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Autore: WeLoveJorgeBlanco    09/09/2013    7 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo il bacio “sbagliato” che Diego avrebbe dato a Violetta alla canzone finale “Yo soy asi”?
Su Disney Channel le puntate riprenderanno a settembre, ma io immagino che la storia si svolga in questo modo. E mi auguro, che la storia sia così anche a settembre! C:
Dalla storia :
“Leon”
“Si?” chiesi appoggiando la mia fronte alla sua.
“Io ho bisogno di te” limitò a dirsi.
Quelle poche parole riuscirono a farmi capire quanto il nostro amore era forte ed entrambi avevamo bisogno dell’altro come l’aria.
“Anche io ho bisogno di te. Ti amo” dissi.
Inevitabilmente una lacrima sgorgò silenziosamente dai miei occhi e lei sorrise.-
Coppia : ViluxLeon e altre :)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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German P.O.V
 
Corsi di soppiatto nella camera da letto recuperando il borsone che utilizzavo per i viaggi di tanto tempo fa.
Era abbastanza grande da contenere vestiti e parrucche necessarie per il mascheramento.
Ebbene si, qualche giorno mi ero presentato ai colloqui per diventare professore effettivo dello Studio On Beat.
Naturalmente non mi presentai con il mio vero nome.
 
*Flashback*
 
“E lei si chiama?” chiese una donna molto seducente, con un grande chignon sulla testa e una tuta da danza.
“Geremia” dissi stringendole la mano.
“Benvenuto allo Studio On Beat. Mi hanno parlato che lei è un bravissimo insegnante. Io sono Jackie”
“In effetti è così, sono specializzato in pianoforte. Grazie mille” risposi educatamente.
Se questo era il metodo migliore per stare vicino a mia figlia, avrei fatto questo e molto altro.
“Bene, le mostro la sala dove avrà lezione domani?” chiese sorridendomi e appoggiando le mani sui fianchi.
“Si, grazie mille. Lei è gentilissima” risposi.
Lei mi fece cenno di seguirla e mi indicò la sala di musica dove vedevo Violetta e Angie cantare una canzone.
 
Ya verás que algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Cuando estamos juntos podemos soñar



 
Quella musica mi affascinò molto e per quanto volessi restare mi allontanai, non dovevo destare assolutamente alcun tipo di sospetto nella mente di Angie e Violetta.
Mi avvicinai alla sala professori e bussai educatamente, trovando Pablo seduto intento a firmare scartoffie.
Una scossa di gelosia pervase il mio corpo vedendolo.
Lui aveva avuto il beneficio di essere il fidanzato di Angie, ma ormai era storia vecchia.
Devo rifarmi una vita con Esmeralda che forse è l’unica donna che è stata capace di capirmi in tutti questi anni.
Una voce mi distolse dai miei pensieri.
“Signor Geremia, si accomodi” affermò garbatamente Pablo.
Mi posizionai sulla comoda sedia in vimini e lui esitò.
“Devo firmare alcune cose per l’effettiva assunzione” dissi per poi essere colpito dalla foto sulla scrivania.
Erano lui ed Angie, presumo qualche anno fa.
“Si, ecco” disse aprendo un cassetto e tirandone fuori una pila di fogli.
Io rimasi sorpreso quando parlò.
“Se non le dispiace dovrei finire alcune pratiche” disse porgendomi una penna e sorridendomi falsamente.
Una cosa era certa : io a Pablo non ero mai stato simpatico, né da German e né da Geremia.
Mi alzai e chiusi la porta alle mie spalle.
Guardai quei fogli pieni di scritte di cui non capivo un tubo e iniziai a camminare a tentoni.
Senza volere andai a sbattere contro qualcuno facendo cadere tutti i fogli per terra.
“Oh mi scusi. Sono davvero sbadata!” questa voce mi è molto familiare.
Alzai lo sguardo e vidi Angie raccogliere tutti i fogli senza stropicciarli.
Mi incantai nei suoi splendidi occhi azzurri e distolsi lo sguardo quando lei cercò il mio.
“Ecco a lei” disse alzandosi.
“Grazie mille” riuscii a dire.
“Lei è il nuovo professore?Io sono Angie, piacere” disse tendendomi educatamente la mano.
Una mano vellutata che non esitai ad afferrare.
“Geremia, piacere” affermai sorridendo.
Mi scrutò con lo sguardo per un po’.
“Mi ricorda qualcuno di vagamente familiare” disse appoggiando una mano sotto al mento scherzosamente.
Io risi nervosamente e cercai invano di mascherare la mia vera identità.
“Bene, ora ho lezione. Ci vediamo domani” disse dandomi una pacca sulla spalla per poi andare via.
Io rimasi lì come il fesso per qualche secondo ma poi mi ripresi.
 
