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Autore: charliotte    09/09/2013    5 recensioni
Harry e Louis si odiano, ma i loro manager li costringeranno a stare insieme per pubblicità.
Continueranno ad odiarsi oppure succederà qualcosa?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis Tomlinson è un attore bravissimo. Recita la sua parte sempre in modo impeccabile, non si fa scappare nessun insulto dalla sue dolci e piccole labbra e non trasmette alcuna tristezza dai suoi luccicanti occhi azzurri. Sì, è decisamente un ottimo attore.
La realtà dei fatti è che lui odia tutti: odia la band di cui lui stesso fa parte, odia i manager, odia le fan che si strapperebbero i capelli pur di ricevere un suo tweet o un suo follow, odia i paparazzi che lo seguono ovunque lui vada. La sua vita è un continuo di falsità, bugie, dispetti e finti sorrisi e Louis vorrebbe solo smetterla, andare a vivere in una casa in campagna lontana da tutti i suoni dei clacson, lontana dagli autografi, lontana da qualsiasi essere vivente. E quando Tomlinson si stende sul suo letto in albergo con il suo pigiama verde con gli orsacchiotti (cosa che stona parecchio con le lenzuola marroni in cashmere e le federe dei cuscini di seta) pensa a come sarebbe la sua vita se non fosse famoso, se venisse apprezzato per quel che è davvero e non per quello che dimostra. La risposta arriva da sola.
Vivresti uno schifo, risponde la sua mente. Odi praticamente tutti.
Il ragazzo si ritrova ad annuire tra sé e sé, ma sente un’altra vocina nella sua testa.
E se imparassi semplicemente ad amare?
Il cuore parla. Ma riceve solo un “no” come risposta.


Harry Styles. L’enigmatico, perfetto, simpatico, amorevole Harry. Il ragazzo che tutte (e tutti) vorrebbero come fidanzato. Il ragazzo perfetto. Il ragazzo misterioso, che ti ama, che ti protegge e … bla bla bla.
Le fan dei One Direction darebbero in prestito un braccio solo per una foto con lui. Tutti lo amano.
Tranne Louis Tomlinson, ovviamente.
Harry odia Louis più di qualsiasi altra persona al mondo. Secondo lui, anzi, secondo il parere di tutti i membri della band, Tomlinson non è altro che un ragazzo scorbutico, sciatto, , incazzato, antipatico, acido, solitario e cattivo. Insomma, aggettivi davvero carini nei confronti di una persona. Beh,purtroppo,sono tutti veri.
Tutto questo perché quando Louis Tomlinson si presentò per il provino di X Factor, sperava di diventare un bravissimo cantante solista, con moltissimi fan accaniti e sì,anche tanti paparazzi che lo seguivano ovunque.
Ha tutto questo, ma manca una piccola semplice parolina: solista.
Far parte di una boy band non è mai stato uno dei suoi desideri, anzi, era decisamente l’ultimo della lunga lista; voleva diventare grande da solo, senza quattro rincoglioniti che dovevano per forza parlare con lui,cantare con lui, ballare con lui e condividere tutto con lui. Così, dopo questo evento, Louis è diventato una star in famosissima boy band che lui semplicemente odia.


“Ragazzi, una fan mi ha twittato: Cosa devo fare per farmi seguire da te? Morire? Sono matte!” dice Harry con le mani tra i ricci crespi. Non riesce ancora a rendersi conto di quanto sia amato dalle ragazzine e a quale effetto faccia su di loro.
“Non credo che da morta possa vedere il tuo follow … non che da viva conti molto.”  Risponde acido Louis.
I quattro ragazzi alzano gli occhi al cielo; sono abituati all’acidità senza confini di Louis, ma alcune volte è esasperante e viene davvero voglia di picchiarlo.
Mentre Zayn,Harry,Liam e Niall guardano i tweet delle fan, Tomlinson se ne sta seduto su una sedia a dondolo, dondolandosi di continuo e provocando un forte rumore che comincia a dar fastidio ai ragazzi.
“Louis William Tomlinson – comincia Harry – smettila subito di dondolarti su quella cazzo di sedia altrimenti giuro che ti-“
“Che paura,Harry Styles! Avanti, fammi vedere come sei bravo a fare a pugni con le tue manine da principessa!” dice ironicamente Louis, con un sorriso beffardo sul volto.
“Stronzo,figlio di un-“
“Continua Styles,continua! Fammi ridere con i tuoi insulti da tredicenne!” si alza dalla sedia per stare faccia a faccia con Harry. Riesce a vedere paura nei suoi occhi, ma anche rabbia. Cerca di reprimere la voglia di ridere.
“Stammi bene a sentire, stronzo – Harry gli punta un dito contro – nessuno ti costringe a stare qua,nessuno! Ritorna dal buco dal quale sei venuto e lasciaci in pace! Vai a farti fottere, Tomlinson! Perché sono da tre fottutissimi anni che rompi il cazzo con la tua cazzo di acidità! Non meriti nessuno!”
Louis si sente come se avesse avuto un forte schiaffo sulla guancia.  Di colpo rilassa tutti i muscoli della faccia, cerca di coprirsi dalla frana che lo sta ricoprendo di terra, ma tutto ciò che fa è abbassare la testa ed uscire fuori dalla stanza, con Harry che prende fiato ed i ragazzi che si guardano tra loro cercando le parole giuste da dire in quel momento.
In realtà, le parole giuste non ci sono. Non ci sono mai state,con Harry e Louis. Il loro rapporto è solo odio,odio,odio,senza alcuna eccezione; la situazione era peggiorata,dopo l’intervento dei manager.
Come mettere altra benzina in una casa che prende fuoco.come mettere altro sale in un cibo già troppo salato.


