LOCALIZZARE
POV.MATTIA
Arrivammo al campo mentre le tenebre lasciavano il posto ad uno dei soli più tristi e belli di quella stagione.
Appena superanno il pino che lo proteggeva un profumo famigliare e accogliente mi inondò facendomi ritrovare un po’ di calma e leggerezza. L’aria del Campo sapeva sempre di un vago sentore di salsedine e fragole dolci che all’apparenza uniti formavano una bellissima composizione.
“Fragole …” sussurrò Nico facendoci però partecipi.
“E salsedine” completò Chiara.
Strano il profumo di casa mi facesse venire in mente anche Ginevra, insomma … la salsedine si ricollega al mare e il mare a Poseidone,suo padre. Notando la nostalgia di Chiara le misi un braccio intorno alle spalle per consolarla, doveva essere davvero sconvolta perché normalmente mi avrebbe scacciato o lanciato una delle sue occhiatacce ma invece mi lasciò fare.
“Forza” incitò Nico passandosi una mano tra i capelli stancamente “prima spieghiamo e meglio è”
Ci incamminammo verso la Casa grande mentre trasportati dal vento arrivavano i brusii e gli sbadigli dei semidei appena svegli nelle loro capanne.
Bussammo più volte alla porta finché Chirone non venne ad aprirci, doveva essersi appena svegliato perché sul viso gli ricadevano dei riccioli castani e gli occhi erano semi chiusi.
“Ragazzi! Quando siete arrivati?” ci chiese felice.
“Ora” rispose Chiara.
“Bene, ma Ginevra?” il suo tono ora era colmo di preoccupazione “Non era con voi?”
Gli raccontammo della nostra missione e anche di che cosa era successo con Eris, gli consegnammo la spada e ci assicurò che presto Hermes l’avrebbe consegnata poi ci congedammo con un piccolo saluto e sforzando un sorriso.
POV.NICO
Mi ucciderà, anzi peggio, mi odierà. Percy. Dopo aver salutato Chiara e Mattia che si dirigevano verso le proprie capanne e i propri fratelli, avevo ritenuto giusto andare da lui. Ad aspettarmi nella capanna tanto sicuramente non c’era nessuno.
Bussai un paio di volte ma Percy aveva il sonno pesante e quindi iniziai a tirare forti pugni prima che venisse ad aprire.
“Chi diavolo … Nico?!?sei tu?” chiese assonnato “Ginevra?”
“Per questo sono venuto”
“Forza, entra” disse scostandosi.
“Ti prego, dimmi che non è …”
“Non è morta,no. Tranquillo. Ma Eris l’ha presa”
“Vuoi dire che l’ha catturata? E’ prigioniera?” chiese sempre più in tensione.
“In verità tua sorella è andata con lei e ha anche cercato di farmi fuori” risposi.
Dalla sua faccia s’intuiva che non aveva capito niente così gli spiegai tutto per bene in versione riassunto.
“Scusa” dissi io alla fine, prima di uscire ed andarmene nel bosco anche se sentivo che mi chiamava.
Dovevo stare da solo, ma a forza di correre arrivai al campo di rose. Non avevo intenzione di andarci, non ci avevo neanche pensato ma a quanto pare le mie gambe avevano un’opinione diversa.
Sospirando mi accasciai contro un albero chiudendo gli occhi e cercando di calmare il respiro affannato per la corsa.
Come in un sogno le immagini mi apparvero nitide e realistiche: quando mi aveva bagnato con la bolla gigante, quando sul letto dell’infermeria mi diceva che non era colpa mia, il bacio, il sorriso nel giardino di Persefone, la chiaccherata appoggiati a Storm.
Ad aprirmi gli occhi fu quel pensiero, Storm. Era sicuramente ancora fuori dal campo dovevo trovargli un riparo magari una grotta.
Lasciando il bosco iniziai a correre fino al confine dove Storm volava in cerchio nel cielo chiaro. Fischiai per richiamare la sua attenzione e lei scese calma planando lentamente. Non feci in tempo neanche ad accarezzarla che mi prese per la maglietta e mi caricò sul suo dorso volando verso il mare.
Si fermò su un’altura in cui le onde s’infrangevano arrabbiate e violente mandando spruzzi dappertutto.
Girandomi notai una grande grotta, riparata e un po’ nascosta, non molto lontano dal mare e neanche dal campo visto che vedevo la spiaggia da lì. Storm me la indicò con un cenno del capo ed io la segui dentro.
Più illuminata di quello che pensavo e anche abbastanza grande per farci stare un drago, perfetta.
Accucciata in un angolo la draghessa ogni tanto mandava dei deboli ruggiti sofferti, come una specie di pianto.
“Manca anche a te vero? La riporteremo indietro vedrai” le dissi avvicinandomi e accarezzandole il muso.
All’improvviso qualcosa tra noi e l’uscita si creò, una specie di visione, un messaggio Iride.
ANGOLO AUTRICE:
Un saluto a tutti i lettori, spero il capitolo piaccia anche se è abbastanza corto e forse confuso? Non so, l'ho scritto di getto. Fatemi sapere la vostra e a presto.
percabeth2000