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Autore: Julia_Fred Weasley    09/09/2013    6 recensioni
Ciao! Questa ff l'ho sognata, perciò mi limiterò a raccontare quello che la mia mente ha partorito. Aggiungendo qualcosa di mio. In questa storia non c'è la Magia, ma solo due Mondi. Uno Caldo e uno Freddo, e Fred e Hermione fanno parte corrispettivamente di questi Mondi. Ma il non seguire le regole di uno dei due, li farà incontrare. Ed è questo il problema. Hermione, cosa prova per questo sconosciuto? Fred, riuscirà a tornare vivo? E riusciranno a sconfiggere il Potente?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I personaggi appartengono a J.K.Rowling.
L'ambiente in cui questi personaggi si muovono appartine a Julia_Fred Weasley.

A me piacerebbe anche mettere una colonna sonora a questa storia se non vi dispiace e credo che sia anche appropiata, lasciando stare il tema per cui è stata fatta, al genre combattivo che prenderà in seguito, se volete ascoltarla, è qui:

http://www.youtube.com/watch?v=flLxVHYKeyk

Poi ultima cosa ma non meno importante, vorrei dedicare questa storia alla bravvisima DrogataDiApiFrizzole!! Una ragazza dolce e sempre disponibile e che sopporta le mie innumerevoli domande quando le faccio leggere dei pezzi delle mie storie. Anche se non ci conosciamo di persona, le voglio un sacco di bene!! <3
 