Un giorno, un manager della loro band chiamò Harry e Louis, da soli, nel suo ufficio. Il loro manager è Robert, un uomo sulla sessantina, con pochi capelli bianchi in testa e degli occhiali da vista.
Entrambi i ragazzi nella stanza non osavano guardarsi negli occhi, già respirare la stessa aria era troppo faticoso per loro.
“Quindi? E’ successo qualcosa?” chiese immediatamente Harry. Erano passati al massimo due minuti e già voleva andare via.
“Con calma,Styles – disse il manager – volevo complimentarmi con Louis. Intendo, le ragazze ti amano e ti adorano,dicono che sei simpaticissimo e gentile. Sei davvero bravo a mascherare il tuo vero carattere da rompiballe, acido ed intrattabile. Continua così.”
“Bene – sospirò Harry – vuole fare dei complimenti anche a me oppure posso correre in un luogo dove non c’è Louis Tomlinson?”
“Oh,Harry,c’è ancora tempo – rispose il signore – ed impara ad essere gentile con il tuo collega. Ce n’è bisogno, sai? E’ per questo che vi ho chiamati.”
“Non credo ci siano problemi – intervenne finalmente Louis – insomma, io faccio la parte del simpaticone, Harry pure, non vedo qual è il problema. Facciamo finta di andare d’accordo quando in realtà vorrei solo picchiarlo a sangue, facciamo del nostro meglio per sembrare una band unita. Qual è il finto problema della situazione?”
“Dovete far finta di essere innamorati.”
Harry e Louis scoppiarono in una lunga e rumorosa risata; si guardavano con le lacrime agli occhi dal ridere, esclamavano “ma l’hai sentito?” e continuavano a ridere.
“Ragazzi, non è uno scherzo – si fece improvvisamente serio il manager – dovete flirtare. Dovete guardarvi da innamorati, abbracciarvi, far finta di far finta di pomiciare, sussurrarvi cose all’orecchio … insomma,nulla di strano. Piccoli gesti che possono far impazzire la folla.”
Robert si alzò dalla sua poltrona girevole in pelle nera, avvicinandosi di più ai due ragazzi, che avevano dei visi sinceramente sconvolti. Si appoggiò con la gamba sulla sua scrivania di vetro lucida, si sistemò gli occhiali sul naso e continuò a parlare.
“Vi chiamano Larry Stylinson – i due ragazzi erano ancora più perplessi – il nome della … ship o come la chiamano loro. Dovete far finta di flirtare, semplice. Non vi chiederei mai di fidanzarvi per davvero solo per qualche tredicenne troppo depressa che non ha un cazzo da fare dalla mattina alla sera!” si sedette di nuovo sulla sua poltrona,in attesa di una risposta.
“Allora? Ci state?”
Quella domanda urlava “fatelo o la band finisce” ovunque, quindi la risposta era già ovvia.


“Perché l’hai fatto?” urlò disperato Harry dopo esser uscito dall’ufficio del suo manager.
Louis si voltò perplesso verso di lui con un sopracciglio inarcato.
“Intendo – si corresse il riccio immediatamente – perché l’hai fatto? Potevi dire di no,andare via. Io lo faccio per i ragazzi,perché sono miei amici. Tu per cosa lo fai?”
Tomlinson alzò leggermente le spalle,sorridendo. Harry aveva mille dubbi per la testa.
“Lo faccio per farti impazzire, Harry Styles.”
E quelle furono le ultime,anzi, le prime parole famose per dare inizio ad una guerra.


