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Autore: Pozzione Polisucco    09/09/2013    3 recensioni
“Il sottoscritto si sta innamorando di me, per caso?” lo punzecchiai ridendo.
Lui si girò sorridendomi malizioso. “Io no di certo. Forse sei tu che ti sei innamorata di me” replicò divertito.
“Io non mi innamoro più facilmente, caro”
“Io scommetto di si”
“Vuoi scommettere? Con me? Caro hai già perso in partenza”
“Allora scommettiamo?” mi tese la mano
“Mi piacciono le scommesse” la strinsi.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ridemmo e scherzammo per tutto il tragitto, tempo di venti minuti e arrivammo davanti al locale. Il locale è affiancato da un parco dove ci sono bambini che corrono, ridono, scherzano, giocano e le loro madri che chiacchieravano tra di loro, sedute tranquille su delle panchine, nella zona inoltre non vi sono altri Pub. Arrivammo davanti al locale ove sfoggiava un cartellino bianco con la scritta  “aperto” in rosso.
Gil si ricordò di dover ritirare un CD che aveva ordinato, così scomparve nel negozio di musica che si trovava proprio davanti al Pub.
Varcai la soglia, il locale è molto grande e al suo posto interno ci sono numerosi tavolini antichi che danno un aspetto “rustico” all’ambiente, e il bancone anch’esso antico. Mi avvicinai ad esso, dove c’era un ragazzo che era intento a finire di preparare le ordinazioni, presi un respiro profondo.
“Scusa” esordii, il ragazzo si voltò a fissarmi dapprima incuriosito, poi sorrise gentile.
“Non vorrei fare una gaffe, tu se Alysia. Giusto?” domandò sorridendo al cliente che lo ringraziava per il cocktail. Mi appoggiai al bancone e sorrisi. “Così sembra. Sono per il colloquio, mi ha mandato Kay” spiegai.
Sorrise e iniziò a pulire il bancone con uno straccio bagnato. “Quel fannullone, farebbe venire chiunque. Comunque se cerchi il proprietario” annuì sorridendo. “Bhe sono io. Piacere Daniel” si presentò appoggiando una mano con lo straccio sul bancone e l’altra era tesa verso di me.
“Bhe, il mio nome già lo sai” scherzai.
“Daniel, un Alexander e un Americano per il tavolo 4” disse una voce femminile che proveniva da dietro di noi, Daniel sorrise è iniziò a preparare le ordinazioni, mentre mi spiegava quale sarebbe stato il mio ruolo.
“Daniel, muoviti cazzo. Quel tavolo mi ha già rotto i coglioni” esclamò con tono che dava segno che era esausta, mentre si avvicinava al bancone, così che riuscì a capire di chi era: Abril.
“Abby, non esistono solo loro! Dì di aspettare. Comunque ti presento”
Non finì di parlare che lei mi abbraccio urlando: “Lysi”
Daniel alzò gli occhi al cielo borbottando “Come non detto! Vi conoscete?” chiese.
“Oh si caro, certe volte a scuola pranziamo insieme”  disse la mora sedendosi nello sgabello accanto  me. “Allora? Come mai qui?”
“E’ la tua nuova collega Abby” spiegò Daniel, che fece spalancare gli occhi alla mora.
“Cazzo! Eri proprio messa male, per farti assumere qui” disse con tono serio, che mi fece ridere.
“Ehi” protestò Daniel. “E tu allora cosa ci fai qua?” gli domandò.
Lei sbuffò, per poi scendere dallo sgabello prendendo un vassoio tondo, un blocchetto delle ordinazioni e prima di andare disse: “Chiesi a zio Charlie” sorrise, mi salutò e si diresse verso un gruppo di ragazzi appena entrati.
Il moro spalancò gli occhi incredulo: “Che centra mio padre?”
Capì che erano cugini, a parte che avrei dovuto capirlo subito hanno gli stessi occhi, lo stesso sorriso, qualcuno potrebbe scambiarli per fratelli.