*Fine flashback*
 
Mi avviai a piedi verso lo Studio e due giovini mi colpirono.
Avevano le mani congiunte e si sussurravano parole dolci…
Aspetta! Ma quella è Violetta!
Trattenni la mia rabbia e mi avviai verso il portone principale imprimendo nella mia mente la loro immagine mentre Violetta guidava il ragazzo dietro qualche  fronda.
Non potevo travisare il mio comportamento.
Andai vicino alla bacheca controllando il mio orario finché suonò la campanella.
Sentii delle urla e degli schiamazzi fin quando qualcuno mi picchiettò la spalla.
Mi girai e vidi Violetta sorridere.
“Lei è il nuovo professore, vero?” chiese squadrandomi.
“Si, molto piacere. Lei è?” chiesi educatamente.
“Sono Violetta…” disse per poi voltarsi.
“…e lui è Leon” disse congiungendo la sua mano con quella del ragazzo.
“Molto bene, ora se può scusarmi devo fare lezione” dissi continuando a guardare imperterrito quelle mani congiunte.
“Aspetti” disse Leon tirandomi un braccio.
Lo guardai furiosamente ma lui non se ne accorse.
“Dobbiamo fare entrambi lezione con lei” sostenne Leon.
Violetta guardò per un istante che a me parve interminabile Leon.
“B-bene, allora andiamo” dissi avviandomi verso la sala.
 
Violetta P.O.V
 
“Dobbiamo fare entrambi lezione con lei” sostenne Leon mentre io ero troppo incantata dalla sua voce soave e dalle nostre mani unite.
Geremia, il nostro nuovo professore, guardò male Leon ma lui non se ne accorse.
“B-bene, allora andiamo” balbettò orientandosi verso la sala di musica.
Si allontanò di qualche metro, forse aveva qualche faccenda da sbrigare.
Mi fermai con Leon nel corridoio appoggiandomi al muro.
“Sai, ieri notte ho fatto un sogno bellissimo” ammisi.
Lui mi guardò sconvolto invogliandomi a raccontarlo.
“Ho sognato che avevi composto una canzone e la cantavamo insieme”
Lui spalancò la bocca.
“Va tutto bene Leon?” chiesi preoccupandomi.
“S-si. Anche io ho fatto lo stesso sogno” disse abbassando il capo.
Gli afferrai una mano e lo condussi dentro l’aula di musica.
“Come fa la canzone?” chiesi curiosa.
Lui si avvicinò al piano appoggiando qualche dita sulle tempie.
“Ehm, non ricordo molto bene. Fa più o meno così” concluse per poi produrre una fantastica melodia.
La melodia mi pareva molto familiare.
 
Tanto tiempo caminando
junto a tì
Aun recuerdo el dìa
en que te conoci
El amor en mi nacio
Tu sonrisa me enseno
Tras las nubes siempre
va a estar el sol

 
La melodia si incastonava con le parole perfettamente.
Leon si fermò e mi guardò gioioso negli occhi.
“Non ci posso credere” disse per poi accogliermi tra le sue braccia.
“Possiamo utilizzarla per la coreografia, manca solo qualche giorno per provare” affermai.
“Buona idea. Ti amo” disse per poi iniziare a baciarmi facendomi arretrare fino al muro.
Dopo qualche secondo si sentì un tonfo e mi girai bruscamente.
Geremia era caduto tra le percussioni e Leon si precipitò ad aiutarlo, anche se stranamente lo scansò.
“Bene, incominciamo questa lezione” disse l’insegnante rialzandosi e facendo roteare gli occhi.
 