Harry era disteso sul letto della sua camera d’albergo ripensando a quel giorno.
Quando i manager costrinsero Louis ad indossare una maschera di simpatia e dolcezza, Harry promise a se stesso che lui non l’avrebbe fatto mai. Che non avrebbe mai finto,per nulla al mondo. Ma quando sei chiuso in gabbia e non hai le chiavi per uscire, è difficile volare fuori. E se esci per le sbarre,muori.
Il riccio è riuscito a rassegnarsi all’idea; insomma, non deve fare nulla di tanto esagerato. Deve solo farsi piacere Louis Tomlinson. Per finta, ovviamente.
Ma nemmeno per finta ci riesce.


“Vogliamo qualcosa di più da voi,ragazzi.”
Tutta la band è seduta su un divano in pelle verde. Liam sbadiglia, Zayn sogna ad occhi aperti guardando verso un punto indefinito, Louis chatta al cellulare, Niall sta mangiando un panino con tutto il cibo del mondo all’interno.
L’unico che ascolta è Harry,ma è poco interessato,anche lui. Quella frase è stata ripetuta per l’ennesima volta,sempre dalla stessa persona. Sempre da quel cazzo di Robert ,che vuole sempre “qualcosa di più”.
Dovrebbero dargli un premio per il più rompiballe dell’universo, pensa Harry.
Louis parla con qualche sua vecchia amica e con le sue sorelle al cellulare; gli mancano da morire, ma non lo dice mai. Non esprime mai i suoi sentimenti. Anzi,lo fa,ma esprime solo i sentimenti brutti,quelli belli se li tiene per sé. Forse è per questo che tutti lo considerano un insensibile senza scrupoli.
Forse è per questo che hanno smesso di considerarlo e basta.
“ … quindi dovrete stare insieme.” Finisce il suo discorso Robert,fissando Harry e Louis.
Nessuno dei due lo sta ascoltando e si chiedono perché tutti li stanno fissando.
“Cosa?” ripeterono all’unisono.
“Non se ne parla nemmeno! – urla Niall mentre masticava l’ultimo morso del suo panino – potrebbero ammazzarsi tra di loro! Potrebbero uccidersi nel sonno!”
“Sono d’accordo con Niall – dice Liam con la voce impastata dal sonno – potrebbero scannarsi. Non accetterebbero mai.”
“Andiamo ragazzi, non è così difficile! – intervenne Zayn balzando in piedi dal divano – Lo farei io al posto di Louis, ma esiste già la Larry Stylinson,quindi … “
Harry osserva tutte le persone intorno a sé; sembrano preoccupate ed anche un po’ impaurite, ma ancora non riesce a capire cosa sta succedendo.
“MI SPIEGATE COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?” urla di colpo Louis ed il riccio lo ringrazia mentalmente per averlo fatto al posto suo.
“Louis … - comincia calmo Liam – la situazione sta,ecco … decollando e dobbiamo fare qualcosa. I manager hanno deciso di farvi mettere insieme ufficialmente per le fan.”
Silenzio. Louis ama il silenzio,ma in quel momento assomiglia molto ad un rumore fastidiosissimo, come avere una zanzara nell’orecchio.
Ricorda ancora la frase che disse ad Harry: “Lo faccio per farti impazzire,Styles.”
Se lui accettasse quel compromesso, loro dovrebbero stare per forza insieme, quindi far impazzire ancora di più Harry Styles. La situazione stava passando da “fastidiosa” a “assolutamente eccitante”.
“Ci sto!” urla fin troppo euforico Louis,con un sorriso sghembo sulle labbra e gli occhi incollati sul volto di Harry. Quest’ultimo, infatti, non sembra dare alcun segno di vita. Si copre solo la faccia con le mani, sussurra qualche insulto che spera sia andato dritto nelle orecchie di Tomlinson e stringe i pugni.
“Fallo per noi – gli sussurra Zayn – fallo per loro.”
Con “loro” ,Zayn intende le fan. Malik sa di aver premuto su un tasto debole.
Harry ama le fan come un bambino ama il trenino regalatogli per Natale,come un cucciolo ama la propria mamma. Sa che se non fosse stato per loro, lui non sarebbe lì. Ed in effetti, in quel momento, le odia un po’ perché proprio non vorrebbe essere lì.
“Perfetto allora! – il manager batte le mani eccitato – domani spargiamo già la notizia!” L’uomo esce dalla stanza,lasciando i cinque ragazzi in un mare di perplessità,tristezza e rabbia.
“N-n-noi andiamo, Harry – balbetta Niall – chiamaci quando … ecco,ti sentirai meglio.”
I tre ragazzi lo salutano con la mano e si dirigono verso le loro stanze.
Louis invece rimane lì con lui, avvicina le labbra al suo orecchio per sussurrargli qualcosa.
“Ricordati Harry – gli lascia un bacio sulla tempia – Lo faccio per farti impazzire.”
Tomlinson esce dalla stanza e mentre si avvia verso la sua camera d’albergo, sente qualche singhiozzo sconnesso che dovrebbe appartenere ad Harry.
Sorride tra sé e sé,soddisfatto.