Lei alta più o meno 1.65, carnagione chiara, occhi azzurri, indossa dei jeans chiari con in vita legato un grembiule nero con scritto in rosso Charlie O’ Pub e una maglietta a maniche corte bianca con dietro scritto sempre in rosso Staff è un’altra scritta davanti poco più su del seno il suo nome.
“Puoi cominciare da domani, Alysia” m’informò Daniel.
“Chiamami Lysi, bene ti avverto che io, con i cocktail non sono molto pratica” lo avvertì.
Scrollò le spalle sorridendo. “Sai prendere le ordinazioni o non sai la teoria?” scherzò lui?
Feci una smorfia infantile, che lo fece ridere, presi la borsa e dopo aver salutato Daniel e Abril è mi diretti in cerca di Matt. Attraversai la strada ed entrai nel negozio di musica. Girovagai per il negozio quando lo intravidi ridere insieme a un gruppo di ragazzi, uno dei quali gli lo abbracciò lasciandogli dei baci teatrali sul viso, rimasi a osservarli da lontani divertita, Matt si straccò dal ragazzo ridendo, che continuava a lanciargli baci. Colsi l’occasione e mi avvicinai al suo orecchio, sotto lo sguardo dei due tre ragazzi, e bisbigliai: “Non credevo che tu fossi gay” scherzai. Lui rise e si girò verso me portando un braccio intorno al mio collo.
“Ragazzi lei è Alysia” mi presentò una volta finito di ridere. “Lysi, loro sono Jack, Danny è Andrew”
Strinsi la mano a ognuno di loro, sotto i loro sguardi maliziosi. Erano davvero dei gran fighi, se ci fosse Ginny sarebbe svenuta, risi a quel pensiero.
“Esci con la tua sorellina, che ride senza motivo, Matt?” chiese irritato Andrew.
“Questa ha un nome” dissi irritata, incrociando le braccia al petto.
Stava per ribattere, ma feci un gesto con la mano come per chiudere il discorso, bene iniziamo molto bene, non andiamo d’accordo, e me lo troverò sicuramente molto spesso a casa.  
Mi voltai verso Matt sorridendo.
“Domani inizio il turno” lo informai entusiasta.
Lui mi abbracciò felice e sorrise. “Sono felice”
“Dove lavori?” chiese Danny sorridendo gentile, posando la chitarra al suo posto.
“Charlie O’ Pub”
Risero tutti tranne me e Matt, che ci fissammo confusi e un Andrew che mi fissava senza un espressione in volto.
“Credo che il locale d’ora in poi sarà più pieno” disse Jack.
Feci una smorfia: “Che significa?” domandai mordendomi il labbro.
“In quel locale ci vanno raramente famiglie o gruppi di ragazze, la maggior parte sono solo uomini” spiegò Danny.
“Bambini idioti, vorresti dire” scherzai.
“Forte la ragazza” scherzò Jack.
Risi, poi una voce mi fece sorridere ancor di più.
“Zuccherino, tuo padre sa che sei con quattro ragazzi? Non vorrei che ti rinchiudesse in un riformatorio femminile” mi prese in giro Kay.
Mi voltai verso di lui ancora sorridendo poi lo abbracciai e ricoprii il suo viso di baci e non volendo gliene diedi uno sull’angolo della bocca, ma non ci facemmo caso.
“Ragazzi, prendetevi una camera” scherzò Jack.
Kay mi fece toccare di nuovo terra  poi rivolse uno sguardo tra il confuso e il malizioso ai ragazzi, scoppiai a ridere sotto lo sguardo confuso dei presenti escluso Kay che mi sorrise divertito, mi avvicinai al suo orecchio bisbigliandogli: “Non mi venire qui, davanti a loro” lo presi in giro.
