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Autore: SammyWritesFicSometimes    09/09/2013    0 recensioni
Non è esattamente facile essere il figlio gay non dichiarato del candidato conservatore alla presidenza dell’America. È per questo che Blaine Anderson cerca l’amicizia di Kurt Hummel, il figlio dichiarato-e-fiero dell’opponente di suo padre. Ma quella che comincia come un’amicizia riluttante può finire per avere un maggior impatto sulle elezioni di quello che entrambi possano immaginare. Perché innamorarsi non è mai stato parte del piano.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note della traduttrice: D’ora in poi non prometto più niente, perché a quanto pare in questo periodo non ho facoltà di rispettare le scadenze che mi impongo. Spero di riuscire ad aggiornare sempre una volta alla settimana.
 
Ah, e prima che me ne dimentichi, ragazze, devo dirvi una cosa.
 
Vi amo. <3
 
Sì, lo so, non vi ringrazio mai – tranne che nelle recensioni – e sono acida e insensibile. Ma non mi sarei mai aspettata che così tante amabili persone avrebbero seguito la mia traduzione. Quindi oggi faccio uno strappo al mio voto di casta alterigia e vi amo tutte.



 
 
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Blaine viene finalmente dimesso di domenica mattina, una permanenza anche più lunga di quanto s’era aspettato che sarebbe stata procurata dall’insistenza di suo padre. Kurt aveva ragione, comunque: Blaine ha una pessima cera. Esibisce un livido nero-violaceo sul suo occhio destro, e ancora sussulta a certi movimenti.
 
Tuttavia quando torna a casa, manda semplicemente giù gli antidolorifici dalla credenza e si ritira in camera, silenzioso mentre la signora Anderson guarda le sue spalle in ritirata da sopra la propria tazza di caffè. Blaine si appresta subito a caricare il cellulare, che l’ha abbandonato la prima notte all’ospedale. Appena ha riacquistato abbastanza batteria da vibrare alla vita, lo avverte delle cinque chiamate perse e delle dozzine di messaggi che ha ad aspettarlo.
 
Prevedibilmente, la maggior parte è da Kurt.
 
Kurt: Blaine! Ho appena letto i giornali e tu NON sei uscito ieri sera. Mi aspetto una spiegazione, se non ti dispiace.
 
Kurt: Non posso credere che mi hai lasciato andare via così, Blaine! Sai cosa ti sarebbe potuto succedere?
 
Kurt: Almeno posso tornare e vederti?
 
Kurt: Oddio, a meno che non hai mentito perché non mi vuoi lì.
 
Kurt: Merda, mi dispiace! Avrei dovuto parlartene prima di venire, vero?
 
Kurt: Se non mi vuoi più attorno, ti capisco. Solo, dimmelo la prossima volta, okay? Non me la prenderò o cose simili.
 
Kurt: Va bene, probabilmente dovrei finirla di messaggiare – probabilmente hai bisogno di riposo. Ma spero che smetta presto di fare male, Blaine.
 
Per quanto il suo spirito possa essere fuori luogo, Blaine non può fare a meno di ridere alla progressione dei messaggi. Kurt suona, be’, suona adorabile. Blaine richiude la porta della sua camera e si piazza sul letto, ragionando tra sé che Kurt evidentemente è stato preoccupato per lui e sarebbe solo la cosa più appropriata chiamarlo subito. Dimenticando il fatto che la madre di Blaine lo ucciderebbe se scoprisse che sta portando i germi dell’ospedale su tutto il suo letto, Blaine scorre comunque attraverso i suoi contatti finché non trova il numero di Kurt.
 
Blaine!” esclama Kurt con preoccupazione, rispondendo dopo un solo squillo.
 
“Ehi, Kurt,” dice Blaine con naturalezza. “Ho appena caricato il cellulare e letto i tuoi messaggi. Di sicuro mi hanno rallegrato la mattinata.”
 
“Perché stai – oh mio Dio, li hai trovati comici, non è vero?” dice Kurt con indignazione. “Blaine, hai la minima idea di quanto fossi terrorizzato?”
 
“Cosa, per la mia salute o per la possibilità che ce l’avessi con te?” chiede Blaine, mettendosi comodo contro la testiera.
 
“Tutt’e due!” dice Kurt. “È venuto fuori che sei solo un deficiente che mi ha mentito.”
 
“Ehi!” dice Blaine, ferito. “Stavo bene, davvero. Kurt, non è che stavo morendo o roba si-”
 
“E se fosse stato così?” sfida Kurt. “Se stavi morendo e io ti lasciavo in quel modo così potevo godermi la serata e-”
 
“Hai ragione,” dice Blaine, “avrei potuto morire. Quindi puoi compensare per aver lasciato un uomo morente raccontandogli giusto dov’eri venerdì sera?”
 
