio caratterizzato.

Perché non era da lui intrattenere rapporti “umani” al di fuori dell’istituto per cui lavorava da anni. E se per umano intendiamo un qualcosa che va ben oltre il rapporto insegnante/studente, potete ben capire il suo disagio.

 

 

Kakuzu aveva il suo mondo, il suo guscio. E non permetteva a nessuno di accedervi.

Ma da quando la preside Tsunade aveva autorizzato i docenti a poter prestare i propri “servigi” anche privatamente, per lui era come se fosse cascato il mondo.

Aveva accettato di poter dare insegnamenti privati solo per poter aumentare il proprio portafoglio personale. Perché per lui i soldi erano tutto. Da giovane aveva combattuto come soldato per i soldi, da reduce si era dato all’economia facendo anche lì soldi a palate, e ora faceva l’insegnante perché una parte di lui voleva che anche le nuove generazioni apprendessero come si sopravvive al mondo d’oggi.

 

 

Però a dare ripetizioni private c’era pure il suo svantaggio. Come detto prima infatti… Cè il rischio di essere di molto esposti alle relazioni umane. Cosa a lui totalmente aliena.

Non gli avevano insegnato i valori dell’anima. Ma solo l’importanza della materialità terrena. Di quella utile ad aiutarti a campare, a sfamare lo stomaco dolorante e in generale, ad aiutarti a stare meglio.

E quindi non capiva mai che cos’era quella sensazione ardente che lo bruciava dentro ogni volta che sentiva la lingua della bionda intrecciarsi con la sua. Non capiva che cos’era quella sensazione di… Di imbarazzo ogni volta che la moretta gli sorrideva.

Decisamente, quando aveva deciso di prestarsi anche in privato, non si aspettava una cosa del genere.

E il risultato adesso era questo. Con lui che non capiva più niente… E con ben due problemi femminili da risolvere!

 

 

 

Tuttavia aveva notato una cosa…

 

 

Che tra la Hyuuga e la Yamanaka scorreva un abisso.

 

 

Sia per il ceto sociale a cui appartenevano, sia per il carattere.

Erano due autentici estremi, che lui in quell’ultimo anno aveva avuto modo di studiarle come si deve. E senza volerlo, lo avevano travolto nelle loro vite.

O piuttosto… Più lui le conosceva meglio, più permetteva loro di trascinarlo fuori dal suo guscio. E solo ora si rendeva conto in che casino si era cacciato.

Quelle due donne, in generale, si potevano descrivere con due colori differenti. Perché se Hinata era il bianco, Ino era decisamente il nero.

 

 

E questo lo notava anche quando metteva piede in casa loro.

 

 

La casa di Hinata era un autentico castello in miniatura, con un bel giardino e la moquette sul pavimento decisamente immacolata. Mentre quella della Yamanaka era un appartamento in periferia dall’aria trascurata. Con gente poco raccomandabile sulle scale e parecchie siringhe sull’erba del giardino comune.

 

 

La famiglia Hyuuga lo accoglieva sempre formalmente ogni volta che andava nella loro dimora per prestare i suoi servigi alla figlia prediletta.

Il signore e la signora Hyuuga erano sempre perfetti nei loro taglieur firmati.

A fare da contro altare invece, nella casa di Ino mancava quasi sempre una figura famigliare di spicco. Alle volte era presente la madre, avvolta nei suoi abiti sgualciti e mascherata dal trucco pesante, la solita mezza sigaretta sulle labbra e una stanchezza addosso visibile pure ad occhio nudo. Doveva faticare parecchio per mantenere la figlia in quella scuola… A differenza degli Hyuuga che non avevano problemi economici!

Ma il più delle volte non c’era nessuno, e la casa era quasi sempre tutta per loro.

 

 

A villa Hyuuga, Kakuzu insegnava con la massima professionalità, tutto il suo sapere alla giovane rampolla di famiglia.

Seduti alla scrivania della piccola biblioteca della casa, i loro sguardi appena si incontravano. Soffocati dalle troppe formalità e dalla rigida etichetta imposta da quella micro società.

