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Autore: chiara6    08/09/2013    0 recensioni
coma faccio a spiegarlo? come faccio a dire che io ci credo davvero?
non sono favole,questa è la realtà e un giorno lo so,il protagonista della mia vita sarai tu. gli altri parleranno ma noi staremo uniti.
farò calare la maschera e mostrerò solo a te le mie fragilità e solo tu saprai rendermi forte. forte con le tue parole,con i tuoi testi e la tua voce dannatamente sensuale.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come poter far capire a tutti che io non sto scherzando? Che ci credo davvero,che un giorno ci conosceremo e che qualcosa accadrà fra me e te? Come?
Non so che cosa mi sia preso. Sembra strano anche a me. Io sempre razzionale,con i piedi per terra,senza sogni nel cassetto ma solo idee concrete, realizzabili per un futuro stabile che porti beneficio a me  ma soprattutto alle persone con più bisogno di attenzioni.
Eppure anche io ora sto fantasticando su un amore impossibile o meglio,impossibile agli occhi degli altri.
 
I miei complessi di inferiorità sovrastano quotidianamente i miei giorni ma dato che penso sia normale per una ragazza di diciassette anni,non ho mai condiviso le mie "pare" con gli altri  per ottenere un po' di supporto,sempre combattente senza mostrare fragilità. Una maschera ovviamente. Una maschera che sono cosciente di indossare per evitare di diventare come mia madre,depressa e nevrotica che scarica su noi tre figli i fallimenti di un maritopadre ,sempre assente e menefreghista ma che,nonostante questo i suoi figli,amano.
Ed è proprio questo che da fastidio a mia madre: il fatto che noi amiamo nostro padre anche se non c'è mai stato.
Quando c'è da fare una critica o da urlare addosso a qualcuno,noi ce la prendiamo con lei. Si con lei perché viene più facile.
Dio quanto siamo scemi. Quanto io sono scema. Vorrei abbracciarla ora,ma so che mi farebbe mille domande allora non lo faccio,lascio che passi un altro giorno senza che lei si senta dire ti voglio bene,lascio che ancora una volta i sensi di colpa prendano possesso di me,lascio che le paure di perdere i miei genitori da un momento all'altro mi rubino il sonno e ancora una notte la passerò a controllare i loro respiri,proprio come faceva mio fratello quando di notte rientrava. Passava a controllare i battiti miei,di mio padre, di mia madre e di mia sorella, preoccupato anche lui della perdita improvvisa di un famigliare  che troppo si ama.
Che ridere a ripensare a quando una notte mia sorella si sveglio di colpo sentendo una persona troppo vicina al suo viso.
O ancora quando,alle tre del mattino iniziò a suonare il clacson,era appena tornato da una serata ma il gatto era davanti alla porta di casa e lui aveva paura,povero fratello. Cosi mia mamma si svegliò,caccio il gatto e face entrare il fifone del figlio. Inutile dire che anche se è successo 10 anni fa,ancora lo prendiamo in giro.
 
  
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