Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Bradamantee    09/09/2013    0 recensioni
Ciao a tutti questa è la mia prima sotria che pubblico e spero possa interessarvi
Dal capitolo 3
“Non devi sentirti così, Eva. È giusto distrarsi in situazioni del genere. Pensare troppo a quanto accaduto ti farà soffrire ancora di più. Cerca di pensare a qualcosa di positivo. Dai vieni a ballare, così magari sul tuo volto ritornerà quel sorriso che amo tanto” quando si rese conto delle ultime parole che aveva detto, Caleb cambiò espressione, assumendone una da scocciato per così dire.
Eva invece sembrò non accorgersene poiché pensava a quando le aveva detto prima e, dopo pochi secondi, si ritrovò fra le forti braccia del principe sulla pista da ballo.
Strano descrivere le sensazioni che provò in quel momento: si sentiva protetta, al sicuro tra le sue braccia. Si sentiva in un certo senso a casa.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
La neve cominciava a cadere dalle grigie nubi che ricoprivano il cielo.
Quell’anno l’inverno era arrivato prima del previsto cogliendo molti di sorpresa.
I contadini dovettero affrettarsi nel trovare la legna necessaria a riscaldarsi in quelle gelide notti se volevano sopravvivere e sbrigarsi nel tosare la lana alle pecore per aumentare il calore sui giacigli di paglia.
La freschezza dell’aria invernale veniva spezzata dalle braci che ancora ardevano alle spalle dei guerrieri.
L’attacco era riuscito senza riportare grosse perdite nell’esercito. Dall’altra parte, non si poteva dire lo stesso degli avversari. Davanti ai loro occhi si estendeva una fila di lunghi corpi freddi non per il contatto con la neve ma per la mancanza di spirito nelle membra. La neve era ormai impregnata del sangue delle vittime diventando così di una tonalità scarlatta che faceva venire i conati al primo sguardo.
Quando Caleb scendeva sul campo nessuno era in grado di gestire la sua furia, era una belva che nessuno poteva domare. Al suo passaggio i corpi dei nemici cadevano come pedine del domino. Colpiva, dilaniava, massacrava. Si cospargeva del sangue delle sue vittime e l’odore di esso pareva avere un effetto eccitante su di lui. Non ne aveva mai abbastanza, di uccidere. Viveva di quello, della guerra, era parte del proprio essere,la sua vita, la sua anima.
Darren guardava i cadaveri con religioso rispetto nonostante buona parte di questi fossero stati opera sua mentre Nigal li osservava con disprezzo poiché non erano riusciti a difendersi on le proprie armi, non li considerava guerrieri che avevano combattuto per difendere il loro regno, erano inutili morti.
“Dovresti provare compassione per loro, Nigal. Dopotutto hanno combattuto fino all’ultimo per difendere il loro paese” disse Darren dopo essersi inchinato porgendo l’ultimo saluto alle vittime. Come risposta Nigal sputò nella neve “Compassione? Col dovuto rispetto per i tuoi usi ma la compassione è l’ultimo sentimento che provo per queste nullità. Già, perché oramai non sono più nulla, solo la dimostrazione che Caleb resta ancora il comandante imbattuto”.
Ed era vero perché nessuno era ancora stato in grado di batterlo. Caleb non aveva mai perso uno scontro, figuriamoci una guerra. Sul campo era il guerriero più feroce, negli accampamenti lo stratega più astuto.
Per questo quando il regno di Grosen dichiarava guerra ad un altro, il dado veniva già tratto: per gli avversari non c’erano speranze. Non importava con quante armi, quanti uomini, quanta forza di volontà ci fosse, avrebbero perso a prescindere.
I due cavalieri si affrettarono a tornare all’accampamento che fra poco avrebbero smontato per ritornare a casa, per informare il re dell’aspettata vittoria.
Quando arrivarono alle rispettive tende, un messaggero li chiamò informandoli che il comandante richiedeva la loro presenza nella propria tenda.
Non volendo far aspettare il principe Caleb, i due si diressero immediatamente ai suoi alloggi e quando fu ordinato loro di entrare, trovarono il loro comandante intento a leggere una lettera, stranamente, con fare preoccupato. Insolito da parte sua.
“Mio signore” dissero i due all’unisono inginocchiandosi.
Caleb sembrò non accorgersene, era troppo preso da quanto riportava la lettera.
“Preparatevi a partire” fu tutto quello che disse e senza ulteriore spiegazioni li rimandò nelle loro tende non prima di aver disposto gli ordini agli altri soldati di smontare l’accampamento.
Mi domando cosa possa aver indotto il nostro comandante ad una ritirata così veloce fu il pensiero di molti dei soldati al seguito dei tre cavalieri in sella ai loro stalloni.
Anche Nigal e Darren non riuscivano a spiegarselo, soprattutto quel lampo di spavento nei suoi occhi. Preferirono non fare domande poiché al generale non piaceva che si discutessero i suoi ordini. Lo seguirono senza chiedere spiegazioni.
Intanto Caleb pensava già a come evitare l’imminente scontro che fra non molto sarebbe scoppiato se non si fosse arrivati ad un punto di accordo.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Bradamantee