A casa Yamanaka semplicemente l’etichetta non esisteva. Era la sopravvivenza a farla da padrona. E ogni volta che lui vi ci metteva piede, ecco che la bionda gli buttava le braccia al collo e lo riempiva di baci.

E lui le mani non riusciva proprio a tenerle ferme, e quindi si lasciava andare. E potete ben immaginare che lui i libri dalla sua ventiquattrore proprio non li tirava fuori…

 

 

Una qualità che Kakuzu amava in Hinata era il silenzio. Un silenzio gentile ed educato che rispecchiava alla perfezione i suoi gusti. Perché Kakuzu era un amante del silenzio, e la giovane Hyuuga in quel lato, innocentemente lo soddisfala appieno. Senza volerlo quindi era nata una sorta di complicità. Un equilibrio rotto alle volte quando lei gli sorrideva. Un sorriso timido ma anche tanto umano. Che lo metteva in imbarazzo nonostante esteriormente non lo dava a vedere a nessuno.

 

 

Ino invece, non faceva altro che parlare. Non stava mai zitta! E dopo ogni loro amplesso invece di riposare lei parlava…

Quasi sempre del più e del meno. Mai di cose importanti.

E lui in silenzio la ascoltava, oppure, quando proprio non ne poteva più di tutto quel parlare, si limitava ad iniziare a baciarla soffocando così le sue parole.

Un modo un po’ “cattivo” per ignorare i disagi della bionda. Perché era fin troppo chiaro che lei cercava apertamente un contatto umano. A differenza di Hinata… Che nascondeva il disagio in un continuo balbettio senza senso.

 

 

 

Perché loro erano sole… Dannatamente sole. Un po’ come lui del resto…

 

 

 

Ma entrambe avevano un modo differente per esprimere il proprio disagio.

Chi con la timidezza, chi con la spontaneità. E questo, lo notava anche da come lo osservavano nel suo aspetto esteriore.

 

Quando gli occhi diafani incontravano per sbaglio le sue numerose cicatrici, la proprietaria si limitava ad abbassare lo sguardo imbarazzata e a mormorare un timido “scusate…”

Mentre gli occhi turchesi non si facevano timore di fissarlo con insistenza e di chiederli come se le era procurate.

E se per la prima descriveva nei minimi particolare come se le era procurate, con l’altra faticava a proferir parola delle sue passate esperienze.

 

Hinata lo invogliava a parlare con i suoi silenzi, a sfogarsi verbalmente del suo dolore passato. Mentre Ino lo faceva desistere dal muovere la bocca, e quindi lasciava che fosse il corpo a parlare. Che fosse lui, con i suoi gesti, a descrivere ciò che era successo nella sua lontana giovinezza.

 

 

L’unica cosa che avevano in comune quelle due, era la solitudine.

 

 

La solitudine creata da una famiglia troppo rigida nelle sue formalità… E la solitudine generata invece dalla costante assenza di una figura famigliare costante.

Praticamente due opposti, due caratteri differenti. Ma che si accomunavano in un'unica parola.

Ovvero quello dell’esser soli. E questo alla fine della corsa era una cosa che riguardava pure lui. Perché anche lui era solo. Anche lui non aveva di chi aggrapparsi nei momenti di totale abbattimento.

 

 

Per questo odiava il proprio atteggiamento “frivolo”…

 

 

Perché in un modo o nell’altro, quelle due donne lo stavano aiutando a combattere la propria solitudine.

Perché a lui alla fine della corsa piaceva passare i pomeriggi a casa di Hinata a raccontarsi storie personali e fantastiche… O semplicemente lanciarsi in sguardi fugaci e complici. Raccontandosi così più cose di quelle che una persona comune potrebbe credere. E svuotandosi così la tensione psicologica.

 

 

La sua sposa bianca…

 

 

Perché a lui tutto sommato piaceva l’impulsività di Ino. Gli piaceva far l’amore con lei possedendola con il corpo e con l’anima. E lasciarsi anche lui possedere. Ammaliare. Svuotare la tensione fisica e riempirsi di carezze che nessuna donna aveva mai osato donargli. Solo lei osava.

