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Autore: TheCapo91    08/09/2013    3 recensioni
Se avete letto le prime serie del manga e giocato ai rispettivi giochi apprezzerete tutte le sfumature del racconto e i relativi riferimenti presenti.
La storia vede come protagonisti molti personaggi-chiave del manga, come Red e Blue, insieme al ranger Ignotus, mio alter ego, e altri personaggi inediti. Insieme affronteranno il folle Ixor e la sua Gilda delle Ombre, in un mondo dove i cattivi sanno usare un coltello al pari di una Pokèball e i buoni sentimenti devono fare i conti con il dolore e la diffidenza...
Il primo capitolo era stato concepito come autoconclusivo, ma ho iniziato ad affezionarmi ai personaggi e ho deciso di renderlo una serie.
Una storia dedicata ai veri fan, alla scoperta del più grande mistero della prima generazione dei Pokèmon.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blue, Nuovo personaggio, Prof Oak, Red
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le origini del mito'
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Le origini del mito









Gli occhi di pietra degli Unown sembravano osservarlo dall'alto della grande porta di marmo mentre lui, immobile, aspettava. Scostò la visiera del cappellino rosso che indossava e cercò di decifrare il significato dei glifi, senza riuscirci. Era un luogo veramente adatto per l'avventura che lo attendeva.
La torre davanti a cui si trovava era al centro di una radura, situata nel cuore di una rigogliosa giungla; una delicata brezza notturna rinfrescava tutto l’ambiente. Quello era l'ultimo obiettivo della missione, il luogo dove tutto sarebbe finito. La Torre Oscura.
La missione che aveva intrapreso durava da mesi, mesi di inseguimenti, ricerche, viaggi e battaglie. La loro nemesi rispondeva al nome di Gilda delle Ombre, una setta che aveva fatto parlare di sé negli ultimi mesi tutte le forze dell’ordine: oltre a numerosi omicidi, la setta vantava una serie di malefatte come furto di apparecchiature sperimentali dai laboratori Silph SpA, sequestro di Pokèmon e crimini contro l’umanità. Il distaccamento di Ranger che gli dava la caccia aveva stanato Ixor, il capogilda, in un rifugio a Unima qualche settimana prima e anche l’allenatore aveva partecipato all’operazione. Con quell’ultimo blitz avevano sventato il grosso dell’organizzazione, ma Ixor e un pugno di fedelissimi erano riusciti a scappare portando con loro un Pokèmon e alcune attrezzature.
Negli ultimi giorni, una serie di catastrofi naturali aveva colpito la regione e i Ranger avevano seri sospetti che Ixor stesse manipolando il Pokèmon in questione, un Misdreavus, per sconvolgere la realtà e creare un mostro in grado di portare caos e distruzione nel mondo.
E ora era lì: si era spinto fino alla foresta più impenetrabile per porre fine alla minaccia che terrorizzava umani e Pokèmon di mezzo continente. Quella sfida stava finalmente per concludersi.

Un altro ragazzo arrivò dal sentiero dietro di lui e gli si accostò, alzando gli occhi sulla Torre. I capelli erano raccolti in una fascia bianca e anche gli abiti che indossava lo facevano sembrare originario di un paese lontano.
- Sei in ritrardo – osservò il primo.
- Sono stato trattenuto al centro Pokèmon. Il Professore pensa ancora che sia troppo pericoloso per noi due soli.
Un fruscio di cespugli dietro di loro tradì la presenza di una terza persona.
- E io non sono degna di considerazione?
- Tu ci guiderai all'interno della struttura con le tue apparecchiature elettroniche. Manterremo il contatto per tutto il tempo ma in qualsiasi caso non devi assolutamente entrare, mi hai capito?
La giovane ragazza sospirò e tornò ai suoi macchinari mimetizzati sul limitare del bosco.
Gli altri due alzarono gli occhi sull'immensa torre. Emanava un'aura scura e minacciosa.
- Perchè il tuo amichetto non è qui con noi? - chiese il primo allenatore al compagno - Ci servirà tutto l'aiuto possibile, lo sai...
- E' qui fin dall'inizio – sorrise l'altro – Basta giocare. Su, mostrati!
Con un piccolo bagliore, un Mew si materializzò fluttuando vicino alla sua testa, afferrandogli la bandana con fare giocoso. Il ragazzo sorrise e lo accarezzò.
Era comparso poco dopo il suo arrivo nella regione, quasi un anno prima, durante una missione di ricognizione e aveva iniziato a seguirlo ovunque andasse, di sua iniziativa. Il giovane allenatore non lo aveva mai catturato, ma lo considerava comunque un suo Pokèmon ed un prezioso amico; era evidente che il sentimento era reciproco.
Ma la cosa più stupefacente di quel Pokèmon era la sua capacità di comunicare con gli umani. Non erano pensieri molto comprensibili, ma Mew era riuscito a tradurre le sue onde cerebrali con alcuni termini umani che somigliavano all'inglese australiano: ne era uscito una sorta di miagolio che il ragazzo, non senza fatica, riusciva a capire. Tra i due c’era una forte intesa e nonostante il carattere giocoso del Pokèmon leggendario, l’allenatore aveva avuto modo di scoprirne gli straordinari poteri in diverse occasioni.
- Wan play Mew? - chiese Mew, volteggiando in aria.
- Non ora, piccolo - rispose l'allenatore, continuando ad accarezzargli il muso - Ora abbiamo un lavoro da fare.
L'altro ragazzo prese la visiera del cappellino e la girò.
- Sei pronto, Ignotus?
Ignotus ritirò la mano dal Pokèmon e si concentrò.
- Diamoci da fare, Red.

