Salve a tutti!
Il titolo è
quello della famosa canzone di Agnes, ma è venuto dopo...
eppure anche le
parole della canzone (http://www.rnbjunk.com/traduzione-testo-release-me-agnes/
) coincidono così bene che se le inserissi
all’interno del testo sarebbe una
song-fic perfetta, ma è davvero casuale.
Non so da dove
sia venuta fuori e sinceramente proprio non voglio saperlo.
Un
ringraziamento particolare a Miss BloodyFangs per
il suo supporto <3
Vi auguro una
buona lettura e se vi va lasciate pure un commento, non mordo! ;D
“Non
verrà” dice
tua madre, con lo sguardo fisso sulla televisione. In onda uno dei suoi
film
gialli preferito.
“Beh, io
aspetto comunque, magari chiama.” le rispondi fissando lo
schermo del tuo
cellulare; sulle gambe reggi il tuo portatile, una sola pagina aperta:
facebook, l’ulteriore possibilità di contatto.
Nessun
messaggio, nessuna chiamata, niente. “Non ha chiamato
né mandato messaggi,
magari è solo in ritardo ” dici più a
te stessa che a tua madre.
“Togliti
almeno le scarpe, stai già sforzando abbastanza la tua
caviglia” Ti senti
rispondere. Il tono distratto, di chi ripete quelle parole per
l’ennesima
volta, in modo ormai tristemente automatico.
“É solo
una
storta e comunque non ho voglia di toglierle”. Menti, la
caviglia pulsa, il
piede è gonfio e a stento sei riuscita ad allacciare la
scarpa da tennis in
modo che non stringesse troppo. Sembra quasi che ti piaccia mentire, lo
fai
così spesso... non puoi farne a meno, vero?
“Magari
chiama” pensi. Non lo dici, sai già cosa ti
risponderebbe tua madre e non vuoi
sentirlo.
Ti guarda
con cipiglio severo, come se ti avesse letto nel
pensiero, come se dicesse “Certo, come la scorsa
volta.” ma probabilmente è
solo una tua impressione perché invece dice
“Avanti, hai provato a contattarla
un centinaio di volte, ora sono le otto passate e il film iniziava alle
sette e
mezza, vai a struccarti”. La sua voce stanca dopo una dura
giornata di lavoro,
ti è familiare e dovrebbe esserti di conforto, eppure non fa
che irritarti
maggiormente.
“Smettila!
C’è
uno spettacolo sul tardi, magari mi sono solo confusa... magari...
magari mi
chiama e andiamo a vedere quello.” Il
tono della voce alto, le parole dette con rabbia e lo sguardo
amareggiato come
se ti avessero rivolto un grave insulto. Ti senti
un’imbecille subito dopo
averlo detto, sai benissimo anche tu che sono solo stupidaggini,
flebili
fantasie di chi non vuole né vedere né sentire.
“Oh, fai come vuoi! Ma è sempre così e
lei non verrà né chiamerà.”
Ti urla a
sua volta tua madre. È stanca, e davvero non puoi
biasimarla. Le urli contro,
sai che ha ragione.
“Non puoi
saperlo! Perché devi sempre... ah! Vai al
diavolo!”. Prendi il portatile e il
cellulare, ti alzi e te ne vai in camera tua. Non vuoi sentire, fa
troppo male.
Vai in bagno e ti strucchi ringraziando di non aver messo le lenti,
sarebbe
stato uno spreco insopportabile.
“Dio, come ho
fatto ad essere così scema?! perché le ho
creduto!?” pensi guardandoti allo
specchio.
“Ok, non mi importa. E comunque so già che non
potrò arrabbiarmi, avrà ragione
lei, le basterà una scusa a caso ed ecco che io non
potrò fare nulla quindi è
inutile... è tutto inutile, lo è
sempre.” Sfreghi forte gli occhi un’ultima
volta, il rimmel non ne vuole sapere di andar via e più
provi più somigli ad un
panda. Con un gesto di stizza lanci sulla lavatrice la salvietta con la
quale
ti sei appena asciugata il viso.
Basta, ne
voglio uscire.
Ma se non riesci a starle
lontana!
Basta, ti
prego, smettila!
Soffri, ma non vuoi che se
ne vada.
Chiusa nella tua camera
ripensi per l’ennesima volta a lei, la odi eppure non puoi
farne a meno.
Sei legata a lei, ti
è
indispensabile.
Asciughi le lacrime e pensi, come sempre, che non sia giusto, che non
dovrebbe
andare così.
Basta! Lasciami
stare! Ti odio!
Vorresti che fosse vero,
vorresti potertela lasciare alle spalle come hai sempre fatto con tutti
gli
altri.
Invece non sai nemmeno dire
perché piangi. Non sai dire chi sia, cosa sia per te.
Aspetti.
Ancora un anno
e sparirò, tu non mi cercherai, non lo fai mai e io non
farò
nulla per evitarlo, lo giuro.
Sei sicura? Sei sempre
tornata da lei. Non la lascerai andare.
Infili il
pigiama e scagli il telefono lontano, lei non ti chiamerà,
non verrà.
Nessuna
notifica, ovviamente. Spegni il computer e quasi desideri non rivederlo
mai
più.
Vuoi solo
dormire, lasciare che il sonno ti faccia dimenticare tutto.
Non esiste.
Non è la realtà.