 

 

La sua sposa nera…

 

 

 

 

Chiuse finalmente il registro decidendosi così di alzarsi dalla comoda poltrona e rispondere infine alla stupidissima domanda dalla bionda.

Lei era ancora seduta sulla cattedra, e di altezza, in tal modo, era identica a quella del suo professore. Un uomo decisamente alto e possente. Non bellissimo certo, ma non era quella la sua qualità principale. E lei lo sapeva fin troppo bene.

 

 

“Yamanaka… La signorina Hyuuga, nonché vostra compagna di classe fin dai tempi del primo anno, possiede una capacità di apprendimento decisamente superiore alla vostra…”

 

 

Quelle parole ebbero il potere di aumentare la tensione negli occhi turchesi! Ma non si mise ad urlare. Strano ma vero, la giovane decise di rimanere in silenzio e di soffocare la rabbia crescente. E quindi decise di ascoltare fino in fondo quello che lui aveva da dirle.

 

 

“… E la signorina Hyuuga inoltre, non necessita di certi mezzi per aumentare i propri voti… A differenza di voi signorina…”

 

 

Kakuzu non era uno stupido, sapeva alla perfezione che in principio la biondina era andata a letto con lui solo per cercare di farsi aumentare il voto in pagella.

Ma questo era stato l’inizio… Ora, e la stessa cosa valeva anche per Hinata, la questione era un’altra.

Ma la giovane Ino trattenne lo stesso il respiro pieno di rabbia verso quelle due gemme verdi totalmente indifferenti.

E quasi non si accorse che lui le si era avvicinato per poterla baciare. Stemperando in quel gesto passionale tutta la rabbia e i rimorsi che complici li tormentavano.

Peccato però, che il loro intreccio dovette ben presto sciogliersi. Perché comunque non era ora di lezione quella. Non stava dando ripetizioni, e di conseguenza non bisognava correre il rischio che tutti venissero a conoscenza del tema delle loro discussioni.

 

 

Non voleva mandare in frantumi tutto. Ma allo stesso tempo non voleva rinunciare a loro due. Alle sue due spose.

Non voleva affatto che fosse lui, o una di loro un giorno, a dirgli la fatidica parola… “Scegli!”

No…

Lui voleva continuare così, voleva continuare a sognare. A svuotarsi la testa e il corpo di ogni pensiero e tensione. Voleva continuare a non sentirsi più solo.

Se solo avesse interrotto quel filo… Quel triangolo, un intero ecosistema sarebbe andato perduto. Il suo e il loro.

 

 

Fatti bella domani… D’accordo?!”

 

 

Poche parole sussurrate per far tornare un timido sorriso sul bel volto della giovane. Poche parole per calmarla della gelosia sempre più incalzante.

chissà quanto sarebbe durato?!

Ma questo nella sua testa non aveva la benché minima importanza. A lui interessava sempre e solo il presente. E per il futuro… Bisognava giocarsi per bene gli investimenti nel presente per assicurarsi un buon futuro.

 

 

 

Iniziando dai piccoli gesti…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da un concorso indetto sul forum di Akareborn.com, ecco qui il mio triangolo Crack pairing!

Il concorso (peraltro creato da me) prevedeva la realizzazione di una fic con protagonista un triangolo! Ma composto da personaggi diversi dalle solite coppie.

 

Io ho creato questa InoxKakuxHina ( che tuttavia, ha una impronta più sulla KakuxIno dato che come coppia mi piace ^^!) e come tema possiede la solitudine.

 

 

Ditemi se ho fatto un buon lavoro o meno! O se l’opera fa acqua da tutte le parti!

 

In sé, la storia possiede comunque il concetto di materialismo ( rappresentato da Ino ) e quello dell’etereo ( ovviamente rappresentato da Hinata )

E in mezzo a loro è presente l’uomo ( ossia Kakuzu )

Forse mi sono andata ad imbarcare in un concetto un po’ complicato per me ^^;!

 

 

   
 
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