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Autore: LarryTranslations    09/09/2013    3 recensioni
Louis annuisce, forzando un sorriso perché cos'altro potrebbe fare? Non è Dio e non è neanche un fottuta persona che fa miracoli.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa oneshot è una traduzione dell'omonima inglese, potrete trovare l'originale QUI
Questo è il permesso dell'autrice.


Forget me not.

Louis comincia a contare le settimane. Hanno detto loro due mesi, tre al massimo (ma quando ti viene detto che qualcuno che ami sta morendo, cos'è un altro mese? Se ne sarà andato entro l'anno prossimo, non importa quello che fai.) e,  quando spuntò il 30 Giugno dal calendario, si chiede come diavolo faccia Harry a comportarsi come se non fosse successo nulla. Sono stati 15 giorni. 
Hanno ancora 11 settimane (al massimo).
I numeri sono scritti così piccoli che, se fossi strabico, sarebbe come guardare nient'altro che una massa informe di rosso nell'angolo della casella. Non vuole che Harry lo veda, non vuole fargli sapere che non ci sarà più un Harry Styles nel mondo entro 11 settimane. Sul serio, come lo si può mettere sulle spalle di un diciannovenne? Non è giusto. Nulla di tutto questo lo è.
"Tè?"
Harry è appoggiato allo stipite della porta, un berretto a coprire i suoi ricci e Louis si chiede quanto tempo sia stato fermo lì. Quanto tempo avrà finché non potrà più stare lì. 
L'intero dannato mondo non è giusto.
Louis annuisce, costringendosi a sorridere, perché cos'altro può fare? Non è Dio e non fa nemmeno miracoli.
(la sua pelle era sempre stata così pallida?)
.
"Louis, mi fai un favore?"
"Cosa?"
"Non trattarmi come se fossi fatto di porcellana."
.

E' sorprendentemente soleggiato per l'Inghilterra. Cosa ancora più sorprendente è il fatto che hanno un giorno libero, possono godersi il calore senza dover stare seduti ore e ore a firmare autografi, o qualcosa di simile.
Sono ritornati nel Cheshire e Louis sa che non sarebbe dovuto andare, sa che sarebbe dovuto andare a Doncaster e lasciare Harry da solo con la sua famiglia, ma è egoista. Non vuole perdere di vista Harry neanche per un secondo, cosa succederebbe se?
Anne non sembra dargli molto peso però. E' come se sapesse che sta succedendo qualcosa (che è impossibile dato che ricorda chiaramente quando Harry l'ha pregato di non dire niente a lei, Robin e Gemma. Non vuole farli preoccupare.) e gli dà il benvenuto a braccia aperte, chiedendo se sarebbero stati nella camera di Harry o nel bungalow.
Hanno scelto la camera di Harry.
("Va tutto bene, Lou. Abbiamo un sacco di tempo per ritornare al bungalow prima che... hai capito.")
Louis si domanda se sa che rimangono solo nove settimane. 
.

Il parco è carino in questo periodo dell'anno. Tutto è così verde, fresco e nuovo e Harry pensa che forse gli potrebbe mancare. Tutto è vivo. 
"Avrei voluto portare i miei figli qui." mormora. 
Le dita di Louis scorrono su quelle di Harry, stringendole e non lasciandole. "Racconta."
"Gli sarebbe piaciuto, penso. Spero." Louis annuisce in segno di incoraggiamento, confessandogli che sì. Gli sarebbe piaciuto. "E giocherebbero. A calcio, o inseguirebbero un fresbee, o qualcos'altro. Il sole splenderebbe, proprio come oggi,  e gli prenderei un gelato dal camioncino e in qualche modo non ci saremmo fatti riconoscere. Non ci sarebbero telecamere, paparazzi, solo noi. Divertendoci, e... e Darcie si sarebbe lamentata perché fa troppo caldo, e Leo la l'avrebbe presa in giro per il suo comportamento da femminuccia, e alla fine saresti tu a fare i conti con loro perché io farò il padre figo, okay?"
Gli alberi inizino a confondersi insieme, come gli occhi di Louis ad offuscarsi. 
(Dopo ciò, comincia a contare i giorni.)
.

