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Autore: _ayachan_    16/03/2008    30 recensioni
Sono passati vent'anni da che i nostri eroi hanno indossato il coprifronte la prima volta, e suo malgrado qualcuno si trova a fare da insegnante alle nuove leve. Bisticci tra ragazzini, adulti infantili e tante, troppe cose da nascondere, il tutto sull'orlo di una guerra che sembra inevitabile...
Eppure non si smette di sorridere.
SPOILER!
Genere: Commedia, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia'
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Naruto2-1

Il peggior ninja del Villaggio della Foglia!



- Uno -







Quella giornata d’inizio primavera, con un cielo che non era coperto né sereno, con un’aria né calda ne fredda, nonostante la sua assoluta ed immensa banalità sarebbe rimasta a lungo nei ricordi di molte persone; persone che al momento avevano tra gli undici e i tredici anni.
Perché quella era la giornata dei Diplomi all’Accademia ninja.
Una piccola folla si era radunata davanti all’Accademia, e le voci riempivano l’aria come il ronzio di un immenso sciame. Tra bambini euforici che sbandieravano i loro nuovi coprifronte e genitori orgogliosi che si congratulavano l’un l’altro - esibendo un grado d’ipocrisia non indifferente - un paio di maestri stavano in disparte, l’uno con un sorriso conciliante, l’altro con una maschera d’indifferenza dura come il granito.
«Lo vediamo tutti gli anni, eppure non ci abituiamo mai, vero?» disse Iruka lanciando un’occhiata al freddo jonin al suo fianco.
«Sarà. Io lo vedo solo per la prima volta, e già sono stufo» sbuffò quello accendendosi una sigaretta. Inspirò; espirò. «E quelli bocciati?» chiese.
«Ritenteranno l’anno prossimo» rispose Iruka paziente. «Ma se fossi in te cercherei di mettere da parte il tuo solito velo di cinismo, almeno quando i genitori verranno a ringraziare»
«Vuoi dire a esibire con arroganza i loro tesorini?»
«Ecco, mi riferivo esattamente a questo»
Iruka sospirò, e in quel momento vide avvicinarsi i primi genitori; allora, efficiente, sfoderò il suo miglior sorriso d’ordinanza.
«Maestro Iruka, mio figlio non avrebbe potuto avere più fortuna!» iniziò una giovane donna troppo truccata. «Lo dicevo proprio adesso alla signora Terada, che lei è il migliore insegnante della scuola!»
«La ringrazio, ma non credo di meritare tutte queste lodi!» replicò il chunin come di prassi. «Vi ho già presentato il nuovo maestro dell’Accademia?» afferrò il ninja al suo fianco e lo trascinò avanti a sé, con sua gran contrarietà. «Questo è Sai, jonin di ottimo livello. Insegna solo da quest’anno, ma già ha mostrato di avere la stoffa giusta. Se non vi spiace io vi lascerei soli, ora: purtroppo un impegno inderogabile richiede la mia presenza!»
Il suo sorriso si allargò, mentre Sai gli lanciava un’occhiata scioccata trafiggendolo con gli occhi neri. Ma un attimo dopo la donna che gli stava davanti attaccò a parlare di ciò che aveva o non aveva detto alla signora Terada, e cogliendo un attimo di distrazione generale Iruka se la filò in un istante. Mentre la madre ossessiva tirava il fiato tra una parola e l’altra Sai si girò per insultarlo, ma alle sue spalle trovò solo l’aria.

«Come avevate previsto, sesto Hokage» disse Iruka con un sorriso vagamente amaro. «Quest’anno abbiamo avuto tre eccellenze»
«Bene» commentò l’Hokage senza particolare entusiasmo, dietro alla scrivania ingombra di documenti da leggere. «Allora procedete»
Iruka esitò un istante, stringendo i pugni. «Però, signore… siete sicuro che…?» disse incerto.
«Sì. Sono sicuro» lo liquidò l’Hokage.
Iruka si accigliò, ma non ribatté. Dopo essersi inchinato rispettosamente, si girò e uscì dall’ufficio.
Eppure, nonostante la convinzione dell’Hokage, lui ancora non vedeva di buon occhio tutta quella faccenda, sia per i ragazzi che sarebbero stati coinvolti, che per il jonin che li avrebbe guidati.

