Ad un tratto il cielo si fece nero, cupo. Piano piano cadevano goccioloni di pioggia grossi come le lacrime che una bambina di 2 anni versa quando gli viene negata una barbie nuova.

Justin saltò giù dall'albero con disinvoltura. Io rimasi bloccata. Quella scena mi riportò in mente il giorno in cui volevo suicidarmi. Così, con gli occhi del tutto spalancati, rimasi inpalata sull'albero. Volevo piangere, volevo scendere, avevo la mente così confusa, sembrava che avessi un uragano in testa.
Tutti i ricordi più brutti mi tornarono alla mente. 

Quando finalmente tornai alla realtà, iniziai a sentire chiamare il mio nome.

                                    ''Mia, Mia'', ''Ci sei?''

Io scossi la testa, ancora un pò sotto shock, chiusi gli occhi ripetutamente diverse volte.
Finalmente ero tornata alla realtà. Così Justin mi aiutò a scendere.

In quel momento, in quel momento in cui lui mi strinse la mano per aiutarmi mi sentii protetta.
Protetta forse da un qualcuno che aveva bisogno di protezione, anche più di me.
Ma quel ragazzo, quel ragazzo con gli occhi grandi e color nocciola. I capelli biondo scuro.
Quel ragazzo con un uragano dentro di se.. era possibile che mi facesse sentire così? Lui?

Mi sorrise. Oh si, sorrise.
E non era un sorriso strappato con la forza. Era un sorriso che aveva voluto far lui.
Non l'avevo mai visto sorridere veramente, sapete, gli occhi luminosi, le fossette ai lati, i denti ben in vista.
In quel momento mi illusi che anche io lo facevo sentire bene, proprio come lui faceva con me.
Ma ci ero abituata alle illusioni, mi sembrava troppo bello per essere vero, anche se alla fine era una cosa futile.

Così ci incamminammo per uno stradone lunghissimo, pieno di palazzi sul giallo scuro. Uno stradone triste, vuoto.
I palazzi erano quasi tutti pieni di crepe. Nessuna auto, moto o quant'altro.
C'eravamo solo noi due, e l'autunno. Le foglie gialle come i palazzi, le sue nike rosse. I miei stivali neri, la sua felpa.
C'erano Mia e Justin, c'eravamo noi due, insieme. E questo contava.
Perchè non conta il luogo, ma la persona con cui sei. 
E giuro, che in quel momento avrei voluto fermare il tempo. Anche se eravamo in silenzio, mi bastava sentire la sua presenza.

                        ''Cosa succede Mia, ti stai percaso innamorando?''

Pensai ciò tra me e me, forse era così. O forse no.
In quel momento non riuscivo a pensare ad altro oltre che a lui.