“Davvero, Blaine?” chiede piattamente Kurt. “Mi stai facendo sentire in colpa per raccontarti i gossip?”
 
Il tono di Kurt è lontano dallo scanzonato che di solito è quando Blaine lo stuzzica, facendo realizzare a Blaine che Kurt la sta prendendo molto più seriamente di quanto avesse pensato all’inizio.
 
“Kurt, non è tanto grave,” ragiona Blaine. “Se qualcosa andava davvero male, non ti avrei mentito in quel modo. Garantisco. I miei genitori mi hanno solo tenuto lì molto più a lungo del necessario perché danno di matto quando succedono cose del genere. Ricordo che una volta Cooper aveva un problema alla vista e l’hanno portato a vedere tre specialisti diversi ‘tanto per stare sicuri’.”
 
“D’accordo,” dice Kurt, suonando più calmo. “Ero solo – solo non mentirmi la prossima volta, d’accordo? Non ho bisogno che mi nascondi le cose per proteggermi. Ora come ora ne ho abbastanza da parte della mia famiglia. Be’, almeno provano a – è un po’ difficile quando le persone che ti prendono a parole si aggiudicano le testate nazionali.”
 
“Va bene,” dice sinceramente Blaine. “Giuro, onestà totale d’ora in avanti. Ma puoi per piacere darmi almeno un piccolo accenno di quello che stavi facendo venerdì sera?”
 
Blaine sa che è un rischio menzionare di nuovo l’argomento. Si aspetta in pieno di farsi ricordare difensivamente del diritto alla privacy di Kurt, o forse dare un’irata lavata di capo. Non si aspetta affatto le prossime parole di Kurt:
 
“Non posso.”
 
La timidezza, persino paura, con cui le parole vengono pronunciate ha preoccupato Blaine.
 
“È tutto a posto?” chiede, piegandosi in avanti per appoggiare le braccia sulle ginocchia.
 
“Io sto bene,” lo rassicura Kurt. “È solo che, quando scopri perché me ne sono andato, penserai che sono l’essere umano più superficiale del pianeta.”
 
“Mettimi alla prova,” dice Blaine, sebbene ci sia qualcosa in lui che lo rende timoroso delle prossime parole di Kurt.
 
“Sono andato al cinema con Mercedes.”
 
“Com’è che è tanto grave?” chiede Blaine, provando a ignorare la magnitudine del sollievo che sente. “L’hai detto tu stesso che ultimamente è stata tanto impegnata col suo ragazzo. Dev’esserti piaciuto passare finalmente un po’ di tempo da solo con lei.”
 
“C’era anche lui,” dice Kurt.
 
“Be’, questo difficilmente lo rende un crimine,” ragiona Blaine. “Gli amici stretti passano il tempo con i ragazzi e le ragazze dei loro amici. Non hai idea di quante volte Nick-”
 
“Si è portato dietro il suo amico,” interrompe velocemente Kurt, come se si stesse precipitando per far uscire le parole prima di tirarsi indietro.
 
“Oh,” dice Blaine. È tutto ciò che può dire, perché dal modo in cui Kurt sta parlando, Blaine può vedere che non è solo l’amico del ragazzo della sua migliore amica.
 
“Il suo dichiarato, gay, amico maschio che è anche estremamente attraente,” continua Kurt. “E in cinque minuti che l’ho conosciuto mi sono completamente scordato di te sdraiato solo e dolorante in un letto d’ospedale.”
 
“Kurt, basta!” scatta Blaine, sorpreso dalla durezza delle proprie parole. “Ti ho detto di uscire così potevi divertirti. E sembra che tu l’abbia fatto. Il punto stava tutto lì.”
 
“Quindi, non sei arrabbiato?” chiede Kurt, mezzo-sorpreso, mezzo-esitante.
 
“Cosa sono, un fidanzato geloso?” chiede Blaine. “Certo che non sono arrabbiato. Ora dimmi, com’è andata?”
 
“Oh, be’ se sei sicuro-”
 
Kurt.”
 
“È stato meraviglioso.”
 
Il sorriso di Kurt è percepibile nella sua voce ora che è libero dal senso di colpa, e Blaine non può fare a meno di sentirsi momentaneamente felice per il suo amico.
 
“Lui era così tanto più carino della maggior parte dei ragazzi che conosco,” enfatizza Kurt. “Continuava ad aprirmi le porte e offrirmi il suo cappotto quando faceva freddo-”
 
Io posso aprirti le porte e offrirti i cappotti, pensa Blaine, mentre mormora un verso d’approvazione nel microfono.
 