Dopo aver forzato la porta d’ingresso della torre, i due collegarono i rispettivi apparecchi di trasmissione e si misero l'auricolare. Mew, nel frattempo, nuotava allegramente in aria.
- Mi ricevete ragazzi? - chiese la ragazza, la voce leggermente metallica.
- Perfettamente, Blue.
- Il perimetro della torre è sicuro, ho piazzato rilevatori ovunque. Se qualcuno dovesse avvicinarsi lo saprò con un largo preavviso.
- Bene - approvò Red - Tienici aggiornati, noi entriamo.
L'interno della torre era piuttosto buio, la sola luce che riusciva ad insinuarsi all'interno arrivava dalle strette feritoie lungo i bordi.
Velocemente iniziarono a salire le scale, cercando di ridurre il suono dei loro passi il più possibile.
- Dunque il Misdreavus dovrebbe trovarsi in cima, giusto? - bisbigliò Ignotus.
- Esatto. Questa è l'ultima roccaforte dove la Gilda dell'Ombra sta cercando di riorganizzarsi. Ixor sta costringendo quel Pokèmon a concentrare un'enorme quantità di energia oscura attraverso i macchinari sottratti alla Silph SpA.
- Allora quello che ci hanno riferito le reclute che abbiamo catturato nel rifugio due mesi fa era vero. Vogliono creare un Pokèmon formato di sola tenebra!
Red annuì.
- E' la concentrazione di oscurità che sta causando l'ondata di tempeste magnetiche e gli altri fenomeni che sconvolgono la regione.
- Ma come può un solo Pokèmon fare tutto questo? - chiese Ignotus.
- Non lo so. I Misdreavus si nutrono di emozioni negative... Forse essere stato catturato dalla Gilda lo ha reso incontrollabile e potente... Quella gente venera il caos sopra qualsiasi altra cosa, non oso pensare a cosa gli abbiano potuto fare...
Ignotus pensò a come la malvagità di quella gente stesse rovinando la vita di così tanti esseri viventi e serrò i denti dalla rabbia. Mew lo guardò, preoccupato.

