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Autore: biberon    09/09/2013    3 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Ciao ragazzi, eccovi un altro capitolozzo. Sentite, non arrabbiatevi per gli errori di battitura, ma ... ho una tastiera schifosa.
tastiera: sarai bella tu.
Ecco, appunto.
Buona lettura! Un bacio a maty e a SmileSmoke



“Ferma, brutta ***** succhiasangue!”
Gwen si voltò di scatto e lasciò andare i polsi del ragazzo.
Per poco non svenne quando vide chi c’era alla porta.
“Ma tu non dovevi essere all …”
Duncan si alzò e guardò prima una e poi l’altra.
“Ma cosa …?”
Prima che potesse finire la frase che Bridgette fu addosso alla gotica e la buttò per terra, tenendola ferma per le braccia e premendole le ginocchia sulla cassa toracica.
“Fatti i cazzi tuoi!” ruggì Gwen alzando il piede e colpendo Bee al fianco.
Lei si accasciò a terra e l’altra l’afferrò per i capelli e la spinse contro il muro.
Bridgette scoprì i denti e fece un salto innaturale, alto almeno due metri, atterrando davanti a Gwen. Quest’ultima, per nulla intimorita, le prese un braccio e glielo piegò dietro la schiena.
La bionda afferrò Gwen per una spalla con l’altro braccio e si liberò.
Poi, tenendole stretti in mano i capelli le sbatté la testa contro il muro.
La dark gemette e Duncan vide con orrore formarsi sulla sua faccia delle crepe, come se fosse fatta di argilla.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHRRRRRRRRRRRRRRRG!”
Gwen afferrò Bridget per i fianchi e la lanciò in aria.
Lei si sollevò di qualche metro, poi ricadde sul pavimento pesantemente.
Si rialzò quasi subito  e fece un altro di quei salti enormi, atterrando sulle spalle di Gwen.
La gotica si divincolò e cercò di scollarsela di dosso mentre l’altra scoprì e denti e le addentò ogni centimetro di pelle possibile.
Gwen emise un latrato simile a quello di un lupo, si piegò in avanti e fece cadere l'altra per terra.
Quando si rialzò, la bionda aveva anche lei delle crepe in faccia.
 Tre, per l’esattezza, che andavano dalla fronte alle labbra.
Duncan indietreggiò schiacciandosi contro il muro.
“Ragazze, non capisco …” provò a dire, ma quando le teste delle ragazze ruotarono sulle spalle di trecentosessanta gradi e lui venne colpito da on’occhiata di fuoco, capì che avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio.
Loro due si girarono di nuovo con un cigolio impressionante, e dalla bocca di Gwen cominciò a sgorgare un fiotto di liquido blu che le colò lungo il mento e il collo …
“Aiuto!” urlò Duncan.
La gotica fissò gli occhi nei suoi.
Erano rossi.
“NON PUOI FARGLI DEL MALE!” sibilò Bridgette con un tono nasale, sempre meno simile alla voce umana.
“TU NON PUOI FARGLIENE!” rispose l’altra, afferrò il labbro inferiore di Bridgette e sollevò il braccio.
Il punk venne colpito da uno schizzo di sangue e ben presto una delle due stringeva tronfante in mano il labbro dell’altra.
La bocca di Bee era squarciata e divisa a metà, cosa che la faceva somigliare a  qualcuno che ha apopena subito un’indiente in macchina e uno stupro.
Si rialzò boccheggiante e colpì l’avversaria con uno schiaffo tanto potente da farla cadere all’indietro sulla testata del letto.
“TU MI HAI PORTATO VIA LA VITA!” urlò colpendola di nuovo.
Gwen non riuscì nemmeno a rialzarsi che Bridgette l’afferrò per una coscia e la sollevò in aria.
La fece roteare un paio di volte e poi la fece cadere di nuovo a terra.
La colpì con un calcio e lei si piegò in avanti, sputando ancora quel liquido bluastro.
Poi però riuscì a rialzarsi e ad afferrare la bionda per un piede.
La fece cadere a terra e le diede un pugno in faccia.
Bee si parò con la mano destra e si pulì un po’ di sangue blu che le colava dal labbro divelto.
Si rialzò e spinse la gotica con tutte le sue forze contro il muro.
La dark si riprese in un secondo, afferrò Bridgette per i fianchi e la sbattè contro la parete opposta facendola scivolare per un bel pezzo sul pavimento.
La stanza ormai era quasi distrutta: le assi del letto avevano ceduto, il pavimento era pieno di crepe come le loro facce e il muro pieno di buchi.
La gotica iniziò a prendere la bionda così forte a pugni che lei non ebbe il tempo di reagire.
La sua faccia somigliava sempre di più ad una ragnatela, per via di tutti i punti in cui era rotta.
“DIFENDITI; puttanella ruba amiche!” l’apostrofò Gwen.
Bee si guardò disperatamente intorno per cercare un modo per difendersi.
Poi addocchiò l’armadio.
Con tutte le poche forze rimaste gli colpi una delle gambe dell’aenorme mobile in mogano, che prese a traballare e a oscillare in avanti,
La gotica smise di picchiarla.
“Ma che …?!”
Prima che avesse il tempo reagire Bridgette si liberò della sua presa e la tenne stretta sul pavimento.
Colpì di nuovo l’armadio che s’inclinò in avanti.
“Sta venendo giù!” urlò Duncan.
Bridgette balzò sul letto.
Gwen aveva troppe ferite alle gambe per riuscire a spostarsi.
“NO!” urlò. “Bridgette, aiutami! Finiamo la battaglia in modo onorevole …”
Bridgette sorrise e agitò la mano per salutarla.
“NO! TI PREGO; BEE! NOI ERAVAMO … AMICHE!”
Bee scrollò le spalle e prima che Duncan potesse fare qualcosa per salvarla, l’armadio cadde in avanti sulla dark, schiacciandola completamente.
Si sentì il rumore di una ceramica che si spezza e un cocciò rotolò da sotto le macerie.
“GWEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEN!” urlò Duncan, correndo vicino al mucchio di legno spezzato che aveva sollevato un sacco di polvere.
“Non c’è niente da fare!” esclamò contenta Birdgette, pulendosi nuovamente il labbro. “Gwen è morta.”
Duncan cadde in ginocchio.
“Gwenny …”
 
All’improvviso si sentì una risata eccheggiare nella stanza.
Era una risata strana, nasale, inumana, spaventosa, inquietante che invase tutta la camera.
All’improvviso le finestre si chiusero di scatto e le tapparelle scesero schioccando.
Le pareti, che erano bianche, inizarono a colarsi di nero … un’onda di vernice nera salì dla nulla a colorare lentamente le pareti e a divorarne il candore …
La porta sbatté fortissimo.
“AHAHAHAAHAH!AHAAHA …”
“Ma che diavolo …?” chiese Birdgette, guardandosi in torno.
 

 
   
 
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