Cinquantasei si tramutano in quarantanove, poi quaratadue quando il loro tempo fu riempito da registrazioni (si riempie), prove e vendite promozionali. Harry passa il Martedì mattina rigettando nel bagno mentre Louis gli accarezza la schiena con una mano e mantiene i capelli lontano dalla fronte con l'altra.
"Faresti meglio a indossare le bretelle al mio funerale oppure ti perseguiterò fottutamente, Tommo, giuro."
"Non dirlo."
"...mi dispiace."
.

"E un grande regalo per voi ascoltatori di Radio One, abbiamo i ragazzi degli One Direction in studio oggi! Come va ragazzi?"
Liam sorride, risponde come al solito "Stiamo tutti bene, grazie. Tu invece?" e ignora volontariamente i due alla sua sinistra che si stanno facendo piedino.
"Bene, è fantastico. Vi aspetta un anno molto impegnativo, ho ragione?"
"Sì è vero." è la volta di Zayn, sporgendosi in avanti e appoggiandosi sui gomiti quando parla nel microfono. 
"Il nuovo singolo sarà fuori il prossimo mese, seguito dal nuovo album tra... tra quanto Liam?"
"E' tra circa 12 settimane, quindi tra almeno due mesi"
"Sì, due mesi. Poi saremo in tour, quindi ci aspettano molte prove. Abbastanza impegnativo, sì."
"Com'è tutto questo per te, Harry?" chiede Nick, rivolgendo la sua attenzione verso il ragazzo con un soffice rossore sulle guance e un ventenne compiaciuto seduto al suo fianco. "Ho sentito dire che sei stato un po' male di recente, adesso va tutto bene?"
Harry si schiarisce la gola, strofinando le mani sulle ginocchia del suo completo di denim quando dice quello che ha detto molte volte precedentemente. "Sto migliorando. Non completamente (non sto ancora bene), ma sto definitivamente migliorando. E' stata un'intossicazione alimentare, penso... l'ultima volta che Louis ha cucinato la cena." aggiunge con una risata, forzata e dolente per Louis da sentire, ma sembra perlopiù credibile. 
Prova ad essere offeso, lo è realmente. Riesce persino a farsi uscire un piccolo "Hey!" di protesta per il bene della radio, ma dentro vuole piangere. Vuole urlare. Vuole fare qualcosa per far capire a tutti che non sta bene. Non è tutto un arcobaleno e un raggio di sole, e lui odia che sia l'unico a conoscenza del fatto che quando arriverà il momento del tour, non ci saranno più gli One Direction. 
Ma Harry vuole che lo sappiano meno persone possibili, così Louis rimane zitto e lascia che le punte delle sue dita tocchino il ginocchio di Harry. 
Per quaranta giorni, è qui. 
.

"Cosa stai scrivendo?"
"Lettere d'addio."
"Oh."
.

Una settimana più tardi li trova con un giorno libero, rannicchiati nel letto con qualche programma scadente in TV sulle  top cinquanta boybands. Due tazze di té si stanno raffreddando sul comodino.
"Sai" comincia, allungandosi pigramente quando la canzone cambia da quella dei Westlife a quella dei Backstreet Boys, "sarebbe  abbastanza figo se ci entrassimo anche noi un giorno. Per esempio, immagina a quest'ora l'anno prossimo e--"
E Harry si ferma dato che si è appena ricordato che non ci sarà un "a quest'ora l'anno prossimo". Probabilmente non è lontano dalla verità, perché Harry non si sofferma su questo genere di cose,  e per una volta Louis spera veramente che lo faccia, perché quello sguardo? Non vuole vedere di nuovo quello sguardo sul volto di Harry. 

