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Autore: Eider    08/09/2013    2 recensioni
A cinque anni Allison si era trasferita e aveva incontrato Christopher, colui che sarebbe diventato il suo migliore amico.
A quindici anni Christopher l'aveva lasciata senza nessuna spiegazione, costringendola a dover sopportare Jeko.
Chris era l'unica cosa che li univa, fino a quando non era sparito nel nulla.
Ora Jeko e Allison erano inseparabili, forse troppo, e niente sembrava dover rovinare la loro amicizia, almeno fino a quando uno dei due non avrebbe aperto gli occhi.
E se lui fosse tornato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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It was about time!

"Dobbiamo farlo ingelosire!" Alli voltò leggermente il capo, rivolgendo lo sguardo all'amica, che la osservava con sguardo confidente e… un po' battagliero?
"E' inutile, non capirà mai."
"Ma tu hai capito quella cosa vedendolo con la zoccola!" di nuovo la ragazza le rivolse lo sguardo alquanto scettica sul metodo dell'amica, decise infine di voltarsi completamente e prevenire un torcicollo assicurato. Si girò sulla sedia e raccolse le gambe sulla sedia, aspettando che Marti continuasse il suo discorso.
"Dobbiamo solo trovare qualcuno che ci provi con te... Leo! No, troppo ovvio, Jeko non ci fa neanche più caso. Aspetta, trovato!"
"Sentiamo." sospirò la ragazza appoggiando il mento sulle ginocchia, guardandola preoccupata.
"Andrea."
"No." come sentì quel nome, rispose immediatamente, Andrea non gli era mai stato particolarmente simpatico e in più non avrebbe mai fatto una cosa del genere a Jeko, erano troppo uniti.
"Sono sicura che accetterà, glielo chiedo subito, un attimo che trovo il cellulare." Marti iniziò a contorcersi nel letto alla ricerca dell'oggetto smarrito, ne uscì qualche secondo dopo trionfante con il telefono in mano e un sorriso poco rassicurante sul volto.
"Martina no!"
"Troppo tardi." canticchiò ridacchiando e dondolandosi al ritmo della canzoncina inventata sul momento.
"E se magari sono insieme e glielo dice? Che figura ci faccio?"
"Il fatto che tu ti stia preoccupando, presuppone che tu ci stia pensando o abbia addirittura accettato." riabbassò lo sguardo sul cellulare, leggendo qualcosa, mentre Alli si limitò a sbuffare senza trovare qualcosa con cui ribattere, certo che per una volta era riuscita a farla tacere.
"Quindi?" domandò dopo svariati minuti in cui l'aveva osservata sorridere e fare smorfie davanti lo schermo, Marti buttò il cellulare da qualche parte, mostrandole la sua migliore "poker face".
"Ha accettato." esultò infine, alzando le braccia in aria e saltellando, da seduta, sul letto.
"Ha accettato?"
"Certo."
"Stai scherzando?"
"Neanche un po'."
"Ma come può fare questo a un suo amico?!"
Marti alzò un sopracciglio, assottigliando le labbra.
"Ti stai forse lamentando?"
Alli abbassò lo sguardo, fingendo di essere interessata alle sue Vans.
"Pensavo di non piacergli... come carattere intendo." si affrettò ad aggiungere, perché conoscendo Marti avrebbe sicuramente frainteso.
"No infatti non gli piaci."
Alli rimase a bocca aperta più per la leggerezza con cui l'aveva detto che per il vero significato.
"Però si è accorto che qualcosa non va, e non sopporta di vederlo un giorno felice e il giorno dopo in versione Joker."
"Pensa forse di aiutarlo così? Allora è più stupido di quello che pensavo." annuì alle sue stesse parole, appoggiando i piedi per terra e stiracchiandosi sulla sedia girevole.
"L'importante è che abbia accettato." disse Marti muovendo la mano come a chiudere il discorso.
"Ma Jeko non ha visto niente?"
"Era sotto la doccia." e il modo in cui sorrise dopo aver pronunciato quella frase non prometteva nulla di buono.
"Scommetto che vorresti essere con lui, per passare le mani sul suo corpo tutto nudo e bagnato e..."
"Mica vuoi che sia vestito no?" disse interrompendola e facendola scoppiare a ridere.
"E no. Non stavo pensando a niente, sei tu la porca qua."
"Lo so." rispose solamente alzando le spalle e sorridendo divertita.
 
