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Autore: greensoul    08/09/2013    1 recensioni
Ognuno ha i suoi problemi, ma che succede quando questi ultimi cambiano completamente quello che siamo stati?
In questa storia ci concentreremo sui pensieri di Ray e su come Liam, il ragazzo che ama, riuscirà a riportare alla vita quella ragazza spensierata e piena di vita che era prima.
Much Love,Mary.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Tutto quello che hai è la tua anima-
Capitolo 5: Non sorrideva mai.






Ray si piazzò davanti alla porta dell’ufficio e prese un gran sospiro.
L’avevano appena chiamata e questo significava una nuova strizzacervelli, nuovi mesi di terapia, nuovi dubbi, nuovi pianti, nuovi esaurimenti, nuovi problemi.
O almeno così credeva.
Una volta entrata una donna dai corti capelli mori le sorrise incoraggiante, si mise gli occhiali e la invitò a sedersi e a raccontarle il motivo della sua presenza in quello studio.

‘Ecco, vede… sono qui perché ho p-paura del mio ragazzo… Cioè, non ho paura di lui, ma di quello che potrebbe farmi…’
‘Le ha già fatto qualcosa in passato?’
‘No, non lui almeno… Vede, quando avevo 17 anni uscivo spesso con le mie amiche del liceo e talvolta andavamo anche fuori città, fu lì che incontrai un… un motociclista. Ero una ragazzina e non mi era mai andata tanto male con i ragazzi, così decisi di provarci, visto che il mio primo e unico ragazzo serio mi aveva lasciato appena un mese prima…’
‘E questo motociclista? Com’era?’
‘Lui…lui aveva circa 27 anni, ma sembrava molto più vecchio. Aveva i denti ingialliti e non sorrideva mai… Non ero innamorata di lui, ma dovevo dimostrare che potevo stare con una persona più grande di me, che fumava, viaggiava e trasgrediva tutte quelle regole che mi avevano imposto sin da bambina…’
‘Sembra molto insicura parlando di lui, come mai?’
‘Io ho cercato di dimenticarlo, per il mio ragazzo, Liam. Lui è davvero un amore, tocca la mia pelle come se avesse a che fare con i petali di un fiore e nei suoi occhi vedo quell’amore che sin da bambina sognavo di incontrare… Io credo davvero che sia quello giusto, per questo sono qui.’
‘Continui a parlarmi di quel motociclista di prima, come si chiamava?’
‘Gerald, anche se lui odiava farsi chiamare così e odiava anche tutti i nomignoli con cui lo chiamavo… Fu per quello che ebbi per la prima volta uno schiaffo da parte sua… Appena compiuti 18 anni andai a convivere con lui e già dai primi giorni era evidente che le cose non andassero bene… Che ingenua che ero…’
‘Mi racconti di quando vivevate insieme.’
‘Ecco, più che vivere insieme dormivamo insieme. Lui non era mai in casa e qualsiasi cosa lui facesse fuori casa sono venuta a saperlo solo quando mi ha lasciata… Tornava verso le 23.00 e le prime settimane pretendeva di fare sesso, quando poi lo rifiutavo si ficcava ne letto e non mi parlava per giorni… Ha cominciato a picchiarmi dopo che io decisi di ribellarmi. Avevo il sospetto che avesse un’altra donna e gli ho fatto una scenata di gelosia quando è tornato a casa…’ Ray cominciò a piangere ‘Mi ha preso per i capelli e mi ha sbattuto sui mobili della cucina, per poi riempirmi di calci; poi è andato via sbattendo la porta. Da quel momento, ogni volta che tornava dedicava almeno 15 minuti a picchiarmi.’

Il racconto di Ray si era mostrato molto più dettagliato di quanto la psicologa potesse immaginare. Aveva capito che Ray conservava quegli avvenimenti in un remoto angolo della sua mente, ma quelli rimanevano comunque molto, troppo, nitidi.
Era come se la ragazza vedesse la scena da un altro punto di vista e riuscisse a non farsi sfuggire nessun avvenimento. Tanto che la disperazione di quei ricordi le bloccava talvolta le parole.

‘Quel sudicio è arrivato persino a stuprarmi.’ E le sue parole si riempirono di rabbia ‘Si rende conto? E’ tornato ubriaco e strafatto e mi ha stuprata!’ Ray si alzò e uscì dallo studio salutando con un lieve ‘Arrivederci.’
Liam l’attendeva fuori, ma la ragazza aprì con forza la porta e a grandi passi uscì.
Arrivata fuori dal grande palazzo si era già asciugata tutte le lacrime e chiamò un taxi.
Destinazione? Il carcere della città.




[Okay, rispetto a quando mi ero ripromessa di aggiornare sono un po' in ritardo, pardon. Comunque, da oggi non aggiornerò più un giorno si e uno no ma due o tre volte a settimana, visto che sto per scrivere un'altra long. Detto questo, spero che il capiscolo sia all'altezza c:]
 
  
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