Red alzò una mano e Ignotus si arrestò. I gradini li avevano condotti al primo piano della torre. Circospetti, i tre avanzarono fino ad uno stretto corridoio, al termine del quale una coppia di reclute visibilmente annoiate faceva la guardia ad una stanza.
- Non c'è spazio per uno scontro diretto - ragionò Red a bassa voce - Dobbiamo pensare ad un'alternativa che non dia loro il tempo di dare l'allarme.
- Mew – sussurrò Ignotus – Pensi di poterli addormentare da qui?
- Can try Mew – miagolò il compagno.
Gli occhi del Pokèmon si illuminarono di luce e le guardie scivolarono lentamente lungo il muro a cui erano appoggiate, sbadigliando.
Silenziosi, i due ragazzi varcarono la soglia della porta.
Una volta entrati, capirono subito che c'era qualcosa che non andava. La stanza in cui si trovavano era immensa, non sarebbe mai potuta entrare nella torre dove si trovavano. Un tappeto di fitta nebbia sfocava i contorni dei muri e delle pareti, dando all'atmosfera un senso di irrealtà.
- Un'illusione... - mormorò Red
- Dobbiamo trovare il Pokèmon che la sta creando - disse Ignotus e Red annuì.
- Le illusioni di solito sono create da Pokèmon Psico o Ghiaccio. Ci servirebbe un Pokèmon Buio o Fuoco. Qualche idea?
- In effetti sì – sorrise Ignotus – Vai, Houndoom!
In un lampo, l'imponente creatura apparve, ringhiando.
- Houndoom, riesci a rintracciare altri Pokèmon in questa stanza?
Il compagno iniziò ad ispezionare l’ambiente alla ricerca di una pista e per alcuni istanti il suo fiutare fu l'unico suono percettibile. Poi drizzò le orecchie e scattò verso un angolo buio, latrando. Quando i due allenatori accorsero, dalla nebbia emerse un Jinx dai capelli fluttuanti e gli occhi luminosi, che si voltò verso di loro.
Per un istante nessuna delle due fazioni si mosse. Poi, con un urlo, il Pokèmon Psico aprì la bocca ed emise una scarica di affilati proiettili di ghiaccio. Ignotus si abbassò coprendosi la testa, mentre Red scattò di lato per evitarli.
- Houndoom, Fuocobomba!
Il cane demoniaco ruggì una stella infuocata contro l’avversario. Questi cercò di respingere l’attacco, ma il colpo esplose con un boato assordante e il Pokèmon Psico cadde pesantemente a terra. Di colpo l'ambiente si fece più definito e gli allenatori si guardarono attorno, individuando la rampa di scale che li avrebbe fatti proseguire ai piani successivi.
Il Jinx però sfruttò la momentanea distrazione dei due per calarsi in una botola apparsa dal nulla lì vicino. Houndoom si avventò su di lui, ma la fessura si richiuse senza lasciare alcuna traccia.
- Richiama Houndoom e preparati a correre – disse piano Red – Sanno che siamo qui.

Mentre continuavano a salire, ricevettero il segnale di chiamata dall’esterno e si collegarono.
- Davvero uno splendido lavoro, voi due. Siete dentro da dieci minuti e già le guardie stanno correndo verso la vostra posizione. Avete fatto esplodere una bomba o cosa?
- Una Fuocobomba, a dire il vero – rispose Ignotus – colpa mia.
- Sbrigatevi – incalzò la ragazza – la Torre Oscura ha cinque piani e voi siete solo all’inizio. Se continuate di questo passo le guardie vi intercetteranno tra il secondo e il terzo!
- Ci hai chiamato solo per rimproverarci o vuoi renderti utile in qualche modo? - sbottò Red.
- Vi ho chiamati per rimproverarvi E per dirvi che ho disabilitato qualsiasi frequenza radio all’infuori della nostra nel raggio di mezzo miglio. Non saranno in grado di comunicare tra loro o con i piani più bassi, quindi potrete ancora contare sull’effetto sorpresa se non fate tanto chiasso.
- Ricevuto. Grazie Blue. Ora lasciaci lavorare.
Ignorado lo sbuffo di impazienza della ragazza i due arrivarono alla porta del secondo piano. Red la socchiuse e, sbirciando dentro, capì che erano arrivati alle cucine: padelle, un tavolo, sedie e… due uomini in nero, almeno dalla sua visuale. Comunicò a gesti le informazioni al compagno e in pochi secondi elaborarono un piano, puntando su velocità e forza.