Quando genitori e figli si trovano riuniti nello stesso luogo, è inevitabile che a un certo punto vengano a crearsi due gruppi distinti: da un lato i giovani, dall’altro i grandi. Fu ciò che accadde anche quella volta, dopo l’esame. A un bel momento i ragazzini si riunirono tutti da una parte, e schiamazzando iniziarono a elencare le grandi gesta che avrebbero compiuto come ninja.
«E come mio padre entrerò a far parte della squadra medica!» dichiarò un ragazzetto pallido, stringendo il pugno con convinzione.
«Io invece imparerò tutte le arti magiche conosciute!» esclamò un altro saltellando sul posto.
«Difficile» commentò una voce astiosa passando loro accanto, e un ragazzino alto e moro scoccò un’occhiata velenosa attraverso gli occhi chiarissimi; un livido in via di guarigione era a malapena visibile sulla sua mandibola. «Il 'futuro medico' sviene alla vista di una goccia di sangue, e il suo degno compare è passato all’esame per miracolo» sibilò malevolo.
I due giovani ninja arrossirono, ammutolendo, ma qualcun altro intervenne in loro difesa.
«Ha parlato il settimo Hokage» borbottò una voce distaccata, e un ragazzino di piccola statura e dai capelli quasi bianchi si mise in mezzo, le mani in tasca e lo sguardo indifferente. «Ti brucia essere arrivato solo quinto in graduatoria, vero Baka?» chiese masticando un chewing-gum con aria annoiata.
Baka Akeru, il moro, strinse gli occhi in due fessure, forse cercando di far esplodere il suo rivale di una vita con il semplice sguardo; in risposta ottenne solo un’alzata di sopracciglio.
«Un giorno non avrai più il paparino a guardarti le spalle!» sibilò furente, ma ad ogni modo, sgomitando a destra e a manca, si allontanò con la coda tra le gambe.
«Grazie» sorrise il ragazzino che voleva diventare medico.
«Hn?» fece l’ultimo arrivato quasi distrattamente. «Oh, non l’ho fatto per voi. Con Stupido ho un conto in sospeso. E poi ha ragione: non puoi blaterare che vuoi diventare medico se hai il terrore del sangue»
«Ma devi proprio smontare la gente così?» chiese una voce annoiata, e tra la piccola folla si fece largo una giovane ninja dai capelli neri raccolti in una lunga coda alta. Sbuffò, guardando il ragazzino più piccolo davanti a lei, ma nel suo sguardo c’era solo una sorta di rassegnazione. «Devi coltivare di più il lato sociale, Jin»
«Da che pulpito» commentò quello con la stessa indifferenza.
«Ehi!» esclamò qualcun altro in quello stesso istante, e si fece largo a forza un altro ragazzino minuto dai capelli e occhi scuri, con sopracciglia assurdamente folte e un taglio di capelli di dubbio gusto. «Haru! Jin!» chiamò agitando una mano allegramente. «Guardate! Guardate il coprifronte!»
«Ce l’abbiamo tutti, razza di cretino!» sbottò il compare che si era tirato dietro a forza, rifilandogli un pugno. «Non strillare! Sei imbarazzante!» e lanciò veloce un’occhiata tutt’attorno. Ma le ragazzine che li circondavano erano troppo impegnate a mangiarselo con gli occhi per far caso a ciò che lo circondava.
«Ecco perché mi sembrava che le cose fossero troppo tranquille» borbottò quella che avevano chiamato Haru, scuotendo la testa. «Non eravate ancora arrivati»
«Ciao» fece invece Jin, sollevando una mano in un cenno di saluto. «Congratulazioni per la promozione; ho visto che voi e Haru avete ottenuto il massimo dei voti»
«Sì! Ci siamo impegnati tantissimo!» garantì il ragazzino dalle sopracciglia folte.
«Parla per te» lo corresse lei seccata. «Io non mi sono sbattuta troppo»
«Dovresti stare più attenta quando ti vanti, Chiharu. Se vuoi conosco qualche libro sulle relazioni sociali» disse una voce vagamente divertita, e una mano si posò sulla sua spalla. Lei si voltò di scatto, ma sapeva già che i suoi occhi neri avrebbero incontrato quelli altrettanto scuri di Sai, e arrossì per l’indignazione.
