I cuori che amano sono tamburi di guerra.
Non andare, non andare, io lo so che questa é l'ultima volta se tu vai adesso, e il tempo che ho sprecato, e quello che ho ancora da sprecare?
E tutto ciò che non ho voluto dire, e tutto il resto che non vorrò dire? E le storie che non ho voluto ascoltare, e i consigli che non ho voluto seguire,
e gli insegnamenti che non ho mai imparato?
I cuori che hanno paura sono schioppettate a tradimento, nella schiena, non dalla trincea ma dalle torri,
gli spari codardi, quelli che te li ritrovi in corpo e te ne accorgi solo quando sei già in ginocchio.
Esangue nel tuo stesso sangue e sconfitto.
Tu sei andato via e la mia mano ancora tesa oltre la balaustra perché tu non ti sei fermato. Sei già sparito, e io a tremare.
La polvere, le ceneri, e tu ci voli attraverso come un angelo.
Fiero a fendere le nubi e la nebbia e le convinzioni, tu da solo, tu sempre da solo,
tu e il tuo sacrificio, tu e le tue spade, tu e il mondo che difendi alle tue spalle.
Per tutti sono campane, per me sono violini, sono corde di violino quelle che piangono dentro il mio cuore mentre tu combatti per me,
e una volta me l'hai spiegato, com'era quella cosa latina, quella delle corde e dei cuori?
I cuori che piangono sono intere orchestre senza direttore e io vorrei aver prestato attenzione perché ora non mi ritorna in mente,
e i miei contrabbassi, i miei violoncelli, le mie viole, i miei violini, nessuno sa più come coordinarsi in questo strazio mentre tu sei solo polvere e io non ricordo, non ricordo, non ricordo.
I cuori che si fermano sono boati di tabula rasa, un fragore sordo e poi tutto diventa chiaro,
tutto é distinto e discinto, nudo e crudo, sí, chiaro.
Forte e chiaro.
Tu fiero e disarmato, io smarrito e disarmante.
Finisce tutto in un solo istante, l'avevi calcolato, esangue nel tuo stesso sangue e vittorioso, vittorioso e morto e più vivo che mai,
tu da solo, tu sempre da solo, tu e il tuo sacrificio, tu e le tue spade, tu e il mondo che difendi alle tue spalle.
I cuori che si spezzano sono colpi di cannone.
(Cordia frangentes tormentorum fragores sunt.)