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Autore: Katjee    09/09/2013    3 recensioni
Stò tornando a casa.
Corro. Perchè sono in ritardo.
Mi appoggio a un lampione. Sono esausta.La corsa non fà per me...
Un rumore.Alzo lo sguardo e per un attimo mi sembra di intravedere un'ombra nera. Rimango ferma in attesa un istante, ma non sento nè vedo più nulla. Quindi decido di non indugiare oltre, visto il ritardo, e corro via.
E così non li sento, su di me, quegli occhi. Non li sento trafiggermi da parte a parte, come una radiografia.
Corro ancora di più.
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Questa storia mi è venuta in mente dopo aver letto devilish e angel,di dorotea de spirito.
Spero vi piacerà!
A presto!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono in piedi davanti al lago, mentre tutto intorno a me è rosso. E' come se qualcuno mi stesse facendo una fotografia, usando un'effetto rosso.
Sono qui in piedi, immobile. Non respiro neanche, è come se avessi paura di farlo.
Sono qui, e non sò il perchè. Ma continuo a guardare il lago.
Il lago ribollisce, sempre di più. Tra non molto finirà per scoppiare. Guardo quello che succede, come incantata. Ma non mi muovo.
Sento dei passi vicino a me, ma non mi volto. Sento qualcuno al mio fianco, ma non mi muovo. Sono come paralizzata.
Un'esplosione, o qualcosa di simile, fà innalzare un metro d'acqua. Da esso ali rosse e nere, uomini e donne mostruose, ne escono e si dirigono verso di me. Il passaggio si è riaparto, penso. Ho paura ma non riesco a muovermi. Vorrei scappare via ma non posso, è come se stessi ancorata qui e non posso farci niente. Sento una presa sul braccio, e una parola uscire dalla bocca della persona vicino a me, ma non è chiara. Sento ancora quella voce, cercando di focalizzarla. -Felicia!- Riesco a girarmi, con uno sforza innaturare e lo vedo. Alessandro.
Vedo le sue mani che mi tengono stringono sul braccio e lui che cerca di tirarmi via, ma non ci riesce. Un rumore proviene dal lago. Ci giriamo a guardare.
Un freccia viene dalla nostra parte, sibilando, con la sua punta nera come l'inchiostro. Sento un dolore al petto, ma non è la freccia che mi trapassato. Alessandro è davanti a me, con una rosa rossa sul petto, che gli finisce dietro la schiena. La punta della freccia che finisce nella schiena. Lo vedo stramazzare al suolo davanti a me.
Vorrei urlare, ma è come se la voce se ne fosse andata.Sento le lacrime scendere dalle lacrime, mentre lui giace sotto ai piei piedi, mentre quelle creature mi attaccano.
Una donna mi si avvicina mentre tutte le altre creature mi circondano. Un ghigno feroce e malizioso affiora sulle sue labbra. -Che c'è, il tuo amichetto è morto?-. Ride, mentre tutti gli altri mi guardano. -Non ti preoccupare, adesso lo raggiungerai-. Sorridendo mi trafigge con una daga, dalla lama rossa e fiammeggiante.