«Ha parlato mister supponenza!» bofonchiò scrollandosi di dosso la mano. «Ma ti guardi allo specchio ogni tanto?»
«Sì, e mi trovo discretamente affascinante» ribatté lui con naturalezza, e per una volta parlò con modestia, a giudicare dalle occhiate fameliche di un paio di madri.
«Ehi, è sempre un tuo insegnante!» ricordò il ragazzino dalle sopracciglia folte, agitandole un dito davanti. «Buongiorno maestro Sai!»
«Non esagerare, Kotaro» lo blandì lui mentre Haru si ficcava due dita in gola simulando un conato di vomito. «A voi non ho insegnato nulla, e ci conosciamo da sempre. Puoi anche darmi del tu» a quel punto si rivolse agli altri due ragazzini, con il sorriso compassato che era il massimo dell’affetto che poteva esprimere. «Jin, Hitoshi. Congratulazioni per la promozione. Soprattutto a te, Jin»
Il bambino dai capelli bianchi si strinse nelle spalle con noncuranza. «Alla fine sono risultato quarto in graduatoria, non vedo cosa ci sia di tanto speciale» disse distrattamente. «Ah, devo andare. Mi stanno cercando» aggiunse poi adocchiando due ninja vestiti di nero che scrutavano tra la piccola folla.
Senza rispondere ai saluti che gli furono rivolti, si girò e si allontanò pigramente.
«Certo che è un bel soggetto» borbottò Haru incrociando le braccia. «Si è diplomato a soli sette anni e fa finta di niente»
«Senza contare che ha fatto solo un punto in meno di noi» aggiunse Kotaro annuendo. «Certe volte mi chiedo se si renda conto di quanto è in gamba»
«Pettegoli» li seccò Sai, seppur senza tanto impegno. «Pensate ai fatti vostri»
«Appunto» intervenne Hitoshi fissandolo intensamente. «Ora che succede?»
«Per quel che mi riguarda ho un appuntamento, mentre voi… Boh. Andate a festeggiare come vi pare» il jonin si strinse nelle spalle.
«Non intendevo questo!» sbottò Hitoshi irritato. «Cosa succede ora che siamo stati promossi! Non devono dividerci in gruppi? Come funziona?»
«Ah, quello» di fronte alla sua espressione svagata, Haru, Hitoshi e Kotaro sentirono il forte desiderio di ucciderlo. «Trovatevi all’Accademia fra tre giorni. Lì vi diranno cosa fare» sorrise, poi gli scappò l’occhio su alcuni genitori che marciavano verso di lui a passo sostenuto. «Accidenti, mi hanno trovato» disse tra i denti. «Ragazzi, vi saluto!» e scomparve in uno sbuffo di polvere.
«Avremmo dovuto immaginarlo» disse Hitoshi esprimendo il parere di tutti. «Stava scappando per l’ennesima volta dalle sue responsabilità. Ma perché ha accettato di fare l’insegnante se non ne aveva voglia?»
«Va beh, ma adesso noi che si fa?» chiese Kotaro muovendosi nervosamente sui piedi. «Abbiamo tre giorni per divertirci! Niente più compiti, niente verifiche a sorpresa, niente lezioni barbose! Diamoci alla pazza gioia finché non iniziamo a sgobbare sul serio!»
«Magari» borbottò Hitoshi incassando la testa tra le spalle. «Devo cercare mia madre e tornare a casa. Come minimo vorrà fare il giro di tutti i parenti per sbandierarmi come un trofeo»
«Anche io passo» Haru alzò una mano. «L’unica cosa di cui ho voglia in questo momento è una bella dormita. E se riesco a dribblare la mia di madre, forse posso anche farcela»
«Disfattisti» piagnucolò Kotaro affranto. Ma non poté fermarli quando loro lo salutarono e si allontanarono in due direzioni diverse. A quel punto decise che, tanto per fare qualcosa, poteva pure allenarsi un po’ da solo.
Haru, già abbastanza distante, si fermò prima di svoltare l’angolo e posò lo sguardo su Sai, che alla fine era stato accalappiato dalle giovani madri dei novelli ninja. Prima di andarsene davvero, socchiuse gli occhi.
“Un appuntamento…”