Ho bisogno del tuo calore
 

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La storia che sto per narrarvi parla di un Mondo, un unico mondo ma che però è diviso in due città oppure chiamati anche questi mondi. Questi due universi, sono completamente differenti. Uno viene chiamato, Mondo Caldo, il più potente, quello con più tecnologie, migliori negozi, quello con migliori probabilità di vivere. L’altro, invece, credo che l’avete capito anche voi.
Il Mondo Freddo è tutto l’opposto. Questo universo, noi del Mondo Caldo, lo consideriamo come una discarica. Tutto, lì va in malora, la città è tutta distrutta, ci sono palazzi ancora in costruzione mentre altri si sono distrutti a causa di eventi atmosferici. La popolazione sembrava non esistere, molti si rinchiudevano in casa, avevano paura che qualche tornado potesse portarli via. Il tempo lì, era sempre freddo. Non conoscevano la luce del sole, a differenza di noi, e le condizioni igieniche non erano delle migliori. Alcune medicine c’erano, ma le necessarie. Di negozi non ce n’erano, l’unica azienda si occupava di esportazioni di alimentari surgelati. E noi li pagavamo bene. Almeno è quello che mi dice mio padre.
Qualcuno, forse colui che aveva diviso i mondi, aveva anche stabilito delle regole. Una di queste era che gli abitanti del Mondo Freddo non potevano mettere piede nel nostro mondo, il perché nessuno lo sa. Nessuno ha osato muoversi dal proprio mondo. Ognuno stava bene, lì dov’era. Soprattutto noi, avevamo le nostre comodità e ci piaceva non fare niente ogni giorno. Avevamo chi ci serviva, tutto il nostro mondo era così. Siamo dei schifosi ricchi che hanno come servi ragazzi che provengono da un mondo diverso dal nostro. Ma sapevo che questo era un controsenso. Come potevano quelli del Mondo Freddo servirci, se una delle regole stabiliva proprio che non potevano avvicinarsi a noi?. Questa era una delle tante cose che volevo scoprire.
A me non piaceva che altre persone ci servissero, che noi abusassimo di loro oppure che ci considerassero dei padroni, che se facevano un minimo errore, venivano puniti o addirittura uccisi. Era una cosa macabra e codarda. Io, faccio parte di una famiglia numerosa, il popolo ci considera la famiglia più potente in questo mondo. Mio padre, aveva un posto importante, si assicurava che tutto nel nostro universo andasse per il meglio. Stabiliva degli ordini, per migliorare la città. Ed era il secondo uomo più potente. Il primo era il sindaco. Anche il Mondo Freddo, ne aveva uno. Ma non si era mai fatto vedere. In realtà, nessuno lo conosceva, forse solo quelli di quel mondo, sapevano qualcosa del suo aspetto. Si dice che è ancora vivo. Ma l’unica cosa di cui sono certo è che il suo nome è Albus Silente.
Adesso ero con la mia famiglia in una specie di ristorante, mio padre aveva un incontro di lavoro e con noi c’era anche il sindaco, Sirius Black, era questo il suo nome. Odiavo quando c’erano incontri di questo tipo. Io, ero il solito ragazzo che si isolava pensando ai fatti suoi e non ascoltando una minima parola che riguardasse il lavoro o cose generali. Nostro padre era convinto che a noi interessasse, ma non era così. Si notava il mio menefreghismo in quella specie di riunione, a differenza di mio fratello gemello che con entusiasmo faceva finta di pendere dalle labbra del sindaco.
Mia sorella, dato che era una fanciulla, per loro era inutile che si interessasse di cose del genere, mentre mio fratello minore si ingozzava di tutto quello che trovava in tavola. Altri due miei fratelli, invece, già avevano un proprio lavoro. Erano passati al secondo livello, e man mano dovevano arrivare al punto in cui era riuscito nostro padre. E una volta che il sindaco avrebbe dimesso la sua posizione, forse doveva essere mio padre a ricoprirlo. Perciò, anche quella volta, eravamo lì, mio padre voleva inculcargli nel cervello una buona considerazione di lui. E forse gli avrebbe offerto anche la cena.
- Fred, tu non hai niente da aggiungere? – mi chiese all’improvviso mio padre, io non avevo la minima idea di cosa avrei dovuto dire e neanche di quello che stavano parlando. Ah, a proposito, mi chiamo Fred Weasley.
- No – dissi, mostrando il mio lato sgarbato.
- Oh, non preoccuparti, Arthur. Sono solo ragazzi, per loro è ancora presto addentrarsi nel mondo del lavoro – fece benevolo Sirius, senza che dopo mio padre venisse a farmi la predica. Stavo giocando col cibo da un pel po’ e dopo quell’intervento continuai a farlo. A volte osservavo i ragazzi che ci servivano, chissà quanto invidiavano il mio posto. Erano molto giovani, molti potevano avere la mia età, mentre altri erano molto piccoli, dei ragazzini.
Volevo tanto sapere, come si viveva nel Mondo Freddo. Capire il perché loro dovessero vivere così, mentre noi avevamo tutte le possibilità di vivere al meglio. Anche loro avevano un sindaco, no?! E perché, non faceva niente? Perché lasciava che il suo universo andasse in malora? Eppure aveva le stesse potenzialità del nostro sindaco, gli stessi poteri. Forse non era tanto affidabile come si diceva? Oppure, lui, era veramente una leggenda. Non lo so, ma volevo scoprirlo. E non sapevo neanche cosa mi spingeva a farlo. Io non ero mai andato da nessuna parte, non uscivo spesso fuori casa, a meno che non fossi sempre nel mio mondo. Lo so cosa state pensando, solo perché sono schifosamente viziato credete che io non me la sappia cavare là fuori, beh… ho intenzione di togliermi questa nomina. Non ero sicuro se sarei riuscito a cavarmela da solo, ma volevo provarci. E poi non andavo contro a nessuna legge. Noi, potevamo andare nel Mondo Freddo.