Così lo attira più vicino, petto contro petto e il naso sepolto dentro i suoi soffici ricci che sono molto meno ricci adesso di quello che erano prima. 
"Ci saremo." sospira, accarezzando col pollice la parte posteriore del collo di Harry. "Un giornoci saremoo."
Harry si lascia sfuggire un piccolo gemito e Louis sente dell'umidità sul suo collo, ma non commenta. Sta cercando di ignorare la cima del comò dove sa che dieci buste sono nascoste sotto un paio di calzini blu sbiaditi.
"Ci rendi brillanti, Harry." ingoia, alzando la voce solo per le proprie orecchie e sperando di essere l'unico ad averlo sentito. "Noi.. noi non siamo noi senza di te."
E' sincero, è così sincero che fa male e loro stanno lì in silenzio, lasciando che li circondi mentre entrambi provano a continuare ad ignorarlo.
Dopo un po', e Louis non è sicuro di quanto tempo, Harry sussurra qualcosa di amaro.
"Ci rendi anche tu brillanti, Louis."

.
 
Il giorno dopo Louis segna il ventisei sul calendario, vanno in Australia.
Harry indossa jeans e maglietta perché ha più freddo di quanto ne dovrebbe avere in un clima di 16 gradi Celsius, e Louis indossa una maglietta a tre quarti per non farlo sentire solo. 
E' bello essere ritornati giù dove il mare è sempre pulito e  le persone sempre gentili. E' un cambiamento dall'Inghilterra, la fa diventare una vacanza più che una cosa di lavoro.
Sono in spiaggia, tutti e cinque, con Liam che fa surf e Niall e Zayn che sono seduti sotto l'ombra di un ridicolo ombrellone. Harry e Louis sono vicini alla riva, seduti abbastanza lontani che il mare può raggiunge solo le punte dei loro piedi, ma vicini abbastanza da poter ancora odorare il sale nell'aria.
"E' bello." dice Harry dolcemente, trascinandosi sulla sabbia abbastanza vicino da poter far riposare la testa sulla spalla di Louis. 
"Hmm" mormora Louis, nella parte bassa della sua gola quando circonda con un braccio la schiena di Harry. Nonostante sia il più alto dei due, Harry non ha nessun problema a mettersi al suo fianco, gli arti sicuramente non sono proprio in una posizione comoda, ma Harry non si lamenta. (Non si lamenta di un sacco di cose) "Lo è."
Qualcosa di caldo avvolge lo stomaco di Louis quando il naso di Harry è sul suo collo, con gli occhi chiusi e un sorriso dolce sulle sue labbra screpolate. Vorrebbe congelare questo momento, tenerlo al sicuro per sempre solo per loro due per tornare indietro e riviverlo ancora e ancora, ma non può.
"Mi è sempre piaciuta l'Australia." le parole sono mormorate fiaccamente, le labbra di Harry si sfregano sulla pelle di Louis mentre parla. "E' sempre stato un gran posto per noi... per essere noi."
E Louis vuole chiedere, perché cosa diavolo significa? Ma il respiro di Harry si è già regolato e no n hai il cuore di svegliarlo. Invece lui rimane seduto lì, il sole che risplende su entrambi, e cerca di memorizzare quanti  più piccoli dettagli può di questo preciso momento anche se sa che non è abbastanza. Potrebbe avere una foto del ricordo perfetto, e non sarebbe mai abbastanza.

.
"Lou?"
"Sì?"
"Penso... penso di aver bisogno di un piccolo aiuto."
.

Harry entra nell'ospedale con quindici giorni rimanenti, ma Louis non crede di durare(che durerà)  così a lungo. E' pallido, incredibilmente magro, e Louis è spaventato, okay?
La storia pubblica è che si sta rimuovendo l'appendice, perché ancora non vuole che qualcuno sappia. ("Tanto lo scopriranno a breve, in ogni caso. Cosa sono poche settimane rimanenti a nascondersi, alla fine , eh?") Fanculo, neanche Anne conosce la verità. 
E' solo Louis.

"Non ho provato trattamenti perché non voglio passare il tempo che mi rimane dentro e fuori gli ospedali." La voce di Harry risveglia Louis dalla trance in  cui è stato per solo Dio sa quanto. E' rauco, come se avesse bisogno d'acqua, ma Louis sa che ha già bevuto  due bottiglie da 500ml di acqua.  "E' stata una buona idea."