Tre giorni dopo i promossi dell’anno si ritrovarono all’Accademia, emozionati come l’ultima volta che si erano visti. Mettendo in mostra i coprifronte con un orgoglio che era cresciuto a dismisura nel periodo di festa, cicalavano nell’aula continuando a muoversi da un angolo all’altro.

Neanche a dirlo, tre ragazzini si isolavano dalla massa e stavano per i fatti loro, due stravaccati sui banchi con aria seccata, il terzo a guardare intensamente gli altri che schiamazzavano.
«Se vuoi andare, vai» disse Hitoshi a Kotaro, cogliendo il suo sguardo desideroso.
«Certo» si unì Haru serafica. «Vai, mescolati a quella massa di imbecilli che ha legato il coprifronte così stretto da compromettersi il cervello»
«Haru» sbuffò Hitoshi guardando il soffitto. «Sei perfida»
«Non gli ho mica proibito di andare»
«Ma gli stai dicendo che se lo farà lo disprezzerai»
«Non ho detto nemmeno quello»
«Tra le righe»
«Sempre allegri, vero?» li interruppe Jin guardandoli da sotto in su. I due smisero di punzecchiarsi per salutarlo.
«Secondo te è stupido essere felici per la promozione?» gli chiese subito Kotaro, con espressione afflitta.
«No» rispose Jin, strappandogli uno sguardo ricolmo di gratitudine. «Ma comportarsi come quelli là vuol dire avere davvero il cervello danneggiato»
Haru sogghignò, conscia della sua vittoria, e Kotaro tornò a deprimersi.
«Ma siete davvero ragazzi voi due?» sbuffò Hitoshi. «Cinici come non so cosa»
«Che ci vuoi fare, saremo spiriti affini» sospirò Chiharu con aria drammatica. «E comunque quelli là sono partiti con il trenino della felicità, non so se l’hai notato»
Tutti e quattro rimasero ad osservare per un po’ l’impacciato trenino che cercava di snodarsi tra i banchi, cantando una canzone stonata che di divertente aveva ben poco. Alla fine dovettero concordare sull’immane stupidità dell'intera cosa.
«Certo che se nessuno viene a dirci cosa fare…» borbottò Hitoshi distogliendo lo sguardo. «Sono già in ritardo di dieci minuti»
Proprio in quel momento, come richiamato dalle sue parole seccate, un gruppetto di ninja fece il suo ingresso in fila indiana. All’istante tutti i ragazzini nella sala schizzarono ai loro posti, come se ci fossero sempre stati.
«Era ora» mormorò Haru sedendosi più composta. Hitoshi e Kotaro la imitarono, mentre Jin li salutava distrattamente e andava ad accomodarsi in un angolo vicino alla porta.
«Buon giorno» iniziò il maestro Iruka abbracciandoli tutti con lo sguardo. «Immagino sarete al settimo cielo per la vostra promozione» si sollevò un coro di assensi, che lui cercò di calmare sollevando una mano. «Ma la verità è che la pacchia è finita» continuò quando le voci si abbassarono. Tutti si zittirono, e lui si fece serio. «Da oggi farete parte di un gruppo composto da tre elementi. Sarà assegnato un jonin a ogni gruppo, e a lui dovrete fare riferimento per qualunque cosa riguardi le missioni che vi verranno affidate. I gruppi e i loro responsabili non saranno modificabili, ma sono stati creati in modo da bilanciare le forze e i caratteri. O almeno ci abbiamo provato. Dunque, ora dirò i nomi tre a tre; quando vi chiamo alzatevi e venite qua. Arai Madoka» una ragazzina bionda si alzò, rischiò di inciampare, e raggiunse il maestro Iruka con la faccia in fiamme. Lui chiamò altri due nomi, poi assegnò tutti e tre a uno dei jonin che gli stavano alle spalle, e quelli uscirono dall’aula.
Haru si guardò attorno e fece due calcoli: si sarebbero creati sette gruppi, eppure c’erano solo sei capigruppo. Corrugò la fronte perplessa.
Mentre rimuginava sulla cosa cercando di trovare una spiegazione logica, Iruka proseguì con il suo elenco, e nel giro di dieci minuti tutti i ragazzini se ne andarono; lasciando Haru, Hitoshi e Kotaro da soli.
Iruka si schiarì la voce. «Ehm… voi, ecco…» Ma prima che partisse con qualche spiegazione campata per aria, la mano di Chiharu scattò verso l’alto. «S-sì?» fece il chunin sorpreso.