Con un calcio Ignotus spalancò la porta, mentre Red scagliò con forza una Pokèball verso i due uomini che erano scattati in piedi. Il Poliwrath che ne uscì menò un gran ceffone e quello più vicino crollò a terra, svenuto. Il secondo invece mandò in campo un Nidorino, che partì alla carica a testa bassa.
Poliwrath lo bloccò alzando le braccia e l’avversario si arrestò, con il corno che grondava una sinistra sostanza viola. Il Nidorino era tenace e un passo dopo l’altro tentava di sbilanciare il Pokèmon d’acqua, che dovette indietreggiare.
- Bollaraggio! – ordinò Red.
Dalla spirale sulla pancia Poliwrath emise un flutto di bolle, che centrarono il nemico spedendolo addosso al padrone.
Dall'altra parte della sala, Ignotus stava avendo la meglio con Houndoom sui due Raticate di un terzo uomo che era sbucato dietro la porta.
Durante il combattimento, però, l’allenatore si era spostato verso una stanza secondaria, da cui uscì un altro membro della Setta, gli occhi spalancati e un sorriso folle in volto.
- Bel lavoro, Houndoom – esclamò Ignotus quando il suo Pokèmon mise k.o. anche il secondo avversario – ora pensiamo a… AGH!
- Sai – sibilò piano l’uomo cingendogli il collo con il braccio destro - nessun Pokèmon mi ha mai ubbidito, fin da bambino. Non si lasciavano avvicinare da me, avevano paura... Ed è’ per questo che ho iniziato ad utilizzare metodi, ecco… più sottili.
Con la sinistra estrasse un coltello e lo posò sulla la gola del ragazzo, premendoglielo sulla carotide.
Houndoom ringhiò, soffiando fuoco dalle narici e fece un passo verso il criminale.
- Richiama la tua bestiaccia o ti sgozzo all’istante – intimò la recluta.
Ignotus premette la sfera sulla sua cintura e in un lampo rosso il Pokèmon scomparve.
- Ora – continuò, trascinando il ragazzo verso la porta – tu vieni con me fino all’uscita, mentre il tuo amichetto rimane qui, da bravo. Vuoi dirgli qualcosa, prima di andare?
- Sì… - annaspò il ragazzo – Psico-onda…
Un fascio di pura energia mentale apparve dal nulla e centrò l’uomo in pieno volto. Con una gomitata Ignotus si liberò e il membro della Setta svenne, con la testa ancora fra le mani.
Il ragazzo si avvicinò al compagno e lo guardò negli occhi, divertito.
- Dai, ammettilo che ti eri preoccupato.
- Sei un incosciente! Non sono intervenuto solo perché ho visto Mew svolazzare da quella parte, prima che si rendesse invisibile.
Il piccolo Pokèmon rosa riapparve e si posò sulla spalla di Ignotus, ridacchiando.
- Come farei senza di te, eh, piccoletto? – rise a sua volta l’allenatore, strizzandogli la guancia.

Ripartirono alla volta del quinto piano, ma si bloccarono quasi subito. La strada si biforcava e le scale proseguivano in due direzioni diverse. Imprecando, Red premette il pulsante di chiamata dell’auricolare.
- Blue, non ci avevi detto che c’erano più percorsi disponibili. Che strada prendiamo?
- I membri della Setta stanno scendendo dalle scale alla vostra sinistra - disse velocemente la ragazza – quindi immagino che il capo si trovi da quella parte.
- Lo scontro è inevitabile, allora. Prepariamoci.
- No. Li affronterò da solo – disse Red e Ignotus si voltò verso di lui
- Va bene che non sono granché come allenatori, ma sembrano decine. Perché non vuoi il mio aiuto?
- Perché non abbiamo tempo. Potrebbero volerci ore e stanno torturando quel Misdreavus da giorni. Non penso possa resistere ancora a lungo. Inoltre il capogilda potrebbe approfittare della confusione per sfuggirci di nuovo.
Un concitato rumore di passi si stava avvicinando sempre di più veloce e i due si scambiarono un cenno di intesa.
- Poliwrath, usa Geloraggio e poi Acquadisale! – comandò Red
- Perché Acquadisale e non Pistolacqua? – chiese Ignotus, mentre si nascondeva nella rampa di destra.
- Ho scoperto che il calcare di quella mossa rende il ghiaccio molto più scivoloso. Bello, no? – sogghignò il ragazzo.
I passi erano sempre più vicini.
- Buona fortuna, Red – pensò Ignotus mentre l’amico mandava in campo anche Pikachu e Venusaur, preparandosi allo scontro.