“Notizia del momento: Larry Stylinson is real!”
“Tutto urla Larry  questo weekend! Seguiteci per altre notizie fresche di giornata!”
“Storie gay: buon insegnamento per gli adolescenti? Come reagiranno le directioners?”
“Buona giornata a tutti ed ecco nuove notizie Larry …”

La televisione non parla altro di Larry. Harry si sente quasi di vomitare,vorrebbe urlare al mondo che no, non ama Louis Tomlinson, e che no, Louis Tomlinson non ama Harry Styles.
Il riccio prende i capelli tra le dita e li tira fino a farsi venire il mal di testa; digrigna i denti come un cane rabbioso e tira calci a palloni invisibili davanti a sé. Vorrebbe urlare, ma non è la cosa giusta da fare alle otto di mattina, mentre tutto l’albergo dorme. Lui è seduto sul divano, in una mega stanza, con un televisore enorme che non trasmette altro che Larry,Larry,Larry. Solo pensare quella parola, fa venire ad Harry il mal di gola.
“Buongiorno, amore – dice una voce alle spalle del riccio – cosa vuoi fare per il nostro primo giorno di fidanzamento?”
Harry odia quella voce: così acuta,così delicata e allo stesso tempo così irritante. Quella parola, “amore” , lo fa rabbrividire dal disgusto. Louis si siede accanto a lui, cingendogli le spalle con il suo braccio.
“Vai via!” urla subito il piccolo e Tomlinson scoppia in una risata così sadica che lo spaventa.
“Va bene, amore – dice il più grande alzandosi dal divano e mandandogli un bacio con la mano – quanto mi piace vederti disperato!”
Harry sente di aver represso il suo istinto per troppo tempo. Dopo giorni e giorni di umiliazioni e falsità,finalmente urla.


Louis si guarda allo specchio l’ultima volta, prima di uscire definitivamente dall’albergo.
I manager hanno organizzato un appuntamento solo per lui ed Harry; il momento perfetto per i paparazzi per fare foto,video e qualsiasi cosa possa fare notizia.
Tomlinson indossa una camicia con le maniche fino ai gomiti, un jeans chiaro e delle semplici scarpe da ginnastica. “Devi vestirti in modo semplice – gli disse Robert – ricorda che sei sempre il ragazzo pazzo,simpatico ed adorabile!
Si dirige verso il luogo già deciso dai manager, dove dovranno baciarsi, flirtare, tenersi la mano e tutte cose da quindicenni con gli ormoni a palla. Ma in realtà, l’obiettivo di Louis Tomlinson è solo uno:
Far impazzire Harry Styles.
E quella è la serata perfetta.


Il cielo è pieno di stelle, pensa Harry con il mento verso l’alto.
Harry è sempre stato un ragazzo romantico. Ha sempre sognato il suo primo appuntamento nel migliore dei modi: il suo ragazzo che lo va a prendere a casa, che gli dice “Sei bellissimo stasera”, che gli lascia un bacio leggero sulle labbra,che lo porta in un piccolo ristorante,che gli dice “Non essere nervoso”, che lo riaccompagna a casa salutandolo con un dolce bacio.
Niente di quello sarebbe successo.
Louis vuole farlo impazzire e ci sta riuscendo alla perfezione; non fa che provocarlo, chiamandolo con nomignoli da fidanzatino premuroso, facendolo disperare tutto il giorno.
Harry ha ancora gli occhi rivolti verso il cielo quando arriva Louis. Sta fissando le stelle,così numerose e così luminose. Sta fissando la luna piena,così perfettamente circolare.
Louis nota in lontananza Harry con la testa all’insù, che fissa le stelle. Ride pensando a quanto sia stupido e romantico e ancora stupido.
Poi non sa cosa l’ha spinto a farlo o perché, ma fissa la curva del suo collo, le sue labbra carnose, le sue gambe lunghe e magre, le sue braccia ed istintivamente si lecca le labbra.
Tomlinson si diverte sempre di più.
Harry nota la presenza di Louis solo dopo qualche minuto. Passare dal guardare le stelle al guardare il sorriso beffardo di Tomlinson è come andare in Paradiso e poi tornare all’inferno.
Amore” dice Louis, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra.
Il piccolo sa che deve farlo per forza, fa parte dell’intero pacchetto, ma non riesce a farsene una ragione.
Questo è il primo bacio di Harry Styles.
Qualsiasi essere vivente avrebbe riso a quest’affermazione; l’enigmatico, perfetto, bellissimo Harry Styles, non è mai stato baciato,da nessuno. Louis non deve saperlo, pensa il piccolo. Mi prenderebbe in giro.
Le labbra di Louis sanno di zucchero filato, di cioccolatini, di arcobaleni e di tristezza.
Quando si rendono conto di esser stati troppo tempo con le labbra incollate l’una all’altra,si staccano.
Il riccio distoglie subito lo sguardo,troppo imbarazzato da quella situazione. Invece, Tomlinson non ha problemi a fissarlo.
“N-n-noi dovremmo entrare – balbetta Harry – Sì,dovremmo e-e-ntrare.”


