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Autore: AccioNox    09/09/2013    0 recensioni
Mi dissi che era buffa la vita, mi trovavo seduta vicino all'uomo che più di ogni altra cosa al mondo desiderava restare nel luogo dal quale io cercavo di fuggire.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Certo che, è davvero la città più bella del mondo, non trova?
 

 

Era stata una giornata frenetica.

La fine dell'anno scolastico era alle porte e ormai non avevo più voglia neanche di vedere un libro.

Percorrevo alla luce del tramonto una delle mie strade preferite da dove potevo scorgere tutta la città.

Lì c'era una piazzola con una panchina, vi era seduto un signore. Guardava ammirato il panorama dinnanzi a lui.
Restai affascinata da quella scena, dal modo in cui i suoi occhi scrutavano il paesaggio e da come la sua bocca, piegata in un sorriso, illuminava di felicità quel volto burbero.

Mi sedetti vicino a lui sulla panchina e alzai gli occhi all'orizzonte.

La città era illuminata dalla luce del tramonto, sfumature dal rosa all'arancione si contendevano la scena. Era stupendo. Avevo sempre considerato la mia città di una bellezza unica ma mi ero sempre sentita oppressa lì, fuori posto. Il mio desiderio di viaggiare, di andare via e di vivere mille altre vite al di fuori di quella non mi faceva apprezzare la città che mi aveva vista crescere quanto quell'uomo stava facendo.

Osservava quel panorama in estasi, mentre io desideravo guardare quel tramonto dall'altra parte del mondo.

-Certo che, è davvero la città più bella del mondo, non trova?- interruppe il silenzio con questa domanda.

Sorrisi ascoltando quel tono d'ammirazione. Lo stesso che usavo io quando parlavo dei tanti viaggi che avrei voluto fare.

-Si, una delle più belle.-

Il signore annuì continuando a guardare l'orizzonte. Era perso in quella visione.

-Vorrei solo rimanere qui.- disse tra sè.

-Perchè, lei dove abita?-

Si girò e mi guardò per la prima volta, i colori pastello si rifletterono nel suo sguardo. Mi sorrise indicandomi il palazzo alle nostre spalle.
Abitava lì?

-Non capisco, lei allora ab..-

-No.- M'interruppe amaramente. -Quella è casa mia ma lavoro fuori dal paese, torno qui almeno una volta ogni due anni.- Sorrise triste tornando a guardare lo spettacolo che i suoi occhi riflettevano.

Era triste, tremendamente.

Parlammo ancora, e mi disse che lavorava per una compagnia, era il direttore degli affari esteri.

Non ebbi il coraggio di chiedergli se quel lavoro gli piacesse, ma speravo con tutto il cuore di si. Se qualcosa ti priva della felicità dello stare nel tuo posto preferito sulla terra, spero che almeno sia qualcosa che ti piace.

Da quel momento non parlammo più, ci limitammo ad ammirare ciò che la natura e l'uomo ci offrivano.

Mi chiesi perchè quello non fosse il mio posto preferito, perchè non fossi così felice di stare lì quanto quell'uomo. E mi risposi che era normale. Per me, quel posto era casa e sarebbe stato sempre stupendo ma mai quanto le avventure che il mondo mi offriva fuori di lì. Infiniti paesaggi e città da scoprire. Mi dissi che forse, un giorno, dopo aver visto tutto ciò che c'è da vedere sarei tornata a casa, mi sarei seduta su quella panchina e avrei contemplato quel posto come quell'uomo. Forse, un giorno, casa sarebbe stata davvero il mio posto preferito sulla terra. Ma non in quel momento. Era il momento di scoprire, di evadere, e avrei fatto qualsiasi cosa per andare via di lì.

Mi dissi che era buffa la vita, mi trovavo seduta vicino all'uomo che più di ogni altra cosa al mondo desiderava restare nel luogo dal quale io cercavo di fuggire.


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Questa è una cosa davvero accaduta.
Non dimenticherò mai la magia che quel giorno alleggiava nell'aria,
non dimenticherò mai quel signore e il mistero che lo circondava.
Mi ha lasciato un ricordo ormai indelebile nel cuore.
Quella fu una giornata speciale, con una persona speciale.
Grazie di tutto.


 

  
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