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Autore: 9Pepe4    08/09/2013    7 recensioni
Aggiornamento rimandato
[Per Nede]
E se Goku avesse una figlia?
Essere adolescenti, tra gli sbalzi d’umore e la goffaggine, non è mai facile.
Se poi si aggiunge un padre combattente, eroe affettuoso ma irraggiungibile, che è stato assente per quasi un terzo della tua vita… Be’, le cose si fanno ancor più complicate.
Son Aliys lo sa bene.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 38 – Miglioramenti

Come Aliys si era aspettata, Chichi non si oppose all’idea che il marito – grazie al teletrasporto – trascorresse un po’ di tempo con Ub.
Al contrario, preparò un bel dolce che Goku potesse portare al ragazzino e ai suoi fratelli.
Aliys non poté fare a meno di provare ammirazione nei confronti della propria madre. Anche se aveva sofferto delle lontananze del marito, Chichi sembrava aver capito che l’importante non era che Goku rimanesse… ma che tornasse.
Aliys non ci aveva mai pensato, però era così: il saiyan poteva farsi attendere anni – come quando era morto contro Cell – ma alla fine tornava sempre.
E doverlo aspettare solo qualche ora sarebbe stato un sollievo.
Per le prime lezioni, Goku rimase via solo una minima parte del pomeriggio… Adesso che si era reso conto di aver ferito la sua famiglia, voleva fare il possibile per non ripetere l’esperienza.
Dopo un po’, però, vedendo che sia sua moglie che i suoi figli – Goten compreso – reagivano bene al compromesso ideato da Aliys, prese un po’ più di tempo, e un paio di volte fece ritorno che il sole era già calato da ore.
Una sera, poi, ebbe la bella idea di portare Ub e tutti i suoi fratelli sui Paoz… Chichi, Goten ed Aliys erano intenti a cenare, quand’ecco che Goku comparve con una nutrita schiera di marmocchi aggrovigliati addosso.
Lo spavento provocò reazioni diverse: Goten lasciò cadere il pane che stava per addentare, Chichi afferrò una padella come arma impropria, mentre Aliys sentì il cuore balzarle in gola.
Quando realizzarono che il frastuono era causato nientemeno che da Goku e da alcuni bimbetti, si riebbero in fretta… Aliys, però, sospettava che non avrebbe dimenticato facilmente quel mezzo infarto.
I fratelli di Ub erano quattro e tutti sotto i dieci anni.
C’era un’unica femmina. Lei aveva portato un mazzetto di fiorellini viola per Chichi, che li accettò con un sorriso materno… Uno dei maschietti, invece, volle star seduto sulle ginocchia di Aliys per tutta la serata.
Pur non essendo abituata a trattare con i bambini piccoli, Aliys sentì che quel marmocchio faceva riemergere in tutta fretta il suo istinto materno.
Era un bimbo sui cinque anni, dalla pelle color cioccolato e una zazzera di capelli neri… Quando sorrideva, poi, sfoggiava un’unica fossetta sulla gota destra.
Insegnò alla ragazzina una filastrocca che parlava di una guerra tra le api e gli uccelli, e al momento di andarsene le stampò un bacio un po’ appiccicoso sulla guancia.
Goku riportò a casa i bambini. Quando tornò, Chichi stava sparecchiando la tavola, e Goten stava commentando, rivolto a sua sorella: «Accipicchia, Al. Sei già pronta per diventare madre».
«Già pronta non direi» rispose la ragazzina, rivolgendo un sorriso di saluto al padre. «Prima mi manca qualcosa».
Goten aggrottò la fronte. «Ad esempio?»
«Ad esempio?» ripeté Aliys. «Be’… che so… un marito?»
A quella domanda, il fratello fece spallucce, come per dire che non era un dettaglio poi così importante.
«Tu potresti diventare papà» aggiunse la ragazzina. «Hai già una bella fidanzata…»
Un lieve rossore si diffuse sulle guance di Goten, e lui aprì la bocca per ribattere… In quel momento, però, intervenne Chichi, in tono asciutto ma con occhi che mandavano lampi d’avvertimento: «Credo sia un po’ presto, per pensare a dei figli».
Subito, Goten divenne il ritratto della remissività, e annuì con fare compito.
Aliys moriva dalla voglia di replicare: Perché? Sarebbe un così bravo padre di famiglia… Ma, temendo sia la reazione della madre che del fratello, decise di tenere la bocca chiusa.
Al posto suo, parlò Goku. «Già» disse, «prima, figliolo, devi pensare al matrimonio».
Sua moglie lo guardò severamente, due bicchieri in mano. «Credo sia un po’ presto anche per quello».
«E perché mai? Tu hai iniziato a pensare al matrimonio già al nostro primo incontro» le fece notare il saiyan, come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Mi hai fatto promettere che ti avrei sposata».
Aliys scambiò un’occhiata con Goten, sforzandosi di trattenere un sorriso.
«Quelli erano altri tempi» dichiarò Chichi, con grande dignità.
«Sia come sia» concluse Goku, prendendo i piatti dal tavolo per aiutare la moglie a sparecchiare, «è stata un’ottima decisione».
«Altroché» sussurrò Goten, solo per l’orecchio di Aliys. «Se non si fossero sposati, io non sarei mai nato».
«È vero» disse Chichi, «ma ciò non toglie che per Goten sia troppo presto».
Aliys, da parte sua, aveva il sospetto che non importava quando suo fratello si sarebbe accasato. Per la loro madre sarebbe stato sempre troppo presto.
Quella sera, Goku andò nella camera da letto della figlia per darle la buonanotte.
Aliys era già in pigiama ed aveva i capelli neri e lucidi sciolti sulle spalle. Era seduta sul letto, ma quando vide il padre si alzò per andargli incontro.
«Al» le chiese lui, come colpito da un pensiero improvviso, «tu non ce l’hai proprio, il fidanzato?»
La ragazzina lo fissò, interdetta. «No» rispose. Poi, con cautela, aggiunse: «Per adesso ho altre cose per la testa, a dire il vero».
Come allenarsi nel combattimento.
Goku annuì e, per qualche motivo, ad Aliys venne voglia di dirgli tutto. «Papà» iniziò, un po’ esitante, «a proposito di…»
«No, aspetta» la interruppe lui. «Prima voglio dirti che penso che Chichi abbia ragione… È troppo presto per Goten. E credo sia troppo presto anche per te».
Aliys lo guardò, perplessa. «Oh» fu tutto ciò che riuscì a dire.
«Per ora» continuò Goku, «tu dovresti rimanere la mia bambina».
Il silenzio dubbioso della ragazzina si protrasse per qualche altro istante… poi lei emise una risata e si allungò, in modo da gettare le braccia al collo del saiyan.
«Non preoccuparti, papà» gli disse, strusciandosi un poco contro di lui, «credo che rimarrò la tua bambina ancora per un bel po’».
«Questo è un bene» approvò lui, arruffandole i capelli scuri.
Aliys lo lasciò andare con un sorriso. Lui la accompagnò sino al letto e la aiutò a infilarsi sotto le coperte, poi ricordò: «Ah, ma prima stavi per dirmi qualcosa… Cos’era?»
La ragazzina sussultò. Il momento in cui aveva provato l’impulso di raccontare tutto, però, era passato… Ora, era divisa tra il timore della reazione del saiyan e la voglia di dirgli degli allenamenti solo quando sarebbe stata più brava.
«Non era niente» rispose, un po’ in fretta. «No, voglio dire, in realtà era qualcosa… ma non era niente di importante».
Goku le sorrise e le baciò la fronte. «Capisco…» disse. «Buonanotte, Al».
Aliys si tirò il lenzuolo sino al mento. «Buonanotte, papà».
Mentre ascoltava i passi di lui allontanarsi, la ragazzina si concesse un sorriso.
In quei giorni, era veramente felice di come stava andando la sua vita.
Suo padre era con loro, ma allo stesso tempo aveva la possibilità di addestrare il suo allievo, e ciò lo rendeva pienamente soddisfatto.
Così, Aliys non doveva nemmeno temere di vederlo guardare lontano, di sentire che lui – mentre era con lei – avrebbe voluto essere in un altro posto.
«Vinciamo tutti, in questa maniera» commentò un pomeriggio la ragazzina, rivolta a Marron, mentre faceva un po’ di stretching in attesa dell’allenamento con Crilin. Quest’ultimo, infatti, oltre alle prime mosse di combattimento, le stava insegnando anche degli esercizi di riscaldamento. «Non credi?»
«Hai ragione» disse la biondina, per poi aggiungere, pensosamente: «Io non sono brava a scendere a compromessi. Forse dovrei provarci».
Aliys si strinse nelle spalle. «Non saprei» rispose, «è divertente vedere Trunks e mio fratello terrorizzati da te».
Mentre lo diceva, chiese mentalmente scusa a Goten. In fondo, però, era la verità.
«Terrorizzati?» ripeté Marron, accigliandosi. «Quei due non sono terrorizzati».
«Altroché se li sono» insistette Aliys, mentre l’aria dal sapore salmastro le soffiava un ciuffo nero davanti al viso. «Vengono a fare shopping…»
«Oh, ma non c’entra l’essere terrorizzati» affermò Marron. Si soffermò un istante ad osservare il sorriso che l’altra cercava di trattenere, quindi capitolò: «D’accordo, sono terrorizzati».
Aliys soffocò una risata, e in quel momento Crilin uscì dalla Kame House.
Le due amiche si girarono verso di lui, mentre il rollio delle onde copriva il suono dei suoi passi.
«Ciao, Al» disse Crilin, avvicinandosi alle ragazze con le mani nelle tasche. «Sei pronta per un po’ di Arti Marziali?»
«Certo» replicò lei, e si lasciò sfuggire un sorriso pensando al fatto che, sino a poco tempo fa, non si sarebbe neanche sognata di dare una risposta simile.
Improvvisamente, le venne in mente che la sua vita era migliorata anche per merito di Crilin… Era stato lui, infatti, a farle capire quanto Goku tenesse a lei e al resto della loro famiglia.
Così, stupendo persino se stessa, avanzò verso il suo maestro e lo strinse in un abbraccio veloce.
«Caspita» commentò Crilin, un po’ imbarazzato ma sorridente, quando Aliys si tirò indietro. «A cosa devo questo onore?»
La ragazzina si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Ricordi quando abbiamo parlato di mio padre?» domandò.
«Certo» annuì lui, mentre Marron faceva scorrere lo sguardo dall’una all’altro.
Aliys inspirò a pieni polmoni l’aria di mare. «Non te l’ho ancora detto» continuò poi, «ma mi hai dato un ottimo consiglio».
A quelle parole, Crilin si aprì in un sorriso. «Mi fa piacere, Al».
Prima che il minimo disagio potesse scendere tra loro, Marron intervenne. «D’accordo» brontolò, «non so decidere se la mia amica stia cercando di rubarmi mio padre o mio padre stia cercando di rubarmi la mia amica».
Aliys rise mentre la biondina andava ad abbracciare Crilin.
Talvolta, le veniva da pensare che lei e Marron erano piuttosto diverse, caratterialmente… In quel momento, però, vide che senz’altro avevano in comune una cosa: entrambe tenevano moltissimo al loro papà.

















Spazio dell’autrice:
C’è una buca in cui posso seppellirmi?
Ero convinta di aver rimandato l’aggiornamento a questa domenica… e invece ho visto che era per la scorsa ._.
Scusatemi!
E so che questo capitolo è un po’ leggero… però, dai, Al si merita un po’ di serenità… e dopo aver guardato il video obiwan&anakin | loss of a friend avevo un disperato bisogno di fluff XD
Anyway, questo era un capitolo di passaggio, nel prossimo dovrebbe succedere qualcosa (ZANZANZAN!).
A domenica 15 settembre (si spera!).
  
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