Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    10/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Valentine si sedette alla postazione di comunicazione massaggiandosi una tempia, a occhi chiusi. Non attivò subito il terminale, prendendosi del tempo per tirare il fiato.
Il viaggio era stato lungo: ventiquattro ore precise, ventitré e mezza delle quali passate nell’iperspazio, e per la metà aveva dovuto pilotare in manuale. Rotte simili mettevano sempre una grande stanchezza addosso, indipendentemente dall’abilità di chi si trovava alla guida. Aveva sopravvalutato il suo corpo, probabilmente, ma forse era stato meglio così. Il riposo sarebbe arrivato presto, e se fosse andata subito a letto avrebbe perso del tempo prezioso. Il Capitano Malkovich era un incompetente, Bones aveva ragione (anche se lo riteneva tale per motivi parzialmente diversi), e lasciare a lui la gestione dell’emergenza ancora, anche solo per poche ore, sarebbe stato deleterio. E quanto accaduto poco prima sul Ponte Medico sarebbe stato più grave senza di lei ad assistere. Non avrebbe mai capito il meccanismo di contagio, non così in fretta. E poi, chissà cosa sarebbe successo se non avesse bloccato la porta.
D’altra parte, l’improvvisa intromissione di quei ricordi… ecco, quella era una cosa che avrebbe evitato più che volentieri.
Le sembrava ancora di sentire il terreno tremare sotto di lei, la polvere sollevarsi mentre l’intero pianeta si spaccava in milioni di pezzi, le grida di chi cercava disperatamente di scappare…
Okay, ora basta, cazzo!
Sbuffò, furiosa con se stessa, e attivò il terminale di comunicazione.
Le coordinate satellitari erano già state impostate, quindi non dovette fare nulla. La conversazione, già lo sapeva, sarebbe stata in tempo reale, al massimo con un paio di secondi di ritardo. Grazie al cielo, il Governo Terrestre aveva già provveduto a collegare una rete di satelliti appositamente per quel tipo di trasmissioni.
Nel giro di una manciata di secondi, ottenne risposta.
L’immagine di un uomo corpulento comparve in uno sfumare di pixel davanti a lei. Non era molto alto, pur essendo seduto, e indossava una divisa verde scuro. Diverse medaglie facevano bella mostra di sé sul petto, e i gradi spiccavano chiaramente sulle sue spalle, insieme alle mostrine. I corti capelli grigi erano parzialmente nascosti dal cappello, che sovrastava un grosso naso carnoso e un po’ arrossato.
- Generale Jefferson…- disse Valentine.
- Ufficiale Valentine!- disse l’uomo, sistemandosi meglio sulla poltrona - Quando mi hanno detto che stava cercando di contattarmi mi sono preoccupato! L’ultima volta che ha chiamato tanto presto…-
- Generale, è come quella volta. Emergenza di classe Alfa.- lo interruppe lei - Solo per farglielo sapere, in ogni caso. Niente squadre di sterilizzazione, per oggi.-
Il Generale esitò un momento, la bocca appena un po’ aperta, come se stesse cercando le parole.
- Ehm… fa piacere anche a me sentirla…- disse alla fine. Si lasciò scappare un sospiro gemente, sporgendosi un po’ più avanti e congiungendo le mani - Signora, le ho mai detto che non mi piace vederla rischiare la vita così? Un giorno mi chiamerà per comunicarmi un’emergenza di classe Omega.-
- L’ultima volta che ho controllato, il potere decisionale non lo aveva lei, Jefferson.- disse - Senta, abbiamo dei seri problemi, qui a bordo. Mi trovo di fronte a una malattia che non riesco a identificare, il che è strano. Sta mutando le persone infettate in organismi vegetali, e il contagio si propaga per via aerea, spingendo lo stesso ospite a diffonderla. La malattia progredisce per gradi, ma non so ancora se si tratta di un virus, di un batterio o di qualsiasi altra cosa. Soprattutto, non posso escludere con certezza che esistano altri metodi di contagio, e non so quanto una sterilizzazione possa eliminare il focolaio. Ci sono troppe incognite, è presto per un’azione di polso.-
- Ma se bombardassimo la Ascendant…-
- Potrebbe non funzionare.- rispose lei - Cassandra V è un pianeta abitabile, anche dal punto di vista umano. Non sono stati necessari processi di terraformazione, né creazioni di habitat idonei al sostentamento di vita umana. L’avamposto minerario è semplicemente stato costruito lì, e basta. Eppure, risulta disabitato, da secoli. Secondo i rapporti che ho letto mentre venivo qui, ci sono tracce di insediamenti indigeni e città, ma è tutto in rovina da molto tempo. Buono solo per uno studio xenoarcheologico. Come mai, secondo lei, non c’è vita all’infuori di quella vegetale, laggiù?-
Il Generale aggrottò la fronte.