«Ho due domande» rispose lei alzandosi in piedi. «Punto uno: avevate detto che le squadre sarebbero state equilibrate, e invece i tre migliori diplomati di quest’anno si ritrovano insieme. Perché?»
«Ti consiglio di chiederlo al vostro jonin» rispose Iruka evasivo.
«Che è esattamente il mio punto due» lo interruppe Chiharu senza smontarsi. «Perché non lo vedo?»
«Lui, ecco... lui arriverà» Iruka si grattò il mento imprecando mentalmente.
Ma perché, perché l’Hokage si era fatto venire quell’idea balzana? Come poteva pensare di affidare quei tre disgraziati proprio a quel jonin? Quello non sapeva neanche da che parte stavano la comprensione e la pazienza necessarie all’insegnamento, e probabilmente li avrebbe rovinati irrimediabilmente.
Chiharu strinse gli occhi, del tutto insoddisfatta delle risposte del chunin. Stava per insistere di nuovo, ma Kotaro la precedette.
«Ehi! E Jin?» esclamò additando la sedia che lui aveva occupato fino a dieci minuti prima. Hitoshi e Haru guardarono dove lui indicava, e videro il posto vuoto. «Non hanno chiamato il suo nome!» proseguì Kotaro. «Che fine ha fatto?»
«Lui…» iniziò a dire Iruka, e in quell’istante il suono ovattato di imprecazioni colorite lo raggiunse all’interno della classe, costringendolo a smettere di parlare. Accigliato raggiunse la porta e diede un’occhiata nel corridoio. Sospirò, a metà tra il sollievo e la disperazione. «Eccoti. Alla buon'ora» disse rivolto a qualcuno che i giovani ninja non vedevano.
Avvolti dalla curiosità loro malgrado, tutti e tre si sporsero per cercare di distinguere un particolare di quello che sarebbe stato il loro maestro.
Sarebbe stato severo? Permissivo? Strambo? Andarono con la mente ai maestri dei loro genitori, che parevano più o meno accettabili - a seconda dei casi - e con un misto di ansia e aspettativa trattennero il fiato finché il jonin non entrò in classe.
Fu allora che spalancarono la bocca increduli.
«N-non ci credo» balbettò Chiharu perdendo completamente la sua facciata controllata.
Una divisa di un arancione così intenso da ferire gli occhi.
«E’ uno scherzo, vero?» esclamò Hitoshi sconvolto.
Una zazzera bionda che sparava in tutte le direzioni.
«No, ditemi di no» implorò Kotaro disperandosi.
Occhi azzurri per la verità piuttosto seccati, ma sicuramente non “profondi e saggi”.
I tre ragazzini inorridirono: quello era Naruto Uzumaki. E sembrava anche parecchio irritato con Iruka.
«Sarà qui per caso» buttò lì Kotaro aggrappandosi disperatamente all’ultimo barlume di speranza.
«Sì, certo, e già che c’è si fa la sua litigatina quotidiana con il maestro Iruka, eh?» sibilò Chiharu smontandolo.
«Ma no, ma dai» piagnucolò Kotaro torcendosi le mani. «Cioè, non può essere lui! Non avrebbe senso!»
«Ha ragione» intervenne Hitoshi sudando copiosamente. «Non possono affidare i tre migliori studenti a un cretino integrale come quello!»
«Tu dici?» Haru inarcò le sopracciglia sarcastica.
«Giuro che quando lo prendo gliene dico quattro!» sbotttò Naruto all'improvviso, facendoli sussultare tutti. Si voltarono guardinghi verso di lui, e lo videro richiudere la porta violentemente, con un diavolo per capello.
«D-dov’è il maestro Iruka?» balbettò Hitoshi, guadagnandosi un’occhiata di sconfinata ammirazione da parte dei suoi compagni per il coraggio.
«All’inferno!» ribatté Naruto iniziando a fare avanti e indietro davanti ai banchi. «Tu guarda quel maledetto!» prese a bofonchiare. «Proprio in questo periodo, poi!»
I tre ragazzini si scambiarono occhiate allarmate, chiedendosi quanto e soprattutto se fosse saggio interrogarlo di nuovo. Ma non ebbero occasione di tentare la sorte, perché fu lo stesso Naruto a rivolgere loro la parola.
