Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: __lovatosheart    09/09/2013    0 recensioni
Una piccola os scritta semplicemente perchè doveva essere scritta, non volevo, dovevo, semplicemente.
Una os su un amore costretto al buio, un amore così forte, così bello, che deve essere nascosto.
E se trovassero la forza, il coraggio di urlarlo al mondo?
Di dire la verità?
E se non avessero paura?
Dal testo: "Non ho paura, non ho paura perchè sono con te."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Urlo.

Urlo con tutta la forza che ho, con tutta l'aria che ho nei polmoni, con tutta la rabbia e la frustazione che mi sono tenuto dentro per così tanto.

Urlo, urlo così forte che a un certo punto non riesco più a distinguere dove finisce il mio urlo e dove inizia il silenzio.

Urlo per me, per Harry, per la nostra storia, per quelli stronzi che non ci lasciano vivere, per il nostro amore nascosto, per i baci rubati, per le dita intrecciate sotto i tavoli e dietro le schiene, per i "è sbagliato", per "il bene della band", ogni cosa.

Urlo, urlo anche se non cambierà nulla.

Urlo e nessuno mi sente, nessuno capisce, nessuno ascolta, nessuno fa nulla.

"Non abbiamo scelta Lou"

"Lou ci dispiace, non vorremmo fosse così"

"E' per la band, lo sai"


Tutte quelle cazzate, che senso hanno?

Che senso ha tenere tutto nascosto per il bene della band quando tutto questo ci sta distruggendo?

Ci sta facendo crollare a pezzi, riesco a vederlo.

Lo vedo quando mi sento male nel bel mezzo di una partita di calcio, quando la bilancia mi dice che ho perso dieci chili in un mese, lo vedo in Harry che piange ogni giorno.

Lo sento, di notte.

Quando si gira dall'altra parte del letto, pensando che io stia dormendo, molla la presa su di me, si volta, e piange

Piange, soffoca i singhiozzi nel cuscino, piange, e va avanti per ore.

Poi si gira di nuovo, mette il braccio intorno a me, e si addormenta, le guance ancora umide e gli occhi gonfi.

Lo vedo, me ne accorgo, e non posso fare nulla.

Sono vincolato da contratti, promesse, lavoro, pubblicità, fama, aspettative, tutte cose mi si stanno rivolgendo contro.

Sognavo la fama per essere libero dalla normalità di tutti i giorni, dalla banalità della vita che avevo prima, dalla monotonia di un piccolo paese dell'Inghilterra, e ora?
Ora tutto ciò che desidero e sogno ogni notte è libertà.

Ma libertà vera.

Sogno di essere libero di fare da solo le scelte che riguardano la mia vita, di poter camminare mano nella mano con la persona che amo, di poter amare chi voglioo, non chi 'va bene' amare.

Sogno di non dover uscire con ragazze di cui non so altro che il nome fingendo di amarle.

Sogno di non dover vivere in una bugia, ma non serve a nulla.



Sognare non cambia le cose, e allora perchè continuo a farlo?

Forse perchè è l'unica cosa che mi rimane, l'ultima sporgenza a cui aggrapparmi prima di cadere nel vuoto, senza più speranze, senza aiuti.

Non riesco più ad aggrapparmi ad Harry, non basta più, e non posso in ogni caso.

Non posso perchè lui è in equilibrio precario esattamente come me.

Cerchiamo di restare in equilibrio sullo stesso filo, che si fa sempre più sottile, e sotto è pieno di persone che non aspettano altro che di vederci crollare.

Ho così tanta paura.

Vorrei aiutarlo, vorrei alzarmi, prenderlo per mano e dirgli che andrà tutto bene, vorrei essere la sua roccia, vorrei girarmi, la notte, quando lo sento piangere, e stringerlo tra le mie braccia, consolarlo, ricordargli che non è solo in questa battaglia, ma non riesco.

Non trovo la forza per farlo.

Come posso rassicurarlo che andrà tutto bene quando sono il primo a non crederci?

Non andrà bene, non andrà bene proprio un cazzo.

Non andrà bene perchè è troppo tardi.

Avremmo dovuto dire di no dall'inizio, dalla prima bugia.

*
"Non potete stare insieme, non farebbe bene all'immagine della band. Louis, ti abbiamo trovato una ragazza. Si chiama Eleonour, impara il suo nome, preparati, devi essere convincente."

"Convincente per cosa?"

"Convincente quando dici che la ami."