"Guarda che non sei obbligato!"
"Lo so."
"Non è stata una mia idea!"
"Lo so."
"E..."
"Vuoi finirla? Dobbiamo solo fingere che io piaccia a te e tu a me, niente di che, non farti paranoie."
Alli abbassò lo sguardo imbarazzata subito dopo aver annuito, quel ragazzo la metteva in soggezione.
Erano arrivati un po' prima degli altri, Alli accompagnata da Marti che in quel momento era in piedi poco lontano da loro, impegnata a fumare.
Andrea aveva raccontato a Jeko di dover incontrare un prof per parlare, e grazie anche al fatto che fosse ancora addormentato, Jeko non aveva obbiettato ed era tornato a dormire.
Si erano incontrati davanti alla scuola mezz'ora prima dell’inizio delle lezioni, lui aveva accennato un saluto con la testa ad entrambe e si era avvicinato ad Alli per discutere su come procedere, nonostante la disapprovazione di quest’ultima. Infine avevano concordato che lui avrebbe finto di avvicinarsi in un improvviso piacere per lei, nei momenti in cui Jeko sarebbe stato nei paraggi, poi avrebbero deciso cosa fare.
"Ancora non capisco perché lo fai." borbottò incrociando le braccia al seno, spostando lo sguardo in lontananza, vedendo un tram in arrivo, osservò le persone scendere individuando un suo compagno di classe, tornò a guardare Andrea che aveva seguito il suo sguardo, annuì e in pochi secondi sentì la presenza di Martina accanto a se.
"Non è importante." disse infine allontanandosi di poco.
"Dio quanto è irritante, come posso fingere che mi piaccia un essere così?" alzò le braccia e le fece ricadere lungo i fianchi, sbuffando e borbottando frasi contro quell'essere.
"Potrai dimostrare di essere una brava attrice."
"Non ho mai voluto fare l'attrice."
"Beh adesso lo vorrai, perché sarai talmente brava, che ti sembrerà vero."
"Se lo dici tu."
Alli decise di non sprecare fiato inutile a contraddirla, sapendo che in qualche modo avrebbe avuto la meglio, succedeva sempre così.
 
Una mezz'oretta dopo le due classi erano raggruppate nel corridoio principale della scuola, erano stati messi a tacere da una delle prof solo quando un uomo e una donna si erano presentati.
Le persone che stavano insieme in famiglia vennero divise e mandate in due gruppi diversi.
Alli capitò nel gruppo di Lucas assieme Aurora, Andrea e Leo, oltre ad altri suoi compagni di classe e dell’altra classe.
Cercò con lo sguardo Marti che fino a pochi minuti prima era accanto a lei, quando la individuò assieme Jeko, Noemi e Bec tese la mano nella sua direzione, aspettando che se ne accorgesse, quando successe Marti fece lo stesso ed entrambe iniziarono ad interpretare la parte di due protagonisti di un film drammatico, accentuando la cosa con delle espressioni sofferenti.
Ritirarono la mano quasi contemporaneamente, voltandosi senza guardarsi negli occhi per non vedere l’altra fingere di piangere.
Aurora e Andrea la osservarono in silenzio non sapendo cosa dire, Leo invece la guardò per qualche secondo per poi scoppiare a ridere e urlare qualcosa di incomprensibile.
Si incamminarono molto rumorosamente al piano di sopra dove si sarebbe tenuta la lezione.
“Così non mi aiuti.” le aveva sussurrato Andrea mentre stavano salendo sulle scale, Alli si era limitata ad alzare gli occhi e continuare per la sua strada ignorandolo come aveva sempre fatto.
Sorprendentemente aveva preso il suo ruolo seriamente, perché Alli se lo ritrovò come vicino di banco, sotto lo sguardo curioso di Aurora e Leo che ancora non sapevano del piano malefico di Martina.
“Cosa ci fai qui?” gli ringhiò quasi sporgendosi verso di lui, lo vide abbozzare a qualcosa che sembrava molto un sorriso e girarsi, arrivandole a pochi centimetri dal viso, istintivamente lei indietreggiò, vedendolo mostrare ancora uno strano sorriso.
“Sto solo facendo il mio lavoro per bene, sai… mi piacerebbe diventare un attore un giorno.”
Ecco risolto il mistero.
Alli avrebbe scommesso qualunque cosa sul fatto che Martina sapesse quel piccolissimo ed irrilevante dettaglio.
 