- Ritiene che l’infezione abbia cancellato la popolazione indigena?-
- Anche quella animale. Niente fauna, solo flora. Queste piante non stanno proliferando, non stanno sopravvivendo.- spiegò - Generale Jefferson… le piante stanno combattendo.-
 
Valentine chiuse la comunicazione dopo un’altra decina di minuti, ancora più stanca di prima. Le ultime parole di Jefferson erano state solo “buona fortuna”, poi si era accasciato sulla poltrona con aria preoccupata.
Non lo avrebbe chiamato, se avesse potuto, ma gli aveva promesso di fargli avere notizie quanto prima: voleva essere informato in merito alla situazione sulla Ascendant. Questo perché lei non entrava in scena a richiesta, ogni volta che qualche industriale implorava aiuto… era necessario che il problema fosse reale, concreto, superiore alle capacità di un normale “esperto”. Tuttavia, non era mai contento di saperla invischiata da sola in quel genere di cose.
In ogni caso, non poteva impedirglielo. Non aveva l’autorità per darle ordini.
Pensando a questo, trovò la cabina assegnatale dal Capitano Malkovich e comunicò a Bones di raggiungerla entro un’ora: il tempo di farsi una doccia e di riposare qualche minuto, poi avrebbero potuto ricominciare a lavorare.
Mentre si lavava, la testa appoggiata contro la parete e l’acqua tiepida che le scorreva sulla pelle, rifletté a lungo su ciò che attualmente sapeva: l’infezione aggrediva le persone per indurre una mutazione che aveva un organismo vegetale come ultimo stadio; nelle fasi intermedie induceva l’ospite a diffondere il contagio; si propagava per via aerea, ma forse anche attraverso l’ingestione (se, come credeva, si trattava di un qualche tipo di spora, sarebbe stato molto facile rimanere infettati anche così); soprattutto, e questa era la parte più importante, aveva un qualche tipo di intelligenza.
In fondo, le piante erano forme di vita capaci di comprendere ciò che avveniva intorno a loro. Una volta aveva assistito a un esperimento su un semplice fiore: lo avevano collegato a dei sensori, poi avevano cominciato a parlargli. Inizialmente lo avevano rassicurato, adorato, addirittura coccolato, e aveva visto coi suoi occhi gli aghi muoversi leggermente, ogni qualvolta la pianta riceveva un complimento o un segno d’affetto.
Quando tuttavia gli scienziati avevano provato a minacciare il fiore, le macchine erano come impazzite: gli aghi erano schizzati all’insù, e un suono di allarme si era anche fatto sentire. Tutto questo le aveva insegnato che un vegetale reagiva agli stimoli esterni, ma anche che quelli ostili erano accolti con maggiore enfasi.
Se la flora di Cassandra V aveva non solo la capacità di percepire, ma anche quella di reagire… beh, inutile sorprendersi per l’accaduto. Ora doveva solo trovare il modo di sfruttare a proprio vantaggio questa informazione.
Uscì dalla doccia e si frizionò vigorosamente i capelli, dirigendosi verso il letto senza nemmeno l’accappatoio per prendere i vestiti. In quel momento qualcuno bussò alla porta.
- Avanti.-
Bones entrò con un olotesto in mano, leggendolo con la fronte aggrottata.
- Scusa se sono arrivato così presto, ma…-
Quando si accorse che era ancora nuda si bloccò un momento, sorpreso, poi si voltò immediatamente dall’altra parte, senza sapere dove guardare.
