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Autore: emanuela89    09/09/2013    1 recensioni
Il vampiro che credeva di non meritare l'amore.
La ragazza che si era rassegnata a stare da sola.
Il destino li ha fatti scontrare.
L'amore li ha legati insieme per sempre.
La storia è ambientata dopo che Elena ha scelto Stefan e Damon ha deciso di andarsene. Dopo 20 anni il suo mondo viene travolto e forse anche lui avrà un lieto fine.
Ho iniziato a scrivere questa storia poiché spronata da una ragazza meravigliosa, di Facebook, qui si chiama sweet fairy (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=169352) eccola =D
Spero vi piaccia..
Un Bacio
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Damon and Alex'
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CAPITOLO 16

 

SEI UN VAMPIRO, NON UN MOSTRO

 

“Sono un vampiro!”

Ecco lo aveva detto! Il ragazzo non riusciva ad alzare la testa per vedere cosa stesse facendo Alex. Stringeva più forte le mani a pugno, molto probabilmente Alex lo avrebbe cacciato da un momento all'altro.

Quello che non si aspettava fu la reazione della mora.

Alex tremava, forse sarebbe scappata oppure gli avrebbe urlato contro, ma la prima cosa che le veniva in mente era 'Non esistono i vampiri' ma sapeva anche che Damon non la stava prendendo in giro. Era serio, e dalla posizione che aveva gli era costato parecchio dirlo ad alta voce e rovinare così quello che si stava creando fra di loro, teneva la testa bassa, le mani strette a pugno e se avesse potuto avrebbe pianto. Alex non c'è la faceva a vederlo così, le si spezzava il cuore. Le ritornarono in mente le parole che Claudio le aveva sussurrato in quella stessa cucina solo ieri 'È speciale e dovrai essere paziente e comprensiva con lui, ma Lui ti renderà felice', se questo ragazzo le era stato mandato da Claudio, voleva dire solo una cosa, vampiro o no, Lui aveva bisogno di Lei, e Lei di Lui. Forse dentro di se il moro pensava di essere un mostro ma Alex sapeva che non era così, lui era il ragazzo che l'aveva salvata, che l'aveva fatta ridere e l'aveva stretta a se per proteggerla dai suoi incubi, quel ragazzo non era un mostro, ma aveva bisogno di qualcuno che glielo ricordasse, e Lei lo avrebbe fatto. La mora, così, si poggiò sulle ginocchia, lentamente, per non spaventare il ragazzo, poggiò le mani sulle sue, sciogliendole, lui alzò lo sguardo e puntò le sue iridi azzurre nei suoi occhi, era sorpreso, non si aspettava questa reazione, poi lo abbracciò, sfiorando le sue gambe e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

Damon era spiazzato. Non credeva che Alex avrebbe reagito così, si aspettava pianti, urla e magari qualche schiaffo, ma lei lo aveva abbracciato, aveva fatto l'unica cosa di cui realmente lui aveva bisogno. Aveva bisogno di essere amato e di non essere lasciato solo. Dopo un paio di minuti il moro ricambiò l'abbraccio, stringendo i fianchi della ragazza e facendola sedere sulle sue gambe, lei si accoccolò sul suo petto inspirando il suo profumo. Restarono in quella posizione per ore, senza dire o fare nulla, quell'abbraccio diceva tutto quello che c'era da dire. Poi Alex decise di parlare, dicendo le uniche parole che lui voleva sentire, ma che mai nessuno aveva pronunciato.

“Non sei un mostro, Damon. Sarai anche un vampiro, ma non sei mostro, sei una persona eccezionale, e non sei solo.”

Il vampiro, nel sentire quelle parole dette così dolcemente, strinse un po' la presa sui fianchi della mora, poi fece una cosa che non faceva da molto tempo. Pianse.

Nascondendo il volto tra i capelli della ragazza, sfogò tutti gli anni di solitudine auto imposta, l'amore non corrisposto delle uniche donne che aveva mai amato, e la mancanza dell'ultimo pezzo della sua famiglia, suo fratello Stefan. La mora lo strinse a se, lasciandolo sfogare senza dire una parola, con una mano gli sfiorava la schiena e con l'altra gli spazzava via le lacrime dalle guance.

Quando le ultime lacrime lasciarono gli occhi del vampiro, gli diede un bacio sulla fronte, gli strinse una mano nella sua e alzandosi lo portò su con se. Lo guidò in camera da letto, gli levò la giacca e le scarpe, lasciando tutto sulla poltrona vicino al letto, lo aiutò a stendersi e dopo essersi spogliata anche lei lo raggiunse, accoccolandosi il più possibile vicino a lui, che di nuovo, la strinse a se con un braccio, facendogli poggiare la testa sul suo petto. Restarono stesi in quella posizione per un po', fino a che Damon non decise che era il suo turno di parlare.

“Non hai paura di me? Credevo mi buttassi fuori casa, e forse dovresti farlo.”

La mora sapeva che lui aveva ragione, sapeva che doveva cacciarlo, e il suo cervello gli diceva di avere paura, ma se il suo cervello gli diceva di avere paura e di scappare, il suo cuore gli urlava di restare e di stringerlo fra le sue braccia, perché anche se faceva il duro, anche se era un vampiro, aveva bisogno di essere amato, proprio come lei.

“Non ti butterò fuori, Damon. Non ho paura di te. Sei un vampiro ma non mi hai mai fatto del male, anzi mi hai protetto e aiutato, non sei cattivo. Hai solo bisogno di qualcuno che te lo ricordi, come io ho bisogno di non sentirmi sola.”. Appena finì di parlare, il moro singhiozzò, quindi la ragazza si alzò dal petto di quest'ultimo scoprendolo mentre cercava di trattenere le lacrime. Lo abbracciò costringendolo a nascondere il volto nell'incavo del suo collo.

Damon non piangeva da quasi vent'anni, ma lei era l'unica che lo aveva capito, era l'unica che era andata oltre la sua corazza, era l'unica con cui poteva essere se stesso, e in quel momento voleva solo piangere. Si sentì abbracciare e alzare dal cuscino, per poi ritrovarsi stretto al petto della ragazza, con il viso nascosto dal collo e dai capelli di lei, dove si lasciò andare in un pianto senza freni, stringendola ancora più vicina a lui.

“Non ti farei mai del male.” disse tra una lacrima e un singhiozzo.

“Lo so.” Sussurrò lei in risposta, lasciandogli un bacio fra i capelli.

Si addormentarono così, rilassati, felici e stretti l’uno all'altro. Con la consapevolezza di aver trovato quello che il loro cuore cercava da tempo.


Sono imperdonabile, lo so.... ma i problemi quando arrivano, sono sempre accompagnati da altri problemi più grandi!
Scusate.

  
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