“Cosa state combinando voi due?!” non appena era iniziata la pausa e Alli era scappata dalla classe per incontrare Marti, Aurora una volta trovate le aveva puntato un dito addosso, intimorendole con lo sguardo.
Marti si indicò il petto con fare innocente, si guardò intorno e poi tornò a guardare Aurora.
“Io?”
“Non fare la finta tonta, e tu Allison King non fingere di non saperne niente.”
Alli sorrise dolcemente non rispondendo.
“Andrea fingerà di essere interessato ad Alli per fare ingelosire quell'altro.”
“Scommetto che è stata una tua idea.”
Marti annuì entusiasta, scoppiando poi a ridere senza motivo, lasciando Aurora basita e senza parole, guardò poi Alli cercando di capirci qualcosa di più, ma questa si limitò a scuotere la testa alzando le spalle.
“Quindi hai realizzato che ti piace Jeko? Era ora.”
“Non ho detto niente!” si difese subito scattando in piedi.
“Perché sei sempre sulla difensiva? Cosa ti costa ammetterlo?”
“Anche se lo ammettessi cosa cambierebbe? Se le cose andassero male lo perderei.”
Alli si lasciò cadere sulla sedia, abbassando lo sguardo sulle sue mani intrecciate, quando poi vide Aurora inginocchiarsi e guardarla negli occhi.
“Ormai è tutto cambiato, anche per lui, siete solo voi che non ve ne accorgete.”
“Ro ha ragione.” Alli saltò in aria spaventata da quella voce, alzò lo sguardo trovando una Bec sorridente davanti a se.
“Tu da quanto sei qua?”
“Un po’.” disse timidamente non incrociando il suo sguardo.
“Come mai tutti la pensano così?” domandò Alli ingenuamente, appoggiandosi al muro e sospirando.
“Noi vediamo quello che succede da fuori, diciamo che è più facile così.”
“E brava Bec.” Marti le mostrò il pollice e sorrise soddisfatta.
“Mi fate paura.” disse infine Alli facendole scoppiare a ridere.
 
Era solo il secondo giorno in cui si trovavano a Valencia e quelle simpatiche delle loro prof avevano programmato una giornata piena di musei noiosi e le classiche visite alle chiese, infatti non appena Lucas, il loro insegnate spagnolo, aveva consegnato il foglio con il programma di ogni giorno, Alli aveva visto molti dei suoi compagni passarsi una mano sul volto alquanto disperati e lei non aveva certo fatto eccezione.
“Scommetto quanto vuoi che ha organizzato tutto quanto quella stronza.” borbottò Andrea seduto un po’ troppo vicino ad Alli, che infastidita si allontanò leggermente.
‘Quella stronza’ come l’aveva amorevolmente chiamata, non era altri che la loro prof di Spagnolo, nota per essere irritante e soggetta agli scherzi degli studenti, quello era probabilmente la ragione della sua irritabilità.
“Quindi dove andremo oggi?” domandò un ragazzo che doveva appartenere all'altra sezione.
“Ciudad de las Artes y las Ciencias.”
 
Solo una volta arrivati in prossimità della città dell’arte e della scienza, capirono cosa intendessero realmente per città, Lucas glielo aveva spiegato, ma siccome studiavano spagnolo da poco più di un anno non avevano capito appieno il significato di città, non come lo capirono trovandosela davanti. Era un insieme di varie strutture dalle forme più strane, tra cui una a cui avrebbe dovuto assomigliare alla forma di una balena, che costituivano questa piccola città.
C’era un museo della scienza, dell’arte, un acquario, una serra per le piante e tanto altro ancora, e non era neanche sicuro che sarebbero riusciti a vedere tutto in giornata.
In mezzo alla calca per entrare riuscì ad individuare la cuffietta verde di Jeko, non riuscendo a nascondere un sorriso.
“Certo che se continui a sorridere per ogni cosa che lo riguarda nessuno penserà che io ti possa piacere, forse lui sì, perché è così cieco da non vedere che gli sbavi dietro.”
“Io non… Ehi!” Andrea sparì con uno strano sorriso divertito, lasciandola a sbollire ed imprecare contro di lui. Certo che nessuno avrebbe mai pensato che gli potesse piacere quando era così evidente il suo disprezzo per quel ragazzo.
 