Louis respira a stento, prendendo la mano di Harry tra le sue, e stringendola. Non sa cosa dire, non è lui quello steso su un letto d'ospedale con dei tubi che gli spuntano fuori. Non sa cosa si prova a star morendo. 
"Se potessi cambiarlo, lo farei. Farei di tutto Harry."
"So che lo faresti." sorride Harry, piccolo e triste. "Mi stai salvando da quando avevo sedici anni, ma tu... tu non puoi salvarmi adesso."
Louis si mordicchia il labbro, i suoi occhi sono vitrei e si sente così fottutamente egoista ad essere quallo che piangequando dovrebbe essere proprio lui a confortare Harry. "Sono così dispiaciuto, sono così..."
C'è una leggera pressione sulla sua mano, non molta, ma è abbastanza da farlo respirare più facilmente. "Lo so, Lou. Ma non è colpa tua. Non puoi essere Dio." Louis annuì, sollevando le loro mani unite per stampare un bacio contro le sue nocche. Hanno freddo, sono (sono fredde e) appiccicaticce, ma Louis assapora l'emozione perché Harry è ancora qui. "Solo... promettimi una cosa, okay?" 
"Qualunque cosa."
Harry chiude gli occhi concisamente, un piccolo rossore si espande sulle sue guance e Louis pensa che è la cosa più bella che ha visto in settimane. "Non dimenticarmi."
"Non lo farò." respirò determinato. "Non lo farò, promesso. Come potresti- fanculo, Harry. Non potrei mai, mai dimenticarmi di te."

Harry riderebbe, se solo avesse l'energia. Invece sorride, una debole promessa di fossette sul suo viso, "Me ne stavo solo assicurando."
Sono seduti così per un po' ancora, le mani unite forte con il monitor del cuore che suona regolare, un lieve rumore nella stanza silenziosa. Silenziosa fino a che-
"Ricordi cosa ti ho detto riguardo alle lettere, giusto?"
Louis annuisce. "Cassetto in alto. Dalle a loro dopo--" si schiarisce la gola, gli occhi cadono sulle pieghe candide del copriletto. "Dopo. E assicurarmi di esserci quando avranno bisogno di me. Prendermi cura di Anne e Gemma, e i ragazzi--"
"E lascia che loro si prendano cura di te"
"Sì."
"Dico sul serio, Louis." afferma Harry, picchiando sull'altra mano per fargli alzare lo sguardo. "Avrai bisogno anche tu di qualcuno, così se proverai a fare tutto il duro e il macho, Dio mi aiuti,  ti perseguiterò finché non sarai vecchio e grigio."
Succhiando il labbro inferiore  nella bocca, Louis inclina la testa a lato, sospirando. "Non suona così male."
L'espressione di Harry si ammorbidisce , guarda Louis come se fosse un cucciolo bisognoso di una casa, e Louis sa che non dovrebbe fare questo, dovrebbe essere forte, ma se questi giorni sono la sua ultima possibilità per attirare l'attenzione di Harry allora sarà egoista. "E tu non mi dimenticherai, okay? Dovunque andrai; paradiso, limbo, persino un'altra fottuta vita, solo... non dimenticarmi."
"Non ricorderò nient'altro."
.