Louis non sapeva di fare quest’effetto ad Harry.
Si sono sempre insultati,odiati,quasi picchiati ed adesso lui balbettava per un bacio finto?
Gli venne da ridere.
“Sei imbarazzato,Harry? – sussurra il più grande al riccio – non dovresti,sai?”
Come risposta ricevette solo una gomitata nella pancia. Prevedibile.


Erano seduti su delle poltroncine arancioni, un tavolino in legno davanti a loro, aspettando le loro porzioni di cibo. Devono almeno far finta di parlare. Devono tenersi per mano. Baciarsi.
Ancora.
“Parliamo – dice Harry dice di colpo – dovrà passarne di tempo,no?”
Louis annuisce; non possono rimanere in silenzio, devono entrare bene nelle loro parti.
Per lui non è difficile fingere, l’ha sempre fatto, ma Harry sembra avere qualche difficoltà: è nervoso, tocca continuamente i suoi capelli, mordicchia le unghie, muove i piedi a destra e sinistra.
“Non essere nervoso” sussurra Louis con un mezzo sorriso.


Harry si sente di impazzire.
Non solo perché non è abituato a fingere,ma perché Louis si è presentato lì,con quella camicia che lo fa sembrare così bello (sembrare,eh), con quel ciuffo all’insù e quei jeans che gli fasciano perfettamente le gambe ed il culo. Insomma,è un ragazzo gay, come può distogliere lo sguardo da quelle forme? Madre Natura gliele ha donate per essere viste,no?
Così quando gli ha detto “Non essere nervoso” ,sfiorandogli la mano, sente uno strano brivido.
E’  la frase che gli avrebbe dovuto dire il suo futuro ragazzo al suo futuro appuntamento.
E adesso ha paura, perché c’è Louis Tomlinson al posto del suo futuro ragazzo.


“Allora,parliamo.”
Harry finge un sorriso.


“E quando le ho detto ‘sono gay’ mi ha ucciso con lo sguardo, mi ha dato uno schiaffo ed è scappata via!”
“O mio Dio, povera ragazza!”
Harry e Louis parlano da un’ora. Senza insultarsi.
Non sanno nemmeno come ci sono riusciti, non se ne sono nemmeno accorti, il tempo è passato e basta.
Il riccio ha le guance rosse dal ridere e ancora non può crederci che è opera di Tomlinson.
Ha cominciato a parlare delle sue vecchie relazioni, delle volte in cui si è ubriacato, delle cose imbarazzanti che ha fatto da piccolo. E Harry ride,ride,ride ancora e la persona di fronte a lui non sembra più tanto acida e cinica.


Louis ha decisamente perso di vista il suo obiettivo.
Non ricorda nemmeno cosa pensava prima di recarsi lì, non ricorda un cazzo. Ricorda solo il dolce suono della risata di Harry, le guance rosse, i ricci attaccati alla fronte per il sudore.
Non ricorda nemmeno com’è odiarlo.
Forse si sta illudendo. Forse Harry sta facendo tutto per le telecamere, forse non è così onesto come sembra.
Il suo sorriso scompare di colpo. Harry si sta prendendo gioco di lui, come hanno sempre fatto tutti.
“Louis? – chiede il riccio preoccupato – E’ successo qualcosa? Qualsiasi cosa abbia detto,scusami non volevo offend-“
“Lo fai solo per le telecamere,vero? Tutto questo – agita nervosamente le mani – è falso. Non ti fa davvero piacere stare con me. Dì la verità.”
“Aspetta – Harry sembra perplesso – TU sei quello che sta facendo tutto per le telecamere. Sei tu che mi hai odiato senza nemmeno conoscermi, sei tu quello che finge, non puoi accusare me. Deve essere così,dobbiamo fingere. Non ricordi?
Louis sa perfettamente che il piccolo ha ragione,ma non può non farlo stare male il fatto che tutte le risate ed i sorrisi per lui erano falsi. Abbassa leggermente la testa, gli occhi puntati sulle sue scarpe.
“Speravo solo che tu stessi davvero bene con me” risponde il più grande in un sussurro.