¤

- Allora, avete rimediato qualcosa? – chiese una ragazza, aveva capelli crespi e occhi castani, il suo viso era molto sottile e cosparso di lentiggini, aveva un colorito chiaro, pallido. Ma era dovuto solo al freddo. Indossava dei pantaloni marroncini che si interrompevano, nascondendosi negli stivaletti che portava, arrivavano di poco sotto il ginocchio. Una blusa blu notte la copriva, questa era coperta da un lungo cappotto, che arrivava fino alle caviglie, era un po’ consumato ma ancora utile da indossare, le mani erano coperte da dei guanti che però si fermavano sulle nocche, lei li trovava molto più comodi e pratici.
- Non molto, Hermione, scusaci – si dispiacque una ragazza con lunghi capelli biondi e mossi, indossava come orecchini dei ravanelli.
- Fa niente Luna, almeno c’è la siamo cavata – disse sconsolata – e tu, Neville, trovato niente al fronte nord?
- Sì, c’è la possiamo cavare, secondo voi? – dalla spalla, il ragazzo, si tolse un borsone con all’interno alcune cose da mangiare, formaggio, carne e anche qualcosa da bere. I ragazzi sorrisero. Anche per quel giorno se la sarebbero cavata.
- Dai, Harry, stai con noi – lo convinse per la millesima volta, Hermione. Quel ragazzo stava sempre da solo, gli unici vestiti che aveva erano sempre neri, e talvolta anche strappati. Aveva una cicatrice sulla fronte, gliela aveva procurata un Assalitore, quando aveva tentato di superare il confine e andare nel Mondo Caldo. Era un ragazzo solitario e odiava quelli del mondo opposto. Aveva dei bei occhi verdi coperti però da degli occhiali, di una forma squadrata ed erano di colore nero. Gli Assalitori*, erano le guardie di quell’universo, impedivano a tutti a varcare quel confine. Anche perché era contro la legge. Harry, non voleva quella vita, voleva vivere meglio ed essere felice, dopo quello che gli era successo. Aveva perso i genitori, la madre a causa di medicine, non ce n’erano mai abbastanza che potessero guarirla e una notte, lo lasciò.
Il padre, invece, gli assomigliava molto, ma purtroppo, mentre era nell’azienda, ci fu un forte temporale, seguito da un tornado, il palazzo se lo risucchiò e di suo padre non ci fu più nessuna traccia. Il ragazzo, appoggiato a uno stipite di una porta, ormai rotta e in disuso, a parte per ripararsi dalla pioggia, si guardava le ultime ferite sulle mani che gli avevano procurato il freddo e quella disperata ricerca di cibo. Ma anche se riluttante a passare del tempo con gli altri, decise almeno di mangiare qualcosa. Si sedette vicino a Hermione, era stata l’unica in grado di capirlo ed era anche l’unica che lo distraeva da quei pensieri opprimenti che gli passavano per la testa, di solito. Di Hermione, non si sapeva molto di lei, ogni volta che gli facevano una domanda personale, lei la sviava sempre e neanche Harry la conosceva a fondo.
Tutti quei ragazzi, combattevano, contro il freddo, la fame, la tristezza, la vita. Potevano trovarsi in pericolo da un momento all’altro.
- Che piano abbiamo, per domani? – chiese Neville, aveva una voce profonda ed era molto bravo nelle ricerche e anche nel costruire macchinari che non funzionavano da tempo.
- Purtroppo, non potete fare ricerche senza di me e lo sapete, lavoro in quel mortorio da anni – disse ormai arresa, addentando una pezzo di formaggio che per fortuna, Neville, si premurò di non portarlo stantio.
- Beh, allora ci sarà Harry con noi. – Luna aveva una voce flebile e sottile, sembrava che anche delle forbici potevano tagliarla e levargliela per sempre. La ragazza sembrò sperare in una risposta di consenso da Harry, ma sapeva che forse non l’avrebbe mai avuta. Lei, era una ragazza molto socievole ed era la più positiva del gruppo.
- Io lavoro da solo – disse Harry guardando attentamente le sue mani che spezzavano un pezzo di pane, con le sue briciole che incontravano il freddo asfalto. Erano seduti in cerchio, su dei contenitori di ferro cilindrici.
- Perché non smetti? – sembrava più un ordine che una domanda, quella di Neville.
