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Autore: stylesprincess    08/09/2013    5 recensioni
- Non è giusto, Lou. Non è giusto che tu debba stare qui, mentre dovresti goderti i tuoi ventiquattro anni. Non sai quanto vorrei che aprissi gli occhi e mi dicessi “Per la miseria, Amy, chiudi quella bocca. Sono qui e non me ne vado da nessuna parte”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Promise me you won't leave me
 



Amy saliva le scale dell’ormai familiare ospedale tendendo la testa bassa. Entrare in quell’edificio le faceva sentire la morsa al cuore farsi più stretta e fare ancora più male.
Svoltò  l’angolo e camminò spedita verso la camera 206.  Aprì lentamente la porta respirando a fondo. Nel bel mezzo della stanza immacolata giaceva su un letto il corpo quasi immobile del fratello. Dire che fosse irriconoscibile era poco; il viso una volta solare e di un bel colorito sano, ora era troppo pallido e smunto per sembrare vero, le sottili labbra serrate prendevano ormai un colore sempre più simile al bianco e il ciuffo di capelli castani ora gli ricadeva disordinato sulla fronte.
Bip… bip… bip
Le numerose macchine alle quali era attaccato producevano piccoli suoni ripetuti a intervalli regolari nel silenzio totale che circondava quel posto.
Amy si avvicinò lentamente e accostò una sedia nera al letto sedendosi poi sopra.
Così faceva ogni pomeriggio appena finiva scuola: entrava, si sedeva e iniziava a parlare al fratello, ben consapevole del fatto che lui non potesse risponderle, ma non altrettanto sicura che non potesse sentirla.
- Louis, fratellino - disse allungando la mano tremante verso il viso pallido.
Vederlo in quello stato la stava letteralmente distruggendo. Louis era sempre stato molto più che un fratello per lei, soprattutto in seguito alla morte del padre prima e della madre poi. L’aveva aiutata, consolata e aveva sofferto con lei, giorno e notte. Ma nonostante tutto, si era sempre dimostrato una persona forte, indistruttibile, sempre pronta a sorridere. E Amy gli doveva tutto.
Ma poi un giorno, tornando dal lavoro che con tanta fatica era riuscito ad ottenere, egli fu vittima di un tremendo incidente stradale che lo costrinse al letto di un ospedale.
La ragazza prese la mano del fratello tra le sue, accarezzandola dolcemente.
- Mi manchi un sacco, sai? - disse in un sussurro sbattendo ripetutamente le palpebre per impedire alle lacrime di scorrere - Mi manca svegliarti la mattina, mi mancano i tuoi calzini sparsi in giro per la casa, mi manca la tua risata, mi manca aspettarti la sera…
Si bloccò spostando lo sguardo al soffitto e inspirando profondamente.
- E tutte le serate passate a guardare per la milionesima volta i film di Harry Potter? - la voce ormai tremava fin troppo - Ti addormentavi sempre a metà film e io dovevo lanciarti i popcorn addosso per riuscire a svegliarti…
Le sfuggì una leggera risata, rotta subito, però, da una lacrima che svelta le attraversò la guancia.
- Non è giusto, Lou. Non è giusto che tu debba stare qui, mentre dovresti goderti i tuoi ventiquattro anni. Non sai quanto vorrei che aprissi gli occhi e mi dicessi “Per la miseria, Amy, chiudi quella bocca. Sono qui e non me ne vado da nessuna parte”.
Non riuscendo più a trattenersi, lasciò le lacrime scorrerle taglienti sul volto pallido e scivolare poi sul lenzuolo candido; appoggiò la fronte sulla mano di Louis che a sua volta era appoggiata al letto, nascondendo il viso nel tessuto morbido.
Perché? riusciva solo a chiedersi. Perché dovevano portarle via anche lui, quando era tutto quello che le rimaneva?
Continuò a piangere e piangere, a sfogare tutto quello che fino a quel momento non era riuscita a buttare fuori. Piangere fa stare meglio, dicevano gli altri, ma ad ogni lacrima Amy sentiva il peso allo stomaco farsi più pesante.
I bip prodotti dalle macchine le penetravano ora prepotenti nelle orecchie, quasi a farle male. Ripetitivi e pungenti.
Ma fu un attimo.
Amy strinse i pugni, lottando contro la voglia di urlare, ma fu presa alla sprovvista da un suono lungo e penetrante tre volte di più.
Sollevò la testa allarmata con il cuore che sembrava martellare talmente forte da farle dolere il petto e lo sguardo cadde su un display nero dove troneggiava una sottile linea verde, piatta.
Deglutì a fatica alzandosi dalla sedia e indietreggiando fino allo stipite della porta, rischiando quasi di inciampare nei suoi stessi passi. Gli occhi spalancati, la mascella contratta, le gambe tremanti. Si voltò in direzione del corridoio, dove vide arrivare un gruppo di medici in tutta fretta. Sentì la testa girare, gli occhi bruciare e le voci dei tre dottori farsi confuse.
- Perché? - riuscì soltanto ad urlare con voce spezzata.
- Signorina, dove sta… - una dottoressa dall’aria assai preoccupata tentò di fermarla prendendole un braccio, ma invano. Amy si precipitò più in fretta possibile fuori da quell’edificio, poco cosciente di quel che stava facendo. Non si accorse nemmeno del buio che era già calato da un bel po’. Aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio, non sapeva esattamente dove volesse andare, ma sicuramente lontano da quel posto, lontano da quell’inferno. Sperò con tutto il suo cuore che si fosse trattato di un orribile incubo e che presto si sarebbe risvegliata nella sua piccola cameretta , nascosta sotto il piumino caldo.
L’aria gelida di quella sera di fine gennaio le colpiva il viso violentemente e nonostante il dolore all’altezza della milza, i piedi non sembravano intenzionati a fermarsi.
 
