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Autore: LadyAnnabel    08/09/2013    1 recensioni
In un remoto futuro, l'umanità deve difendersi da homunculus fatti di carne e circuiti, marionette nelle mani del Burattinaio, che animandoli li rende capaci di provare solo sentimenti negativi, promettendogli di vivere di nuovo.
A capo della resistenza troviamo Octavya, una giovane ragazza armata di una flautospada, che vuole vendicare la sua innocente sorellina Disarmonia, scoprire quali sono i veri progetti del Direttore, colui che promette di vincere la battaglia contro gli Homunculus, e mettere fine a questa guerra insensata che ha fatto già troppe vittime.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lacrima. Non pensava di vederne più su quel suo viso candido di bambola. Ormai era convinta dir non poter sentire più quella stretta allo stomaco, quella sensazione di vuoto, la sua mancanza.
Ma la battaglia era stata vinta. Octavya aveva ritrovato ciò di cui era stata privata, nonostante questo non sentiva più quella forza, quella motivazione. Lui non c'era più.
Ma lei teneva stretto il suo ricordo, l'avrebbe custodito fino a quando, con un ultimo respiro, gli avrebbe detto arrivederci. E le mancava anche lei, quella piccolina che si nascondeva sempre dietro la sua gamba quando aveva paura. Avrebbe potuto proteggerla, non doveva essere coinvolta in tutto questo. Non doveva sapere.
Octavya si chinò sulla sua tomba, incurante del freddo pungente e della pioggia che picchiettava ritmicamente sulla lapide di marmo chiaro, che faceva leggere ancora più chiaramente l'incisione del nome di sua sorella Disarmonia. Cominciò a pregare che non fosse tutto così vero, che fosse tutta una montatura. Ma dal suo petto non scaturiva nulla, ne pietà, ne nostalgia. Non provava più quelle sensazioni da anni ormai, che nei ricordi, stavano per essere dimenticate. Ma pregò, e pregò ancora, affinchè la sepoltura della sua sorellina fosse per sempre al sicuro. E sperò che nessuno avrebbe violato ancora il volto di quella bambina, sfigurato dalla crudeltà di una situazione che non poteva più sostenere.
Si rialzò da terra, controllando la sicura del flauto che le pendeva dalla cintura sul fianco, noncurante del fango sul suo vestito e sulle ginocchia. Ammirò ancora per poco quella lastra candida circondata da fiori destinati a marcire presto, carichi e intrisi d'acqua piovana. Non c'era tempo da perdere, non poteva permettere che un suo errore costasse ancora altre vite. Le sue membra erano mosse da un sentimento di odio e di risentimento, gli unici di cui ricordava perfettamente le sembianze. Erano come un coltello in una ferita sanguinante, che ad ogni passo faceva sentire la sua lama sempre più in profondità, penetrando nel più intimo della sua anima, in gabbia, straziata e ferita.
Non le apparteneva più, oramai il Direttore aveva il totale controllo di ogni suo sentimento, generando forza da tutto ciò che le provocava dolore, e le permetteva di vivere solo di sofferenza e rimpianti.
Egli, infatti, era avido e malvagio. Ma nessuno sapeva chi fosse, e come facesse a dare a tutti quel vigore che permetteva loro di muoversi secondo la sua volontà. Bastava che le sue mani sfiorassero quella tastiera, che le sue dita premessero delicatamente su quel piano che tutto prendesse vita, come se ogni gesto controllasse il destino di quei corpi privati del loro cuore e di una possibilità di vedere che il mondo è fatto anche di cose buone.
'Custodite le cose belle, che nessuno ve le potrà restituire..' 
Diceva dall'alto, chino sul pianoforte, del quale riecheggiava il suono:  'Solo io posso aiutarvi a riavere ciò di cui siete stati privati. Riavrete il vostro cuore, i vostri affetti. Non temete, io posseggo la vostra vita. Qualcosa di assai prezioso, di cui posso farvi dono. Pregate, e pregate, affinchè ci sia un domani migliore di questo! Tenete al sicuro ciò che avete nel petto, potreste pentirvene senza dover attendere troppo tempo..'
Il tempo stringeva, Octavya doveva trovare qualcuno che combattesse al suo fianco. Sua sorella aveva portato alla luce verità troppo gravi per essere ignorate. Tutti dovevano sapere. Il suo sacrificio non sarebbe stato vano, non avrebbe più ricordato quel volto contratto dal dolore, le urla mentre quella marionetta dal cuore pulsante le squartava il petto, cercando il suo cuoricino che vibrava ancora per strapparglielo via energicamente e gettare il corpo esangue in un angolo, dove tutti potessero dimenticarlo. Avrebbe ricordato Disarmonia come colei che riuscì a scoprire la menzogna dietro tanta generosità del Direttore. La ragazzina che avrebbe liberato i popoli interi dalla schiavitù di essere una pedina di un esercito stanco di combattere.
               
Corse via veloce verso l'accampamento noncurante della pioggia incessante che le bagnava il viso e la veste. Doveva parlare con il Generale Riff al più presto. Così, sguainando il flautospada dalla custodia cominciò a vagare freneticamente tra le tende, arrivando al confine, vicino al terreno nemico. Si guardò intorno con prudenza, ma non vide nessuno.
Doveva diffondere qualcosa di troppo urgente per essere trascurato. Il Direttore la privò delle forze concesse, aveva capito che stava per rivelare informazioni estremamente pericolose. Gli bastò sollevare un dito per toglierle la vita. Aveva avuto la sua opportunità, allo stesso modo gli era stata negata. Le cedettero le ginocchia per prime, ma piantando la spada nel terreno fangoso e soffice riuscì a rimanere sollevata per poco finchè non ebbe più la forza nemmeno nelle braccia. Poco prima di chiudere gli occhi si accorse che qualcuno aveva sollevato il suo corpo e la stava portando via da quel pantano in cui era caduta rovinosamente.
 Ma non riuscì a riconoscere chi fosse. Ormai inerte, si abbandonò tra le sue braccia.
  
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