“ Io non sono
qui.” sussurri.
E nel sonno
riabbracci chi ami, vedi realizzate le tue speranze, le promesse
mantenute
sembrano raccogliersi in un unico luogo.
Ti è
così
familiare.
Quel mondo è
la tua ancora di salvezza; vorresti perderti in quelle strade,
respirare sempre
quell’aria, vedere solo quel cielo, sentire costantemente
dentro di te quel
calore, quella sicurezza.
Lì lei non
esiste ed a volte te ne stupisci.
Ti guardi intorno, non conosci tutti, ma sai che manca una persona ...
è
sbagliato?
Presto però te ne dimentichi, nei tuoi sogni riesci a farlo.
Il suo ricordo
sbiadisce in fretta fino a scomparire e all’improvviso ti
senti più leggera.
Al risveglio è
tutt’altra cosa però.
Lontana da
quel luogo la realtà torna a farsi sentire.
Non ci sono
più persone con cui parlare, nessuna strada da percorrere,
nessuna promessa
mantenuta.
La rabbia
torna, implacabile.
Non che
nessuno non le avesse mai chiesto niente...
“Questa non
è
amicizia! Perché diamine le stai ancora appiccicata
quindi?!” Ti chiede la
ragazza; sulla sua faccia una chiara espressione confusa.
“Le devo
molto” Le rispondi, ed il tuo sguardo si abbassa.
“Ah ah, a me
sembra che faccia più danni che altro. Non sembra che le
importi molto di te,
anzi.” Sa di dire qualcosa di ovvio, eppure il discorso ha
preso una piega
insolita e non è strano quindi che lei senta il bisogno di
dirtelo.
“Oh, credimi,
lo so. Ma vedi, se sono ciò che sono lo devo in gran parte a
lei. Non potrò mai
odiarla veramente.” Lo dici con rammarico, ma lei sembra non
accorgersene.
“Beh, quella che ci sta male sei soltanto tu, quindi fai pure
come vuoi” Alza
le spalle, quel discorso non ha né capo né coda e
probabilmente l’ha già
stancata.
“Già.
Beh,
cambiamo argomento, vuoi?” E sei sicura che sia esattamente
la frase che vuole
sentirsi dire, è la stessa per tutti.
Quella era
stata una delle svariate volte in cui qualcuno si era interessato a
quel loro
“rapporto” così atipico, quel continuo
prendere e mai dare, quel continuo
mentirsi per cercare di stare bene.
Un giorno finirà
tutto e
allora cambierai? tutto ciò che sei dove finirà
se lei non ci sarà più?
Me ne andrò e lei
non farà nulla, non ne avrebbe motivo.
Ti risvegli,
guardi l’ora e sospiri rumorosamente quando vedi che
è passata solo un’ora.
Prendi il tuo
Ipod e ti metti ad ascoltare della musica. Rimani lì, le
cuffie nelle tuo
orecchie e i tuoi occhi fissi sul soffitto bianco.
Sono passate
ore e ormai è palese che lei non chiamerà ne
tanto meno si presenterà alla tua
porta.
Senti dei
passi avvicinarsi, poi una voce. Solo
ora ti accorgi che la playlist che avevi scelto è finita, ma
non sapresti dire
da quanto.
“Ehi, io vado
a dormire, tesoro. Spegni anche tu la luce.” Ti da un bacio
sulla fronte, ti
abbraccia e in un qualche strano modo senti quel tuo luogo tutto
speciale più
vicino, più reale.
Poi l’abbraccio si
scioglie, la realtà torna a farsi sentire e preghi,
scongiuri il sonno di
prenderti il più presto possibile perché rimanere
coscienti fa troppo male
questa sera.
TI fa male lo
stomaco, vorresti essere in grado di vomitare tutto il dolore, la rabbia e
la confusione che senti, ma non riesci
nemmeno a respirare.
Non vuoi provare nulla; non vuoi la rabbia, non vuoi la delusione e la
malinconia, non vuoi nemmeno la gioia e il sollievo.
Non sono
sentimenti tuoi, senti chiaramente che non ti appartengono e non li
vuoi.
Basta!
Lasciatemi!
Cosa vuoi veramente?
Vuoi l’amore?
Non voglio
nulla.
Ecco, sì...
voglio
solo un sonno eterno.
Vivere quella
fantasia per sempre, lontana da tutto il resto.
Voglio che
quell’abbraccio sia per sempre.
Ferma tutto, fermati.
Basta,
lasciami!
È mattina, il
cuscino è a terra.
La testa
annebbiata, gli occhi faticano ad aprirsi.
Il cellulare è
accanto a te, sul comodino, tua madre deve averlo raccolto.
Lo guardi e
speri che ci sia un suo messaggio, una sua chiamata persa.
Nulla.
E ti senti di
nuovo male. Perché ti sei svegliata?! Perché hai
di nuovo sperato di riceve
qualcosa da lei?!
La giornata è
appena iniziata, sono solo le otto di mattina ed il calore del sole
estivo già
si fa sentire.
Nella tua
testa una sola parola “basta!”.
Eppure andrai avanti, sei
abbastanza forte per farlo.
Sopporterai ogni peso,
sorriderai quando la vedrai, farai di tutto per mantenere una parvenza
di
equilibrio.
Ed ogni notte sognerai.
Ogni notte spererai che sia l’ultima.