Liam passeggiava pensieroso nel parco illuminato tenendosi ben stretto nel cappotto scuro. Calciava distrattamente i piccoli sassi del vialetto quando qualcosa, o meglio, qualcuno attirò la sua attenzione; una ragazza col viso apparentemente nascosto dalle mani gli tagliò la strada malamente, continuando poi a correre.
Liam tentò di protestare, ma poi riconobbe quei capelli, di un castano lucente, lisci come la seta solo alla vista e quel cappotto rosso pastello, che ogni giorno a scuola sperava di veder appeso all’appendiabiti. Avrebbe messo la mano sul fuoco, quella era Amy Tomlinson. Aveva passato anni ad osservarla da lontano, sperando in un suo sorriso o saluto e aveva imparato ad apprezzare ogni suo piccolo particolare.
Le corse dietro senza esitare.
- Amy! - gridò appena le fu alle spalle.
Lei inizialmente lo ignorò, poi sentendolo accanto voltò lo sguardo in sua direzione.
- E tu chi… - disse tentando di asciugare le lacrime - Liam…
Il ragazzo vacillò, indeciso su che cosa fare. Poi notò il suo viso e gli occhi arrossati, le mani e le gambe tremanti e un’espressione preoccupata si fece largo sul suo volto.
- Che è successo? - chiese allarmato.
- L… Louis - fu tutto quello che ricevette come risposta.
Sgranò gli occhi mentre un orribile presentimento comparve nella sua mente; conosceva il fratello e sapeva tutto quello che era successo alla famiglia Tomlinson.
- Non vorrai dirmi che…
Amy annuì, mentre grosse lacrime scivolavano di nuovo sulle guance morbide.
- Sono sola Liam, completamente sola. Che… che cosa ci faccio ancora qui?
- Ehi, non devi nemmeno pensare una cosa del genere. - anche i suoi occhi erano ora umidi, mentre le braccia possenti stringevano il corpo minuto di Amy  - Io sono qui e intendo esserci per sempre per te. Amy, io ti amo. So che in questo momento ti importerà meno di nulla, ma sappi che sono pronto a darti tutto quello di cui hai bisogno.
- Promettimi solo che non mi lascerai, non anche tu. - sussurrò lei tra i singhiozzi premendo la testa contro il petto caldo di Liam.
- Lo prometto.
 

 



My corner.
 
Secoli e secoli fa ho pubblicato una one shot promettendo nel 'mio angolo' di pubblicare il più presto possibile qualcosa di nuovo. Beh, sono passati ben nove mesi e... mi vergogno. Tanto.
Comunque sono qui e spero che questa mia nuova creazione possa piacervi almeno un po' perchè ci ho messo un bel po' di impegno e ci tengo.
Se vi va lasciatemi un piccola recensione e fatemi sapere cosa pensate di questa storia, mi farebbe davvero piacere, perchè vorrei tanto iniziare una long, ma prima ho bisogno di conoscere un po' il vostro parere . Voglio vedere se effettivamente potrei o è meglio ritirarmi nel mio angolino. AHAHA
Questa volta non prometto niente, perchè so di avere una forza di volontà pari a quella di un bradipo senza gamba. Dopo questa, mi dileguo.
Adiosss.



Twitter @liamiciouss
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