«Allora!» sbottò fermandosi bruscamente. «Vediamo di sbrigarcela in fretta, ho ben altri impegni! Non prendiamoci in giro, io so chi siete voi e voi sapete chi sono io! Presentazioni fatte! Domani all’alba vi voglio al campo di addestramento numero sei, e vi consiglio di non fare colazione! Tutto chiaro?» abbaiò.
Haru, Hitoshi e Kotaro annuirono freneticamente.
«Bene! Addio!» e, così come era arrivato, come una furia se ne andò e li piantò da soli.
Scese il silenzio. Kotaro deglutì.
«Ehm. E’ un po’ diverso da come lo descrivono» pigolò evitando accuratamente di incrociare gli sguardi degli altri.
«Anche io lo ricordavo - ehm - meno spaventoso» aggiunse Hitoshi con lo stesso identico atteggiamento. Ma in fondo le visite di Naruto a casa sua si erano diradate parecchio in quegli ultimi sei anni, e poteva essere successa qualunque cosa.
«Non abbiamo neanche potuto chiedergli niente, alla fine» fece notare Chiharu, a metà tra il depresso e l'irritato. «Così non sappiamo perché ci troviamo insieme, né che fine ha fatto Jin. Senza contare che domani ci ha anche dato appuntamento al campo, e non sappiamo quali siano le sue intenzioni!»
«Per domani non puoi chiedere a tuo padre se sa qualcosa?» chiese Kotaro a Hitoshi. Lui arrossì. In effetti ci aveva già pensato, ma non avrebbe voluto dividere l’informazione con gli altri.
«Vedrò cosa posso fare» borbottò infatti schivo.
«Ma piantala» lo seccò Chiharu irritata. «Non esiste il condizionale! Tuo padre è Sasuke Uchiha, e che cavolo! Se non sa lui cosa frulla nella testa di Naruto Uzumaki, allora non lo sa nessuno!»
Hitoshi le scoccò un’occhiata risentita, insultandola mentalmente. «Vogliamo parlare di te?» ribatté acido. «Non ci credo che la figlia di Shikamaru Nara, 'la ninja più geniale del suo anno' non riesca a trovare una soluzione anche da sola!»
«Sei il solito arrogante asociale, Uchiha!»
«Non voglio prediche da un’incapace del tuo stampo, Nara!»
Kotaro levò gli occhi al soffitto. Dio, quando quelli si mettevano a chiamarsi per cognome le cose tendevano a degenerare. Doveva fare qualcosa.
«Scusate!» esclamò mettendosi in mezzo. «Non per essere il solito rompiscatole, però potremmo tornare al problema principale?»
Lo trapassarono con lo sguardo, ma dopo un istante si diedero le spalle e si risedettero grugnendo.
«Grazie» borbottò Kotaro tirando un sospiro di sollievo, e riprese. «Il punto è: io non so perché ci abbiano messi tutti insieme, ma se hanno deciso di riunire i tre studenti migliori ci sarà una ragione. Solo, perché affibbiarci Naruto Uzumaki? Anche voi avete sentito le voci che girano sul suo conto…»
Hitoshi e Haru uscirono dal loro isolamento incarognito solo per scambiare con Kotaro un’occhiata preoccupata. Poi, tutti insieme, recitarono: «Il peggior ninja del villaggio della Foglia»
«O così dicono» aggiunse Chiharu.
«Già» Kotaro annuì sconsolato. «Valli a capire i pezzi grossi del villaggio»
«Che poi non mi pare Naruto sia un insegnante» commentò Hitoshi. «Che io sappia è solo un pallone gonfiato più buono a parole che altro. Secondo voi perché quest’anno gli hanno dato l'incarico?»
«Vero» Chiharu inclinò la testa da una parte, cosa che faceva soltanto quando rifletteva intensamente. «E perché sembrava furioso?»
«Bah, quello magari è per i fatti suoi. E' un po' pazzo, si sa» buttò lì Hitoshi senza riflettere. E fu un errore. Perché Haru lo fulminò con gli occhi, e acida sibilò: «Tu pensi sempre con le scarpe, vero Uchiha? E’ troppo difficile per te impegnarti in una discussione seria?»
«E tu devi sempre scassare i santissimi?» ribatté Hitoshi furioso. «Ma una bella manica di fatti tuoi no?!»
Kotaro sospirò, rinunciandoci definitivamente. E mentre le voci sempre più elevate dei suoi due compagni si alzavano di tono e di finezza linguistica, con un cenno vago lui si allontanò e uscì dall'aula, pensando che forse avrebbe fatto meglio a cercare Jin e vedere che fine aveva fatto.