I ragazzi visitano presto il giorno dopo portando sorrisi e uva, pieni di ottimismo. Niall si lamenta riguardo al fatto che gli manca la cucina di Harry e Liam gli ricorda che non c'è niente da preoccuparsi nel rimuovere l'appendice. Che lui starà bene, si alzerà e correrà di nuovo in niente. 
Harry ascolta con un sorriso sul volto, prendendo il momento e salvarndolo nella memoria. 
A metà del discorso di Liam, Louis si scusa per andare in bagno. I corridoi sono perlopiù vuoti, solo alcuni membri dello staff sparsi in giro e è grato che si possano permettere una clinica privata. Non crede che riuscirebbe a contenersi, se dovesse fingere un sorriso in questo momento.
Il bagno non è occupato, ringraziando dio, e Louis si assicura di chiudere bene la porta dietro di lui prima di cadere sul pavimento, con la schiena premuta sul legno fresco, mentre le sue mani si alzano a coprire la faccia, sopprimendo un piccolo singhiozzo. 
Non può farlo.  
Non può guardare Zayn sorridere a Harry, guardare Niall e Liam chiacchierare eccitati sul ritornare in strada di nuovo, sapendo che invece non accadrà-- non nel modo in cui vogliono loro. 
E' troppo. 
Le fredde piastrelle blu cigolano contro le sue converse, il rumore troppo forte e ruvido, e improvvisamente non riesce a respirare. Tutto è confuso; la luce, il silenzio, il senso che lui è oh così solo in questo. Desidera non aver mai fatto le audizioni di x-factor, non aver mai incontrato Harry e non aver mai preso parte agli One Direction perché almeno non si sentirebbe così. Come se fosse troppo grande per la sua pelle, come se ci fosse qualcosa dentro di lui, che si fa strada verso la superficie.
Come se lo stesse esplorando.
Ma sa che, se gli venisse data la possibilità, non avrebbe mai cambiato cambierebbe una dannata cosa. Perché non importa di come le cose vadano male, conoscere Harry e conoscere il resto dei ragazzi l'ha fatto sentire così vivo, e deve loro di essere forte. Per mantenere le promesse che ha fatto,  rialzarsi e non nascondersi in un bagno, piangendosi (a piangersi) addosso.
Sa che quando lascerà la questa stanza, quando si alzerà, si metterà a posto e aprirà la porta, non potrà abbattersi di nuovo. 
(Dieci minuti ancora, pensa)
.

Il giorno seguente Harry non può mandare giù la colazione, rigettandola violentemente in una borsa di carta fornita da un'infermiera. Louis sospira parole tranquillizzanti nel suo orecchio, passando le dita tra le ciocche sudate dei suoi capelli, mentre fissa lo sguardo sui lineamenti di Harry, ora pallide e accigliate.
"Va tutto bene, piccolo." sussurra piano. "Va tutto bene."
Sanno entrambi che no, è ben lontano dall'andar bene. Ma nonostante ciò, Harry si lascia andare nel suo abbraccio, dopo essersi risciacquato la bocca e lavato i denti, gli occhi chiusi e il respiro irregolare
.
"Qui," dice Harry, raggiungendo sotto il cuscino per qualcosa di fresco e duro. Il sole sta apparendo, un bagliore di rosa e arancio visibile tra le tende parzialmente aperte. "Voglio che tu abbia questo."
Un aereoplano di carta d'argento sfila dal suo collo magro, ora un po' meno freddo al tocco dopo essere stato stretto nel pugno di Harry. Cade sul palmo di Louis leggermente, il colore è un magnifico contrasto contro la sua pelle abbronzata.
"Harry..."
"No, per favore. Voglio che tu lo abbia."
Louis ingoia, dopo annuisce. Harry non si  è mai tolto quella collana, mai dal suo diciassettesimo compleanno quando gliel'aveva regalato in una scatolina graziosa, con un fiocco bianco. "Okay."
Harry sorride, piccolo e quasi sollevato, prima di stendersi nuovamente sui cuscini. "Raccontami una storia, Lou."
"Su cosa?"
"Qualsiasi."
Schiarendosi la gola, Louis mette in moto la sua mente per qualcosa di divertente, qualcosa con un c'era una volta e un lieto fine, ma non riesce a formulare nulla. Così va per qualcosa di semplice, qualcosa di caldo e familiare. Qualcosa di loro. 
"Il nostro primo party della vigilia dell'Anno Nuovo era folle." comincia. "C'erano quante, un centinaio di persone? Centocinquanta? Tutti compressi nel nostro appartamento. Non conoscevo neanche la metà delle persone lì, amici di amici e le loro metà, bevendo alcolici scadenti e mangiando crackers del discount. Ti rovesciasti la birra addosso, ricordi? L'hai dovuta cambiare un'ora e mezza prima della mezzanotte... l'hai cambiata con una mia, ti ricordi Harry? Quella a quadretti? Non l'avevo mai indossata, e non l'ho mai fatto perché è come se fosse diventata tua adesso, no? E sei fantastico con quella , Harry. Davvero. 
"Tieni a mente che sei fantastico con tutto. Penso che ci siano miliardi di persone che lo possono provare. Qualche volta devo ricordare a me stesso che non dovrei fissarti" ridacchia, abbassando la testa "ma qualche volta non posso farne a meno, perché tu sei proprio lì. Sei sempre lì ed è come se  fossi una parte di me adesso, gravito verso di te e tu sei... tu sei tu. 
"E io ti amo." non può guardare Harry, non può incontrare i suoi occhi quando dice questo perché è vero e nonostante stia indossando molti vestiti, non si è mai sentito così nudo. "Non sei solo il mio migliore amico, Harry. Sei- tu sei tutto. E non posso credere che non l'ho mai realizzato fino ad adesso, fanculo, sono così un idiota, ma... ma io ti amo. Sono innamorato di te, Harry."
C'è silenzio per un minuto, una pausa dove Louis aspetta, trattenendo il respiro perché fanculofanculofanculo. Un altro secondo passa, seguito da un altro, e lui rischia uno sguardo verso il ragazzo più giovane. 
Harry si è addormentato, gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte, la curva di un sorriso sul suo volto. Sembra in pace. 
Ed ecco che Louis sente la linea retta.
.
Il funerale è bellissimo. Louis indossa le bretelle perché ricorda chiaramente Harry che gli dice di farlo, e Gemma piange sulla sua spalla quando la bara viene abbassata nel suolo.
Guarda con un nodo alla gola e un peso nel suo cuore.
.

