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Autore: Granmango    08/09/2013    0 recensioni
Essere Dio, null'altro
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piacere, io sono Dio.                                                                                                                               
Non fraintendetemi, non sono il classico dio onnipotente, creatore dell’universo e architetto di fantastici piani di un futuro migliore per l’umanità, cioè, non sempre.           
Il mio nome è Cristiano Angelini, sono un ragazzo di 17 anni, tranquillo, dai voti alti, con una famiglia felice, amo la Musica con la M maiuscola, l’arte, il cinema, ho una vita sociale più che soddisfacente, con molti amici attinenti alla definizione moderna che i ragazzi danno di amico, sono campione regionale di nuoto, e grande difensore della natura e della sua bellezza, e chiunque mi vede già con un futuro brillante da avvocato o medico o ingegnere, magari all’estero; insomma una vita invidiabile, di tutto rispetto.
Questa è, però, il lato di me che chiunque conosce; ce n’è un altro, invece, che neppure i miei amici più intimi o la mia famiglia conosce, il mio stato di divinità, appunto.
Non crediate che questo sia un qualche racconto di genere fantastico in cui io, il protagonista, tramite un’iniezione di raggi X, acquisisco nuovi poteri con i quali salvo prima le povere fanciulle indifese e poi il mondo, magari dall’imminente collisione con un meteorite gigante. No no, per quanto ciò che leggerete potrà sembrare strano a voi abitanti del mondo reale, non trovete nulla di impossibile o impraticabile, d’altronde, io sono Dio, nulla mi è impossibile, e perché non dovreste quindi poterlo essere anche voi? Volete una dimostrazione dei miei poteri?
Sto camminando per strada, è una giornata luminosa, potrebbe essere ottobre, l’aria è fredda ma lo splendere del sole mi lascia un piacevole tepore addosso; credo sia domenica, i marciapiedi sono gremiti di gente di ogni età, sì, non può che essere domenica; però che fastidio tutte queste persone, il marciapiede è ormai sovraffollato, credo che camminerò in mezzo alla strada, d’altronde le macchine sono poche oggi, ripensandoci, però, io odio le automobili, rumorose e fastidiose come sono… ora va meglio la gente è libera di camminare per strada e stiamo tutti più comodi. Guardandomi in giro vedo dei nuovi palazzi e mi dico “cavolo, sono altissimi! Dalla cima ci dev’essere una vista spettacolare!”, e in effetti così è… guardando giù noto che le persone sono piccole come formiche e penso tra me e me “chissà a che velocità si cade da quassù?” e mi butto. In realtà la discesa non è poi così rapida, avrei fatto prima a piedi… però atterrando scopro con divertimento che il pavimento stradale è in realtà composto di gomma, la quale diventa poi un mare di palloncini che nello scoppiare provocano una pioggia di colori, i quali cadendo mutano la città in una campagna costellata di fiori dai colori più svariati, ordinati a formare un mandala buddhista che io, volando, posso apprezzare in tutta la sua bellezza. E poi mi sveglio.
Sono ormai due anni che sono in grado di entrare nello stato di sogno lucido con un livello di definizione e di qualità impressionanti; lasciate che vi spieghi, un sogno lucido è  un'esperienza durante la quale si può prendere coscienza del fatto di stare sognando.
Il sognatore in questione, detto onironauta, può quindi, con la pratica, esplorare e modificare a piacere il proprio sogno.