“-e quando è arrivata la fine del film, e Mercedes e Sam avevano già chiuso la serata, Harry – si chiama così, proprio come il principe solo che lui è tanto più garbato – mi ha chiesto se poteva baciarmi. E così mi ha dato il mio primo bacio e abbiamo fatto progetti di andare a vedere il Rocky Horror giù al piccolo teatro vicino…”
 
Blaine è improvvisamente più vigile, i suoi pensieri che lavorano più velocemente di quanto vorrebbe.
 
Com’è che Kurt non è stato baciato fino ad ora? dice una voce nella sua testa.
 
Quello potevo essere io, grugnisce un’altra.
 
Gli occhi di Blaine si spalancano. Quello da dov’è mai venuto? Certo, lui poteva essere il primo bacio di Kurt, e Kurt poteva essere il suo, ma altrettanto potevano molti altri ragazzi di Washington. Quindi com’è che, quando non dovrebbe provare altro che felicità per il suo nuovo amico, questa è sfregiata dall’inequivocabile senso di gelosia che gli brucia dentro?
 
Merda. Non può star succedendo.
 
Qualsiasi insolito sentimento Blaine abbia provato fino ad ora, lui l’ha attribuito semplicemente all’incontrare e conoscere Kurt. Era il primo ragazzo a cui poteva, in teoria, piacere di rimando. È semplicemente una nuova esperienza, si è detto, era tutto lì. E qualsiasi gelosia Blaine abbia provato prima lui l’ha attribuita al suo esser geloso[i] di Kurt – del suo bendisposto padre e della sua sicurezza di sé e del fatto che frequentare qualcuno fosse anche solo una possibilità per lui. Ma solo da quanto lo stomaco di Blaine si sta annodando alla prospettiva di Kurt che va a un secondo appuntamento, Blaine sa che non è a Kurt che è diretta la maggior parte della sua gelosia – per lo più è estremamente geloso di Harry.
 
Sì, per quanto suoni cliché, Blaine Anderson ha una cotta per Kurt Hummel. E questo sicuramente non è mai stato parte del piano.
 
“Blaine?”
 
“Mh?” dice Blaine, scuotendosi dai suoi pensieri.
 
“Ora sei stato muto per venti secondi buoni,” dice Kurt. “Stai bene? Ti ho terrorizzato parlando così tanto di un ragazzo, vero? Dovrei tenere i miei resoconti solo per Mercedes-”
 
“No, no!” interrompe Blaine. “Ero solo… momentaneamente distratto. Devono essere gli effetti collaterali del trauma o cose così. Sono davvero felice per te. Voglio dire, dev’essere difficile, trovare qualcuno che è di fatto gay e che per di più ti piace veramente e a cui piaci di rimando. Sono contento che hai trovato qualcuno, Kurt.”
 
È un totale vomito di parole, avverte Blaine, ma evidentemente è più bravo di quanto pensa a mantenere una facciata di sicurezza di sé, perché Kurt dà semplicemente un verso riconoscente in risposta.
 
“Lo fai sembrare come se avessi fatto l’impossibile,” dice Kurt. “Ma grazie. Solo – non dirlo a nessuno, d’accordo? Tutti sanno già che sono gay e tutto il resto, ma preferirei non sapessero chi sto e non sto frequentando.”
 
“Certo,” dice Blaine. “Promesso.”
 
E mentre ascolta Kurt andare avanti su come è eccitato per il venerdì venturo, Blaine sa che deve essere almeno un po’ felice per lui, anche se il sentimento è sepolto sotto una tonnellata di altre emozioni che si sta sforzando di comprendere.
 

---
 
 
Blaine ancora non ha processato completamente i suoi sentimenti per quando è seduto a Storia di lunedì mattina, ma a quanto risulta non ci vuole tanto prima che abbia un altro problema sul piatto.
 
“La tua faccia diventa ogni giorno più brutta, Anderson.”
 
Blaine guarda su per vedere un Nick sorridente avvicinarsi a lui, Jeff che resta indietro con il suo caratteristico giornale mattutino in mano.
 
“La stampa ha avuto una giornata campale,” dice Jeff, piazzando il giornale sul banco di Blaine, “ma immagino che persino tu potevi averlo calcolato.”
 
Blaine ha fatto un’abitudine d’evitare le notizie ovunque possibile – ha trovato che fosse una buona tattica se voleva tenere a bada i suoi sentimenti circa la politica di suo padre. Ma ora, quando Blaine sa che sicuramente non riguarda suo padre, raccoglie rapidamente il giornale ed esamina la prima pagina, mentre Nick e Jeff si appollaiano sui banchi a entrambi i suoi lati.
 