Harry Styles,per la prima volta nella sua vita,non sa cosa dire o fare.
Louis Tomlinson sta recitando,sicuro. Non può essere che sia davvero offeso o che stia provando dei veri sentimenti, perché lui è Louis Tomlinson e non prova sentimenti, se non l’odio.
Così il riccio capisce finalmente cosa fare: lo bacia.
Ancora.
E continua a ripetersi a se stesso che lo sta facendo per le telecamere, che non è reale, che è per le foto, per i gossip.
Non sa che,in realtà,lo sta facendo solo per se stesso.


Dopo quel bacio,Harry scappa,lasciando Louis con le guance rosse dall’imbarazzo e le labbra lucide di saliva. Vorrebbe tornare indietro,dirgli che era per le telecamere, ma sa che direbbe una bugia, quindi evita.
Prende la sua macchina e accelera verso l’albergo; arrivato lì,ci sono i tre ragazzi che lo aspettano giocando a carte.
“Ciao ragazzi” sussurra appena il riccio, fingendo un sorriso.
“Ehi – risponde allarmato Zayn – successo qualcosa?”
“Sai che puoi dircelo” interviene Niall.
“E se vi dicessi che ho una cotta per Louis Tomlinson?”


L’ha fatto per le telecamere, pensa Louis. Altrimenti perché? Ci odiamo. Lui ti odia. Io un po’ meno adesso,vero?
Scaccia subito quei pensieri dalla sua mente. No, no, no, non può.
“Ho una cotta per Harry Styles – dice Tomlinson ad alta voce – Oh. Mio. Dio.”
Si copre il volto con le mani,come un bambino che combina una marachella e dopo ha paura di cosa può dirgli la madre. Perché sì, Louis ha paura. Paura di innamorarsi,di provare dei sentimenti,paura di cadere in un vuoto da cui potrebbe non uscire più.
Non sa cosa fare. Vorrebbe solo smettere di pensare a due luccicanti smeraldi verdi, smettere di pensare a dei ricci crespi e disordinati, smettere di pensare e basta.
Forse è per questo che si fionda nella camera di Liam, in un attimo, già ben vestito e con i capelli ordinati.
“Liam James Payne – dice prendendolo per le spalle – ho bisogno di te.”


Liam è una sorta di peluche umano. E’ carino e gentile con tutti, porta sempre la pace quando Harry e Louis si scannano come cane e gatto, si accoccola a tutti senza staccarsi più. Non odia nessuno, nemmeno Tomlinson,che non fa altro che prenderlo in giro tutto il giorno. Ma,in quel momento, non può non odiarlo.
“E poi lui ha detto che sono uno stronzo! Capisci? Un fottuto stronzo! Anche io ho dei mentimenti!”
“Si dice sentimenti, Louis.”
“Mentimenti.”
Oltre che acido è pure rincoglionito, pensa Payne. Forse sono io il coglione che sto qui a sopportarlo.
Tomlinson è ubriaco fradicio, forse dagli occhi scendono gocce di birra,invece che lacrime e Liam non sa cosa fare. Lui non abbandona mai nessuno, non lo farebbe di certo con un idiota bisognoso di amore.
“Voglio Harry! – urla all’improvviso Louis, agitando l’ennesima bottiglia di birra – DAMMI HARRY!”
“Non urlare! Sono le due di notte! Ascolta, io ti chiamo Harry, ma tu non urli. Okay?”
Il più grande annuisce come un bambino piccolo, sedendosi a gambe incrociate sul letto,con la testa nel cuscino, urlando ancora “Voglio Harry!”.
Liam sbuffa per l’ennesima volta; si è cacciato da solo in quel guaio, sapeva di non doversi fidare di Louis, di fermarlo alla seconda bottiglia, ma sembrava troppo triste ed angosciato, quindi gli ha lasciato fare ciò che voleva.
Pessima scelta, Payne.
Per un momento, si sente un po’ in colpa. E se Harry stesse dormendo? Se non volesse essere disturbato?
Poi pensa a Tomlinson che urla ancora come un pazzo e questo gli da abbastanza coraggio per bussare alla porta che ha di fronte. Gli apre Harry in pigiama, che si strofina un occhio con la mano, i ricci disordinati più del solito.
“Liam – sussurra Harry quasi come un lamento – cosa è successo? Qualcuno non sta bene?”
“Ehm no. Anzi sì, c’è una persona che ha bisogno urgentemente di parlarti,anche se non è nelle condizioni migliori per farlo.”
Il riccio fa un lungo sospiro. Sa di chi sta parlando Liam.
“Andiamo,Payne.”