"Ma io non la amo, non ho idea di chi sia!"

"Non ci interessa, per quanto ne sa il resto del mondo, sei follemente innamorato di lei."

"Ma io amo Harry."

"Ma non va bene."


*
Perchè non si erano opposti?

Perchè non avevano lottato per il loro amore?

Non andava bene? Perfetto, avrebbero trovato altri menager, altri sponsor, qualsiasi cosa.

Avrebbero potuto farlo.

Si sarebbero potuti opporre, lottare, salvare la situazione prima che si trasformasse in ciò che erano ora.

Burattini, nelle mani della Modest, costretti a fare ogni cosa servisse per la pubblicità, per non rovinare l'immagine, per far continuare la carriera.

E ormai, avevano perso la forza di opporsi.

Non provavano nemmeno più a mostrare il loro dissenso di fronte alle imposizioni che gli venivano date, annuivano semplicemente.

Come dei robot senz'anima, macchine da soldi.

Quando sarebbe finito tutto questo?

Se lo chiedevano ogni giorno, e ogni notte si addormentavano con il desiderio che quando il sole sarebbe sorto le cose sarebbero cambiate, che quello per cui si preparavano sarebbe stato l'ultimo giorno vissuto in quel modo, ma non era mai così.

I giorni si susseguivano e non cambiava mai nulla.

E il loro amore, la loro storia, ogni cosa stava scivolando via dal loro controllo, già precario, e non potevano far altro che restare lì a guardare, spettatori di un triste spettacolo dal finale incerto, chiamato 'vita'.

Harry piangeva, e Louis non sapeva cosa fare.

Louis si sentiva male, Harry piangeva ancora di più.

Era un ciclo infinito, a cui nessuno dei due riusciva a metter fine.

Non sapevano cosa fare.

Erano soli contro il mondo, e il peso dei giudizi, delle bugie, delle imposizioni, iniziava a farsi troppo pesante da sopportare in due.

Il filo su cui camminavano era diventato così fragile, così sottile che non potevano più avanzare mano nella mano, e la separazione diventata impossibile da sopportare.

Si guardavano.

Si osservavano.

I loro sguardi si incontravano, gli occhi celesti si incatenavano a quelli marroni, e si capivano.

Sapevano cosa l'altro stava pensando, lo comprendevano e lo provavano, e non sapevano cosa fare.

I loro occhi dicevano "salvami", e "sono qui", "mi dispiace " e "non so che fare".

Chiusi nella loro stanza, soli, la foga, il bisogno urgente, quasi insopportabile, di baciarsi, toccarsi, viversi, amarsi, scoprirsi, non c'era più.

Era stata sostituita da quell'apatia totale, quella tristezza cronica che non riuscivano a mandare via.

Si sedevano sul letto, uno a fianco all'altro, ogni tanto si guardavano, a volte si prendevano per mano, ma solo per un secondo. Come se quel contatto li ustionasse.

A volte le loro labbra si incontravano, e come se fosse la prima volta riscoprivano il ritmo giusto per danzare insieme, le une sull'altre, scoprendosi di nuovo, sorprendendosi nel trovare sempre qualcosa di nuovo nel sapore dell'altro, nella morbidezza delle labbra, nel modo audace in cui le lingue chiedevano di più, entrando, forzando, lasciando entrare.

Era una lotta, una guerra, che dall'interno si comsumava in quel modo, bruciando e distruggendo nella forza di un bacio, nell'incontro veloce di due labbra.

Lottavano, cercando di trovare qualcosa di vivo, di forte, qualcosa che nessuno poteva portare via o nascondere.

E quando ci riuscivano, quando quei baci diventano qualcosa di più urgente, più forte, più caldo, più audace, erano felici.

Si sentivano completi.

Spinte, graffi, forza e amore che venivano riscoperti la mattina dopo in lividi che non ricordavano di essersi fatti, ma non importava.

Ricordava loro che erano vivi, che ne valeva la pena, ricordava la causa per cui sopportavano e lottavano ancora, non li faceva arrendere, diceva loro che non erano perdenti, che qualcosa l'avevano vinta.

E il premio era che nonostante tutto, si amavano.

Stavano crollando a pezzi, ma si amavano.

Non erano più in grado di dire per quanto ancora quella farsa sarebbe continuata, per quanto sarebbero riusciti a resistere, ma si amavano.
-

2015

Quella notte, Louis si addormentò velocemente, stremato, e fece un sogno diverso dai soliti.