Ho iniziato inconsciamente durante i primi anni di liceo a ricordare con sempre maggiore chiarezza i sogni che facevo la notte, imparando pian piano a controllarli. Inizialmente non mi capitava più di una o due volte al mese, ma, col passare del tempo, e con l’allenamento, sono riuscito ad ottenere un unico lunghissimo sogno per notte, in cui ogni aspetto del mondo era scritto da me e me soltanto. Dopo qualche mese l’onironautica è diventata per me come una droga, correvo a casa il pomeriggio per dormire, andavo a letto alle otto la sera e la domenica prolungavo il mio sonno oltre mezzogiorno; la vita diurna non mi dava ormai più alcun tipo di soddisfazione, mi accorsi di essere sempre stato oppresso dalla terribile noiosità e monotonia del mondo, di quanto, nonostante venga definito da tutti ricco di cultura e bello per la sua varietà, buona parte di una vita normale e rispettabile sia fatta di banalità e successioni di rituali inutili e noiosi, di quanto la felicità della gente stia principalmente nel rompere la continuità di quelle stupide regole morali autoimpostesi, applicando una seconda legge, non scritta, che insegna come credere di evadere dalla prima. Ma soprattutto mi accorsi di odiare le persone, o almeno la maschere che queste indossano in società, e quindi sempre, in mia presenza, in quanto io, essendo una persona, sono la società. Non capivo perché avrei dovuto continuare a far sì che la mia realtà fosse quella di tutti gli altri: che vantaggio avrei tratto dal continuare a vivere e a lasciare il mio cuore nel mondo “reale” quando avrei potuto passare quel Mio tempo nel Mio mondo e con le Mie regole? Nei sogni io ero, e sono, veramente e puramente felice, ho tutto ciò che mi serve e di più: non mi manca la compagnia, anzi, posso generare quante persone desideri, e inoltre saranno sempre perfette, perché chi, meglio di me, può decidere cosa io trovi, o no, simpatico? Non ho bisogno di cibo né di un tetto sotto cui stare, inoltre non ci sono né doveri né restrizioni, posso andare veramente incontro ad ogni genere di regola, morale, sociale o fisica che sia, nulla è più reato o proibito; ho provato il sapore dell’omicidio, senza dover fare i conti con la morte, potrei drogarmi o stordirmi all’infinito senza che a nessuno crei problemi, posso non dar limiti alla mia fantasia, viaggiare sul Sole, nello spazio, al centro della Terra, creare nuovi pianeti, esseri viventi e creature, posso ricreare i personaggi che ho incontrato e tanto agognato di conoscere nei miei amati libri fantasy e nei fumetti.
Capite? Il mio mondo è l’esatto contrario della sua scuola, degli ospedali, degli uffici ministeriali, dell’opprimente società in cui viviamo, è diametralmente opposto ad ogni idea che le persone hanno del mondo “reale” e io ne sono padrone assoluto; è il rovescio di qualsiasi cosa, quando sogno io sono signore e padrone, posso infrangere ogni legge, finchè io Sono nemmeno la morte può nulla nel mio regno, è la più grande rivoluzione da sempre, ho sovvertito il normale ciclo della natura, e ogni genere di regola.
Ho continuato per molto tempo a godere dei vantaggi dell’essere Dio, e devo dire che non mi sono mai divertito tanto quanto in questo periodo della mia vita ma, e me ne dispiaccio, il sistema ha una grossa falla: Dio è onnipotente, ma io no! Ho continuato ad evolvere nella mia intimità, ho sviluppato una grande attinenza al potere, e ogni notte ho creato regni fantastici, ho viaggiato per mondi inimmaginabili, e provato emozioni impossibili, ma ho raggiunto il mio limite… all’apice del mio potere ho la facoltà di mutare qualsiasi cosa a mio piacimento, le persone, i paesaggi, gli animali, gli oggetti inanimati e perfino me stesso, farmi crescere la barba o le ali non è un problema, e posso anche mutare il mio cervello, ma, ahimè, non il suo contenuto: ciò che il mio cervello non è in grado di concepire, creare o mantenere non può esistere. Il mio regno è quindi ormai giunto al suo limite, l’ho capito, e mentre accetto questa triste realtà, una nuova verità mi si pone davanti agli orecchi, capisco finalmente la sostanziale differenza tra sogno e realtà: un sogno è una riproduzione della realtà basata sulle conoscenze i desideri e la capacità di immaginare del sognatore, è limitato dal potenziale del cervello di chi sogna, ed in base ad esso varia, la realtà invece resta tale anche contro la volontà dei suoi abitanti, ha continue possibilità di espansione, noi, esseri umani, viviamo nutrendoci di quello che la realtà ci ha dato, siamo figli del Dio che essa è ,come i personaggi inventati lo erano per me, e, per quanto anch’essa, in un remoto futuro, avrà esaurito tutti i suoi frutti, avrà un degno erede, perché, si sa, i figli nascono come futuri sostituti del padre, non per esserne nutriti e seguirlo in eterno, e lo stesso varrà per noi, figli di Dio, e suoi futuri eredi, quando nostro padre non avrà più nulla da darci, quando avremo scoperto ogni suo segreto, quando ci saremo migliorati tanto da uguagliarlo, allora lo assimileremo, diventando cosa unica, e ne prenderemo il posto, in quanto realtà e in quanto a futuri padri di un erede che possa sostituirci. Capite perché scrivo? Queste sono le memorie di un povero ragazzo, che ha finalmente uno scopo, uno stimolo per alzarsi la mattina, una ragione per insistere nello studio, e un buon motivo per continuare a vivere, io diventerò un neurologo, perché l’evoluzione è il sale della vita, e partecipando all’evoluzione dell’uomo avvicinerò tutti noi alla divinità.
  
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