“Le rose sono rosseeeeee,le viole sono bluuuu, il mio nome non è Louis ma è LouLouuuuuu”
“Peggio di come immaginavo – dice Harry a denti stretti – In questo momento lo ucciderei per quanto è irritante.”
“E’ irritabilmente coccoloso,Haz. Si è aggrappato a me come un koala, dicendo ‘Dimmi dove hai nascosto il mio Harry!’,è stato raccapricciante.”
Il riccio si sedette accanto allo stesso ragazzo che fino a ieri non guardava nemmeno gli occhi, dicendogli un semplice “Hey. Stai bene?”
L’espressione di Louis è indecifrabile. Sembra triste,spaventato,meravigliato, poi diventa felice, poi di nuovo triste,poi ancora felice. La sua bocca si apre in un ampio sorriso.
“Harry! – urla euforico – allora non eri andato in Cambogia a spacciare droga come mi ha detto Liam!”
“Io non ho detto niente!” si difende subito Payne.
Styles si schiaffeggia una mano sulla fronte. In quel momento vorrebbe solo starsene in camera sua, con il televisore acceso, sotto il caldo piumone, addormentandosi tranquillamente.
Ovviamente,la fortuna non è mai dalla sua parte.
Ovviamente.
“Haaaaarry – dice Louis con una voce che assomiglia tanto a quella di un bambino piccolo – sei carino con le guance rosse,le fossette,i ricci e le narici grandi grandi,però tu mi odi,perché io non sono un bravo bambino!”
Il riccio rimane un attimo perplesso. La sera prima tutto si era catapultato, non ci aveva più capito niente, la situazione gli era scivolata di mano. E sì, lui sta cercando di odiarlo in tutti i modi, pensando alle cose cattive che ha detto, a quello che gli ha fatto, ma proprio non ce la fa. Si sente come un corpo che non galleggia più.
Sente di star sprofondando e non può permettere che gli succeda questo,soprattutto se è a causa di Louis Tomlinson.
Perché quando lui gli ha detto “Non essere nervoso” ha sentito un pizzico di sincerità, perché quando l’ha visto sorridere non ha sentito più niente oltre ai suoi istinti e l’ha baciato, perché l’ha fatto ridere fino a farlo quasi soffocare,perché gli è sembrata esattamente un’altra persona quando gli ha sfiorato la mano.
Forse si è semplicemente illuso, no? Forse si è lasciato trasportare troppo.
Ma quando Louis ancora ubriaco, con una bottiglia di birra vuota in mano, gli chiede “Mi dai un bacino?” manda al diavolo qualsiasi illusione,qualsiasi dubbio, ogni fottuta cosa ed il resto sembra non avere alcuna importanza. Si fionda sulle sue labbra,ancora bagnate da chissà quale bibita alcolica. Louis sa ancora di zucchero filato, di cioccolatini, di arcobaleni e di tristezza, uguale alla sera precedente. La differenza, è che quel bacio sa di vero in quel momento, sa di sentimenti, sa di cose che non possono essere dette a parole.
Così quando si staccano, Louis fa di nuovo un sorriso a trentadue denti, gli accarezza una guancia,dicendogli “Non lasciarmi più qua da solo mentre tu sei in Cambogia.”
“No – Harry risponde ridendo – no, non ti lascio più.”
Il riccio aspetta che si addormenti, prende la bottiglia che aveva tra le mani e la mette a terra. Lo guarda ancora per un po’, prima di trovarsi faccia a faccia con un Liam Payne più confuso che mai, le braccia incrociate ed un sopracciglio alzato.
“Sai già,Liam caro,che non devi dirlo a Niall e a Zayn perché potrebbero uccidermi, giusto? Non sai niente,giusto?”
“Io? Sono muto come un pesce!”