Ignotus si premette contro il muro mentre il folto drappello di seguaci e i loro rispettivi Pokèmon scivolavano sul pavimento insidioso inseguendo Red, che li attirava verso i piani bassi.
Quando anche l’ultimo barlume di elettricità fu sufficientemente lontano, sfrecciò fuori e salì di corsa le scale, sempre più su, verso l’ultimo piano.
- Ok, amico – disse a Mew, che faceva capriole in aria sopra la sua testa - ora è tutto nelle nostre mani.
Quando finalmente arrivò in cima si piegò a riprendere fiato e si concesse un secondo ad esaminare il largo portone dietro il quale si celava l’ultimo nemico.
Mentre il suo corpo si riposava, la mente tornava al giorno in cui tutto era cominciato, le stragi perpetrate da quel gruppo di folli, la paura costante, i compagni caduti, i riti raccapriccianti e le orrende mutilazioni che infliggevano a quelle povere creature…
Quelle immagini cruente presero il posto della stanchezza e gli donarono una calma glaciale. Poi, con una piccola rincorsa, diede una spallata all'imponente porta di legno ed entrò nell’ultima sala della Torre Oscura.
Per un attimo rimase senza fiato. L’intera area non era in pietra e legno come il resto della torre, ma di un metallo grigio e freddo. In fondo alla stanza, in una cella dalle sbarre fatte di energia, c’era il Misdreavus; il suo corpo d'ombra fluttuava a mezz'aria e teneva gli occhi chiusi, tremando dal dolore. Le sbarre della gabbia, oltre che imprigionarlo, sembravano emanare delle inquietanti onde che provocavano allo spettro un indicibile sofferenza.
Altre apparecchiature erano sparse all'interno della sala: strumenti altamente tecnologici, monitor, provette, bisturi e microscopi su tavoli lunghi e stretti. L'ultimo piano della torre non era altro che un grande laboratorio.
Ignotus cercò con lo sguardo tutte le potenziali minacce, ma l’unico pericolo era costituito proprio dal suo obiettivo principale. Ixor.

Lo scienziato gli dava le spalle, guardando con odio il Pokèmon spettro che si contorceva nella gabbia.
- No! – urlò battendo un pugno sul tavolo – No, no, no! Non basta!
Ignotus avanzò di un passo.
- Ixor! Allontanati da quel macchinario! Rilascia immediatamente quel Misdreavus e consegnati senza opporre resistenza.
Il capogilda battè con più forza il pugno sul tavolo e il rumore echeggiò nel laboratorio.
- Non basta ancora! Tutto questo dolore, tutta questa sofferenza e ancora nulla! Inutile creatura!
- Liberalo Ixor, o dovrò costringerti!
L’uomo non si degnò neanche di voltarsi: aveva occhi solo per il Pokèmon imprigionato e per il monitor ai pieni della gabbia.
- You... bad man!
Quello di Mew era una sorta di lamento miagolante, commovente come il pianto di un cucciolo ferito.
I due compagni avevano superato quasi la metà della distanza che li separava dal folle scienziato quando finalmente questi si decise a voltarsi.
- Voi – disse lentamente puntandogli il dito contro – voi non avete il diritto di interferire. È anche colpa vostra se non posso disporre di un’attrezzatura migliore per poter squarciare la barriera che ci separa da Lui…
Ignotus portò la mano alla cintura con le Pokèball.
- Lui chi?
- Il Caos! – ruggì Ixor e in un lampo lanciò una sfera Pokè, imitato subito dal ragazzo.
Dal lato dello scienziato si trovava un imponente Dusknoir, mentre su quello dell’allenatore compariva il fidato Houndoom.
- Dusknoir, fai pagare a questo ragazzino la sua insolenza! Palla Ombra!
L’imponente Pokèmon spettro galleggiò in aria tendendo il braccio e lanciò una nera sfera di energia oscura. Ma il suo bersaglio non era Houndoom.
Ignotus ebbe appena il tempo di chiudere le braccia in difesa quando venne colpito dall’attacco, che lo spedì a terra; l’esplosione fu tale da far saltare via parecchie lastre di metallo dal pavimento, spezzando diversi cavi elettrici e causando il black out di diversi monitor nella sala.
La prima cosa che il ragazzo sentì fu il latrato del suo Pokèmon che si avventava sull’avversario. La seconda fu il dolore sugli avambracci. Aveva come l’impressione di essere stato colpito da una pallonata incandescente e scosse con vigore le braccia per scacciare il dolore.
- In fondo non fa così male – pensò tra sé mentre si rialzava – ci vuole ben altro per fermarci.

L’assalto di Houndoom era serrato. Alternava potenti fiammate a morsi micidiali e ben presto il Dusknoir fu messo alle strette.
- Houndoom, usa Finta!
Con un guizzo, il Pokèmon scomparve nell’ombra e ricomparve alle spalle dell’avversario.
- Dusknoir, dietro di te! – strepitò Ixor, troppo tardi.
Con una poderosa zampata, il Pokèmon Ombra spedì lo Spettro contro il muro.
- Usa Destinobbligato!
- NO! – urlò il ragazzo.
Una malevola ombra si allungò dalla sagoma di Dusknoir e avvolse Houndoom in una stretta letale: entrambi i combattenti si accasciarono gemendo e Ignotus richiamò il compagno, sfinito.
Ignorando il proprio Pokèmon a terra, Ixor mandò in campo un Electivire e Ignotus chiamò il suo secondo compagno, Vaporeon.