Era come sempre, il suo sogno rincorrente: era sul palco, da solo, confessava il suo segreto più grande al pubblico, e il discorso era seguito da silenzio.

Silenzio.

Lungo, infinito, impenetrabile.

Silenzio così forte da spaccare i timpani, da farti sentire il bisogno di urlare, di rompere, di fare qualsiasi cosa pur di fermarlo, tanto era assordante, insopportabile.

Ma quella notte fu diverso.

Come al solito, alla fine del disorso iniziò il silenzio, il pubblico lo fissava, sentiva tutti i loro sguardi puntati su di lui, ma all'improvviso sentì qualcos'altro.

Un tocco, un calore familiare, e seppe già chi era senza doversi voltare.

Perchè quello che lo aveva appena preso per mano, e che adesso era in piedi, al suo fianco, era Harry.

Harry.

L'amore della sua vita.

Il ragazzo che gli aveva rubato il cuore fin dal primo incontro, e che non sembrava essere intenzionato a restituirlo.

Si svegliò, con il cuore che batteva a mille.

Si svegliò, e seppe che Harry non stava dormendo.

Si voltò e il suo sospetto fu confermato: aveva il volto rivolto verso l'alto, gli occhi fissi sul soffito vuoto.

Non piangeva più, Harry. Aveva smesso tempo fa.

"Harry"

Sussurrò Louis, la voce ancora impastata dal sonno.

Fu un sussurro, ma lo sentì, ovviamente. L'avrebbe sentita e riconosciuta tra mille, quella voce.

Louis si avvicinò all'altro, intrecciò le dita alle sue, e poi si mise sopra di lui, poggiando le braccia sul suo petto e avvicinando i loro volti, finchè le loro fronti non si toccarono.

E il celeste si perse nel marrone e viceversa, erano così vicini e si completavano a tal punto che era impossibile dire dove inizasse uno e dove finisse l'altro.

"Ti amo."
Sussurò il ragazzo dagli occhi dello stesso colore dell'oceano, senza mai distoglierli da quelli dell'altro.

"Ti amo anche io, Louis."

"Harry, ti amo. Ti amo e devono saperlo."

Fu strano, perchè Harry aspettava da così tanto quel momento, lo aveva sognato così tante volte, immaginato in così tanti modi e così tante forme, e adesso era lì.

Lo stava vivendo.

Era reale, tangibile, vero.

Era la realtà.

Non si sarebbe svegliato.

Era arrivato quel momento.

Era arrivato, e lo sapevano, lo sentivano entrambi, c'era solo bisogno che qualcuno lo dicesse ad alta voce, spezzasse quella maledizione che li aveva resi muti per così tanto tempo.

Era tempo di dire la verità, spezzare l'incantesimo, lasciare che il bene vincesse sul male, come ogni favola che si rispetti.

Il giorno dopo diedero la notizia ai ragazzi, senza domande, toni dubbiosi, incertezze: li stavano semplicemente informando di qualcosa che era già deciso.

In ogni caso, non avrebbero mai obiettato.

Sapevano che quel momento sarebbe arrivato, lo avevano sempre saputo.

E sapevano che se lo meritavano.

Sapevano che meritavano di vivere liberamente il loro amore, di essere liberi, e non sarebbero potuti essere più felici per loro.

E, in realtà, erano felici anche per se stessi.

Quella tanto agognata verità era lì, era tangibile, era così vicina che riuscivano già a sentirla, a gustarla.

E i sorrisi che avevano Harry e Louis, dio, non li vedevano così da così tanto.

Da anni, dai tempi di Xfactor probabilmente.

E ne avevano fatta, di strada.

E, con un pò di fortuna, avrebbero continuata a farla.

Una strada che adesso avrebbero affrontato più sicuri, più uniti, sinceri, liberi, felici.

Onesti, reali, sinceri con se stessi e con il mondo.

E non avevano paura.

Harry non aveva più paura, quando prendeva per mano Luis, il contatto non scottava più, guardava l'altro negli occhi ed era felice.

Libero.

Si sentiva capace di fare qualsiasi cosa, di essere qualsiasi cosa, si sentiva forte, era sicuro di capire cosa provavano i volatili quanto volavano nel cielo.

Come le rondini che aveva tatuate sul petto, si sentiva come se fosse diventato uno di loro.

Riusciva a vederla.

La luce alla fine del tunnel, chiara, a contrasto con il buio che lo aveva circondato per così tanto tempo.