- Cazzo, Valentine, ma perché mi hai fatto entrare se eri senza vestiti, dannazione?-
- Che c’è, sei a disagio?- chiese lei, prendendo la biancheria - Bones, sai come giravano gli esseri umani all’età della pietra? Prima della scoperta degli utensili, intendo dire.-
- Siamo su un’astronave, Valentine. Nel caso non l’avessi notato, l’età della pietra è finita da un pezzo.-
- Sto solo dicendo che il bisogno di coprirsi è nato per combattere il freddo. L’imbarazzo derivante dalla nudità è arrivato dopo. Non sono nudista, se è questo che ti preoccupa. Intendo solo dire che mi sembra stupido vergognarsi del proprio corpo. O per quello di qualcun altro.- aggiunse, agganciando il reggiseno e prendendo la camicetta.
- Beh, sì… cioè… insomma, cerca almeno di avvertirmi, la prossima volta!- sbuffò - Non che non apprezzi certe cose, ma c’è un limite a tutto.-
- D’accordo, non farla tanto lunga e voltati, ho messo la camicetta. Piuttosto, cosa volevi dirmi?-
- Eh? Ah, sì… volevo dirti che le tette… cioè, le tute sono pronte, e hanno scorte di ossigeno sufficienti per un’ora. Ho parlato con Malkovich, ha già istituito la quarantena e isolato i potenziali contagiati. Ha anche chiuso il Ponte Medico fino a nuovo ordine, per ora gli unici a poterci salire siamo noi due, lui e Brenda. A proposito, si è deciso ad affiancarcela, almeno per ora. Non sono riuscito a convincerlo a sospendere le operazioni di trivellazione, però… ha detto che parlerà con il consiglio di amministrazione, decideranno loro.-
- Idiota.- mormorò quietamente lei - L’equipaggio non può lavorare finché è a rischio. Sarebbe molto meglio se rimanessero nei dormitori e ci mettesse a disposizione tutto il personale androide presente.-
- Non lo farà mai, purtroppo.- sospirò Bones - Piuttosto, tutto a posto? Hai una faccia…-
- Sono solo un po’ stanca. Non ho dormito molto, durante il viaggio.- spiegò Valentine, rimettendosi le scarpe - Ma sopravvivrò. Ne ho passate di peggio.-
Uscirono insieme dalla cabina, avviandosi verso il Ponte Equipaggio. Bones ripose l’olotesto, prendendo poi qualcos’altro dalla tasca.
- Tieni, ti è caduto prima.- disse, passandole il comunicatore con cui aveva parlato a Lassiter, nel settore di isolamento.
- Ah, grazie.- rispose lei, intascandolo.
- Di nulla. Piuttosto, posso chiederti quando abbiamo cominciato a darci del tu?- disse Bones - Prima non ci ho fatto molto caso, sai…-
- Eravamo in una situazione d’emergenza. Il protocollo e le convenzioni sociali passano in secondo piano, in quei momenti.- rispose Valentine - E visto che ormai è fatta, tanto vale continuare così. Ma tieni a mente che sono un tuo superiore, e soprattutto non ci conosciamo bene. Non ti giudico una brutta persona, anzi, credo che potresti essere un buon elemento, forse anche un amico, se avessimo modo di stringere un vero legame. Ma per adesso è importante quello che stiamo facendo, e se prometti di non distrarti, possiamo anche mantenere lo status quo.-
- Ehi, io mi distraggo solo se mi si presentano spettacoli come quello di poco fa, mentre lavoro.- rispose accigliato lui, indicando la cabina col pollice - Tu non sbattermi più le tette in faccia in quel modo lì (per non parlare del resto della mercanzia) e sarò il tuo superpoliziotto a tempo pieno.-
- Ottimo. Allora abbiamo un accordo.- disse lei - Ma, per evitarti ulteriori imbarazzi in futuro, Bones…- aggiunse lei, mentre accedevano al Ponte Equipaggio - … scopa un po’ di più.-

A dirvela tutta, mi piacciono i capitoli di "transizione" come questo. Mi danno anche modo di fare il punto della situazione, e questo mi è utile, andando avanti.
Solo per la cronaca, casco dal sonno pure oggi (infatti è tardissimo), ma è diverso da ieri: sì, perché stavolta sono abbastanza sveglio da scrivere tutto.
Ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16 (altra mia lettrice accanita, appena approdata a questa storia) e Ser Balzo, che mi stanno seguendo. A domani (salvo incidenti)!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl