NONO CAPITOLO - EPILOGO

Urla, ricordo solo questo.

Santana correva verso di me, con le lacrime che le scendevano sul viso, con le mani tra i capelli.

Urlava più forte che poteva, ma io non la sentivo.

Non ricordo cosa sia successo negli attimi successivi.

E' un via via di immagini.

Gente attorno a me

"Come sta signorina?"

"Britt, Britt mi senti?"

Cercava di farmi smuovere.

Ma io ero come in uno stato di morte apparente.

La vita scorreva, io ero lì, immobile.

Davanti a me c'è Santana, che continua a piangere, senza capire cosa mi stia succedendo.

Dietro di lei la vedo, una luce bianca, la luce bianca, quella che tutti dicono di aver visto sul punto di morire.

E' così luminosa.

Cerco di avvicinarmi, mi accorgo di superare Santana, come se fosse qualcosa di incorporeo.

Come se io fossi qualcosa di incorporeo.

Ci sono quasi.

Allungo la mano.

Sto per toccare quella fonte di luce così luminosa.

Ma poco prima, si presentano davanti a me delle immagini.

Io e Santana la prima volta, quando ci siamo conosciute.

La nostra prima uscita.

Il nostro primo bacio.

Il primo ballo.

La prima litigata.

La rottura, o meglio, il momento in cui mi ha lasciata.

Poi lo scenario cambia, mi ritrovo nella classe di musica a scuola, e ci sono tutti, Finn, Rachel, Sam, Quinn, Puck, Mercedes, Kurt, Blaine-Usignolo, Marley, Jake, Kitty, e alla fine, Santana.

Sono tutti là, stanno sorridendo.

Non capisco.

Non fin quando vedo una lavagna dietro Santana.

“Cara Brittany, se stai leggendo questo vuol dire che sei ad un bivio, ad un bivio tra la vita e la morte, tra la felicità e la sofferenza, tra Santana e la sua lontananza. Sta a te scegliere. Devi scegliere se continuare la strada, ritrovando tua nonna e tuo nonno insieme in Paradiso, oppure tornare indietro, tornare dalla tua Santana, tornare dai tuoi amici, dalle cose a cui sei più legata, la scelta è solo tua”.

Non so chi abbia scritto una cosa del genere, non so neanche se crederci.

E' davvero possibile essere ad un bivio e scegliere il tuo destino?
Forse si.

Oggi ho imparato una cosa.

Non importa ciò che succede, se appartieni ad una persona quella farà di tutto per tornare da te.

E questo è ciò che ha fatto Santana, quando mi ha vista è corsa dietro di me.

Ha cercato di raggiungermi.

Mi ha detto che mi ama.

Come non faceva da almeno sei mesi.

Come quel ti amo detto da Sam pochi giorni fa non sembra abbastanza in confronto a quello detto da lei.

Lei, l'unica ragazza che mi abbia mai fatto sentire felice, appagata, me stessa al cento per cento.

L'unica ragazza per cui ho attraversato lo stato.

L'unica ragazza per cui sto combattendo.

Posso davvero lasciarla andare?

Posso davvero decidere di andare avanti, toccare quella luce, spezzandole il cuore?
E' questo che le farei.
Le farei del male, non sarebbe più lei.

Non potrei sopportare di non vedere il sorriso sul suo volto.

Gli occhi che sprizzano gioia ogni volta che incrocia il mio sguardo.

La voce piena di allegria quando canta.

Non posso farle questo.

A lei, ai miei genitori, ai miei amici, a Lord Tubbington.

Non posso.

Sarebbe qualcosa di disastroso.

Sarebbe qualcosa non da me.

So cosa devo fare.

Saluto la luce, come se fosse un'amica.

Un giorno la rivedrò, quando avrò novantanni, quando ormai sarà giunta la mia ora, circondata da Santana, dai nostri figli e nipotini.

Ma ora, ora non posso proprio andare incontro quella luce.

Devo tornare indietro.

Devo tornare da lei, è quello il mio posto.

Non c'è Brittany se non c'è Santana.

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“Brittany ti prego parla”

“Eh...si...cos'è successo?”

“Mi scusi signorina, i freni, hanno avuto un guasto, la stavo investendo?”
Sono tornata alla realtà.

“Si, sto bene, sto bene perché c'è lei” dico indicando colei a cui appartengo.

“Non farmi mai più una cosa del genere Britt”
“E tu non lasciarmi, né ora né mai”
E senza curarmi delle centinaia di persone radunate attorno a me, la bacio, la bacio come non facevo da tanto, come il sapore delle sue labbra mi mancavano, come le mie braccia che hanno ritrovato finalmente il loro posto, cingendo i suoi fianchi.

“Ti amo Santana, ora e per sempre”

“Ora e per sempre”

E sorridendo, dopo aver rassicurato la folla attorno a me, eravamo dirette al suo appartamento.

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Cinque mesi dopo

“Congratulazioni Brittany S. Pierce” mi dice il preside consegnandomi finalmente l'attestato di diploma.

Ci sono riuscita, ho superato l'anno, nonostante la paura di non farcela, la paura del futuro, di un futuro senza di lei, sono qui, più forte che mai, con lei al mio fianco.

“Scusate, ho un discorso da fare”

Dice Santana, alzandosi in piedi, mentre eravamo tutti attorno a lei.

“Un anno fa quasi stavo commettendo l'errore più grosso della mia vita, stavo lasciando la persona a cui appartiene il mio cuore, stavo lasciando l'unica ragione del mio sorriso. Ma ora eccoci, tutti qui, a Lima, come non facevamo da tanto, dal giorno del diploma nostro” dice guardando i diplomati dell'anno scorso.

“Comunque, stavo dicendo, ah si, stavo perdendo l'amore della mia vita, e non me lo sare mai perdonata se non avesse avuto il coraggio di venire da me, cinque mesi fa, perché io mi ero arresa, era questa la verità.

Ma ora, ora siamo di nuovo insieme, siamo felici, ed è per questo” dice, inginocchiandosi davanti a me con una scatolina in mano

“Brittany Susan Pierce, vuoi diventare mia moglie?”

Le lacrime scendono.

Avevo preparato un discorso così, da farle dopo, nella mia camera, per paura che dicesse di no davanti agli altri.

Ma invece, mi ha sorpresa, come sempre sa fare, come nessun'altro sa fare.

“Si, Santana Diabla Lopez, certo che voglio diventare tua moglie”

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