La vedeva, vedeva ogni cosa, e la vedeva attraverso il blu degli occhi di Louis.

Era in cima al mondo, ne era certo.

Doveva essere così che ci si sentiva in paradiso, o semplicemente così che ci si sentiva alla fine di un lungo, faticoso tragitto, una volta arrivati in cima, dopo aver superato salite, tempeste, frane, grandinate.

Era arrivato in cima.

Era arrivato in cima e restava lì, mano nella mano con il ragazzo che amava più di ogni altra cosa al mondo, e si godevano la vista.

E quella sera, prima di salire sul palco, Louis lo guardò negli occhi e gli disse, prima di sigillare il loro amore e le loro promesse con un bacio a fior di labbra, "Non ho paura, non ho paura perchè sono con te."

Ed entrambi seppero che andava bene così.

Che stavano facendo la scelta giusta. E non avevano paura.

Uscirono, accecati per qualche istante dalle potenti luci dei riflettori puntati su di loro, mano nella mano.

Gli altri ragazzi restavano lì, in piedi, vicino al loro, i volti sollevati, guardando il pubblico, sorridenti, e pronti. 

Pronti per supportare i loro amici, il loro amore, per essere sinceri.

Pronti per un nuovo inizio.

Il pubblicò andò in delirio dal momento in cui misero piede sul palco, gridavano, piangevano, indicavano, saltavano, si sporgevano per vedere meglio, per controllare, come se potesse essere un'illusione, uno scherzo ottico dovuto alle luci troppo forti e al fumo, e quando capivano, quando realizzavano, c'erano così tante reazioni, emozioni, pensieri, opninioni.

Chi urlava "Lo sapevo! Lo sapevo!" chi piangeva per la troppa emozione, chi restava semplicemente sorpreso, chi a bocca aperta, chi gridava "Vi amiamo! Vi amiamo!" "Vi amiamo lo stesso!" chi alzava le mani al cielo e sventolava cuori rossi di carta, con la scritta "Larry" in nero, incotrasto con il colore del cartoncino.

Il silenzio calò, come un gigantesco velo, sulla folla, quando Luois inizò a parlare.

"Vi amiamo anche noi, e vi ringraziamo per essere state con noi tutto questo tempo.

Siamo davvero molto, molto grati per averci permesso di vivere il nostro sogno in modi che non ci saremmo mai potuti immaginare, e questo è anche un modo per ringraziarvi.
Saremo sinceri con voi.

E sarebbe meraviglioso vedervi restare, senza cambiare opinione su di noi come band per questo motivo."

Louis si voltò a guardare il ragazzo accanto a lui, che in risposta strinse più forte la sua mano, interrompendo il discorso, lasciando tutte le persone presenti lì, a pendere dalle sue labbra, aspettando che la spiegazione continuasse.

Harry capì dallo sguardo dell'altro la muta richiesta di aiuto, e non aspettò oltre, sorrise un'ultima volta a Louis e, dio quanto era bello, si voltò a fronteggiare il pubblico, per poi continuare quel discorso.

"Beh, quello che Louis sta cercando di dire è che.. Ci amiamo. Siamo felici insieme, questo ragazzo qui a fianco è l'amore della mia vita. E speriamo che questo non vi dia problemi.."
E poi decise di mostrate a tutti che non aveva più paura, si voltò, e lo baciò.

Si gettò sulle sue labbra, baciandolo appassionatamente e a lungo.

I ragazzi, accanto a loro, fischiarono quando il bacio si fece più intenso, divertiti e sorpresi dall'audacia dei due.

Il pubblico andò in delirio, letteralmente.

Chi già piangeva iniziò a farlo in modo quasi isterico, le urla erano le più forti che i ragazzi avessero mai sentito, la folla era incontenibile: saltavano, si appoggiavano sulle persone davanti per sporgersi e vedere meglio, il palco era illuminato da centinaia di flash, e il pubblico era un mare pressochè infinito di luci di telefoni, telecamere.

Il mondo li osservava, e loro lasciavano che il loro amore si consumasse lì, sul palco, che bruciasse con la stessa intensità di un'incendio, per poi spegnersi, lentamente.

Si staccarono, restando comunque vicini, fissandosi, per poi voltarsi, cauti, quasi intimoriti, accorgendosi solo ora del resto del mondo, dei suoni, delle urla, dei flash che li illuminavano.

