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Autore: giulia_b    09/09/2013    1 recensioni
Si siede, le mani strette tra i capelli, e grida.
Il vetro della finestra accanto a lui va in frantumi, così come il bicchiere e la bottiglia abbandonati sul tavolo, il boccettino dell’inchiostro tra la carta, lo specchio appeso alla parete. I pochi passanti in strada sollevano lo sguardo sulle schegge di vetro che cadono dall’alto. Una giovane madre al piano sottostante scuote leggermente il capo e, con un sospiro, sale le scale buie stringendo il bambino a sé.
Mentre l’urlo di Alexander si spegne, i frammenti sparsi per la stanza si ricompongono e tornano al loro posto, l’inchiostro rientra nel recipiente, i fogli appesi oscillano, la gente in strada torna a camminare credendosi visionaria.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’erba verde del prato è illuminata dalla luce calda del sole. Dai vertici del cortile ottagonale partono vialetti di ghiaia chiara che si uniscono nella costruzione in marmo bianco posta al centro del giardino. In ogni angolo c’è un grande albero rigoglioso che supera in altezza i due piani della struttura del collegio.
In città non c’è tutto quel verde.
Alexander si avvicina all’edificio e solleva la mano per bussare alla porta di legno scuro, che si apre prima che possa anche solo sfiorarla. Per poco si scontra con l’uomo vestito che gli si presenta davanti. Le spalle sono coperte dal mantello nero che gli si allaccia sotto la gola. Gli occhi dall’espressione severa sono dello stesso colore.
Nel suo sguardo, il giovane incantatore riconosce colui che l’ha interrotto alle selezioni qualche giorno prima. Il ragazzo si fa da parte, mentre l’altro, sistemandosi il mantello sulle spalle, lo supera e si dirige verso l’edificio principale. Alex entra nell’anticamera dell’ufficio del preside.
La pareti sono ricoperte di legno scuro intagliato che tiene i suoni all’esterno, creando un’atmosfera ovattata. Il pavimento è ricoperto da uno spesso tappeto che attutisce il rumore dei passi. In un angolo, accanto all’unica finestra, un globo in legno raffigurante la superficie terrestre è appoggiato su un piedistallo. Vi si avvicina, sfiorando con le dita la superficie liscia. Fa ruotare la sfera. Le Americhe, l’Europa, l’Africa, i poli, l’Asia, l’Oceania scorrono sotto i suoi occhi. Ne ricorda uno simile nello studio di suo padre.
-Voi siete?-
Sobbalzando, Alex si volta. Un uomo anziano, alto, magro, dai capelli grigi e dalla pelle sottile e rugosa, lo osserva dalla soglia dell’ufficio.
-Alexander Teller. Sono stato chiamato…-
-Fallo entrare- lo interrompe una voce grave dall’interno della stanza accanto.
Con un cenno, il ragazzo è invitato ad entrare. Le pareti sono rivestite degli stessi pannelli del’anticamera, il rumore dei passi sul pavimento di marmo contrasta con il silenzio dell’altro ambiente. La luce, che entra dalla grande finestra dietro il massiccio tavolo, è schermata dalle tende pesanti. Un uomo dalla corporatura imponente è seduto dietro la scrivania, con la schiena appoggiata allo schienale della pesante poltrona e un sorriso sereno in volto.
-Sedetevi-
Alex obbedisce. Per quanto il suono della sua voce riesca a farlo rilassare, il suo sguardo gli fa gelare il sangue.
L’uomo si sporge in avanti, puntando i gomiti sulla scrivania, il mento appoggiato sulle mani intrecciate, la barba candida, i capelli dello stesso colore coprono i pungenti occhi verdi.
-Sono il rettore Drake. Benvenuto all’istituto-
-Vi ringrazio per quest’opportunità- risponde il ragazzo.
-A proposito di questo, immagino che abbiate visto il materiale che vi è stato offerto. Solitamente, non accettiamo questo tipo di interventi esterni, ma considerato che il vostro protettore, se così vogliamo chiamarlo, è una persona di notevole importanza per questo istituto e considerato il vostro evidente talento, si è deciso di fare un’eccezione. Vi consiglio di non sprecare quest’opportunità-
-Non ne ho alcuna intenzione-
-Bene. Meglio così- dice il rettore, accennando un sorriso. –Immagino sappiate che il corso di studi dura, in totale, cinque anni. I primi tre sono dedicati all’illusionismo in senso stretto. Verso la fine del terzo, gli insegnanti iniziano a proporre attività che vanno oltre la semplice illusione, si tende ad andare verso l’incantesimo, la manipolazione. Accedono al quarto anno solamente gli studenti che hanno dimostrato una certa attitudine per questi ultimi e da qui, escludendo eventuali incidenti di percorso, si può arrivare tranquillamente alla fine del quinto. Alle selezioni, voi avete mostrato di possedere abilità che vanno palesemente oltre l’illusionismo. Il consiglio ha dunque accettato la proposta di farvi frequentare i corsi del quarto anno. È probabile però che nella vostra preparazione ci siano alcune lacune che potrebbero risultare importanti nel corso dell’anno. Il professor Wood si è reso disponibile per aiutarti a colmare queste lacune. Da quando inizieranno le lezioni, fra quattro giorni, frequenterete la sua classe un’ora in più rispetto al consueto programma quotidiano-
-D’accordo-
-Bene. Se avrete ulteriori domande, non esitate a chiedere- conclude l’uomo, aprendosi in un sorriso di commiato.
-Certo. Grazie ancora- risponde Alex, alzandosi in piedi e uscendo dalla stanza.
Uscendo dall’edificio di marmo bianco, rimane abbagliato per qualche istante dalla luminosità dell’ambiente.
Una nota. Una nota vibrante aleggia nell’aria per qualche secondo. Poi si dissolve. Dopo qualche istante, un’altra nota si leva dal silenzio. Seguita poco dopo da un’altra. Poi un’altra ancora. Una sequenza di note che non sembrano seguire alcuna melodia, lunghe, lente, quasi svogliate.
Note acute di violino che quasi casualmente si rincorrono per creare una dolce melodia.
Dodici forti rintocchi interrompono il suono. Alex si volta verso la piccola torre con l’orologio che sovrasta l’edificio in cui si trovava fino a pochi minuti prima. Mezzogiorno.


Ehilà =)
Lo so, sono in ritardo (terribilmente in ritardo, in ritardo di tre mesi!) e vi chiedo scusa, vi chiedo umilmente scusa soprattutto per essermi ripresentata dopo così tanto tempo con un capitolo così corto. Il problema era che non riuscivo più a scrivere nulla, niente di niente. In ogni modo, credo che sia passato, infatti sto già scrivendo il nuovo capitolo (migliore, almeno spero, di questo, che non mi soddisfa affatto).
Mi farebbe molto piacere sapere con una recensione (anche piccina piccina) cosa pensate di quello che ho scritto. =)
Grazie di cuore a chi ha letto e recensito. =*
Ciaociao a presto (lo giuro =P)


giulia
  
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