Mentre sulla cima della torre imperversava la battaglia, Red fronteggiava l’orda di adepti e reclute ai piani bassi. Li aveva attirati fin fuori la soglia della torre e non senza fatica ne aveva sconfitti la maggior parte. Quando anche il suo fidato Pikachu crollò sotto gli attacchi nemici, l’allenatore lo richiamò sorridendo.
- Grazie Pika, hai fatto un ottimo lavoro. Li abbiamo tenuti a bada a lungo, Ignotus ha guadagnato il tempo necessario a fermare Ixor e liberare il Misdreavus rapito.
Della piccola folla che lo aveva inseguito solo cinque reclute erano rimaste in piedi e lo incalzavano ad arretrare. Red si assicurò di raggiungere il limitare del bosco e poi spinse il trasmettitore che aveva all’orecchio.
- Blue, ora tocca a te!
In un attimo, da dietro i cespugli si gonfiò un’enorme palla rosa che subito si avventò verso di loro, rotolando a gran velocità. L’allenatore riuscì di un soffio a levarsi dalla traiettoria, mentre gli adepti vennero investiti in pieno e sbalzati via verso il fitto del bosco.
- Sei impazzita? – si lamentò quando la ragazza emerse dalla vegetazione – se avessi preso anche me adesso sarei una frittella!
- Jigglypuff non prende bene la mira quando usa Rotolamento con quelle dimensioni – sghignazzò Blue – ma tu sei troppo in gamba per lasciarti cogliere di sorpresa, no? – aggiunse facendogli l’occhiolino.
Prima che Red avesse il tempo di replicare, dall’ultimo piano della Torre Oscura arrivò il suono ovattato di un’esplosione ed entrambi volsero gli occhi verso la cima.
- Vai ad aiutarlo – continuò l’allenatrice, stavolta seria – se qualche altro adepto si fa vedere penserò io a fermarlo.