Nel prossimo capitolo...

Due ore dopo tutti e tre erano sfibrati nel corpo e nello spirito, impantanati fino ai capelli, frustrati e affamati da morire. E Naruto, fischiettando, li guardava dalla sua isola di terreno solido, lindo e immacolato, sgranocchiando un dolce di riso.
«Beh?» chiese fissandoli. «Siete già stanchi?» fece tintinnare i campanelli alla sua cintura, con un ghignetto perverso. «Guardate che avete ancora tempo. Se nessuno di voi prenderà i campanelli, resterete tutti senza pranzo»
“Se trovo il coglione che ha detto di Naruto che è il peggior ninja della Foglia, giuro che lo ammazzo!” pensarono i ragazzini all’unisono.







* * *

Spazio autore

E rieccomi qui prima del previsto con "Il peggior ninja del villaggio della foglia!"
L'esame che avrei dovuto dare martedì è (volontariamente) saltato,
dunque ho deciso di accorciare i tempi e presentarvi oggi il mio primo progetto su Naruto, riveduto e corretto.
Questo è l'inizio di tutto, la famosa (?) prima pietra da me posata in questo fandom, e sarà leggermente diverso da ciò che siete abituati a leggere di mio.
I protagonisti hanno tredici anni, sono ancora inesperti e ingenui, di conseguenza vi troverete davanti capitoli più divertenti e leggeri del solito.
Certo, ci saranno le immortali "battaglie epiche" (che mondo sarebbe senza spargimenti di sangue?),
solo che l'atmosfera di fondo sarà più rilassata. Almeno nella prima parte.

Ho una cortesia da chiedere alle persone che già sanno come proseguiranno le cose: nel caso decidiate che vi annoiate abbastanza da commentare,
per favore evitate spoiler di qualsiasi tipo.
Adottate il comodo metodo "alla Mala_Mela", ovvero: "ahah, non vedo l'ora di vedere cosa diranno tutti
quando scopriranno che XXX è con XXX, e che XXX ha XXX XXX!"
Non ci capisco niente nemmeno io, ma almeno non sono spoiler gratuiti! XD

Prima che ve (e me) lo chiediate: ovviamente compariranno tutti i personaggi 'adulti', nessuno escluso, ma saranno quasi comprimari.
E, altrettanto ovviamente, dato che è il mio personaggio preferito Naruto sarà pressoché onnipresente!