Francesca P.O.V     
 
Mi avviai all’entrata insieme a Camilla e Maxi, sperando di non vedere Federico.
Come non detto.
Federico mi rincorse e mi afferrò il braccio che io strattonai.
“Perchè non mi hai risposto al cellulare?” disse parandosi davanti per farmi fermare.
“Non avevo niente da dirti” dissi sorridendo nervosamente.
“Posso spiegarti tutto” disse con aria affranta.
“Cosa vuoi spiegarmi?Che mi hai tradito?” dissi spingendolo verso la parete.
Lui si accigliò e si grattò il capo.
Qualcosa non quadrava.
“Ma cosa dici?”
“Quello che ho visto. Eri seduto al tavolo con una bellissima ragazza” lo rimproverai.
“Stai parlando di Arianna?Mia cugina?” disse sorridendo beffardo.
Il mondo mi cadde addosso.
Sua cugina, era sua cugina dannazione!
Portai una mano alla bocca.
“E’ venuta dall’Italia con la sua famiglia. Non devi essere gelosa” disse per poi abbracciarmi.
Sfogai un pianto liberatorio e alzai il viso per baciarlo.
“Mi dispiace. Ti capisco se non vuoi più stare con me” dissi allontanandomi.
Lui mi afferrò un braccio.
“Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Non dirlo neanche per scherzo” disse cingendo la mia vita.
Istintivamente mi fiondai sulle sue labbra per baciarlo appassionatamente.
“Dobbiamo stare di più insieme” constatò.
“Sono d’accordo” dissi per poi accarezzargli lentamente la guancia.
 
-Due giorni dopo-
 
P.O.V Violetta


Era arrivato finalmente il momento.
Oggi sarei diventata maggiorenne.
Erano le 18.30 e tra poco sarebbero arrivati tutti gli invitati ovvero tutti i ragazzi dello studio.
Io ero arrivata prima in casa Vargas poiché Leon mi aveva dato le chiavi ma di lui nessuna traccia.
Non rispondeva al cellulare, non mi richiamava.
Strano da parte sua.
Sbuffai e appoggiai sulla mensola il bauletto dei trucchi mentre mi guardai allo specchio.
Mi truccai molto leggera : una riga di eyeliner con un lucidalabbra rosa.
Non avevo scelto per l’occasione un vestito eccessivamente sfarzoso : un semplice tubino nero con qualche ricamo di pizzo.
Scesi nel salotto per gli ultimi ritocchi ai festoni e mi guardai intorno.
Ero davvero fiera di avere una bellissima festa qui, e tutto grazie al mio fidanzato.
Sentii bussare il campanello e impaziente andai ad aprire quasi scivolando.
Era Francesca.
“Fran!” urlai abbracciandola.
“Tanti auguri a te!” disse cantando la canzoncina.
Da dietro sbucò anche Camilla e le afferrai un braccio stringendola.
“Grazie ragazze” mi staccai facendole accomodare.
Francesca si buttò sul divano.
“Certo che è bellissima questa villa”  disse Camilla guardandosi intorno.
“Beh, la famiglia di Leon può permettersela” disse con un po’ di acidità Francesca.
Camilla le diede una gomitata.
Entrambe erano vestite benissimo : Camilla indossava un vestito color Tiffany a balze che arrivavano fino al ginocchio con delle ballerine mentre Francesca un seducente vestitino a righe blu.
“Peccato che Maxi e Nata non siano qui” disse affranta Camilla.
Infatti Maxi e Nata erano ancora in ospedale ma mi avevano mandato gli auguri.
Man mano arrivarono tutti gli altri invitati e la festa procedette.
La musica a palla, le luci soffuse e gli invitati che ballavano resero questa festa perfetta.
Io mi sedetti dopo una gran sfilza di balli, ma poi mi sentii prendere la mano.
Mi girai pensando che fosse Leon.
“Ciao, Diego!” dissi baciandolo su una guancia.
“Tanti auguri” mi sussurrò in un orecchio.
Io ricambiai il suo sguardo beffardo.
Mosse impercettibilmente le labbra e non riuscii a capire.
“Cosa?Non ho sentito!” urlai.
“Ti va di ballare?” urlò facendo girare tutti.
Io mi alzai e lo condussi verso la pista da ballo.
Mi strinse leggermente la vita ma io cercai di tenere le distanze, non volevo che Leon si facesse strani pensieri.
“Allora, hai fatto pace con Leon” disse rompendo il ghiaccio.
“Si, per te è un problema?” dissi con un po’ di asprezza.
“No, perchè ho la certezza che fra qualche giorno ritornerai da me” disse sfrontato.
“Che presuntuoso” dichiarai sarcasticamente dandogli qualche lieve pugno sul petto.
Fui afferrata da entrambe le braccia.
“Ma cosa?!?” imprecai.
Mi girai vedendo Camilla e Francesca.
“Cosa state facendo?” dissi aggiustandomi il vestito.
“Devi venire con noi, subito!” ordinarono in sincrono.
Io mi accigliai e le seguii confusa.
Ci chiudemmo in una stanza e loro chiusero la porta a chiave.
“Perchè mi avete portata qui?” chiesi buttandomi sul letto comodo.
Mi porsero senza esitazioni una scatola abbastanza grande.
La aprii con foga vedendo un babydoll e impallidendo.
“Ma siete matte?” dissi urlando.
“Andiamo, alla fine rimarrete solo tu e Leon in casa” disse ammiccando Camilla.
“Ti spoglia con gli occhi Vilu” dichiarò Francesca porgendomi il babydoll.
“Mettilo, così se succederà sarai un minimo attraente” affermò Camilla.
Certo, perchè per far sbavare un uomo ci vuole un babydoll.
“Io devo cercare di essere attraente mentre lui è un’ora che non si fa vivo?” mi infuriai.
“Tu indossalo e rimettiti il tubino, non si sa mai” disse Francesca spingendomi nello spogliatoio.
Lo indossai e mi sentivo terribilmente in imbarazzo.
Il tessuto della camicetta faceva intravedere il seno e mi sentivo diversa.
Non so quali fossero le intenzioni di Leon però volevo indossare stranamente questo babydoll.
Voglio fargli perdere la testa.
Indossai nuovamente il tubino e quando scesi in sala squillò il cellulare.
Lo presi e quando notai che era Leon risposi subito.
“Dove ti sei cacciato?” urlai.
Lui sospirò ma poi parlò.
“Esci fuori dal balcone” ordinò.
Io mi diressi fuori la balconata socchiudendo la finestra alle mie spalle.
No, non vedevo nessuno. Solo un bellissimo cielo stellato e una vista mozzafiato.
Qualche secondo dopo si sentirono dei boati in aria.
Dei bellissimi fuochi d’artificio di colore lilla si propagarono per tutto il cielo.
Beh, forse è soltanto il caso , pensai.
Mi rimangiai tutto quando comparve una scritta nel cielo provocata proprio da questi fuochi.
 