Fraternizzando col Nemico: Amicizia inaspettata cova nel mezzo della corsa alla Casa Bianca.
 
Mentre i loro genitori vanno in testa-a-testa per la carica più alta, i figli dei candidati alla presidenza Senatore Hummel e Senatore Anderson sembrano star formando un’amicizia stretta.
 
Kurt Hummel è stato avvistato dirigersi nella Clinica Privata St Vincent nel centro di Washington venerdì sera tardi. Mentre il personale ospedaliero rifiuta di commentare la visita, si crede che stesse visitando Blaine Anderson, che ci era stato portato prima nel pomeriggio.
 
Oltretutto, si crede che Anderson sia stato ricoverato in seguito a una zuffa nel cortile della scuola riguardo il matrimonio egualitario. Il Senatore Anderson è stato piuttosto esplicitamente contrario a qualsiasi cambiamento nelle leggi federali sul matrimonio, mentre Kurt Hummel è apertamente gay, con il pieno e spesso esplicito supporto del Senatore Hummel. È un’amicizia improbabile, a dir poco. È possibile che Blaine sia solamente una vittima innocente in questa situazione, con vedute sull’argomento completamente diverse da quelle di suo padre?
 
Continua a Pagina 5
 
“Abbiamo pensato che poteva succedere,” dice Blaine, restituendo il giornale a Jeff. “Onestamente, comunque, a noi non dà troppo fastidio, e a tutt’e due i nostri papà sta bene.”
 
“Da quando c’era un ‘noi’?” dice Jeff, ripiegando il giornale prima di infilarlo nella borsa. “Voi due state cominciando seriamente a suonare come una coppia, sai.”
 
“Zitto un po’, Jeff, stai dimenticando il meglio,” scatta Nick, prima di rivolgere la sua attenzione a Blaine. “Visto che voi ragazzi avete parlato, ci puoi dire esattamente dov’era venerdì sera.”
 
“Mi dispiace, no,” dice semplicemente Blaine. “Ho giurato segretezza.”
 
“Che cazzata,” dice Jeff, a dispetto del fatto che stanno discutendo un argomento che è ben al di fuori dei suoi interessi. “Noi ci raccontiamo tutto.”
 
“Mi dispiace, ragazzi,” ripete Blaine, incapace di offrire qualunque altra consolazione che una scrollata di spalle. “Non sta a me raccontarlo.”
 
Nick la prende come l’occasione per saltare alle proprie conclusioni.
 
“Lo sapevo che era un appuntamento,” dice con soddisfazione.
 
Blaine rotea gli occhi, ignorando la fitta di gelosia che arriva col promemoria, e cambia soggetto alla svelta. “Quel lavoro di gruppo di storia, tra le altre cose – voi volete cominciare a farlo questo pomeriggio?”
 
“Mi pare buono,” dice Jeff. “Nick, dovremmo farlo a casa tu-oh.”
 
Jeff si blocca, gli occhi che si spalancano nella realizzazione mentre guarda verso Nick che, nota Blaine, scocca di rimando un’occhiataccia tagliente.
 
“Che succede?” chiede Blaine, gli occhi che rimbalzano tra i suoi due amici.
 
“Niente,” dice velocemente Jeff. “Stavo solo pensando che invece potremmo farlo a casa mia visto che siamo sempre da Nick.”
 
“Jeff, non voglio fare il difficile o roba simile, ma casa tua è fino all’altra parte della città,” dice delicatamente Blaine. “Se non lo possiamo fare da Nick, voi due potete venire da me.”
 
Jeff e Nick si scambiano sguardi significativi.
 
“Ragazzi,” dice Blaine. “Sul serio, che succede?”
 
“Niente.”
 
“Tanti saluti a noi che ci raccontiamo tutto allora,” dice amaramente Blaine.
 
Nick si mordicchia il labbro inferiore, prima di assecondarlo.
 
“D’accordo, bene,” dice. “Non prenderla male o cose così, ma mia madre non vuole proprio più che giro con te.”
 
Blaine guarda Nick a bocca aperta, esterrefatto.
 
“Mi dispiace,” dice Blaine quando finalmente trova le parole, la rabbia che gli sale nel petto. “Come presumi che io non la prenda male?”
 
“Perché non si tratta di te, davvero,” dice Nick. “Senti, tu lo sai che mio zio è gay, giusto? Immagino che l’‘agenda’ di tuo padre o quello che è stia cominciando ad arrivare a mamma. Senza offesa.”
 