Ovviamente, riapre l'iniziativa "Birthday Presents"!
Comunicatemi la data del vostro compleanno (con decente anticipo), e io provvederò ad esaudire le vostre richieste! ^^

Curiosità: provate a cercare su Google "ananas della Foglia" e guardate un po' cosa vi esce! XD

Due parole per le persone che hanno gentilmente commentato l'ultimo capitolo di Sinners e necessitano di una mini risposta.
Reina: ohohoh... mi sa che la dilettante sei tu! XD Vedrai...!
Rhymes: non so se e quando leggerai queste parole, ma non sono qui per l'ultimo capitolo di Sinners. Sono qui solo per ricordarti che non mi dimentico. Perchè ricordare è importante, e, nel mio caso, è tutto ciò che posso fare per starti, in un certo senso, vicina...
trinity87: ti fugo da subito ogni dubbio. Così come ho avuto il fegato di iniziare e finire Sinner in quel modo, avrò il fegato di bazzicare mille e mille pairing diversi. Solo perchè mi piace una certa coppia, non mi ci fossilizzerò affatto.
bambi88: sei la più pazza delle lettrici! XD Ma sapere che abbiamo gli stessi gusti in fatto di pairing è meraviglioso! Soprattutto per quanto riguarda Tenten... XD
1992: tua sorella? °_° Per Yumi dovrai attendere parecchio, ma alla fine verrai accontentata, fidati. Ed è OVVIO che io non abbia spiegato tutto, perchè se no come mi divertivo con questa fic?
endlesstars: oddio, scusa! Di solito quando non ci sono indicazioni in merito alla questione "ragazzo o ragazza?" tendo a mantenermi sul neutro, ma questa volta ho fatto lo svarione e sono caduta nella gaffe! -.- Chiedo perdono! e per quanto riguarda "i sanguinamenti", beh, volevo il lieto fine, è inutile! Altrimenti come me la giostravo questa fic, se non c'era chi doveva esserci? Comunque, se mai deciderai di seguire la storia, sappi che di sanguinamenti ce ne saranno un po'. E, per quanto riguarda i cattivi... detto francamente: Hebi per me è un team inutile. Neanche Kishi voleva perdere tempo a parlarne, poi la casa editrice lo ha obbligato. Per cui... io che posso, li ho eliminati in fretta!
_Eleuthera_: per qualche ragione, non ho ancora il tuo contatto! ç_ç
PatoPato: la consegna del coprifronte avvenuta sette anni dopo è più simbolica che altro. Il matrimonio è in un certo senso "la scusa" per sotterrare definitivamente l'ascia di guerra. Ovviamente, il perdono si è diluito nel tempo! ^^
Kaho_chan: certo che il gatto è ancora lì! XD E su, dai... Impegnati! Ci sarà poco di che preoccuparsi, per te. Pensa ai mocciosi, sì sì!
Charlie_2702: penso che il tuo sia il commento più lungo che abbia mai visto! Mi si sono illuminati gli occhi (dalla paura e dall'emozione) quando l'ho trovato! E poi, leggendolo, mi sono sciolta. Grazie, grazie davvero per tutte le cose che mi hai detto, mi hanno fatta andare decisamente su di giri! Potrei anche stampiare questo commento e incorniciarlo, direi! *_*

A tutti quanti: vi ringrazio infinitamente per i commenti che mi avete lasciato. Leggendoli qualche volta mi sono persino commossa, e davvero mi hanno resa fiera e orgogliosa. Non azzardatevi mai più a dire cose come "forse non ti sarebbe importato di leggere il mio commento", perchè è assolutamente falso. Io vivo dei vostri commenti, sono il mio sole e il mio pane quotidiano! Devo solo ringraziarvi perchè me li lasciate, e questo, signore e signori, è tutta la semplice verità.

Colgo l'occasione per ringraziare anche tutte le persone che hanno commentato le one-shot! Non ho mai occasione di rispondere alle vostre recensioni in quel caso, e quindi il mio grazie vi arriva da qui!

Aya
  
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