"Allora come procede il piano malefico?"
Noemi si sporse sorridendo, interrompendola dall'osservare uno dei primi computer.
“Dimmi chi non lo sa che faccio prima.” borbottò infastidita proseguendo il percorso seguita dall'amica.
“Jeko non lo sa.”
Alli roteò gli occhi irritata
“Jeko, Jeko, sempre Jeko, vi prego potete cambiare argomento?!”
“Cosa c’è che non va con me?”
Ed ecco che la fonte principale dei problemi della ragazza si materializzò nel momento meno opportuno, con il suo sorriso adorabile, ma allo stesso tempo snervante.
“La nostra cara Alli è un po’ irritabile oggi.” Noemi le fece l’occhiolino e si defilò con una scusa alquanto stupida.
Jeko osservò in silenzio lo scambio di sguardi tra le due ragazze per poi avvicinarsi, una volta andata via Noemi, ad Alli.
Le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, facendola sorridere leggermente.
Are you okay han?”
Alli si limitò ad annuire, chiudendo gli occhi ed inspirando il suo profumo, che riuscì a calmarla, riaprì gli occhi e andò ad appoggiarsi con tutto il corpo su Jeko, che con naturalezza le mise un braccio intorno alle spalle, lasciandola risposare sulla sua spalla. Camminarono così, a lungo, osservati e invidiati, nessuno avrebbe mai pensato che fossero solo amici.
 
“Dove è andata a finire la mia californiana preferita?” Leo continuò a girare la testa in cerca di una testa castana, senza risultati. Mise il broncio e guardò Noemi, che invece roteò gli occhi per l’ennesima volta.
“Non conosci altre californiane.”
Leo le scoccò un sguardo di rimprovero per poi metterle una mano sulla spalla.
“Mimi perché sei sempre così perfida quando nomino la piccola californiana?” sorrise divertito vedendola evitare il suo sguardo e muoversi per allontanarsi, cosa che non riuscì a fare perché la stretta sulla sua spalla si intensificò.
“Sei forse gelosa Mimi?”
“Chi? Io? Non essere stupido! Di cosa poi?” Noemi continuava a sorridere e ridere nervosamente, insospettendo e divertendo ancora di più il riccio.
Leo le mise anche l’altra mano sulla spalla, sentendola irrigidirsi.
“Sei gelosa, ammettilo. Sei innamorata persa di me.” rimase per qualche secondo serio, secondi in cui Noemi rischiò di avere un infarto, per poi scoppiare a ridere.
“Sto scherzando tesoro, avresti dovuto vedere la tua faccia!” tolse definitivamente le mani dalle sue spalle, lasciandola respirare normalmente, piegandosi dalle troppe risate.
“Sei uno stronzo.” gli urlò lasciandogli uno schiaffo sulla schiena, che lo fece aumentare le risate, andandosene inferocita.
Quando si riprese, davanti a se trovò Jeko che a braccia incrociate lo osservava con un sopracciglio alzato.
“Che c’è?” domandò guardandosi intorno senza un vero motivo.
Jeko si avvicinò tirandogli una sberla sulla nuca, sentendolo emettere un verso strozzato, Leo gli lanciò un’occhiataccia, massaggiandosi la parte lesa.
“Che cazzo fai?”
“Vi ho visti prima, perché ti comporti così con lei?”
Leo sbarrò gli occhi, mentre Jeko riprendeva a parlare.
“Non hai ancora capito che gli piaci? Non puoi fare così cazzo, la fai soffrire!”
“Aspetta… Cosa stai dicendo? Non è assolutamente vero.” disse finalmente riuscendo ad assimilare ciò che gli era stato quasi urlato.
“Piaci a Noemi e l’unico che non l’ha capito sei tu! Apri gli occhi Leo!” Jeko lo fisso dritto negli occhi, aspettando una replica.
“Io… Cazzo. Proprio tu mi vieni a fare la predica?! Quando sei il primo che non capisce niente. Forse qui quello che dovrebbe aprire gli occhi sei tu!”
Questa volta fu il turno di Jeko a rimanere senza parole.
“Chiedi un po’ in giro e capirai.” Gli lanciò uno sguardo di sfida e se ne andò, lasciandolo in mezzo alla sala a riflettere sulle sue parole.
 