- Sì, e dove li trovo i soldi?! – fece ovvia – dobbiamo pure andare avanti con qualche aiuto.
- Ma non puoi usare i tuoi soldi anche per noi, è uno spreco.
- No, per niente. Noi siamo una famiglia, siamo sempre andati avanti insieme, ci siamo aiutati a vicenda e continueremo a farlo.
- Come si chiama il figlio del proprietario di quella catapecchia? – domandò Harry, un argomento che non c’entrava niente. Faceva sempre così quando era stufo di ascoltare conversazioni che a lui non piacevano.
- Draco Malfoy – rispose Hermione con voce pomposa e un po’ acuta, indicando in quel modo il carattere del ragazzo in questione. L’aveva sempre trattata male, chiamandola in tutti i modi e spartendole ordini che a volte non poteva neanche risolvere, data la sua statura e forza. Ma Hermione dalla sua parte aveva l’intelletto, l’ingegno e la furbizia. Sembrava che nella sua testa potessero trovarci dei meccanismi in movimento che già stavano trovando una miriade di soluzioni solo per un ostacolo.
- Solo perché guadagna qualche quattrino in più, si crede di essere il capo di chiunque. – disse Harry sprezzante, si stava portando la bottiglia alle labbra. Tutti i liquidi, li importava il Mondo Caldo, al loro mondo. Anche alcolici. Di contenitori per l’acqua, il Mondo Freddo, non ne aveva molti. Anche perché, per loro, l’acqua era l’ultima risorsa.
Quando ricominciò la ricerca per la sopravvivenza, Neville e Luna andarono verso nord, mentre Harry si aggirava da solo per la città. Hermione, imboccò la strada per l’azienda, l’asfalto scricchiolava sotto i suoi stivaletti. C’era una brezza fredda che le pungeva il collo e il viso, ma ne era abituata. Molte volte non si copriva neanche, quel freddo faceva parte di lei. Cercava sempre di non prendere qualche malattia, coprendosi quand’era necessario e mangiando quando il corpo lo chiedeva. La notte, riservava una coperta in più, anche se finiva sempre nel darla a Luna.
Finalmente arrivò, l’azienda si era ridotta in un edificio logoro e arrugginito che non riusciva a tenersi in piedi. Hermione, l’aveva sempre odiato quel posto, aveva paura che se per caso sarebbe crollato, lei non sarebbe riuscita ad uscirne fuori. Ma per fortuna, quel giorno c’erano le esportazioni, quindi non doveva far altro che spostare le cassette di cibo sul furgone. Alcuni ragazzi già erano all’opera, andò anche lei vicino ai carichi ma qualcuno le sbarrò la strada.
- Sei in ritardo! – un ragazzo alto, con capelli platinati, occhi grigi, aveva un lupetto nero e così anche i pantaloni e le scarpe, e l’unica cosa che risaltava dal suo abbigliamento era la pelle, così bianca come quella di un cadavere.
- Di quanto, questa volta? Cinque secondi?! – fece sarcastica, sapeva che Draco non la sopportava, forse era per quello che la rimproverava anche quando non se lo meritava. Lui sbuffò, incurante.
- Ora va a spostare i surgelati, e se domani verrai di nuovo in ritardo, giuro che ti licenzio! – poi se ne andò portando con sé una cartelletta.
- Sapessi dove te li vorrei spostare quei surgelati! – mormorò Hermione.






Assalitori - dato che non ci sono i Mangiamorte, questi in questo universo che mi sono inventata si chiameranno Assalitori.



P.S - allora, se siete arrivati/e fin qui, vi ringrazio di cuore!! Come ho detto questa ff l'ho sognata perciò ho voluto rischiare, dato che non c'è la magia. Poi voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito fin qui e poi avevo promesso di pubblicarlo l'8. E anche se sono di qualche minuto in ritardo, per me è come se avessi lo stesso raggiunto l'obiettivo di postarlo l'8 ahaha xD.
La canzone, come potete vedere, per quelli che hanno almeno cliccato il link, è degli Imagine Dragons, la mia band preferita. E se non vi dispiace metterò altre loro canzoni all'interno della storia. Ma questa che ho messo all'inizio, diciamo che sarebbe la sigla originale della storia ahah xD.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensirete, per capire così se posso continuare o no, altrimenti sarebbe inutile, non credete?!
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