All’ultimo piano la battaglia infuriava. Il Vaporeon di Ignotus era snello e abile nello schivare gli attacchi dell’avversario. I suoi di attacchi, però, si rivelavano inefficaci contro il massiccio Electivire e la stanchezza iniziava a rallentarlo. Con una mossa a sorpresa, il Pokèmon elettro lo afferrò per la coda e lo scaraventò violentemente a terra. Ignotus sapeva che non poteva continuare così…
Poi il suo sguardo si posò sul pavimento danneggiato dalla lotta precedente e decise di tentare il tutto per tutto.
- Vaporeon, salta e poi usa Idropompa!
- Sciocco ragazzino! – rise lo scienziato, mentre il suo Pokèmon incassava il colpo senza battere ciglio – non penserai davvero che una mossa simile possa rappresentare una minaccia per…
Con una fragorosa esplosione, tutta la corrente della torre si incanalò dai cavi scoperti del pavimento lungo i rivoli d’acqua lasciati dall’attacco, investendo il pelo bagnato dell’Electivire con una scarica potentissima.
Lo scienziato venne scaraventato contro il muro alle sue spalle e anche l’allenatore rimase sbilanciato dalle vibrazioni.
Ritrovato l’equilibrio, il ragazzo bisbigliò un ordine e si incamminò verso il suo avversario, che si lamentava a terra con la testa fra le mani.
- Dimmi solo una cosa, Ixor – disse mentre gli si avvicinava - Perché? Da dove viene tanta crudeltà?
- Tu… - rantolò l’uomo – tu non puoi capire… Ero a un passo dallo scoprire l’origine di tutti i mali… Cosa è il dolore di qualche Pokèmon di fronte ad una scoperta simile? E invece una squadra di Ranger, proprio come te, irruppe nel mio laboratorio e distrusse la mia vita per sempre.
Per alcuni secondi, il brusio della corrente in corto circuito fu l’unico suono percettibile nel laboratorio
- Mi portarono via l’attrezzatura, il lavoro di una vita… Anni di esperimenti… E poi confiscarono tutti i miei Pokèmon.
La voce del capogilda stava diventando sempre più acuta, come se fosse sul punto di piangere.
- Tu sai cosa vuol dire essere separati dai tuoi compagni di vita? Le uniche creature che mi abbiano mai compreso e rispettato, portate via da me… Non l’ho accettato… Non lo accetterò mai!
L’uomo si era alzato in piedi e si trascinava nervosamente in giro, più folle che mai. Ignotus decise che ne aveva abbastanza dei suoi sproloqui e lo afferrò per una spalla.
- Ed è per questo che hai deciso di continuare a perpetrare la tua pazzia e le tue torture? Per questo hai sottratto e corrotto tutti quei Pokèmon perché ti obbedissero e assecondassero i tuoi folli progetti?
- Oh, sì… Riavrò finalmente le mie creature… Non appena l’esperimento sarà compiuto… E non sarai tu a impedirmelo, ragazzino!
Con uno scatto Ixor si divincolò dalla presa del ragazzo, estrasse dal camice una pistola e la puntò contro il ragazzo.
- Pensi davvero che mi sarei lasciato battere di nuovo dai Ranger? Avrò quello che mi spetta, finalmente, avrò la mia vendetta! Il mondo saprà chi è il grande Ixor e di come abbia creato una nuova specie di Pokèmon! I miei studi hanno dimostrato che il dolore concentrato e la pura sofferenza possono alterare i processi organici di ogni singolo Pokèmon...
Lo scienziato continuava a parlare sempre più in fretta e Ignotus pregò che il suo piano funzionasse.
- Nei miei primi esperimenti utilizzai resti fossili di un Kabutops e di un Aerodactyl. Oh sì… Erano perfetti… ma instabili… E sai cosa è successo dopo? Lo sai? Sono scomparsi! Puff!
La sua folle risata riempì il laboratorio.
- Allora ho provato su un Pokèmon Spettro, capisci? Su uno spettro andrebbe benissimo, ma è necessario rispettare alcuni valori, sai? Natura, comportamenti, variabili, non ne può capirne nulla una mente inferiore come la tua. Poi finalmente ho trovato l’esemplare giusto, nonostante voi Ranger abbiate nuovamente fatto di tutto per ostacolarmi. E adesso è lì, che si divincola nella sua agonizzante prigionia… Eppure non basta ancora, i fossili hanno reagito più in fretta di quanto abbia fatto lui fino ad ora… Ma è solo questione di tempo, tutti i progressi che…
Proprio in quel momento, dalla gabbia si levò un intenso fascio di luce e il Misdreavus aprì gli occhi. Le sbarre di energia erano diventate improvvisamente metalliche ed il Pokèmon ci passò tranquillamente attraverso.
Comparendo improvvisamente vicino il computer centrale, Mew agitò la coda e una delle finestre a est della sala si spalancò.
- Run Mew! – urlò telepaticamente e il Misdreavus scivolò riconoscente nella notte, finalmente libero.
L’azione si era svolta con una tale rapidità che il capogilda rimase paralizzato dallo stupore. Ignotus ne approfittò e corse verso il suo Pokèmon, lontano dal pericolo.
- Bravo Mew! - esclamò abbracciandolo - sapevo che ce l’avresti fatta!
Un urlo disumano risuonò in tutto il piano della Torre Oscura, mentre il capogilda cadeva in ginocchio, fissando con orrore la finestra aperta.
Ignotus fece un passo avanti.
- È finita, Ixor. Il tuo esperimento è fuggito e non puoi fare più nulla per impedirlo. Abbassa la pistola e seguimi.
Per alcuni istanti parve quasi che l’uomo non comprendesse la realtà che lo circondava. Poi il suo volto si trasfigurò in una maschera di collera e lo scienziato si mise in piedi.
- Tu, ignobile sgorbio! – strepitò puntando l’arma verso Mew – Ti pentirai di quello che hai fatto! Muori!