“Marti?” Jeko picchiettò l’indice sulla spalla della ragazza, che spaventata saltò in aria e con una mano sul cuore si girò per fronteggiarlo.
“Oh dio, sto diventando come Alli.” mormorò così a bassa voce che nessuno riuscì a sentirla, guardò poi Jeko infuriata, aspettando che si decidesse a parlare.
“C’è forse qualcosa che non so?” domandò infine timidamente, lasciandola per qualche secondo senza parole, non lo aveva mai visto comportarsi in quel modo.
“Stai bene?” gli chiese portandogli una mano sulla fronte e controllando che non avesse la febbre, niente, la tolse scuotendo la testa.
“C’è qualcosa che mi tenete nascosto?” Marti lo guardò sbarrando gli occhi, pensando che c’erano così tante cose che non gli avevano detto, che non sapeva quale avesse potuto scoprire.
“No?” Jeko le riservò uno sguardo sprizzante, riprendendo un po’ del suo vero io e non quella versione timida.
“Non so come dirlo cazzo.”
“Tu provaci.” anche se in realtà avrebbe voluto dirgli di stare zitto e scappare via, perché aveva dovuto chiedere proprio a lei? C’erano Bec e Ro, anche Alli, no forse Alli no.
“Okay… Piaccio a qualcuno e io non me ne sono ancora accorto?”
Merda, pensò stringendo i denti, pensando a cosa dire senza rovinare tutto.
“Piaci a Vicki!” esclamò felice di aver trovato un nome, il piano B consisteva nel dire un nome a caso e inventare una scusa per scappare.
“Lo so, e no, sai che non è quello che intendo.”
Non dirmi che finalmente ci sei arrivato, pensò sorridendo leggermente.
“Diciamo che per ipotesi tu possa piacere a qualcuno che ti conosce da molto tempo e che tu conosci molto bene.” disse enfatizzando più del dovuto sul molto, Jeko annuì registrando le parole, per poi rimanere in silenzio, un po’ più del dovuto, tanto che Marti si avvicinò passandogli la mano davanti il viso, non avendo una reazione.
“Cazzo… cazzo… cazzo.”
Forse ci è arrivato.
Si portò entrambe le mani nei capelli e guardò Marti sofferente, lei gli lasciò qualche pacca sulla spalla, cercando si consolarlo.
“Che cazzo faccio? Io… io non posso starle lontano. Ecco perché faceva così! Dio che stupido!” continuò a muovere la mani nei capelli, tirandoli e ricominciando a passarci le dita.
Marti abbozzò un sorriso, poi si fece seria.
“Dimmi solo questo, ti piace?”
Smise di torturarsi i capelli, rendendosi conto in quel momento di non avere più la sua cuffietta e ricordandosi subito dopo di averla data ad Alli, e alzò lo sguardo impaurito verso l’amica.
“No-non lo so, non ci ho mai pensato.” disse infine.
“E poi le cose cambierebbero troppo, e se rovino tutto? E’ la mia migliore amica, non posso perderla!”
“Certo che dite le stesse cose, potevo dirvele allo stesso momento così avrei risparmiato un po’ di fiato.” borbottò sottovoce, ma non abbastanza per non farsi sentire.
“Cosa?”
La ragazza mosse la mano nella sua direzione, come a fargli capire di lasciare perdere.
“Dicevo, è inutile, ormai le cose sono già cambiate, non si può più tornare indietro, o vi svegliate o non lo so come andrà a finire, non bene di sicuro.”
“Sì, ma..”
“Niente, adesso vai a farti un giro e schiarisciti le idee.”
Jeko fece per ribattere, ma ci rinunciò quando capì che sarebbe stato inutile.
Iniziò a camminare seguendo la massa, non facendo caso a dove sarebbe andato a finire.
Come avrebbe fatto a capire se provava qualcosa per lei, quando per anni non si era accorto di niente?
Quando aveva scoperto la verità, prima di rendersi conto di come sarebbe tutto cambiato e a cosa sarebbe andato incontro, era stato felice.
 