Come se, durante il bacio, fossero stati portati in un'altra dimensione, chiusi nella loro bolla d'amore, e, una volta finito, la bolla fosse scoppiata, amplificando all'improvviso ogni cosa che li circondava.

Ci volle qualche secondo per realizzare cosa stesse succedendo, poi dei grandi, meravigliosi, e soprattutto sinceri sorrisi si distesero sui volti dei due ragazzi, che lanciarono in aria un pugno, in segno di esultanza, prima di darsi un altro rapido bacio a fior di labbra, per poi esultare insieme agli altri.

Una volta che tutta l'euforia sfumò, che le fan ricominciarono a respirare in modo pressochè umano;  quando le luci sul palco si spensero e i ragazzi scesero le scale, tornando nel backstage e poi in una delle stanze dell'edificio, le cose sembrarono assumere un aspetto più reale, normale.

E quando realizzarono che non era un sogno, che era la realtà, e che niente e nessuno poteva annullare ciò che era successo qualche minuto prima, fu la fine.
O forse, fu la fine di un lungo, buio periodo, e l'inizio di una nuova era.

Luminosa, migliore, sincera, una realtà che risplendeva di purezza, amore, onestà, felicità.

Libertà.

Erano liberi.

Liberi di amare ed essere amati, e di farlo alla luce del sole, senza più paura.

Nessuno li avrebbe più nascosti, vietati, fermati, obbligati,erano liberi di essere ciò che volevano e fare ciò che sentivano.

Louis prese Harry per mano, lo trascinò dietro di lui in una folle corsa, fece in modo che lo seguisse dentro la prima macchina che li aspettava ad una delle uscite dell'edificio, e se lo portò dietro lungo le scale, lo guardò un secondo prima di aprire la porta del loro appartamento, e poi lo prese di nuovo per mano, guidandolo dietro di lui, questa volta con più calma, fino alla loro camera da letto.

E poi, poi trascorsero la migliore notte della loro vita.

Fecero l'amore, e fu come farlo la prima volta.

Erano liberi, e non potevano non pensarci.

Ogni bacio, ogni carezza, ogni sguardo, ogni "Ti amo", ogni "Sei bellissimo", ogni volta che gridavano i loro nomi, ogni spinta, ogni gemito, era nuovo, diverso, aveva un nuovo sapore: quello della libertà.

Quella notte si amarono, si vissero, si scoprirono di nuovo, e si innamorarono l'uno dell'altro da capo, vedendosi con occhi nuovi, riscoprendosi, e adorando, venerando ogni nuova scoperta.

Si amarono con ogni fibra del loro essere, perchè erano nati per quello.

Erano stati fatti per amarsi, per unirsi, per diventare una cosa sola, per non essere più in grado di distringuersi, tanto bene si completavano.

Dove iniziava Luois finiva Harry, e viceversa.

Erano l'uno il prolungamento dell'altro, il pezzo d'anima mancante che avevano cercato per tutta la vita, senza saperlo.


Ero perso, e non lo sapevo finchè non ho trovato te.

Ero cieco, e non me ne er reso conto finchè non ti ho visto.

Ero sordo, poi ho sentito la tua voce.

Ero solo, e sei arrivato.

Sopravvivevo, poi mi hai portato alla vita.



Quella vera. La vita che ti fa battere il cuore con un semplice sguardo, quella che rischia di fartelo esplodere il cuore, ma il rischio lo corri lo stesso, perchè, semplicemente, sai che è così che deve andare.

Perchè non lo hai scelto, lui ti ha scelto, l'amore vi ha scelto, ma, se avessi potuto scegliere, non avresti cambiato nulla.

Non avresti scelto altro, perchè tutto ciò di cui hai bisogno lo vedi nei suoi occhi.

Il futuro, le promesse, certezze, speranze, sogni, ogni cosa.

Quella notte fu la prima, fu l'inizio, l'inizio del loro 'per sempre'.




Bene, è la prima cosa in assoluto che scrivo su di loro.
Non sono una loro fan, non li ascolto, non li seguo, ma shippo i Larry in una maniera schifosa.
Stavo scrollando la home di facebook e ho trovato un post che diceva qualcosa come: "Luois si sente male ed è dimagrito, Harry piange ogni due per tre, li stanno distruggendo"
E bum, ho dovuto scrivere. 
Semplicemente, non è stata una cosa volontaria, dovevo.
Spero vi piaccia, mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni! :)

Un bacio, Laura. ♥

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: __lovatosheart