Red era appena giunto davanti alla porta dell’ultimo piano quando udì lo sparo. Ancora a corto di fiato la sfondò con una spallata e irruppe nel laboratorio, in tempo per vedere il corpo del suo amico crollare a terra. Nella stanza cadde un gelo agghiacciante.
Ignotus era caduto con le braccia spalancate, per proteggere il suo piccolo compagno. Dal foro che aveva sul petto iniziò a sgorgare il sangue, sempre più veloce: era stato colpito al cuore.
- Ignotus...
Mew volò vicino al suo allenatore e gli si posò in grembo, guardandolo con i suoi occhioni azzurri. Il ragazzo sorrise e aprì la bocca per parlare, senza emettere alcun suono. Poi gli occhi gli si riversarono all’indietro e smise di respirare.
Red era rimasto sulla soglia, incapace di muoversi. Il suo compagno di avventure, l’amico di mille battaglie, in quel momento non era più.
- Ignotus...- miagolò di nuovo il Pokèmon.
Il silenziò nel laboratorio era devastante.
Una lacrima silenziosa rotolò lungo la guancia rosa di Mew.
Poi una fortissima vibrazione rintoccò al centro della stanza e sia Ixor che Red puntarono gli occhi sul piccolo Pokèmon.
- I… miss… Ignotus…
Lentamente, Mew iniziò a levitare, fino a portarsi ad un metro da terra.
La sua voce telepatica cominciò a distorcersi e uno degli strumenti del laboratorio lampeggiò in modo preoccupante.
- I... miss... tsso... signot... I'm... sssig...
Ixor spalancò gli occhi e lasciò cadere la pistola a terra.
Anche la figura del Pokèmon stava iniziando a diventare sfocata e irregolare, come vista attraverso dell’acqua torbida: lentamente si accartocciò su se stessa, fino ad assumere vagamente la forma di un rettangolo, espandendosi sempre di più.
Diversi oggetti di vetro esplosero e i tavoli vicini improvvisamente si deformarono, come se sottoposti ad una pressione incontenibile.
- I m… mi… sign…otss.. I m… 
Colto da un panico primordiale, Red iniziò a correre più veloce di quanto non avesse mai pensato di poter fare e si precipitò giù per le scale, il cuore colmo di tristezza e rabbia, ma soprattutto paura.
Era successo qualcosa, in quel laboratorio, di profondamente sbagliato. Qualcosa contro natura, qualcosa di eccezionalmente grave. Un colossale errore.
Poi un urlo telepatico risuonò in tutta la Torre.
- I'M MISSINGNO.

Red raggiunse l’uscita appena in tempo. La Torre Oscura stava iniziando a sollevarsi e a oscillare, mentre una forza inesplicabile devastava l’interno.
Blue uscì dal suo nascondiglio di cespugli e affiancò il ragazzo, entrambi gli sguardi puntati verso la torre. Lentamente, l’intera struttura si contrasse senza spezzarsi, come se fosse stata fatta di gomma. Poi, improvvisamente, tutto l’ultimo piano cessò di esistere, sparendo nel nulla. Il resto della torre rovinò a terra, con un fragore assordante; entrambi i ragazzi vennero investiti dalla polvere sollevata dalle macerie e Blue si riparò gli occhi alzando il braccio; quando l'aria tornò respirabile, la ragazza si avvicinò ad esaminare quel che rimaneva della costruzione, ma non vide altro che detriti e rovine.
- Questo va oltre qualsiasi spiegazione logica – sussurrò, incredula.
Alcuni Pokèmon del bosco fecero capolino ad osservare il sinistro spettacolo, mentre il resto della polvere tornava a posarsi a terra.
La ragazza tornò dall’amico, con gli occhi spalancati dallo stupore.
- Red, cosa diavolo è successo là dentro? Dov’è Ignotus?
L’allenatore non rispose. Rimase lì, immobile, gli occhi vuoti e persi in lontananza.
Blue gli afferrò le spalle e lo scosse.
- Red, ascoltami! Che cos’è successo? Red! Rispondimi!
Ma Red non parve reagire e rimase in silenzio, inespressivo.
La ragazza era visibilmente preoccupata. Prese il Pokègear e per prima cosa informò il Professore della situazione, anche se era ovvio che ancora non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo; poi si mise in contatto con la stazione di polizia più vicina.
- Portate anche un’ambulanza - aggiunse alla fine, sottovoce - credo che sia necessario un… Red! Dove stai andando?
Il ragazzo ancora una volta non rispose, ma continuò a camminare verso il sentiero nord. Quello che portava al Monte Argento...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: non tutti sono a conoscenza dei numerosi glitch nella serie di Pokémon, quindi ho deciso di dare un piccolo supplemento a fine capitolo elencandoli.
In questo capitolo è presente:
Il glitch di Missingno: Missingno è probabilmente il glitch più famoso. Ha l’aspetto di un rettangolo irregolare composto da pixel confusi. Può apparire quando il giocatore utilizza cheat o effettua particolari movimenti per ottenere Mew selvatici. I riferimenti ad Aerodactyl e Kabutops nascono dalle forme alternative che Missingno può assumere.

 
  
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