Lui si allontanò di scatto e mi sorrise. “Non vengo per così poco, ragazzina” borbottò in modo che sentissi solo io.
Presentai Kay ai ragazzi, scherzammo e ridemmo per un po’ di tempo, senza l’intervento di Andrew che lo avevo sorpreso a fissarmi ma non distolse lo sguardo.
“Lysi, dobbiamo andare i nostri sono tornati, ci aspettano a cena. E tuo padre e fuori di se” sorrise per l’ultima informazione, Matt.
“Perché? Sa che sono con te, cosa deve lamentarsi ancora?” chiesi confusa.
Matt mi sorrise sornione.
“L’ho informato su chi c’era con noi” disse per poi rivolgere uno sguardo a Kay che scoppiò a ridere.
“Tuo padre non cambierà mai” disse tra le risate.
Fulminai Matt. “Se uno stronzo. Tu và a casa, io rimango con Kay”
Il primo annuii, l’altro gelò sul posto.
“Lysi non che mi dispiaccia che tu rimanga con me, anzi” sorrise malizioso “Ma non vorrei una denuncia per molesta sessuale da tuo padre!” scherzò lui.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo.
“Ok, torno a casa solo perché non ti voglio sulla coscienza”
“Grazie allora!”
mi ringraziò, prima di aver salutato tutti mi lasciò uno bacio sulla guancia, e mi scompigliò i capelli, ricevendo una smorfia da me, che di infantile aveva molto, che lo fece scuotere la testa ridendo, poi andò via.
Jack e Danny se ne andarono salutandomi con un grosso abbraccio, Matt andò alla cassa a pagare un CD. Li guardo uscire dal negozio e poi sentii qualcosa, o meglio qualcuno sfiorarmi una spalla. Mi girai e vidi Andrew mi guardò negli occhi, mi regalò un sorriso e mi sfiorò una guancia con il palmo della mano.
“Ci vediamo presto, honey” sentì andare a fuoco nel punto in cui mi aveva toccato.
La sua voce, WOW, non era come quella di prima irritata, arrogante, ma era calda, sensuale e molto molto eccitante.
‘Lysi svegliati! Torna in te!’ la mia vocina interiore mi ripeteva una sola cosa detta da Ginny: “Basta con gli stronzi! Basta!”
Tornai in me è lo fulminai con lo sguardo, mi sorrise nuovamente e se ne andò.
“Cosa c’è tra te e Kay” la voce di Matt arrivò forte e chiaro, me la trovai affianco con un CD dei Coobay che mi fissava curiosa, lo fulminai con lo sguardo e sbuffai.
Cazzo, con tutti sti fulmini, prima di domani arriva un vero e proprio temporale. Mi diressi verso la macchina con lui accanto.
“Dai Lysi dimmelo! Non lo dico di certo a tuo padre” continuò speranzoso di una mia spiegazione.
Sbuffai e gli sorrisi “Come dire, vediamo, lui è”
“E’?”
mi incitò a continuare.
Non potevo dirgli la verità, Kay mi avrebbe uccisa, e io francamente ci tengo alla mia vita!
“E’ il mio scopamico, ecco!” risposi con tono secco abbassando lo sguardo, dispiaciuta di non potermi godere la faccia sconvolta di Matt, per non rischiare di ridergli in faccia. Mi girai e apri la portiera della macchina.
“Ho come l’impressione che tu mi stia prendendo per il culo” osservò Matt.
Non lo potrai mai sapere” E sorrisi soddisfatta, mentre partiva verso casa.

Scusate se non ho aggiornato ora, mio fratello aveva portato il mio computer in vacanza con lui in mia insaputa!
Come vedete ho aggiornato, appena ho potuto, mi scuso per  quanto è cooortoo :( ... ma spero che vi piaccia ugualmente!!
Ringrazione tutti coloro che l'hanno aggiunta nelle preferite/seguite/ricordate!! *______*

_BaCi PoLi *_* :3

  
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