-Buon Compleanno Vilu, ti amo –
 
Rimasi a bocca aperta e dopo poco si disegnò nel cielo una V e una L.
Francesca e Camilla insieme ad alcuni invitati mi trovarono piangente fuori dalla finestra e videro anche loro quello spettacolo.
Dopo dieci minuti tutti rientrarono dentro.
“Vilu, tu non vieni?” chiese Lena.
“Si, vengo subito” dissi con le lacrime agli occhi.
Mi alzai per rientrare quando da dietro mi sentii cingere le braccia.
“Diego, vattene ti prego” dissi con le lacrime agli occhi.
“Diego?” disse Leon.
Mi girai di scatto e abbracciai Leon.
“Cosa ha fatto Diego?” riformulò la domanda
“Niente, solo che ho uno splendido fidanzato e non mi va di stare con altri ragazzi” dissi affondando il viso nella sua camicia.
Lui sospirò a lungo.
“Ti amo Leon, non posso avere un ragazzo migliore” dissi guardandolo negli occhi.
“Ti è piaciuta la sorpresa?”
“Splendida, non ho parole” dissi dando un piccolo bacio sul suo collo per poi allontanarmi.
“Rientriamo, qui fa un po’ freddo” disse prendendo la mia mano.
Rientrammo dentro e notai che la torta era già stata posata sul tavolo.
Tagliai il dolce spegnendo lentamente le candeline desiderando di stare sempre così e brindammo tutti ai miei diciotto anni.
Fui sommersa dai flash delle macchine fotografiche.
“Una tu e Leon” incitò Andres.
Leon si avvicinò al tavolo e mi lasciò un bacio sulle labbra lo stesso istante in cui tantissimi flash mi accecarono gli occhi.
Sentivo i gridolini di stupore e di incitazione.
Dopo aver fatto le foto con tutti, era il momento di andarsene.
La casa era un macello, colpa di gente un po’ brilla.
Francesca e Camilla mi salutarono ammiccando e io le guardai male.
Mi abbassai per prendere qualche avanzo per terra quando sentì che Leon chiuse la porta.
Ora eravamo finalmente soli.
 
 
Nota autore :
Capitolo per lo più di passaggio a quello che avverrà dopo, e potete immaginare cosa LOL.
Fran fa pace con Fede,yeeah *-*
Questo spazio autore è un po’ corto oggi ma come ogni volta che aggiorno, RECENSITE u.u
Beesos :3
 
 
 
   
 
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