Prologo                
Margherita

Margherita ha gli occhi azzurri, anche se cambiano colore a seconda del tempo: a volte sono di un blu intenso, altre di un grigio topo. Margherita odia il grigio. Odia qualsiasi sfumatura. Per lei le sfumature non esistono: o è tutto bianco o è tutto nero. Non ci sono vie di mezzo. I suoi capelli sono di un rosso intenso. Li porta spesso sciolti lasciando che il ciuffo le cada delicatamente sulla fronte fino a coprirle gli occhi. Quel ciuffo la fa sentire protetta. Non le piace essere guardata dagli altri. Al contrario, ama osservare le persone in autobus o in treno e tirar fuori dai loro sguardi delle storie meravigliose che scrive sul suo diario. Scrive da quando era bambina e non ha mai smesso di farlo nonostante ora abbia diciotto anni. Quell’età in cui senti di poter avere tutto e fare tutto, ma in realtà non è così. Margherita vorrebbe fare tante cose: vorrebbe scrivere sul giornalino della scuola, vorrebbe partecipare ad un corso di teatro, vorrebbe imparare  a suonare il piano. Eppure non hai mai fatto nulla di tutto questo. E’ timida, insicura, introversa e sola. Non ha una migliore amica a cui raccontare tutto quello che le passa per la testa, né un ragazzo da abbracciare in un pomeriggio piovoso. Margherita ha soltanto i suoi libri e un sogno nel cassetto: far breccia nel cuore di Giacomo. E’ innamorata, ma questo Giacomo non lo sa, o forse, fa finta di non capirlo da quattro anni.