Mi sveglio con il respiro corto e affannata. Per fortuna era solo un sogno.
Scendo dal letto e prendo una felpa, sbadigliando. Sono solo le 6, ma non ho voglia di tornare a letto e rifare quel brutto sogno.
Scendo le scale e mi dirigo nel salone, ma mi accorgo che la porta dello studio di mio padre è aperta. Mi avvicino, chissà se stà ancora scrivendo o firmando fogli. Sbircio, mettendo un occhio tra la porta e il muro, ma dentro è tutto buglio. Tentenno: non sò se entrare, o andarmene in salotto facendo finta di niente. Certo, mi piacerebbe entrare per sapere quello che c'è scritto, ma ho paura di essere scoperta. Mi guardo un pò intorno, poi decido: entro.
E' troppo buio, non riesco a vedere dove metto i piedi. Passo la mano sul muro alla ricerca dell'interruttore, ma sembra che non ci sia. Continuo a cercare, per poi accorgermi che stà dall'altra parte, nell'altro muro.  Accendo la luce, e davanti a me appagliono mille libri e fogli, tutti ammucchiati ovunque: sulla scrivania, due scaffali pieni e anche per terra. Mi chiedo come mio padre può star rinchiuso qui dentro per ore,anche per un'amante di libri come me sarebbe troppo.
Mi avvicino alla scrivania. Ci sono sparsi dei fogli, ma su uno c'è scritto il mio nome. Mi avvicino per scoprire di cosa si tratta, ma involontariamente faccio cadere dei libri.-Oh no! Adesso ho svegliato tutto il vicinato con questo rumore!- Mi abbasso per raccogliere i libri, veloce, prima che scendano a vedere.-Sono proprio una stu...- Il mio sguardo corre sotto lo scaffale, dove qualcosa ha attirato la mia attenzione. -Cos'è?- dico mentre mi avvicino, gattonando, e mettendo una mano sotto lo scaffale.
-Puà, ma cos'è?- tiro fuori la mano, spaventata quando sento qualcosa che mi tocca la mano, ma per fortuna è solo un pò di polvere mista a ragnatele. Faccio un sospiro di sollievo e rimetto la mano sotto lo scaffale, cercando di non pensare a quello che stò trovando sotto di esso. Alla fine raggiungo la cosa. La tiro fuori e scopro una scatola, almeno penso sia una scatola. E' piena di ragantele e un ragno corre via terrorizzato. Sgrullo la scatola cercando di scacciarlo, mentre lui scende con un filo.
Sento dei rumori di sopra. Qualcuno si è svegliato. -Oh no...-.Corro verso la porta, ma prima mi guardo intorno per vedere se è tutto a posto. Poi spengo la luce e abbocco la porta, come stava prima. Sento dei passi veloci, che scendono le scale.Cosa faccio?, penso terrorizzata. Mi butto dietro al divano, speriamo non mi vedano.
Qualcuno si ferma davanti alle scale e si guarda intorno.-C'è qualcuno?-Domanda. E' mio padre. Sento mio padre che percorre il corridoio fino alla porta del salone, rannicchiata qui dietro. Per fortuna se ne và, lo sento andare dall'altra parte. Alzo un po' la testa, in modo da poter vedere la stanza. Non c'è nessuno, mi alzo.
-Tò, ho lasciato la porta socchiusa...-sento papà che parla,e intuisco che è davanti alla porta dello studio. Questa è l' unica opputunità.
Mi dirigo verso le scale, e salgo cercando di non fare rumore. Sento una porta richiudersi. E altri passi. Papà stà per risalire.
Mi sbrigo, e corro verso la mia stanza. Chiudo la porta senza fare rumore e mi butto, con la scatola e la felpa, nel letto, portandomi le coperte fino alle orecchie. La porta si apre e papà entra nella stanza. -Fel...?- chiede con un filo di voce. -Dorme...-. Si diregge verso la porta ed esce, richiudendosi la porta alle spalle. Sospiro.
Mi scopro e vado ad accendere la luce. La scatola è sporca, devo pulirla. Prendo un fazzoletto, anche se non la pulirà del tutto, un pò di ragnatele e polvere le leverà.
Comincio a pulirla. Ogni volta che passo il fazzoletto, la scatola si colora d'oro. Mille ricami bianchi sono incisi sullo sportellino, mentre intorno è color oro. Sullo sportellino c'è una scritta, cerco di levar più sporcizia possibile con questo fazzoletto, per leggere. -D...I...A...- Guardo le lettere: le prime tre si capiscono ma le altre no.Cerco di leggere, sforzandomi.-Questa sembra una n....e questa.... una a! Diana! C'è scritto Diana!- Guardo la scatola, chissà chi è...
La apro e dentro sbrilluccica di mille colori. Al centro c'è un ramo d'oro, e un pugnale. Una musica risuona nella stanza: una melodia di pianoforte, che si sente benissimo. Una foto di una ragazza, elegante, che porta un vestito dell'800 e i capelli legati in una treccia che le ricade sulla spalla. E' bellissima. Mi domando se sia lei Diana. Guardo gli oggetti al suo interno: un ramo d'oro e un pugnale, chissà cosa significa. Prendo in mano il pugnale, è simile alla scatola, gli stessi ricami sono incisi sul pomo,oro e bianchi, mentre la lama risplende di luce argentea. Guardo la scatola e capisco che è un carillon che ha anche il compito di portagioie.
Continuo a guardarli, cercando di capire a chi appartenesse. Non ho mai sentito parlare di una certa Diana.
Devo scoprirne di più, magari sui fogli che stavano sulla scrivania c'è scritto qualcosa.


Salve!
Che ne pensate della storia? Siete curiosi/e di sapere come andrà a finire?
Su, scrivete la vostra opinione! Mi farebbe piacere saperla!
Adesso vi lascio con questa suspance e questo capitolo, anche se è piccolino, fino a che non potrò riprendere il computer, e continuare.
Alla prossima, bellezze!



 
   
 
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