“Nessun problema,” dice automaticamente Blaine, perché è abituato alla critica della linea politica di suo padre e non ha mai provato una volta a difenderla, che è il motivo per cui va avanti a dire, “ma Nick, dai, lo sai che non sono io.”
 
“Lo so, ma penso che la rissa l’altro giorno l’ha portata al limite,” dice Nick con una scrollata di spalle. “Mi spiace, Blaine.”
 
“Allora, cosa, non andrai più in giro con me e basta?” dice tristemente Blaine.
 
“Certo che no,” dice Nick. “È solo che i miei genitori non possono scoprirlo, tutto qui.”
 
“Grande,” dice Blaine con un sospiro. “Quindi adesso sono il tuo piccolo sporco segreto?”
 
“Ti fai sembrare come una zoccola che vedo di nascosto,” dice Nick.
 
“Sì, be’, in pratica mi sento così,” rilancia Blaine.
 
“Dai, Blaine,” dice Nick. “Non ti perderò per delle stupide elezioni. Voglio dire, almeno sono ancora qui in primo luogo, giusto?”
 
“Cosa dovrebbe significare?” chiede Blaine a occhi stretti, proprio mentre la signorina Harper entra in classe.
 
“Niente,” sussurra Nick alla svelta, scivolando nel suo posto mentre Jeff fa lo stesso, entrambi i ragazzi scoccando alla signorina Harper sorrisi di scuse.
 
Ma Blaine scopre abbastanza presto di cosa sta parlando Nick. Ora che ci fa caso, non è difficile notare cos’è cambiato. Sono piccole cose, come il modo in cui il suo compagno di Chimica non gli dà il solito sorriso di saluto, e i mormorii sommessi che si spengono quando lui s’avvicina, e persino quando nessuno a parte Nick e Jeff si siede vicino a lui alle prove del coro. Anche in una scuola come la Dalton, che dà una così forte importanza alla religione e ai valori tradizionali, c’è ancora una bella quota di sostenitori del matrimonio egualitario. Di norma, Blaine sarebbe contento per il promemoria che non tutti usano la religione come una scusa per il bigottismo, ma ora come ora non può nemmeno esserne grato. Non quando tutta la situazione lo sta facendo sentire più solo di quanto abbia fatto in anni.  
 
[i] Geloso: in inglese “jealous” traduce sia “geloso” che “invidioso”. In questo caso, da come si evince, trattasi d’invidia nei confronti di Kurt e gelosia nei confronti di Harry, ma, dal momento che gli anglofoni non fanno distinzione tra i due sentimenti, ho dovuto scegliere tra i due termini e ho optato per un esemplificativo “geloso”. A dire il vero, ho pensato a lungo di tradurre tutto in chiave d’invidia (che non starebbe male, perché il senso della frase ne trae giovamento), ma alla fine ho voluto favorire il contesto: la gelosia sta meglio, lì dove Blaine deve capire di avere una cotta, mentre l’invidia può far pensare a tutto tranne che a un nascente amore. Io sono molto fiscale sulla questione della distinzione tra i due sentimenti, ma ho deciso di chiudere un occhio solo perché sono assolutamente certa che ci siano anche molti italiani a utilizzare il termine “geloso” in questo senso. Addirittura nella puntata La nostra canzone (Original song) il doppiaggio italiano ha tradotto il dialogo iniziale tra Kurt e Blaine piazzando e ripetendo un bel “gelosia” dove doveva chiaramente starci “invidia”. Dunque, se nessun gleek italiano se l’è presa col tizio che traduce i dialoghi, suppongo che passerete anche su questo.
 
Altra piccola inutile nota: Sto cominciando a prendere dimestichezza con la traduzione di questa fic, quindi comincio anche a divertirmi traducendo le cose più a senso che alla lettera – ma sono rimasta la perfezionista che ero, che sono e che sempre sarò finché non prenderò le manie della Pillsbury e mi manderanno in riabilitazione. Volevo solo avvertirvi che nei dialoghi, per rendere tutto più fluido e da-diciassettenni-come-si-conviene-per-la-tenera-età-dei-personaggi, potrebbero esserci alcune sottili divergenze con l’originale. Trattasi di espressioni che potrebbero essere tradotte poco poco più formalmente ma che scelgo di rendere più easy, oppure di espressioni gergali che non si possono tradurre alla lettera e quindi, yo, traduco nel gergo dei giovani pischelli italiani. D’ora in poi aspettatevi qualche libertà da parte mia, ma vi prometto che le saprò celare bene.
  
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