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Autore: ki_ra    09/09/2013    1 recensioni
Dal I capitolo :
Non aveva mai amato, particolarmente il cioccolato, mai fino a quando non l’ aveva visto fondersi nei suoi occhi puri e profondi, sinceri come la sua anima.
Ogni volta che ne addentava un pezzo, gli pareva di baciarla. Non che l’ avesse mai baciata prima, ma si figurava così il sapore dei suoi baci: intenso e forte.
Così tratteneva il pezzo di cioccolato in bocca, lasciava che il calore del palato e della lingua lo sciogliesse lentamente, permetteva all’aroma di diffondersi, scendendo, attraverso la gola, fino in fondo allo stomaco, esattamente al centro del corpo, e manteneva quel retrogusto intenso e impercettibilmente amaro, per alcuni minuti, fino a che si dissolveva, costringendolo ad addentarne un altro.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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III

 

Aveva dormito, dormito corpo e mente, per ore, aveva spento l’ interruttore, fatto sciogliere i nervi contratti, la frustrazione ed il nervosismo incalzante che lo accompagnavano nelle ore di veglia.

Per la prima volta, dopo anni, si sentiva finalmente pronto, sereno, indiscutibilmente vivo.

Se l’avesse confessato a Rachel, quella strega, avrebbe sicuramente gongolato, considerandolo frutto della sua predica e Jacob, non poté fare a meno di pensare che fosse proprio così. Ma non gliela avrebbe data vinta, mai!

Con un mezzo sorriso, indossò i primi indumenti puliti che trovò accanto al letto. La cucina era in ordine, ma un profumo delicato e denso si diffondeva ovunque: una crostata di mele faceva bella mostra di sé sul tavolo e Jake ne afferrò uno spicchio enorme, mandandolo giù come fosse stato un confetto. Uscì sul piccolo portico e si mise a sedere sui gradini, le braccia appoggiate sulle ginocchia e la fronte appoggiata sulle braccia, gli occhi fissi sulle scarpe e le narici pronte a respirare tutta l’aria che i suoi polmoni avessero contenuto.

Era ormai l’ imbrunire, il sole cominciava la sua lenta discesa, incastonandosi come un rosso rubino tra i picchi aguzzi dei monti Olimpici. Il tramonto esaltava le foglie argentee e riflettenti delle piante notturne, i fiori bianchi sembravano brillare alla luce ancora tenue della luna piena, che già si mostrava. Le piante aromatiche e la fragranza dei boccioli odorosi riempivano l’aria dolcemente. Il buio via via si consolidava, ottundendo gli altri sensi e rendendo l’ olfatto protagonista assoluto di quel momento. I “fiori di luna” e le “ primule serali” profumavano di talco ed altre essenze di miele e vaniglia, si diffondevano inducendo alla contemplazione della notte.

Ma un altro profumo, denso, galleggiava nell’ aria, un profumo nuovo, sconosciuto o semplicemente conservato, messo a dimora in un angolo della mente.

Era il profumo di lei!

Troppe volte il desiderio era divenuto bisogno fisico, necessità vitale e Jacob si chiese se anche in quel preciso istante, quel profumo fosse solo una estensione di quello stesso bisogno.

Come risvegliato da un sonno atavico, tirò su gli occhi neri ed intensi e se la ritrovò davanti a pochi centimetri, quanto bastava a sentire il suo battito ed il respiro regolari. Bellissima, longilinea, i capelli di rame scendevano arrotolati su sé stessi, incorniciandole viso e spalle, la sua pelle era bianca, come panna fresca e le labbra come fragole. Si muoveva lenta, con la sicurezza di una donna di inequivocabile bellezza, pur mantenendo quel velo sottile di timidezza che le colorava le guance.

Gli sorrise, portandosi le mani nelle tasche posteriori dei Jeans, per nasconderne il continuo movimento.

- Ness … - disse, quasi il suono della voce servisse a rendere tutto reale.

Renesmee sorrise ancora più dolce e quando fu ai piedi della piccola scala che portava al portico, si fermò. Jacob allungò la mano sinistra verso il corpo di lei, a cercare finalmente il contatto.

La ragazza gli porse la sua e le dita si intrecciarono le une alle altre, senza più distinguersi, se non per il colore contrastante delle carnagioni.

  
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