Louis, 
se stai leggendo questo allora sono morto, e non osare sussultare a questa parola perché è la verità. Anche, questo è il più grande cliché di apertura per le lettere d'addio, quindi saltiamo alla parte dove ti dico di essere forte, okay?
Lo dico davvero. Voglio che tu faccia quello che io non ho potuto fare, ed è vivere. Voglio che tu viva per me Louis, quindi farai meglio a farlo. Divertiti, innamorati, sii un po' pestifero. Ma non dimenticarmi. 
Ti amo. E probabilmente avrei dovuto dirtelo quando ero vivo, ma ero un codardo. (O chissà, avrei potuto anche avertelo detto. Ho ancora un po' dopo aver scritto questo-- sì, ho letto cosa hai scritto sul calendario.)
Non c'è molto altro che io possa dire, sei stato con me ogni passo del cammino. Voglio ringraziarti per questo. So che non è stato facile, doverlo tenere nascosto a tutti quanti, ma l'hai fatto. L'hai fatto per me, e non lo dimenticherò mai. Grazie mille, Louis.
E per favore, lascia che gli altri si prendano cura di te tanto quanto tu ti prendi cura di loro, okay? Ti controllerò, ma sei tanto da gestire, quindi dovrai permettere anche agli altri di essere lì. Ti meriti così tanto amore, così tanta felicità, quindi ti prego. Non rinchiudere il tuo cuore dopo questo.
Per sempre, Harry.  
.

Il sole splende e c'è un camioncino dei gelati parcheggiato all'angolo. Darcie cade a terra sui suoi piedi cercando di calciare la palla a Leo, e Louis sorride, portando una mano dove la sagoma di un aeroplano di carta d'argento è sul suo collo sotto la maglietta di cotone. 


Fine.

Note della traduttrice: è stato pazzesco tradurre questa os. Ho pianto e mi auguro che anche voi l'abbiate fatto dato che è piena zeppa di Angst (è masochismo leggere 'sta roba, lo so)
La potete trovare anche nel blog di traduzioni sul nostro tumblr. Detto questo mi auguro che questa sia stata una traduzione soddisfacente per voi :) 
Baci, Ange. 
   
 
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