“Sta arrivando, sorridi!” Alli non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni, che Andrea la voltò verso di se, mostrandole un sorriso e sistemandole dolcemente la cuffietta di Jeko, non capiva cosa stesse succedendo, ma decise di assecondarlo sorridendo.
 
Quando Jeko individuò la sua cuffietta verde, sorrise immediatamente, sorriso che sparì non appena vide la vicinanza Andrea e il suo sorriso diretto alla sua Alli.
Aveva appena scoperto una cosa che aveva scombussolato tutto il suo mondo e neanche un minuto dopo la vedeva tutta presa con il suo vicino di banco.
Li sorpassò infuriato, dirigendosi all'uscita di quella parte della città, quando arrivò all'aria aperta su quel piccolo ponticello, chiuse gli occhi e strinse il ferro della ringhiera con forza.
Era arrabbiato e ferito e non ne capiva il motivo, forse era così che si era sentita quando l’aveva visto con Ilaria.
Aveva voglia di vendicarsi e farla soffrire, farla stare peggio di lui, ma allo stesso tempo non sarebbe riuscito a farle del male, era la sua piccola Alli Kelly.
Rimase a fissare il vuoto davanti a se per un tempo indefinito, fino a quando notò uno dei suoi compagni di classe cercarlo e intimargli di seguirlo, perché era ora di andare via.
Mentre raggiungeva il resto dei suoi compagni si domandò quanto tempo fosse stato fuori, per essere arrivati già al momento di andare, guardò il cielo e si accorse del tramonto.
Abbassò lo sguardo trovandosi l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
“Ehi.” gli sorrise lievemente, attorcigliando una ciocca dei suoi capelli nervosamente.
“Ehi.” le rispose con voce priva di emozioni.
“Stai bene? Sei sparito prima.” Alli si avvicinò preoccupata, gli toccò il braccio dolcemente, mentre lui cercava in tutti i modi di combattere quella sensazione di benessere.
“Te ne sei anche accorta, complimenti.” il suo tono di voce era sprezzante e Alli si allontanò come scottata da quelle parole.
“Che ti prende?”
“Niente.” senza lasciarle il tempo di dire altro si girò e si allontanò dalla ragazza.
“Jacopo!” urlò quando lo vide andarsene, senza però ottenere risposta.
 
Nel viaggio di ritorno in tram, Jeko si sedette lontano dagli altri, guardando male chiunque avesse provato a sedersi accanto a se, passò gran parte del tragitto ad osservare la città fuori dal finestrino.
Sentendo qualcuno sedersi accanto, si preparò a lanciare l’ennesima occhiataccia, rendendosi poi conto di chi fosse.
“Allora che ci fai qui tutto solo soletto?” domandò Marti continuando a sorridere, come se lei fosse a conoscenza di qualcosa che lui non sapeva.
“Penso.”
“Interessante.”
Sentì lo sguardo insistente della ragazza, costringendosi a guardarla in faccia e aspettare che dicesse qualcosa.
“Quindi sei geloso.” sentenziò infine ancora sorridente.
“Geloso io? Sei fuori strada.” si voltò nuovamente verso il finestrino, cercando di chiudere il discorso.
“Quindi non ti ha dato fastidio vederli insieme?”
Girò di scatto la testa, guardandola sorridere divertita.
“Tu.. come?”
“Io so tutto mio caro.” sorrise ancora di più se possibile.
“Sei geloso.”
“Io non sono geloso.” brontolò incrociando le braccia sul petto.
“Oh sì invece, pensaci.” si alzò e lo lasciò a guardare il posto ormai vuoto con un’espressione stupita in volto.
Forse era proprio quello che stava cercando per capire.
 
 
Un mese esatto wuhuu!
Per prima cosa volevo dirvi che invece di Barcellona ho cambiato con Valencia, il perché è complicato, ma infine non cambia granché.
Jeko finalmente ha capito! (con un po' di aiuto, ma non importa)
Forse adesso le cose si smuoveranno un po', chi lo sa ;)
See you next time!
With love Ellie.

 
 
 
   
 
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