“MA CHE CAZZO FAI? LOUIS TOMLINSON HA PRESO UNA CANNUCCIA E SI E’ BEVUTO IL TUO CERVELLO?”
‘Sono muto come un pesce’ un corno,Payne, pensa Harry.
La sera prima Zayn e Niall avevano bussato in camera del riccio per vedere se già stava dormendo o se aveva bisogno di qualcosa,ma non rispose nessuno, quindi hanno chiesto spiegazioni a Liam il mattino successivo e Payne, che proprio non può resistere agli occhi da cucciolo di Malik, ha spifferato tutto,ogni singolo momento di quella sera ed Harry vorrebbe solamente ucciderlo, ma non può, perché non sa nascondere un cadavere.
Le cose sono cambiate in meno di ventiquattro ore e tutto per colpa di quei fottutissimi occhi azzurri e di quel sorriso e di quel tutto chiamato Louis Tomlinson.
E così sono tutti in camera di Niall, Zayn che urla contro il più piccolo e gli altri che cercano di tranquillizzarlo. Sembra una specie di soap opera.
“Ascoltami bene,Zayn - comincia il riccio,cercando di tranquillizzarlo – E’ successo e tu non puoi evitarlo. Capisco che sei protettivo,davvero, ti capisco, ma non puoi decidere cosa devo fare. Quindi adesso tu ti calmi, dimentichi tutto e fai finta di niente. Okay?”
“Okay – rispose Malik a testa bassa – scusami se ti ho aggredito in quel modo,sono solo … molto stressato. Scusami. Se tu stai bene con lui, io sono felice. Dai,abbracciami.”
Harry si aggrappa al corpo del suo amico, sentendosi un po’ più leggero.


Tutti e quattro i ragazzi fanno colazione sul letto di Niall, con le gambe incrociate, raccontandosi le cose più strane fatte dalle fan.
“E’ incredibile! Hanno scritto una storia con me e Justin Bieber come protagonisti! E’ stato esilarante!” dice Liam, dando un morso alla sua ciambella.
“Io ho letto una storia  in cui Harry è un cattivo ragazzo che picchia praticamente tutti! Com’è che si chiamava? Dark?” dice Zayn dubbioso.
Passarono così tanto tempo, ma il riccio aveva la testa da un’altra parte.
In due occhi azzurro cielo.
Proprio mentre ci pensa,sente il cellulare vibrare.
Messaggio da Louis
Dobbiamo parlare. Vieni nella mia stanza alle 12. –Louis xx



Harry si sente morire dentro. Si sente marcio, si sente come un maglione vecchio che deve essere buttato, come una pagina strappata dal suo libro.
“Cosa?” chiede il più piccolo. Forse crede di non aver sentito bene, che si è immaginato tutto, che sta vivendo un incubo e che presto si risveglierà, trovando ancora il Louis che ha sempre odiato e la maschera che indossa ogni giorno per proteggere la sua fama.
“Non può funzionare tra noi – dice Louis, come se avesse ripetuto quella frase milioni e milioni di volte – Hai bisogno di un ragazzo migliore di me. Che prima non ti abbia insultato o odiato come ho fatto io. Hai bisogno di un ragazzo vero, che non ha mai finto. Il fatto è che da ieri sera, mi sento capace di amare, come non ho mai fatto prima. Tu meriti qualcuno che ha sempre saputo amare, non me. Io sto incominciando adesso,sono sui primi passi e potrei cadere. Tu hai bisogno di stabilità. E farà malissimo vederti con qualcun altro, sarà come uno sparo al cuore, ma lo sopporterò perché da ieri sera la tua felicità è diventata la mia.”
“Non andare via,ti prego,ho bisogno di te. Tu mi meriti. Possiamo imparare ad amare insieme.” Sussurra Harry prima di avvicinare velocemente le labbra alle sue.
Sente la testa girare ed il cuore martellare forte nel petto.
Louis pensa che Harry sappia di caffè,di spensieratezza, di coccole la domenica mattina, di bambino.
Aveva preparato il suo discorso appena si era alzato, ordinando i pensieri nella sua testa, imparandoli perfettamente a memoria, ma come al solito, Styles ha mandato tutto a farsi fottere.
Vuole continuare, vuole ancora dirgli che non lo merita, ma non può staccarsi dalle sue labbra. Sono due calamite che si attraggono, non possono respingersi.
Don’t let me go – canticchia Harry accoccolato al suo petto – ‘cause I’m tired of feeling alone.”
Trascorrono tutto il tempo così. Harry con la testa appoggiata al petto di Louis, l’orecchio sul suo cuore e la mano che gli accarezza la guancia. E tutti quei piccoli gesti, tutti quei baci, sanno di cose che non si sono mai detti e di cose che ancora devono dirsi.


Louis lo porta ad un appuntamento, uno vero, dove non c’è il rischio che Harry scappi per un semplice bacio.
Tomlinson lo passa a prendere, gli dice “Sei bellissimo stasera”, gli da un bacio, lo accompagna in un piccolo ristorante, gli ripete “Non essere nervoso”, mangiano insieme ed alla fine della serata si ritrovano in camera di Harry,a fare l’amore,a scoprire cose che ancora devono dirsi.

 
  
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