Prologo: Memories.
                                                             
                                                                                                                                    Il ricordo è l'unico paradiso dal quale
                                                                                                                                              non possiamo venir cacciati.

Ricordo poco di quella mattina, e questo è strano dato che fu la mattina più importante della mia vita. Ricordo il freddo pungente, aghi che sembravano entrarti dentro, e la rugiada sulle foglie. Mia mamma che chiude la porta di casa e mi guarda sorridente. Quella mattina andammo al parco, e così fece un altro bambino con sua madre, a poche miglia di distanza. Sono sempre stata una bambina vivace, o almeno così dice mia madre, e fu per questo che appena entrata nel grande parco incominciai a correre e a correre.
E fu così che conobbi Josh. Anche lui come me correra, giocava con la neve incurante della voce della madre che lo chiamava e gli chiedeva di tornare indietro, perché c'era freddo, perché sarebbe potuto cadere.
Conobbi Josh quando lui senza neanche conoscermi mi lanciò una palla di neve dritto in testa. Dai racconti di mia madre so che mi girai infuriata e guardandolo dissi:
"Hai bagnato il mio cappello, stupido".
Di sicuro lui non se lo aspettava perché fece una faccia sconvolta. Però credo di essergli piaciuta, perché mi chiese il mio nome e io sussurrando risposi. Camille.
E in quel momento la mia vita cambiò.

Per i primi anni eravamo solo io e lui, Camille e Josh, due anime inseparabili. Non so dire quante sono state le volte in cui abbiamo litigato con i nostri insegnanti perché ci separavano, o quante volte prima dell'inzio delle lezioni ci rifugiavamo sull'albero poco lontano dal cortile della scuola e ridevamo, ridevamo e ridevamo. Non poteva esserci nessuno come Josh, lui era tutto.
Fino a quando non incontrammo Niall. Un meraviglioso ragazzo dai capelli biondi. E il nostro duo divenne un trio. Ci chiamavano spesso i tre moschettieri, e avevano ragione. Per i miei migliori amici, io ero intoccabile. Era come avere due fratelli, due meravigliosi fratelli.

Tutto andava per il meglio, fino a quando il mio cuore non iniziò a battere a velocità anormale in presenza di Niall, quando per stare meglio non mi bastava altro che un suo abbraccio, fino a quando capì che gli occhi di Niall erano gli unici occhi dal quale sentivo il bisogno di essere guardata con amore.
Fino a quando non mi innamorai di lui. Non gli rivelai mai i miei sentimenti, la nostra amicizia veniva prima di tutto, per entrambi. Noi tre venivamo prima di ogni cosa.


Poi lui partì.

E ogni cosa cambiò.